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23.3.15

Men, Women and Children


Men, Women and Children (USA, 2014)
di Jason Reitman
con Adam Sandler, Jennifer Garner, Ansel Elgort, Kaitlyn Dever, Rosemarie DeWitt, Judy Greer, Dean Norris e la voce di Emma Thompson

Qualche anno fa, Jason Reitman veniva acclamato come uno fra i migliori nuovi registi americani, un grande narratore dei nostri tempi venuto fuori dal nulla (o da suo padre, che però non ha mai esattamente goduto della stessa stima). Del resto, con una tripletta clamorosa come quella composta da Thank You For Smoking, Juno e Tra le nuvole, tutti amati da critica e pubblico, che gli volevi dire? Poi, però, qualcosa si è incrinato. Young Adult è un film meraviglioso, forse il suo che preferisco, ma è stato un discreto flop e ha convinto solo in parte la critica. Successivamente è arrivato Un giorno come tanti, che ha preso schiaffi da tutte le parti per aver osato buttarla sul melodrammone sincero e convinto fino in fondo, finendo bastonato forse oltre quanto fosse lecito per un film non riuscitissimo ma certo non disastroso. E si arriva quindi a Men, Women and Children, sua sesta opera, che torna a parlare del giorno d'oggi e ad affrontare argomenti non facili, creando grandi aspettative ma rivelandosi un tonfo di critica e pubblico. Giusto? Sbagliato? Vai a sapere. A me sembra che tirar pomodori al povero Jason sia diventato pratica facile e che il suo ultimo film abbia sì dei problemi, ma sia comunque interessante, ben realizzato e lontano dalla porcheria per cui viene fatto passare.

In Men, Women and Children si parla di società moderna, del rapporto che genitori e figli hanno con la tecnologia e con la socialità online (e, di riflesso, quella "reale), delle implicazioni che questo mondo totalmente interconnesso rovescia sulla sessualità, sui rapporti interpersonali, sull'adolescenza e sull'età adulta. I temi sono insomma tanti, potenti, complicati e difficili da affrontare senza correre il rischio di risultare pedanti, moralisti, fastidiosi o anche ridicoli. Reitman ci riesce abbastanza, senza sbilanciarsi con giudizi eccessivi e raccontando tanto la madre iperprotettiva oltre il muro della paranoia quanto il padre che prova ad essere di mente aperta e a comprendere quel che combina suo figlio. È un film corale, con diverse storie che si intrecciano, e purtroppo fra i suoi limiti c'è anche questa apertura ambiziosa, perché non tutte le vicende sono centrate e approfondite come meriterebbero e, anzi, sono forse quelle meno interessanti ad avere più spazio. Inoltre c'è un problema di tono, perché Reitman cerca di bilanciare dramma e commedia, senza riuscire a trovare un equilibrio che regga fino in fondo, soprattutto nel raccontare i personaggi più estremi.

Fra metaforoni spinti a badilate e improvvise, prevedibili e nonostante questo un po' fuori luogo botte di melodramma, in Men, Women and Children, c'è tanto che non funziona, a cominciare dalla voce narrante di Emma Thompson che fornisce pratiche didascalie per veicolare il "messaggio", già fin troppo chiaro per i fatti suoi. Eppure, vuoi perché non si ha mai l'impressione del moralista che tratta in maniera manichea argomenti difficili, vuoi perché si percepisce il tentativo di non demonizzare e neanche di difendere a tutti i costi, ma solo di raccontare, vuoi perché Reitman è comunque sempre bravo a dirigere gli attori e far rendere tutti al meglio, Men, Women and Children finisce per essere un film comunque interessante, gradevole e capace di raccontare qualcosa in maniera intelligente. Non è Trust, che si concentrava su un singolo discorso e riusciva ad approfondirlo molto meglio, ma una chance se la merita.

L'ho visto al cinema, qua a Parigi, in lingua originale, lo scorso dicembre. Ne scrivo oggi perché questa settimana arriva in Italia direttamente sul mercato dell'home video. Il che rappresenta fra l'altro un'ottima occasione per guardarselo direttamente in lingua originale. Poi, certo, se vuoi guardatelo in lingua originale, probabilmente, non hai aspettato l'uscita italiana. Mh.

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