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7.9.11

[FF11] Snowtown



Snowtown (Australia, 2011)
di Justin Kurzel
con Daniel Henshall, Lucas Pittaway, Craig Coyne


Snowtown racconta la storia di John Justin Bunting, un tipetto simpatico famoso per essere il peggior serial killer nella storia dell'Australia e attualmente impegnato a godersi gli undici ergastoli che gli hanno appioppato. Nel portare avanti la sua gioviale attività, Bunting ha goduto dei servigi di un gruppetto di persone, che si sono fatte coinvolgere in maniera più o meno spontanea. Fra queste c'era il giovane James Spyridon Vlassakis, attraverso i cui occhi viene raccontato il film.

Il regista Justin Kurzel sceglie un approccio quasi documentaristico, certo non da appassionante thriller o poliziesco, e mette in scena soprattutto la triste e monotona vita da periferia cittadina. Racconta di una qualunque famiglia squattrinata, di ragazzi che crescono senza una figura paterna e patiscono crudeltà e difficoltà di vario tipo. E mostra l'arrivo di Bunting in questo contesto. Un uomo che si presenta come amico e confidente, che conquista la fiducia di tutti quelli che gli stanno attorno e che sembra avere anche le proprie ragioni nel modo in cui indirizza la propria rabbia contro i (presunti) pedofili e altri tipi di personaggi.

Lento, stordente, ammorbante, ma capace di assorbire completamente proprio grazie al suo stile straniante, Snowtown si trascina sulla noia micidiale di una vita senza sbocchi, mette a disagio vero prima ancora di versare una singola goccia di sangue e colpisce come un macigno nelle sue esplosioni di violenza fuori campo. Tanto Bunting costringe Vlassakis al coinvolgimento nei suoi particolari hobby, quanto il regista Justin Kurzel trascina lo spettatore in quello stesso mondo. A tradimento, di sorpresa, sbattendoglielo in faccia all'improvviso. E poi diventa davvero difficile uscirne.

Fra l'altro ha un'estetica e un ritmo tremendamente da film dei Dardenne, anche se la poetica è piuttosto diversa, molto più storta. Kurzel potrebbe essere il terzo fratello, quello squilibrato e di cui si vergognano.


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