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17.7.09

Transformers: La vendetta del caduto

Transformers: Revenge of the Fallen (USA, 2009)
di Michael Bay
con Shia LaBeouf, Megan Fox, Ramon Rodriguez, Josh Duhamel, Tyrese Gibson, John Turturro
con le voci di Peter Cullen e Hugo Weaving


L'ostentata consapevolezza di essere una profonda minchiata è il miglior pregio di questo secondo Transformers, incredibilmente ancora più stupidino, becero e sbracato del primo episodio. Per fortuna non ci prova nemmeno, Michael Bay, a darsi un tono, e questo non glie lo si può proprio negare: il massimo del dramma che offre sta nella pseudo-morte di Optimus Prime e nei due protagonisti che fanno pucci pucci. E non gli si può togliere neanche il fatto che finalmente in un paio di scene - incidentalmente quelle girate in formato IMAX - la macchina da presa stia quasi ferma. Nel combattimento fra gli alberi e nella scalata della piramide, incredibile, si capisce cosa sta succedendo!

I problemi di La vendetta del caduto, invece, sono riassumibili in "tutto il resto". O, meglio, nell'idea alla base di tutto il resto: prendere ogni singolo elemento del primo film e ampliarlo, aumentarlo, ingrandirlo fino a farlo esplodere. Avevi trovato inguardabile John Turturro? Qui Julie White fa di peggio e per più tempo. Ti erano sembrate di cattivo gusto certe gag? Qua si vedono cani che fottono e robot che scoreggiano. Più di una volta. Non sopportavi le scene d'azione con la tremarella? Preparati a vomitare. Non ti erano piaciuti i colori sgargianti e i toni da cartone animato? Qui manca solo che esca Trider G7 dal sottosuolo.

Certo, gli effetti speciali fanno spavento, e ancor più spavento fanno quel paio di scene girate in formato IMAX (terza volta che ci vado, prima volta che vedo un film con parti di quelle dimensioni). E sì, dai, la prima oretta, tutto sommato, nonostante svariati elementi insopportabili, va via abbastanza tranquilla. Il problema è che poi ce n'è un'altra. E poi ancora mezza.

Transformers era un film brutto e stupido, consapevole di essere stupido, abbastanza divertente, che finiva una buona mezzora dopo aver cominciato a rompere le palle. La vendetta del caduto è un film molto brutto e molto stupido, consapevole di essere molto stupido, non troppo divertente, che finisce un'ora e mezza dopo aver nuclearizzato le palle. Probabilmente i bambini ci si divertono dall'inizio alla fine, non so. Io, di sicuro, ho desiderato di morire per ampi tratti. Se poi penso che mi hanno convinto ad andarci nonostante fosse già in sala Public Enemies, madonna, mi viene lo scorbuto.

P.S.
Il Caduto è uno fra i cattivi più ridicoli della storia. Optimus Prime in versione IMAX è enorme. La lingua in fondo al tentacolo non si può vedere. Il decepticon-pantera è molto fico, anche se avrei voluto vederlo trasformarsi in cassettina e infilarsi in quell'altro che diventava registratore.

15.7.09

Che fine ha fatto Mr Y.

The End of Mr. Y (GB, 2006)
di Scarlett Thomas


Cosa si nasconde nel libro maledetto intitolato Che fine ha fatto Mr Y? Quanto è più bello, come titolo, The End of Mr. Y? Quanto sarebbe stato faticoso inventarsi antagonisti un po' più interessanti di due anonimi agenti della C.I.A. e due - oddio oddio - bambini inquietanti? Solo tre delle tante domande che non trovano risposte particolarmente incisive in questo comunque bel romanzo.

Che fine ha fatto Mr Y nasconde dietro una scrittura gggiovane, dannata, barocca, sboccata, ma soprattutto un po' stucchevole, qualche bella idea, delle riflessioni filosofiche neanche troppo banali e un bel filone di romanticismo. Viaggia di traverso fra il fantasy e la fantascienza, il melodramma e l'azione, pagando un po' l'intreccio abbastanza esile ma appassionando con le sue strampalate teorie e l'intensità dei dialoghi.

Peccato solo per qualche eccesso di troppo. Nella caratterizzazione dei protagonisti, che sembrano voler essere strani e fuori dalle righe a tutti i costi. Nelle pretese verso la disponibilità del lettore, con una formula "magica" messa assieme mescolando poco più che olio e sale. Nel romanticismo barocco di un finale che la fa davvero fuori dal vaso, anche per me che nel melodramma ci sguazzo. Ma nonostante tutto è una lettura piacevolissima, scorrevole, addirittura stimolante, e fa venir voglia di provare qualcun altro dei sette romanzi scritti da Scarlett Thomas.

13.7.09

State of Play

State of Play (USA, 2009)
di Kevin Macdonald
con Russel Crowe, Ben Affleck, Rachel McAdams, Helen Mirren, Robin Wright Penn


Secondo film di Kevin Macdonald che guardo, seconda volta che mi sembra di avere di fronte una roba che se la crede più di quanto possa permettersi. Di buono State of Play ha una certa coerenza, la consapevolezza di essere soprattutto e fin dall'inizio un solido thriller, mentre L'ultimo re di Scozia rotolava da quella specie di intrigante docufilm dei primi minuti a una baracconata senza capo né coda. Di meno buono ha Ben Affleck, una certa mancanza di tensione e un accumulo esagerato di colpi di scena, uno via l'altro, stancanti e pallosi più che scioccanti.

A tenere in piedi la baracca, ancora una volta, ci pensano gli attori (a parte Ben Affleck). Russel Crowe in versione Ciccio è sempre un piacere, ma anche Rachel McAdams e Helen Mirren funzionan bene e riescono a non rendere fastidiosi personaggi scontati e visti mille volte. Anche perché gli aspetti più interessanti del film sono senza dubbio quelli che li riguardano e che raccontano del loro mestiere di giornalisti, facendo venire una gran voglia di andare a ripescare la serie BBC da cui nasce tutto.

Molto meno convincente l'aspetto "cospirazionista", soprattutto per un crescendo di rivelazioni un filo prevedibili, talvolta oltre il limite del ridicolo, in certi casi anche un po' rovinate dalla faccia spenta di Ben Affleck. Che poi, alla fin fine, il problema vero è che in 'sto film di suspence non ce ne ho proprio vista, anche e soprattutto quando mi sembrava che cercasse disperatamente di generarne. Errore mio?

8.7.09

[Logorrea] Giugno


E così accade che sono sopravvissuto a giugno, anche se ho un cactus nelle mani, i piedi doloranti, un accenno d'emorroidi e almeno due chili (abbondanti) in più rispetto a maggio. Sono sopravvissuto all'E3, a Cannes, al Southside, all'Hard Rock Calling e a non so che altro. E mica ho finito, se è vero (come è vero) che luglio è iniziato con una doppia trasferta lavorativa a Londra e un fine settimana a Padova. Avanti così, avanti tutta, che ci si diverte e per il momento si (soprav)vive. L'unico lato negativo di tutto questo e dell'overload di lavoro è che non sto avendo tempo per il blog. Oddio, si sopravvive anche a questo, però un po' mi spiace.

Mi spiace non essermi messo di buzzo buono a sistemare il problema del pikkabù, anche se in effetti quando ci ho provato mi sono arenato di fronte al non capirci niente. Mi spiace aver limitato gli interventi ai soli fattacci miei, tralasciando film, libri, videogiochi, cazzy & mazzy, anche se in effetti il problema non è neanche quello, quanto piuttosto il minimo storico di post (quattro ad aprile, record, ma pure i sei di giugno son pochini). Ma pace, via, che tanto dubito la pochezza di roba qua sopra sconvolga la vita di qualcuno, anche se come al solito delle lamentele mi sono arrivate.

Comunque, a gentile richiesta, due parole sui due festival che mi hanno accolto a giugno.


SOUTHSIDE FESTIVAL
(argomenti in ordine casuale)

La tenda
Uah, figata! Mai stato in tenda e/o saccappelo in vita mia, temevo un po', invece solo tutto ottimo. Bella l'atmosfera da vogliamoci troppo bene e divertiamoci che si respirava in giro per tutta l'area del Southside, bello il fatto che puoi allontanarti dai palchi e arrivare in "stanza" facendo due passi, bello uscire dal mondo e isolarsi in 'sto posto per tre giorni. Se ti piace starci, in 'sto posto, ovvio.

La Germania
Meno organizzata, figa, bionda e pulita dell'Olanda, ma insomma, ho comunque sempre più l'impressione che l'Italia sia fra i posti peggiori in cui frequentare festival di questo tipo.

One Fine Day
Intravisti, sembravano simpatici.

Paolo Nutini, Fleet Foxes, Ben Harper & The Relentless7, Nick Cave & The Bad Seeds
Gente che dal vivo lascia a bocca spalancata per quanto son bravi, e coinvolgenti, e ti fanno sognare, o magari ti fanno ballare, o comunque li ascolti un'ora e, caspita, è un'ora bellissima, però poi se provo ad ascoltarli in disco proprio faccio fatica (errore mio).

Gogol Bordello, The Wombats, Ska-P, Social Distortion, Less Than Jake
Gente che dal vivo è piacevolissima, divertentissima, coinvolgente, magari non necessariamente bravissima, ma poi finita lì, eh, in disco lasciamo perdere (errore loro).

Pixies
Ecco, questi, boh, bravi, eh, poi veramente assurdi da guardare, la coppia più folle del festival, però mi son piaciuti meno che in disco (errore mio?).

Johnossi
Pausa pranzo.

Duffy
Pausa merda.

The Gaslight Anthem
Prima, ma non ultima, roba vista in prima fila, facendo a spallate, saltando, cantando, urlando e divertendomi come un matto. E aggrappandomi alle poppe di una gran manza per evitare di cadere, che è pure esperienza sempre piacevole. Ottimi, solo ottimi, solo belli.

Editors
Un'oretta gustosa, indubbiamente rimane roba che ti deve piacere, altrimenti poi ti deprimi come i quattro metallari che avevo davanti e che rimanevano basiti all'idea che qualcuno si stesse divertendo. Han fatto un bel mix di canzoni dei primi due dischi e ci hanno infilato cinque pezzi nuovi (due molto belli, gli altri boh), tratti dal (suppongo imminente) terzo disco. Con il quale pure loro si danno alla svolta anni ottanta, tutta tastiere e Depeche Mode. Mah.

Franz Ferdinand
Zumpa zumpa zumpa zumpa zumpa zumpa zumpa zumpa zumpa.
Dopo un'ora di zumpa un po' le palle me le sono scassate, però divertenti, senza dubbio.

Kings Of Leon
Bravi bravi, coinvolgenti, bella coreografia sul palco, lui voce spettacolare (e che mi piace decisamente più dal vivo rispetto ai dischi), ho l'impressione che la svolta poppettara dell'ultimo album abbia giovato alla vivibilità dei concerti. Almeno c'è un po' di ritmo.

Nine Inch Nails
Mamma mia. Vent'anni condensati in una splendida ora e mezza. Reznor pare lo zio stanco e ciccio di se stesso, non si butta più per terra di faccia, ma ha comunque addosso una carica incredibile e una voce ancora splendida (e comunque chi sta sul palco con lui porta ancora peggio gli anni che tiene sulle spalle). Belli, belli come me li ricordavo dall'unica altra volta che li ho visti, nove anni fa. Contento di averli rivisti, se davvero chiudon qui.

Lily Allen, Katy Perry
Saltelli in allegria, bel vedere, momento di relax.

Faith No More
Li ho visti in concerto due volte nel giro di una settimana, e la seconda volta mi han fatto pure una o due canzoni che mi sono mancate la prima. Mike sempre adorabile, cazzone, piglia tutti per il culo, scherza, gorgheggia, regala tutto al terzo concerto in tre giorni. Non bello come quello di Milano, ma comunque un gran concerto e un signor modo per chiudere una bella tre giorni di musica.

La pioggia?
La pioggia, abbondante ma quasi mai devastante, accompagna dall'arrivo alla partenza. E il bello è che su tre giorni di acqua son riuscito a scottarmi il naso nell'unica ora di sole.

Foto su Faccialibro (link per chi ha l'account)
Foto su Faccialibro (link pubblico, prima o poi scade)



HARD ROCK CALLING

Pagare 10 euro per andare e tornare da Londra è bello. Impiegare quasi 24 ore per andare dal centro di Milano al centro di Londra è meno bello. Salire sull'aereo alle 11:30 (e decollare alle 12:30) quando la partenza era prevista alle 22:45 del giorno prima è abbastanza brutto. Essere svegliati a calci da una guardia, alle quattro di notte, mentre stai dormendo sul pavimento di Orio al serio, è comunque un aneddoto simpatico da raccontare. Rivedere Papero e fare la conoscenza della colonia aversana a Londra è una meraviglia. Mangiare come se non ci fosse un domani al ristorante turco di Finsbury Park è solo ottimo (e faticoso, ma l'ammirazione vera negli occhi della gente sul momento scarpetta... ah!). Gironzolare per Londra con Dottore e Cobra è adorabilmente estenuante. Sedersi su un prato a Hyde Park chiacchierando con della bella gente, guardando delle specie di Nerd che suonano roba uscita per direttissima da un gioco Amiga, con il fratello scemo di Seth Rogen come cantante, è positivo. Osservare centinaia di bottiglie che volano sopra alla mia testa mentre cantano quelle fighette dei Kooks è divertente. Saltellare assieme alla marea, abbracciato assieme a dei (quasi) sconosciuti, mentre cantano i Killers è sempre una meraviglia. E pure il discorsetto d'introduzione per Mr. Brightside, balbettato come se fosse un bambino al saggio di terza elementare, è stato simpatico. E frappuccini come se piovessero, e pasteggi assortiti e ripetuti da Pret, e gironzolare per negozi e monumenti, e svaccarci su ogni prato a commentare ogni donna, e comprare l'autobiografia di Bruce Campbell, e dormire sul letto (a castello) di sopra. E rivedere i Gaslight Anthem una settimana dopo, che è sempre bello, con Brus che si manifesta e partecipa cantando anche lui The '59 Sound, che è bellissima (anche se non mi hanno fatto Meet Me By The River's Edge, che però hanno fatto in Germania, quindi va bene lo stesso). E un'ora e qualcosa di Dave Matthews Band davvero da brividi, pelle d'oca, lucciconi agli occhi, commozione vera e tanta. Che su Crash Into Me, perché son romantico e banale, i brividi mi son venuti davvero. E vogliamo parlare di All Along The Watchtower? No, dico, parliamone. E sì, sto rosicando abbestia, per le tre ore abbondanti che hanno fatto a Lucca, che mi viene la pelle d'oca solo al pensiero. E poi Brus, che a sessant'anni suonati ti suona quasi tre ore senza tirare mai il fiato, una macchina da guerra, mamma mia. E Brian Fallon (quello dei Gaslight Anthem) che si presenta a cantare con lui No Surrender. E Bovati, maico. E gironzolare un po' anche per i fatti miei, a Londra, che è sempre un piacere, fermandomi su una panca a leggere un libro, o magari anche solo a respirare e prendere il sole. E rendermi conto che questa città che al primo impatto mi lasciava tanto perplesso, a furia di tornarci, mi sta entrando dentro e sta cominciando a piacermi parecchio.

Foto su Faccialibro (link per chi ha l'account)
Foto su Faccialibro (link pubblico, prima o poi scade)


TRULLALLÀ

La demenza di quattro persone disposte a tutto pur di dormire al fresco. Immagini di uomini senza vergogna su un tetto brit pop, immagini che resteranno a lungo impresse nei nostri cuori, assieme a un sms (serio). Tre giorni di idiozia e fesseria con una sempre piacevole compagnia, conclusi come meglio non si poteva, vale a dire non a casa mia. :)
Giugno è finito, luglio non sembra volermi dare tregua: concerto degli Afterhours a Padova, incastrato fra una grandinata e un acquazzone, solo ottimo. Bella carica, gran bella scaletta, un paio di cover simpatiche, pubblico un po' statico ma che canta a pieni polmoni. Peccato solo che io sia vecchio scorreggione e mi spiaccia sentire sempre poche (e quasi sempre le stesse) canzoni dei primi dischi. Luglio è cominciato, e mobbasta veramente però: ok, domani torno a Londra, terza volta in due settimane, ma poi non voglio vedere aeroporti fino ad agosto inoltrato, grazie.

Foto di brutta gente su Faccialibro (link per chi ha l'account)
Foto di brutta gente su Faccialibro (link pubblico, prima o poi scade)


AH, GIUSTO, IL BLOG

E tutta la roba, i film, i libri, i fumetti, i telefilm di cui vorrei e potrei parlare qua dentro? Tutto quello che mi sono lasciato scorrer via negli ultimi mesi? Eh, mi sa che andranno perduti come lacrime nella pioggia. Il problema mio è che voglio parlare di tutto, accumulo tutto e non riesco a parlare di niente. Ho una quarantina di post pronti per essere scritti (qualcuno pure già mezzo scritto, via), ma che a questo punto non lo saranno mai, anche perché che senso ha mettermi a parlare di una roba vista mesi fa?

Però io ci tengo a scrivere anche dell'ultima minchiata che mi passa davanti, ché la condivisione è bella (ciao Delu). Quindi magari faccio il pentolone. Anche due righe (o anche centodue), ma ci metto dentro tutto quello che ho in arretrato, magari lascio fuori le cose su cui ho di più da dire, ma insomma, almeno ci rimettiamo in pari. Potrebbe essere un'idea. Vediamo se trovo la forza. E poi, se ce la facciamo, si torna a regime. O forse no. Boh, vediamo, io comunque ci provo. Baci.

P.S.
In apertura c'è un pezzetto di Trent Reznor che canta Hurt assieme a una mandria di tedeschi. Se mi leggi su Facebook non lo vedi. Se mi leggi sotto un firewall brutto e cattivo non lo vedi. Altrimenti lo vedi. Fra l'altro se mi leggi su Facebook non vedi neanche tutta la formattazione carina colorata, centrata puffettosa che mi sbatto a fare sul blog. Un po' di rispetto, insomma!

 
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