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17.12.12

Monkey Island, considerazioni da vecchio barbogio


Negli ultimi giorni si è parlato un po' di Ron Gilbert che, stimolato dall'acquisizione di Lucasfilm da parte di Walt Disney, vorrebbe farsi avanti per recuperare i diritti su Monkey Island (e perché non pure su altre cose, dai!). Che sicuramente è una prospettiva intrigante. Anche se, francamente, io preferirei che la serie fosse e rimanesse morta e sepolta. Dubito lo farà, ma mi piacerebbe molto. I primi due episodi sono e rimangono due fra le robe a cui sono maggiormente legato in assoluto, a cui associo alcuni fra i miei ricordi più piacevoli di videogiocatore e che nel mio cuoricino ci resteranno per sempre. Sono pietre miliari. Punto. E stanno benissimo così, come stanno, nel loro perfetto microcosmo composto da una storia che si apre e si chiude in maniera meravigliosa. Non c'è mai stato bisogno di seguiti. Eppure ce ne sono stati tre. E io, con quei seguiti, ho tre problemi grossi grossi grossi.

1. Lo SBAGLIO di The Curse of Monkey Island, che ha completamente stravolto la caratterizzazione innanzitutto visiva, ma in larga parte anche caratteriale, dei personaggi. Quei Guybrush, Elaine e LeChuck non sono quelli veri. Sono altri personaggi. E questa cosa, purtroppo, è rimasta negli episodi successivi.

2. Lo SBAGLIO di The Curse of Monkey Island, che ha provato a spiegare e a razionalizzare il finale di LeChuck's Revenge con quel suo orrendo prologo, stuprando una cosa che era perfetta e da lasciar stare. Quel finale lì è uno fra i più belli nella storia dei videogiochi, chiude meravigliosamente bene il racconto, omaggia con affetto la fonte d'ispirazione della serie tutta ed è, semplicemente, bellissimo. Poi, certo, è ovvio che se devi realizzare un seguito ti devi pur inventar qualcosa, ma prendere la faccenda di petto in quel modo e trattarla in quel modo è stato veramente brutto. Specie, poi, visti i risultati.

A conti fatti, alla luce dei due SBAGLI, The Curse of Monkey Island, per quanto mi riguarda, più che un seguito è stato quasi un reboot, tanti anni prima che questa parola diventasse di moda, e in fondo va pure bene, perché la cosa mi aiuta a considerare la serie divisa in due tronconi distinti e che poco o nulla hanno a che vedere l'uno con l'altro (non che serva molto aiuto, per riuscire a farlo). E d'altra parte non credo sia un caso, se i due SBAGLI non sono stati commessi e poi perpetrati dagli autori originali della serie.

3. Gli episodi venuti dopo LeChuck's Revenge vanno dal mediocre al simpatico. Che va pure bene, per carità, mica si deve sempre pretendere il capolavoro, possono comunque essere godibili e ci sono porcherie ben peggiori. Però, ecco, metterli nello stesso mucchio con quegli altri due, che capolavori sono e rimangono, mi fa un po' senso.

Al di là di tutto, comunque, il fatto è che a me non attira particolarmente, l'idea di Ron Gilbert e Tim Schafer che si mettono al lavoro su un nuovo Monkey Island, perché, ripeto, la serie è perfetta così com'è, con quei due episodi, che si concludono meravigliosamente bene e non necessitano d'altro. Mi attira molto di più l'idea di Ron Gilbert e Tim Schafer che si mettono al lavoro su una nuova avventura grafica, cosa che per altro è successa. E nel mio mondo ideale, Ron Gilbert acquisirebbe i diritti al solo scopo di non far uscire mai più un seguito. Poi, certo, se deve per forza esserci un nuovo Monkey Island, meglio che se ne occupino loro due. Possibilmente ignorando prendendo pesantemente per il culo gli episodi successivi al secondo.

A proposito di avventure grafiche, sto giocando il prequel di The Book of Unwritten Tales e non mi sembra affatto male. Bene.

1 commenti:

Condivido tutto.
Anche se ho la sensazione che Ron Gilbert non sia Bill Watterson, e che quindi si voglia riprendere i diritti per fare seguiti come se non ci fosse un domani.

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