di Rob Zombie
con Scout Taylor-Compton, Tyler Mane, Danielle Harris, Malcolm McDowell, Brad Douriff, Sheri Moon
Il secondo Halloween di Rob Zombie è un film strano e sorprendente, che parte in una maniera e prosegue poi in tutt'altra, fa di tutto per spiazzare le aspettative che uno può essersi creato e nella sua malsana maniera riesce ad essere cinema fortemente d'autore. L'incipit, precisino e perfettino, sembra spingere nella direzione del remake svogliato, della marchetta che magari molti s'aspettavano vista l'improvvisa realizzazione di questo seguito, anche perché di fatto prosegue sui binari intrapresi nella seconda parte del precedente film. Poi, però, dopo questo avvio divertito che riprende alla sua maniera l'Halloween II del 1981, Laurie e il film si risvegliano da tutt'altra parte, in tutt'altro mondo, e comincia il vero Halloween II di Rob Zombie.
Che è un Halloween II molto più personale, privato e ambizioso, anche se più ambizioso che riuscito. Recuperando gli spunti del quarto e quinto episodio della saga originale (dove, guarda caso, c'era una giovanissima Danielle Harris fra i protagonisti), ma puntando in una direzione tutta storta e squilibrata, Zombie si diverte con un film un po' alla George Romero, in cui sfrutta il mostro per raccontare altro. Mette in scena un Michael Myers de-mitizzato, stanco, dalla maschera fatta a pezzi e dagli omicidi arrancanti, faticosi, brutali, col fiato pesante, lontani dalla ricerca estetica del primo film. Piazza al centro dell'azione una protagonista sfatta e imbruttita, lontana pure lei anni luce dalla ninfetta vista due anni prima. E prova a raccontare un delirio mistico fatto di visioni assurde e davvero mal messe in scena, che ammazzano il film col loro tonfo nel ridicolo, ma che insistono nel voler inseguire un'idea particolare e nel voler raccontare qualcosa che non sia semplicemente un altro mucchietto di omicidi ben girati e parolacce a caso.
Insomma, il punto è che se Zombie avesse girato il seguito che l'avvio di Halloween II sembrava indicare, beh, probabilmente avremmo avuto un film ben più divertente, gradevole e banale. Invece ha fatto altro e ne è venuta fuori una roba sconclusionata, dalle ambizioni incontrollate e sostanzialmente poco riuscita. Però, forse, più simpatica, apprezzabile e che proprio in nome delle intenzioni non autorizza a bollare come bluff uno che comunque ha dimostrato, quando tutto gira al meglio, di saper essere all'altezza delle sue ambizioni.
Il film l'ho visto un mesetto fa, in lingua originale (non c'è altro modo per ascoltare i dialoghi scritti da Zombie), grazie a un bel Blu-ray comprato in offerta al Saturn qua a Monaco. Il fatto che tutto sommato, nel ricordo, mi dia sensazioni migliori rispetto a quelle che ho provato guardandolo, beh, va piuttosto d'accordo con il discorso generale: si apprezzano le intenzioni, molto meno la realizzazione delle stesse. Ma insomma, tutto sommato, a conti fatti, mi sembra probabile che Patrick Lussier dirigerà un terzo episodio magari più gustoso da guardare, ma decisamente meno interessante. Cosa sia meglio non lo so. So però che The Lords of Salem, prossimo progetto del Rob, mi incuriosisce ben di più.
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