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10.11.05

Elizabethtown


Elizabethtown (USA, 2005)
di
Cameron Crowe
con
Orlando Bloom, Kirsten Dunst, Susan Sarandon

La Smemoranda, quella maledetta agenda che raccoglie i pensierini dei cabarettisti e quelli delle proprietarie. Una quantità immane di cazzate, ma cazzate modello baci perugina. E le frasi intense, e i pensieri famosi, e gli aforismi, e le citazioni colte... le cazzate, insomma.

Ecco, anni di Smemoranda e/o fatti assimilabili, presi, frullati, compressi e infilati su per il culo di Kirsten Dunst, che dà poi libero sfogo al tutto interpretando un personaggio insostenibile, il testamento alle parole - chiaramente scolpite nella pietra - pronunciate da Michael Wincott/Philo Grant in Strange Days: "le puttane devono aprire bocca solo per far pompini". Lei e il suo atteggiamento simpatico e un po' pazzo, strano ma divertente, adorabile e ammiccante, un po' puttana e un po' zoccola. Vai affanculo.

Cameron Crowe, un povero stronzo sfigato che si deve sentire una specie di nuovo Woody Allen, con 'sta storia di usare sempre se stesso come protagonista di tutti i suoi film. Ecco, questo demente rockettaro, che pure qualcosa di decente (seppur piacione e leziosetto) con Almost Famous aveva fatto, prende tutto questo e lo mette assieme alla sua maniera, dandogli quindi quell'aria da intenso film festivaliero, che ammalia perché racconta situazioni da spot Mulino Bianco, confezionandole però in stile Sundance.

Il risultato è una merda mostruosa, un film divertente per dieci minuti e poi fastidioso, insopportabile, stucchevole, piatto e ridicolo.

Ogni tanto c'è qualche idea, qualche battuta divertente, un momento magari anche evocativo, ma tutto viene sempre, sistematicamente, matematicamente rovinato per creare l'ennesimo videoclippino. E non me ne frega un cazzo se la famiglia e lo stile di vita del Kentucky sono ben tratteggiati, o se il road trip finale dipinge alla grande scorci di America: per quello ci sono i canali 400 di Sky, la Routard e, per dio, le cazzo di vacanze. E che il prologo, con quel simpaticissimo Alec Baldwin, sia pure bellino, così come qualche battuta ogni tanto, me ne frega ancora meno. Anzi, mi fa pure incazzare il doppio, perché tutto il resto che c'è nel film fa VOMITARE. Fanno vomitare i personaggi, fanno vomitare le situazioni, fa vomitare il taglio cool/romantico/fintoautoironico, fa vomitare il monologo di Susan Sarandon.

Una roba imbarazzante e vergognosa, un film che potenzialmente, anche solo per i temi trattati, mi sarebbe dovuto piacere a randa, e che forse proprio per questo mi ha smonato più del dovuto.

In ogni caso, caro Cameron Crowe, te ne devi andare affanculo.

Te ne devi andare affanculo tu e se ne deve andare affanculo Orlando Broom (sì, Broom, come la scopa che ha evidentemente infilata su per il culo), che passa tutto il tempo con dipinta in faccia una particolare espressione di Legolas. Quella che ne La compagnia dell'anello assume poco dopo la morte di Gandalf, quando sono sui ghiacci e lui è lì che sembra non capire bene questo fatto della morte. Ecco, sembra non capire bene. Esattamente come Ewan Mc Gregor nei tre Guerre Stellari, con quella faccia perplessa di chi sta recitando davanti a uno schermo blu. Quella cosa da "ma che cazzo sto facendo?".

Probabilmente quella stessa espressione ce l'aveva addosso pure Cameron Crowe mentre girava Elizabethtown, un vero pastrocchio senza capo né coda. Sempre con 'sta estetica vintage che ormai definire di maniera sarebbe riduttivo, sempre a infilare dappertutto canzoni, a forza, in maniera casuale, anche dove non c'entrano nulla, sempre alla ricerca del facile sentimento, a rovinare ogni minimo spunto interessante per piazzare il momento emozionante, con la musica che sale assieme al battito del cuore.

E i tre finali arrotolati, che ogni volta sembra stia per arrivare la liberazione e ogni volta capisci che il supplizio non è ancora finito.

HAhahahahah, ma poi, insopportabile, in questo momento, mentre scrivo, c'è una deficente in costume da bagno su un'isola che dice stronzate dalla TV accesa qua di fianco (non è colpa mia, lo giuro) e, per dio, è ESATTAMENTE lo stesso genere di stronzate che vengono emesse dal visino da schiaffi di Kirsten Dunst per tutto il film.

Cameron Crowe, hai pure una faccia di merda, vai a cagartela nei prati.
Vai a cacare, e fallo per davvero.
Vai affanculo.

Ti odio, per la madonna.

Non vado al cinema per quasi due mesi e, quando finalmente ci torno, mi devo sorbire due ore di questa merda.
Cristo, che fastidio.

V A F F A N C U L O

 
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