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25.2.07

Vero come la finzione


Stranger Than Fiction (USA, 2006)
di Marc Forster
con Will Ferrell, Maggie Gyllenhaal, Dustin Hoffman, Emma Thompson, Queen Latifah

Harold Crick è un uomo triste e solitario, che vive una mediocre esistenza da agente delle tasse, fissato coi numeri, adagiato sulle sue monotone abitudini. Una mattina, mentre si lava i denti, sente una voce di donna nella sua testa. Una voce che non parla con lui, ma parla di lui. La sua voce narrante, che racconta della sua vita, dei suoi incontri, dei suoi sentimenti. E della sua imminente morte. La voce è quella di Kay Eiffel, una famosa scrittrice che sta cercando di ultimare il suo nuovo romanzo e che non sa di stare decidendo, con la sua macchina da scrivere, della vita di un uomo.

Da queste intriganti premesse, Marc Forster trae una deliziosa commedia agrodolce, romantica e sognante, graziata da attori meravigliosi e da un Will Ferrell che - udite udite - tiene la scena anche meglio di quando fa lo scemo urlando tutto il tempo. La sceneggiatura, firmata da un pressoché esordiente di nome Zach Helm, parte da un'idea divertente e affascinante che, oltre a raccontare una bella storia, propone temi di peso. Forse non vi affonda i denti più di tanto, ma offre comunque l'occasione di riflettere sul libero arbitrio e sul senso di responsabilità.

Ma soprattutto Stranger than Fiction (traduzione letterale, proprio) è un bel film. Curato nei dettagli, nelle piccole cose, nelle belle scenografie e nelle invenzioni visive, originali ed efficaci, mai ostentate o invadenti. È un film fatto di dialoghi e caratteri, di bravi interpreti e di belle atmosfere. Pacato e adorabile, dolce, magico e commovente. Ce ne fossero!

4 commenti:

urca,per una volta hanno tradotto un titolo con del senso!


un saluto Giorpola! O:)

è che come termine di paragone tengo quel terrificante "se mi lasci ti cancello" ..lo so, è un po' esagerato

HAhahaha, beh, in effetti, se in questo caso si tratta solo di un cambio (non da poco, eh) di significato, lì si sconfina nel nonsense.

Bisogna pur dire che Eternal Sunshine of the Spotless Mind proprio semplice da rendere non era. Il problema è che han messo un titolo che fa pensare a tutt'altro tipo di film...

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