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22.6.07

Tutto fa un po' male

Non si esce vivi dagli anni ottanta e si sta arrancando pure nei duemila (o zero, o quel che sono), ma ce la caveremo, ne sono convinto. Carichi di sushi e tonkatsu fino a scoppiare (a proposito, quello del Kotobuki non è paragonabile a quello del Maisen ad Harajuku, ma perlomeno ci prova, è quel genere di roba, e soprattutto non ha quell'aria da cotoletta dell'Autogrill che ho trovato nel ristorantaccio di viale Monza dove mi han portato i miei ex colleghi qualche mese fa). Con ancora nelle orecchie gli Afterhours che aprono il concerto su Male di miele, tirano fuori un'inattesa Elymania e buttano sul piatto, tanto per gradire, una splendida Cortez the Killer e perfino una Hit Me Baby One More Time. Qualche lento di troppo, forse, ma in due ottime (e abbondanti) ore di concerto, che non è che ci vadano avanti in molti, per oltre due ore. E allora si sopporta perfino Non è per sempre, che non la reggo davvero più, ma mi fa venire in mente i primi raduni di it.fan.studio-vit, una macchina piena di gente (anche se in effetti ricordo solo Flx) nell'estate del 1999, il rulladuno coi passaggi alla discoteca di Acquatica e, soprattutto, "Hai vinto bene".

1 commenti:

Speriamo di vincere bene, mio varanasi baby, perché la verità è che la gente sta male e io sono troppo bianca per restare mano nella mano con me stessa. Gli architetti sono qua e hanno in mano la città: anche se la sicurezza è un ventre tenero, io non tremo. Del resto l'autista che mi guida ha una sola mano e questo è il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia quello che non c'è.
I don't want to believe.
mao

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