The Walking Dead 02X11: "Judge, Jury, Executioner" (USA, 2012)
con le mani in pasta di Glen Mazzara e Robert Kirkman
episodio diretto da Greg Nicotero
con Andrew Lincoln, Jon Bernthal, Jeffrey DeMunn, Sarah Wayne Callies, Laurie Holden
Una cosa che mi sta affascinando non poco di
The Walking Dead è il modo in cui un sacco di gente reagisce e si rapporta in maniera diversa ai vari personaggi e ai loro comportamenti. C'è chi ritiene Rick senza palle e sta dalla parte di Shane, pensando che in quel contesto lui sia l'unico a fare sempre la scelta giusta, per quanto magari difficile. C'è chi la vede in maniera opposta. C'è chi non sopporta un singolo personaggio e chi li apprezza più o meno tutti. Io, boh, non è che mi ponga troppo il problema di chi abbia ragione o chi abbia torto, un po' perché non ho la pretesa di pensare che in una situazione così assurda sarei in grado di fare quel che "da fuori" mi sembra giusto, un po' perché mi sa che me ne starei rannicchiato in disparte a lavare i piatti e aspettare di scoprire cosa decidono di fare gli altri. Tipo quel certo personaggio che da circa dieci puntate è stato talmente ridotto al rango di tappezzeria che nemmeno lo voglio nominare. E, a proposito di simpatia e antipatia, un personaggio che divide abbastanza è quello nell'immagine qua sopra. A me piace. Mi piace il personaggio, mi piace l'attore, mi piace il fatto che si metta lì e provi a difendere con forza il suo punto di vista, e questo a prescindere poi dal mio essere o meno d'accordo con quel punto di vista. Probabilmente nel mio gradirlo c'è anche il fatto di averlo apprezzato nel fumetto, anche se lì, ormai, è storia passata da un pezzo, e fatico a ricordarmi se e come il personaggio fosse diverso.
Occhio, spoiler di poco conto
Comunque, questo episodio è stato dedicato pesantemente a Dale, che ha provato a fare da coscienza del gruppo e se n'è andato in giro, da una parte all'altra della fattoria, cercando di convincere del suo punto di vista tutti quanti. Fallendo abbastanza, per altro, anche se col paradosso di essere riuscito a tirare dalla sua parte proprio Andrea e, in un certo senso quasi anche Shane, vale a dire i due meno probabili. A questo è stata dedicata interamente la puntata, immagino per lo scorno di chi non sopporta lui e le sue prediche, in maniera al contrario molto riuscita dal mio punto di vista. Mi è piaciuto vederlo trottare in giro per mostrarci attraverso i suoi occhi il punto di vista dei vari personaggi. Mi è piaciuto il modo in cui le ha provate tutte, prendendosi i pesci in faccia e poi sbroccando. Insomma, una bella puntata, scritta bene, con un degno crescendo, anche se col senno di poi un po' troppo palesemente montata ad arte in previsione del finale.
Fine dello spoiler di poco conto
A margine di tutto, un'altra cosa che sto apprezzando è il modo in cui la serie ha il coraggio di mettere in scena una banda di personaggi piuttosto difficile da apprezzare fino in fondo. È chiaro che dipende pure un po' dallo spettatore, e si tratta sempre di una linea di confine piuttosto sottile (l'ho già detto che ho smesso di seguire
Lost anche perché non reggevo i personaggi e non me ne fregava nulla del loro destino?), ma l'idea che in una situazione talmente al limite venga fuori il peggio della gente mi sembra piuttosto credibile. Soprattutto se il peggio non è solo "uomo che sclera e diventa un barbaro stile
Ken il guerriero", ma anche semplicemente gente che si fa un sacco di paranoie nei rapporti con le altre persone, presunti cani alfa che si scoprono in realtà assai privi di testosterone, personaggi che cambiano anche pesantemente il loro modo di essere e gente che si scopre di una meschinità senza fondo. E in questo, l'evoluzione della famiglia Grimes mi pare esemplare. Rick continua ad essere il padre di famiglia che vorrebbe fare il leader cazzutto ma, a conti fatti, è soprattutto un paparino che, per quanto provi ad essere badass, quando arriva al dunque è interessato solo a moglie e figlio. Lori è Vermilinguo. Carl sta diventando quell'agghiacciante mix di ingenuità, stupidità fanciullesca, disillusione, passiva amoralità che è anche nei fumetti, che mi sembra credibile per un bimbo in quella situazione e che lo rende tanto insopportabile quanto interessante.
Occhio, grosso spoiler sul finale dell'episodio
E poi ci sono queste cose qui, che accadono all'improvviso e ti prendono per il culo. Sarà che ero coinvolto dall'episodio, sarà che Dale, ripeto, mi piace(va), sarà anche che sono stati molto bravi a comporre la scena, ma questo finale mi ha colpito come un sasso. La base è che mi hanno ammazzato un personaggio che apprezzavo, e mi rendo conto che questa cosa può non essere condivisa e, anzi, ci sia gente che è corsa in strada a fare i caroselli. Però, al di là delle preferenze, ho trovato la cosa molto ben costruita, se vogliamo anche per motivi "meta". Intanto, per il modo in cui la scena si stava sviluppando, davo ormai per scontato che si sarebbe salvato: troppo tempo lì a combattere, a far vedere gli altri che arrivano, ad allungare la cosa perché così i soccorsi ce la fanno, e poi STRAP. Caspita. In più c'è sempre il fatto che le merde si divertono a prendere per il culo chi ha letto il fumetto, fra gente che sarebbe dovuta essere morta da tempo (non lo dico, dai), gente morta esattamente quando avrebbe dovuto (Amy) e un po' di gente morta che nel fumetto è invece campata ben più a lungo, regalando anche cose molto interessanti che in televisione non vedremo mai (Otis e Dale, per esempio, ma pure Sophia, che per inciso nei fumetti ancora non schiatta). E insomma, io alla fine ci sono rimasto di sasso ed ero tutto gasato. Gran bella puntata, serie sempre più convincente.
La puntata l'ho vista a San Francisco, lunedì sera, dopo aver lasciato iTunes in download tutto il giorno causa connessione ballerina dell'albergo. Ne scrivo adesso perché in viaggio non ho avuto tempo di farlo e perché così mi è stato richiesto dai simpatici lettori del blog.