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16.12.09

Orgoglio e pregiudizio e zombie

Pride and Prejudice and Zombies (USA, 2009)
di Seth Grahame-Smith


L'altro giorno, gironzolando come un'anima in pena da Feltrinelli, ho notato che è uscita un'edizione italiana di Pride and Prejudice and Zombies. E m'è venuto in mente che qua dentro non ho mai scritto di quella sciocchezzuola, anche se ne ho parlato nell'episodio zero di Outcast e quindi magari qualche disperato mi ha ascoltato mentre io lo descrivevo e Fotone rideva. Ma, insomma, mettiamolo pure nero su bianco.

Orgoglio e pregiudizio e zombie è una sciocchezzuola. Seth Grahame-Smith ha sostanzialmente preso il testo originale di Jane Austen e ci ha appiccicato sopra le decalcomanie dei morti viventi. Ma non così per dire, no no, ha proprio preso il testo originale, parola per parola, e l'ha usato come base per realizzare il suo, aggiungendo, togliendo, modificando, ma anche lasciando interi brani del tutto immacolati. La storia è la stessa, l'intreccio non muta di una virgola e le variazioni ruotano tutte attorno al cambio di contesto: la Gran Bretagna in cui amoreggiano Elizabeth, Darcy e tutti gli altri è invasa dagli zombie.

Le modifiche sono talmente deliranti e sopra le righe da non poter che strappare un sorriso: Lizzy e Jane hanno viaggiato in Cina per imparare le arti marziali, la scena del ballo si conclude con un'orda di zombie che irrompe e pianta su un gran casino, Elizabeth rifiuta Darcy prendendolo a calci... tutte simpatiche cosette del genere. Il problema è che non c'è altro. Un esercizio di stile, insomma, che si esaurisce proprio in questo suo giochetto e non riesce a fare quasi nulla in più. Chi - come me - si aspettava di vedere usati gli stessi personaggi e la stessa ambientazione per dare vita a un romanzo horror "canonico", magari dal taglio un po' trash/demenziale, rimarrà sorpreso. In positivo o in negativo? Boh?

L'idea è simpatica e nei suoi momenti migliori funziona anche molto bene. L'estremizzazione delle vicende di Charlotte e il modo in cui l'infezione va ad accentuarne i significati rappresentano forse l'esempio migliore, ma di buone trovate ce ne sono anche altre. Il problema è che sono disperse in un romanzo che, di fondo, condivide tutta la forza del suo intreccio con il testo originale. I personaggi sono quelli, gli snodi narrativi sono quelli e non son certo un paio di risate di bassa lega e due sbudellamenti a cambiar le carte in tavola. Insomma, se è l'intreccio che interessa, tanto vale andare sul libro originale, molto bello e indubbiamente superiore a questo.

Ma allora dove sta, se c'è, il senso di Orgoglio e pregiudizio e zombie? Sta per l'appunto nell'esercizio di stile, nella "rielaborazione" del romanzo originale e nel fatto che sarebbe quasi da leggere con il testo a fronte, confrontando passo a passo le parole di Jane Austen e quelle di Seth Grahame-Smith. In quest'ottica si tratta di un'operazione simpatica, divertente, a tratti perfino intelligente. E mi ha spinto a leggere Pride and Prejudice, che insomma, è già un bel risultato.

Il libro l'ho letto in lingua originale, nell'edizione brossurata di Quirk Books. Importanza di leggerlo in lingua originale? Beh, più che altro sarebbe da capire come sia stata realizzata la versione italiana. Insomma, qua il punto è anche l'utilizzo del testo di Jane Austen: se non è stata mantenuta la fedeltà, che senso ha? Che poi Jane Austen andrebbe comunque letta nella sua lingua e fine, ma insomma, eh. Nello scrivere questo brutto post ascoltavo in sottofondo la roba trasmessa da ESPN durante l'intervallo della partita fra Eagles e Giants. 30 a 17... come finirà?

2 commenti:

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