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23.8.06

Italia vs USA - 85 a 94


"That's probably the toughest game we had in international play so far," Anthony said. "We're used to beating teams by 20, 25 points in the two previous games. You come into this game thinking, 'OK, we're going to try to beat them by 25.' When we thought like that, they almost were up 25 in the first half."

Una splendida Italia colma ancora una volta i suoi evidenti limiti grazie all'agonismo e al cuore e gioca alla pari con degli Stati Uniti che a tratti prendono sotto gamba l'impegno, ma per ampie fasi di partita sono costretti, per la prima volta, a tirare davvero fuori i coglioni. L'inizio vede i nostri scendere in campo col sangue agli occhi e piazzare subito un bel parziale, che viene poi colmato, ma da cui nasce una prima metà di partita in totale equilibrio.

Anzi, a cavallo fra secondo e terzo quarto gli azzurri arrivano addirittura a trovarsi in vantaggio di dodici punti, ma poi commettono l'errore di allentare un filo la tensione e concedere agli avversari di alzare il ritmo. Risultato: doppio super parziale e americani che prima pareggiano e poi vanno in fuga. Ma l'Italia non molla, ricuce lo svantaggio e arriva a giocarsela fino quasi alla fine, col risultato che vede, per la prima volta nel torneo, gli americani non trovare una vittoria in doppia cifra e, soprattutto, impegnati in una partita vera, fino all'ultimo minuto.

I temi del match sono quelli che era lecito attendersi. Sotto canestro, per esempio, abbiamo il vuoto spinto. Rocca davvero non può nulla contro avversari a cui rende decine di centimetri e che giocano con ben più agonismo di Yao Ming (Elton Brand, soprattutto, fa quello che vuole, compresi 16 punti e 5 rimbalzi). E Marconato prende qualche rimbalzo importante, ma spreca regolarmente tutto con la sua insopportabile legnosità.

Il gioco sugli esterni e il tiro dalla distanza funzionano in maniera altalenante, specie perché Basile si ammazza in difesa e finisce per essere poco lucido in attacco (solo 6 punti, anche se conditi da 5 rimbalzi). Il peso del nostro attacco finisce per essere quasi tutto sulle spalle di Belinelli, che risponde alla grande (25 punti), ma ci rende un po' prevedibili. Gli americani alla lunga aggiustano la difesa e negano le uscite dai blocchi, tarpando le ali a un attacco un po' troppo monocorde.

A salvare parzialmente la situazione arriva Di Bella (12 punti, 5 assist, 4 rimbalzi), che batte regolarmente Hinrich dal palleggio e va sempre a canestro. Con lui ottimo anche Mancinelli (12 punti), bravo nel cercare l'affondo e aggiungere al nostro attacco una dimensione diversa. Proprio lui, fra l'altro, in avvio di terzo quarto ingaggia un esaltante duello personale con Carmelo Anthony, senza peraltro sfigurare particolarmente.

Ma è proprio l'ala dei Denver Nuggets a farci più male di tutti, soprattutto con una serie di triple messe a segno nel momento decisivo. I suoi canestri dalla distanza segnano il parzialone che fa cambiare l'inerzia della partita nel terzo quarto e la nostra incapacità di contenerlo è la causa principe della rimonta americana. Con lui anche un eccellente Dwyane Wade (26 punti), micidiale come suo solito nelle penetrazioni, che riesce quasi sempre a chiudere con un canestro, anche quando viene abbattuto di violenza.

Sulla distanza paghiamo tantissimo la fumosità sotto canestro e, soprattutto, lo sforzo fisico. Del resto, trovarci alla quarta partita su quattro tirata e intensa fino alla fine non aiuta, specie visto che per gli americani le prime tre sono state quasi delle passeggiate. Se poi aggiungiamo che i ricambi non funzionano (inesistente Pecile, poco meglio Mordente), è normale che nei minuti finali gli azzurri siano proprio stanchi, fisicamente e mentalmente, e finiscano per mollare, a parte forse solo un davvero commovente Di Bella. Coglioni fumanti, il ragazzo.

Grande Italia, comunque, squadra forte e di carattere, che esce a testa alta da un confronto tostissimo e che può secondo me guardare con fiducia al proseguimento del torneo. Il cammino sarà difficile e, per carità, potrebbe tranquillamente starci anche un'uscita agli ottavi di finale. Ma nessuno potrà permettersi di sottovalutarci e certo non si dovrà pensare neanche per un secondo di andare in campo sconfitti in partenza, anche contro le più forti. In attesa della fase a eliminazione diretta (si comincia sabato), domani c'è Porto Rico, che ad Atene razzolammo. Si decide l'avversaria per gli ottavi di finale.

Sempre più positiva, infine, l'impressione su Team USA. Al primo match impegnativo hanno risposto bene, difendendo con grande intensità e confermandosi micidiali anche sul tiro dalla distanza, che tanto li aveva fatti penare ad Atene. Carmelo Anthony sempre più capocannoniere (35 punti di onnipotenza, nuovo record per la nazionale americana, per di più con 13 su 18 dal campo e 5 su 7 da tre). Eccellenti anche Wade e Brand, forse un po' troppo "silenzioso" James. Da non sottovalutare, poi, il fatto che il tabellone permetta loro di evitare Spagna e Argentina, forse le due avversarie più pericolose.

7 commenti:

Bella partita, molto bella. Sono quasi convinto che se Basile avesse messo almeno un paio di triple, ce la saremmo giocata punto a punto fino alla fine. Il suo apporto in attacco dopo la prima partita e' stato quasi nullo, probabilmente tra pochi minuti giocati, stanchezza e compiti difensivi con gli USA e' normale che si sia visto meno. Ma speriamo che nella seconda fase ritorni la mano rovente.

Già, ma poi nel finale erano chiaramente cotti, appannati, stanchi morti, a parte forse quelli che nelle altre partite han giocato meno. Del resto te lo devi aspettare, che sulla distanza vai sotto fisicamente, contro gli americani. E bastava vedere le facce, per capire che a un certo punto l'avevano data persa, l'unico a non mollare fino all'ultimo è stato Di Bella.

Poi, vabbé, sul conto delle triple messe e non messe, bisogna dire che pure agli americani poteva entrare qualcosina di più. Certo a questo punto il rimpianto di non avere una nazionale a pieni ranghi c'è. Perché un Bargnani oggi ci avrebbe dato un po' di gioco sotto canestro, un Bulleri o un Pozzecco avrebbero avuto sicuramente più personalità di Pecile e così via. Ma va bene così, abbiamo dei bei giovani (compresi anche due/tre nomi che la nazionale maggiore devono ancora vederla) e la squadra ha un gran carattere, con questa nuova generazione mi sa che ci toglieremo altre belle soddisfazioni. Senza contare il fatto che per Bargnani (e, se tutto va bene, fra qualche tempo anche per Belinelli) fare esperienza dall'altra parte dell'oceano vorrà dire molto.

E comunque, hahahahaha, sto parlando come se il torneo fosse finito, e invece ci aspettano perlomeno altre due partite. Non dimentichiamoci che ad Atene nel girone avevamo fatto pure peggio e alla fine è arrivato l'argento (certo, lì per arrivare in finale abbiamo dovuto fare solo un miracolo con la Lituania, qua ne servono perlmeno due).
Avanti!

E con gli States si sono viste anche penetrazioni, 1 contro 1, insomma piu' varieta'. In effetti la voglia dei nuovi e dei giovani di mettersi in luce ha fin qui sopperito alla mancanza di esperienza, direi ben oltre le previsioni della vigilia. Confesso che non seguo se non distrattamente il campionato e non credevo ci fossero cosi' tanti ventenni gia' ad alto livello (peccato davvero non vedere anche Bargnani). Chi ha avuto l'idea di questa nazionale "green" non ha davvero di che pentirsi: almeno idealmente (e' lecito sognare) c'e' il potenziale per costruire un gruppo che si avvicini a quello che fu nel volley la nazionale di Velasco; anche se nel basket le avversarie di alto livello sono storicamente e saranno sempre molte di piu'.

Certo dagli ottavi potrebbe essere un'altra musica, ma contiamo sul fatto che i due "vecchi" (Basile e Marconato) e soprattutto Recalcati sappiano cavalcare nel giusto modo l'onda dei giovani leoni (maro' come sono poetico!)

Il basket europeo lo seguo pochissimo anche io, ma sugli italiani un minimo sono informato perché la nazionale la seguo e sapevo che ci sono tanti bei giovani. E sì, a questo torneo l'obiettivo era far bene, non sfigurare, arrivare magari fra le prime otto e iniziare a costruire il gruppo che dovrà giocarsi il posto per Pechino l'anno prossimo e magari, fra due anni, essere competitivo per l'oro. Secondo me neanche Recalcati si aspettava di iniziare con tre vittorie e mezzo come hanno fatto. :D

Da Basile almeno un'altra partita della madonna me la aspetto, da Marconato non mi aspetto molto, l'ho visto davvero fisicamente in difficoltà. Leggo che è appena rientrato da un infortunio, forse è anche questo a togliergli un po' di atletismo e reattività.

Ah, una cosa che mi eso scordato: ma l'ho notato solo io, o gli USA ha cominciato a devastarci dopo che Belinelli ha schiacciato ed e' rimasto appeso per qualche secondo al ferro, all'inizio del secondo tempo? Secondo me li aveva fatti innervosire di brutto :D

Ok, l'ultimo poi basta. Ecco l'intepretazione dei cronisti di nba.com:

(..)
So, just what was it that fired up Anthony? Based on what his teammate Elton Brand said, it could have been the trash talk of the Italians, who were telling the American players they were no Michael Jordan.

"That helped pump Carmelo Anthony up for 15 straight points," Brand said with a laugh.
(..)

http://www.nba.com/wbc06/win4_060823.html

Hahahahah, possono aver influito entrambe le cose (e non dimentichiamoci Mancinelli che per un paio di minuti lo sfida apertamente uno contro uno e tiene pure botta), però tieni conto che loro all'inizio del secondo tempo gasati dovevano esserlo per forza, se volevano tentare la rimonta, e che comunque Anthony si è fatto sentire soprattutto nella seconda parte del parzialone, dal pareggio in su. La rimonta dal meno 12 l'ha condotta soprattutto Wade.

Comunque sono davvero impressionato, la nazionale americana post-92 non l'ho mai vista giocare così concentrata e difendere con così tanta intensità.

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