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27.6.11

Gelato, cacca, Drive


Ieri pomeriggio Monaco ha deciso che era ora di basta con la pioggia e ha estratto un sole bello caldo di quelli che levati. Ed ecco allora che scattano maglietta, pantaloncini e passeggiatina nei dintorni. Subito prima di tornare davanti al computer, poi, anche un passaggio alla gelateria sotto casa, per scoprire che sotto casa c'è un'ottima gelateria. Fra l'altro, il fatto che ho impiegato quasi quattro mesi a scoprire che la gelateria sotto casa è ottima credo dica molto di me come persona.

Una volta rientrato a casa, ho deciso di sedermi un po' sulla tazza del cesso, ad armeggiare col telefonino. Nel corso della cacata, ho sostanzialmente fatto due cose: risposto in chat a Babich che mi chiedeva dritte su come caricare su Videogame.it la sua recensione del mio preferito fra gli unici due Zelda che abbia finito in vita mia, e letto un po' di post da vari blog tramite l'applicazione di Google Reader. Fra questi c'era I 400 Calci, e c'era un post su Drive.

Ora, io su Drive ho scritto una pseudorecensione che trovate a questo indirizzo qua e che ho scritto solo perché non sapevo cosa infilare in quell'episodio di Videodrome. E quindi ho un po' forzato, diciamo. Quello che avrei voluto scrivere, su Drive, l'ha scritto Luotto Preminger in questo post che trovate a questo indirizzo qua. Davvero, è esattamente quel che avrei voluto scrivere io ma non sono capace.

Fra l'altro, c'è un passaggio in cui viene descritto esattamente quel che ho pensato io guardando l'inizio del film. Lo virgoletto: "I primi dieci minuti di Drive sono una roba che io mi volevo alzare e dire ochèi, se il film si mantiene tutto a questo livello mi viene un ICTUS."

E insomma, andatevi a leggere il resto del post e poi trovate un modo per guardare Drive al cinema e in lingua originale. Grazie.

Se avessi giocato L.A. Noire all'uscita, su Videodrome avrei potuto parlare di quello. Invece lo sto giocando adesso, e su Videodrome ho parlato (a giugno) di un film che se ho capito bene uscirà in Italia a novembre, e infatti la mia (pseudo)recensione non se l'è (giustamente) cacata nessuno. Quindi a novembre dovrò ricordarmi di ricordare a tutti di andare a vedere Drive, sperando che nel frattempo non se ne sia parlato troppo, perché poi le aspettative salgono e la gente rimane delusa. In tutto questo, è appena uscito al cinema in Italia Bronson, un precedente film di Nicolas Winding Refn che io non ho mai visto ma che mi dicono essere un cult e che ha come protagonista il tizio che sarà Bane nel prossimo Batman. Boh, fate voi.

24.6.11

Ucast


Ieri sera ho pubblicato l'Outcast dedicato all'E3 2011. Oltre tre ore di chiacchiere a caso che davvero guarda io non so se sperare che la gente se le ascolti o non se le ascolti. In ogni caso, stanno a questo indirizzo qui.

Post di spammaggio persino più stringato del solito, ma davvero non è periodo, e infatti il blog è fermo dall'inizio del mese. D'altra parte sto lavorando come uno scemo e a luglio non andrà meglio. Ma un futuro migliore c'è, ne sono convinto. Non so se mi coinvolga, ma c'è.

6.6.11

Players #5


È finalmente uscita anche la versione pezzenza di Players #5, quella che si può scaricare pure senza aver sborsato un soldo. Non so di preciso quando sia uscita, in realtà, e magari mi sono confuso e deve ancora uscire. Non lo so, non ci sto capendo più niente, ma abbiate pazienza, sono in ballo con l'E3, son brutti momenti. Link.

Su questo numero i miei fan possono leggere una recensione di quel gran bel fumetto che è Ex Machina. E basta. E poi ci sono tante altre belle cose, tipo un’intervista a Luc Besson (che a me sta sui maroni, però vuoi mettere?) un’intervista a un tizio di Housemarque (che secondo me Outland è sopravvalutato, però vuoi mettere?) e altro ancora.

Come da prassi, questo post è in parte riciclato da quello fatto dall'altra parte all'uscita della versione per donatori e in parte riciclato da quello fatto qua dentro il mese scorso. Sono nato stanco.

4.6.11

Ti sogno Califoggia


Orca mignotta, uno si distrae un attimo ed ecco che all'improvviso si ritrova in partenza per Milano, Atlanta e poi Los Angeles, destinazione Electronic Entertainment Expo 2011. Come da trafila degli ultimi tempi, per la durata del viaggio il blog trasferisce armi e bagagli su Videogame.it. Poi magari (anzi, direi sicuramente, visto che c'è almeno un post in programmazione automatica) pubblico comunque cose qui, ma eventuali pinzillacchere da diario di viaggio, commenti al cibo e altre perle di simpatia staranno invece da quell'altra parte. Ché i post a reti unificate mi fanno una tristezza infinita.

A questo indirizzo qui ci trovate la copertura tutta, con i miei bellissimissimi articoli e quelli degli altri che sono un po' meno belli.

A questo indirizzo qui ci trovate invece il blog del sito, che presumibilmente per un paio di settimane almeno sarà tutto a tema L.A. e sul quale vi ricordo che ogni tanto scrivo robe che altrimenti finirebbero in questo blog qui. E quindi, insomma, oh, se leggete questo, leggetevi pure quello.

Nel mentre, procede lo scontro cestistico fra le forze del Bene e le forze del Male. E la seconda puntata è stata da cuore in gola.

3.6.11

Christophercast


Stanotte ho pubblicato il decimo episodio di Outcast: Chiacchiere Borderline. Quello che abbiamo registrato lunedì, in cui per mezza puntata parliamo delle nostre previsioni sull'E3 e che se aspettavo ancora un po' lo pubblicavo dopo l'E3. Oh, comunque, così è andata. Fra l'altro, mentre leggerete questo post sarò appena arrivato a Milano (no, non è vero, lo leggerete probabilmente lunedì, dato che avete fatto il ponte, bastardi, e quindi io sarò già a Los Angeles). In ogni caso, sta tutto a questo indirizzo qui.

Porca mignotta, è cominciata gara 2. Niente, è finita, stanotte non dormo.

1.6.11

Bossypants


Bossypants (USA, 2011)
di Tina Fey


Bossypants è la seconda autobiografia (o roba simile) di un comico americano che leggo nel giro di poco tempo. È, però, una cosa molto diversa da Born Standing Up, il libro di Steve Martin che ho letto, per l'appunto, poco tempo fa e di cui magari scrivo in un altro momento. Tina Fey, infatti, nel suo libro parla veramente poco di se stessa, della sua carriera, della sua vita, e di come funzioni il mondo della comicità dall'interno. Preferisce invece spargere pensieri a caso, su questo o quell'argomento, e prova a dar loro un filo logico appiccicandoli in sequenza temporale, posti al fianco della carriera che l'ha condotta dai locali di Chicago al set di 30 Rock.

Proprio 30 Rock è il motivo unico per cui mi sono trovato a leggere questo libro, dato che il Saturday Night Live non è esattamente una roba a me familiare, anche se qualche sketch in rete lo si guarda sempre volentieri e paradossalmente sull'argomento ho letto un libro da svariate centinaia di pagine. Ma se non mi fossi recentemente appassionato a quella fantastica serie che è 30 Rock (e, ehm, boh, anche di quella mi piacerebbe scrivere, uffa), difficilmente avrei letto Bossypants mentre poggiavo le terga su aerei che mi portavano in giro fra due diverse London, a migliaia di chilometri l'una dall'altra.

Ma che è libro è, Bossypants? È un libro divertente, piacevolissimo, che non si stacca di una virgola dallo stile che rende irresistibile Tina Fey. E proprio per questo è un centro sicuro: se lei ti piace, specie se ti piace tanto, certo il libro non ti farà schifo. Però è anche un librettino un po' debole, che ti lascia addosso l'impressione di una persona poco a suo agio con questo mezzo espressivo e che ci mette qualche pagina di troppo a ingranare, anche se poi, quando lo fa, prende un ritmo che levati. Nei suoi momenti migliori, quasi tutti nella seconda metà, quasi tutti quando scherza sulla femminilità, è un libro divertentissimo. Ma è e rimane quello: una roba per appassionati curiosi e fanboy.

Il libro l'ho letto in originale, in una tostissima edizione hardcover comprata in una piccola libreria di London, Ontario. Esiste anche una versione paperback che ho visto in un negozio dell'aeroporto di London, UK. Presumo ci sia pure una copia digitale per questi oggetti elettronici che vanno di moda adesso. Non so, francamente, se esista o esisterà una traduzione italiana, anche perché non so quanto 30 Rock e Tina Fey abbiano seguito da quelle parti (stavo per scrivere "da noi" ma, oh, io adesso sto oltre le montagne). Ma d'altra parte, se è stato tradotto il libro da ennemila pagine sul Saturday Night Live, perché non anche questo?

 
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