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11.7.13

Attacco al potere


Olympus Has Fallen (USA, 2013)
di Antoine Fuqua
con Gerard Butler, Aaron Eckhart, Rick Yune, Morgan Freeman, Dylan McDermott

Attacco al potere è il titolo figlio di generatore casuale di titoli italiani per film americani che è stato assegnato dalle nostre parti a un film noto in patria con il ben più evocativo Olympus Has Fallen. E si tratta di un film inserito nel grande ritorno dei film a coppie che non coinvolgono la Asylum, quel bizzarro fenomeno in base al quale dal fantastico mondo di Hollywood arrivano i film, per l'appunto, a coppie. Non starò qui a ritirare fuori la solita trafila di esempi dal passato, fra i quali rimango comunque per qualche motivo emotivamente legato soprattutto a quei due film là sui vulcani e quegli altri due film là sugli asteroidi, ma, per dire, è caso recentissimo la doppietta "sfrattati dal pianeta" che ha unito Oblivion e After Earth. Il collega di Attacco al potere è il prossimo film di Roland Emmerich, intitolato con il solito adorabile stile didascalico degli americani White House Down. E si presenta come il fratello maggiore, quello con il budget. Ma qui parliamo del fratello minore, un po' sfigato e magari anche più simpatico.

In Attacco al potere si racconta di un, ehm, attacco al potere, portato dalla Corea del nord, nuovo babau di riferimento del cinema a rutto libero statunitense, in quel della Casa Bianca. Arrivano i cattivi, prendono ostaggio il biondo presidente, non mi ricordo che succede al vicepresidente, Morgan Freeman si ritrova a farne le veci. L'imprevisto si chiama Gerard Butler: è l'agente segreto più fico del mondo ed è pronto salvare la baracca, ma non lavora più nella scorta del presidente perché tempo prima ha scelto di salvarlo abbandonando a morte certa la moglie nella scena in cui ti ammazzano a sorpresa l'attrice moderatamente famosa per sconvolgerti anche se hanno rovinato tutto spoilerando la cosa nel trailer. Vuole il caso, però, che quando scoppia il casino non sia troppo distante, arrivi a far fuori un po' di terroristi e riesca a infilarsi nella Casa Bianca ormai occupata nelle vesti di unico sopravvissuto dei buoni, o quasi. Da lì in poi ci si ritrova alle prese con una cover di Die Hard tamarra, cazzara e patriottica, in cui passi il tempo a indicare col ditino i vari attori dalla carriera morta o mai nata, ridi sotto i baffi quando Melissa Leo viene pestata a sangue e capisci subito che se ci hanno messo [SPOILER] è solo perché a un certo punto svela di essere un infame traditore che poi si redimerà in punto di morte come i nemici di Ken il guerriero.

Insomma, un filmetto onesto e guardabile, che difficilmente può deludere più di tanto lo spettatore consapevole di cosa lo aspetti quando paga il biglietto per un film su dei coreani che prendono in ostaggio la Casa Bianca e vengono sgominati da Gerard Butler. Ci sono però un paio di "ma" che mi hanno impedito di divertirmi per davvero e mi hanno fatto uscire dal cinema imbronciato. Il primo è il budget, probabilmente bassino, sicuramente camuffato male: tutto il film ha una micidiale aria da pezzentata, si vedono spesso cose impresentabili e altrettanto spesso si vede Fuqua fare le acrobazie per non mostrare cose che non può permettersi di mostrare. Sei al cinema e hai l'impressione di stare guardando un episodio di un telefilm tedesco. Il secondo problema è il paragone con Die Hard, diretto, ingiusto, ma d'altra parte preso di petto e con coraggio. La cosa non viene mai nascosta e, anzi, ci sono addirittura due scene che ricalcano a carboncino il primo incontro fra Bruce Willis e Alan Rickman e il disastro sul tetto con gli agenti scemi dell'FBI. Solo che a quel punto spicca ancora di più l'impressione di star guardando un Die Hard in cui hanno sbagliato tutto, che si prende micidialmente sul serio e in cui il protagonista è un superuomo imbattibile e inossidabile. E insomma, boh, qualcosa, per me, non ha funzionato. Tipo il fatto che Gerard Butler, pur indubbiamente massiccio e fisicato, passa tutto il film spingendo i labbroni in fuori e non riesco a prenderlo sul serio. Problema mio, immagino.

L'ho visto nel mio solito cinemazzo a Monaco un paio di settimane fa, ne ho scritto solo adesso perché mi andava di farlo adesso, anche se dubito ormai possa fregare qualcosa a qualcuno di 'sto film. Ma, insomma, il blog è mio e me lo gestisco io.

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