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6.2.15

Luther


Luther (GB, 2010/2013)
creato da Neil Cross
con Idris Elba, Ruth Wilson, Warren Brown

Per parecchio tempo Luther, nei miei occhi, è stato solo e unicamente quel telefilm da cui arrivavano un sacco di gif animate con Idris Elba. Poi, per un altro po' di tempo, è diventato quel telefilm che mi guardava ammiccante da Netflix, immerso nella marea furiosa della roba infilata in watchlist. Infine, è diventato quella serie che mi son guardato in tempi relativamente brevi, divertendomi un sacco nonostante non riuscisse mai a convincermi fino in fondo, apprezzandolo soprattutto per il carisma degli attori coinvolti e la totale assenza di vergogna nel mescolare una narrazione, un protagonista e un approccio estetico coi piedi per terra a tematiche, comprimari e situazioni talmente sopra le righe da fare il giro e rimanere comunque sopra le righe perché non è possibile prenderle sul serio. Ah, ed è diventato anche il primo telefilm davanti al quale mi sono trovato più volte a pensare a quanto sia buffo, per chi è stato colonizzato culturalmente dagli iuessei, guardare dei poliziotti che entrano in azione senza portarsi dietro armi da fuoco. Son momenti importanti.

 Per esempio.

La chiave di Luther, comunque, tanto vale ribadirlo, sta nei suoi protagonisti. Ovviamente in lui, Luther, quindi Idris Elba, che da solo fa la serie, con il suo carisma, la sua presenza fisica, il vocione, gli sguardi, gli scatti d'ira, il modo un po' irrazionale in cui riesce ad essere normale in mezzo a quel baraccone e una sorta di malinconica tristezza che serpeggia dietro le sue pupille. Non solo Luther, il personaggio, ma proprio Luther, la serie, è Idris Elba. Non se ne scappa in alcun modo e infatti è quantomeno bizzarra l'idea dell'ormai tradizionale remake americano, oltretutto messo in produzione non da un network via cavo di quelli che ispirano fiducia ma da Fox. Oh, poi, per carità, ci sta lavorando Neil Cross e c'è Elba in produzione, ma mi arrogo il diritto di avere zero fiducia al riguardo, nonostante in un certo senso gli iuessei siano la casa ideale per Luther.

L'amore di Cross per un certo tipo di narrativa per immagini all'americana è infatti evidente in ogni singolo episodio della serie, che fondamentalmente prende qualsiasi cliché possibile e immaginabile del thriller a stelle e strisce e lo immerge in un'ambientazione, un'atmosfera e uno strato sociale che esprimono Union Jack da tutti i pori. Ma il punto è che il fascino di quel che ne viene fuori, pur con tutte le sue contraddizioni, le sue assurdità e i suoi momenti che faticano a centrare il bersaglio, sta proprio in questa contaminazione surreale. E, sì, nei suoi attori, perché poi anche Ruth Wilson che si spara le pose con il labbretto arricciato, l'adorabile Warren Brown e un po' tutti gli altri disperati di contorno son quel che rendono Luther davvero divertente e appassionante da seguire. Oltre al fatto che non si trascina stancamente per venti puntate a stagione come farà la versione americana.

Ma insomma, basta divagare, sto scrivendo in maniera ancora più sconclusionata del solito: quel che voglio dire è che Luther racconta di un poliziotto talmente carismatico che le quattordici puntate meritano la visione solo per lui e gli fa affrontare una serie di squilibrati, criminali e serial killer usciti dai peggior racconti pulp che è possibile immaginarsi. Ne viene fuori un telefilm camp fino al midollo, e per questo non poi così inquietante anche quando mette in scena le peggiori nefandezze, ma parecchio divertente e con personaggi che è un piacere seguire. Ha un po' il limite del risultare vagamente sconnesso fra le sue tre serie, con personaggi che vanno e vengono un po' alla come capita, e non sempre trova il tono giusto, ma quando abbraccia fino in fondo le proprie assurdità e apre per bene le porte dell'assurdo, diventa davvero uno spacco.

Me lo sono guardato, appunto, su Netflix, in lingua originale, e insomma, perdersi le voci di Idris Elba e Ruth Wilson è abbastanza un crimine. A margine, dopo una lunga tarantella di supposizioni e mezzi annunci su un possibile proseguimento al cinema, accolgo con gioia la notizia a quanto pare ormai ufficiale che quest'anno arriverà una nuova miniserie in due puntate. Now what?

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