Garden State (USA, 2004)
di Zach Braff
con Zach Braff, Natalie Portman, Ian Holm
Smemoranda - The Motion Picture
Un inizio interessantissimo, tanto da pensare di stare assistendo all'esordio di un nuovo piccolo fenomeno, lascia spazio dopo una ventina di minuti a un tremendo bigino di tutte quelle scemenze che la quindicenne alla moda appiccica(va?) e scrive(va?) sul diario. Sceneggiatura all'insegna del poetismo ricercato e dei luoghi comuni, personaggi a metà fra la macchietta e l'idiozia pura, dialoghi per lo più risibili. Braff ci racconta la mediocrità sua e di chi gli sta attorno, aggiorna al nuovo millennio l'elogio dello sfigato pseudo-freak per certi versi un po' Burtoniano e si aggancia maldestramente alla corrente patinato-fighetta dei vari Wes Anderson e compagnia bella, inseguendo lo stesso pubblico ma mostrando decisamente minor estro e, forse, anche minor coraggio. Siamo belli dentro e ormai, rispetto a dieci anni fa, siamo belli anche fuori, sembriamo solo un po' cretini a chi non capisce la nostra profonda ricchezza interiore.
Premio Jennifer Connelly a Natalie Portman: ogni sguardo straccia il cuore, ogni sorriso lo ricucisce. Peccato solo che il suo personaggio, declamando aforismi da baci perugina, sia il principale colpevole del piattume - comunque visivo oltre che di puro script - in cui il film, dopo il citato bell'inizio, si banalizza e pacchianizza sempre più, affondando gradualmente fino all'inguardabile finale.
Bocciato, a casa, rauss!