Attack the Block (UK, 2011)
di Joe Cornish
con John Boyega, Jodie Whittaker, Alex Esmail
Non c'è, veramente, non c'è, non ci può essere e non ci sarà mai modo migliore di chiudere una rassegna come il Fantasy Filmfest che riempire una sala di gente e proiettare un film come Attack the Block. E, in maniera simile, non c'è modo migliore di guardare Attack the Block che infilarsi in una sala strapiena di gente pronta a divertirsi, gasarsi, ridere, ululare, applaudire, godere del divertimento puro che l'impressionante esordio alla regia di Joe Cornish è in grado di regalare. Compratevi il blu-ray, guardatevelo nella saletta di provincia, scaricatevelo con un torrent, fate come vi pare e gustatevi comunque un gran bel film, ma sul serio: se avete l'occasione, andate in un cinema pieno di gente, nachos, pop corn, coca cola e birra come è capitato a me. No contest.
Attack the Block è un gioiello, un film divertentissimo per lo spirito comico e allo stesso tempo di puro thrilling, il taglio action, la voglia di sorprendere, il ritmo e la bravura di Cornish, che ti piazza lì, come se niente fosse, almeno un paio di scene d'azione perfettamente costruite e realizzate, senza però sentire il bisogno di ostentare chissà quali virtuosismi. Dentro c'è tutto, veramente tutto, da Carpenter a Coppola, passando per Dante, Spielberg, McTiernan e la serie B dei mostriciattoli. Non c'è il citazionismo smaccato e fastidioso, ma c'è la voglia di omaggiare un certo tipo di fare cinema senza rinunciare al divertimento puro e coinvolgente di chi guarda. E cazzo, se è divertente.
La prima metà è da incorniciare, con quei loschi teppistelli incappucciati che aggrediscono la passante, per poi ribaltare il tutto trasformandosi negli adorabili protagonisti, condurti per mano nel block del titolo e regalarti la pioggia di alieni, la corsa agli armamenti e la bellissima e lunghissima fuga dal parco. Ma poi tutto il film, gli assurdi personaggi di contorno, la comicità perfetta, la puffettosità micidiale delle creature, le morti lancinanti, la bravura dei ragazzetti protagonisti, le musichette in stile Carpenter... aaahhh, mamma mia, ma che scrivo a fare? Bello, bellissimo, emozionante, appassionante, divertente. Un'ora e mezza di meraviglioso luna park, filtrato da una lente tutta brit pop che lo rende unicissimo. Fantastico.
Ovviamente, potendo, va visto in lingua originale. Certo, al prezzo di impiegare una mezz'oretta per cominciare a capire che cacchio di lingua parlino i teppistelli protagonisti, ma tanto leggo che funziona così anche per chi l'inglese lo parla dalla nascita, e comunque il film - incredibile ma vero - è scritto tremendamente bene anche in questo senso e nel modo perfettamente comprensibile in cui usa i suoi termini e le sue incomprensibili espressioni da cacaziretti di periferia londinese.
Non c'è, veramente, non c'è, non ci può essere e non ci sarà mai modo migliore di chiudere una rassegna come il Fantasy Filmfest che riempire una sala di gente e proiettare un film come Attack the Block. E, in maniera simile, non c'è modo migliore di guardare Attack the Block che infilarsi in una sala strapiena di gente pronta a divertirsi, gasarsi, ridere, ululare, applaudire, godere del divertimento puro che l'impressionante esordio alla regia di Joe Cornish è in grado di regalare. Compratevi il blu-ray, guardatevelo nella saletta di provincia, scaricatevelo con un torrent, fate come vi pare e gustatevi comunque un gran bel film, ma sul serio: se avete l'occasione, andate in un cinema pieno di gente, nachos, pop corn, coca cola e birra come è capitato a me. No contest.
Attack the Block è un gioiello, un film divertentissimo per lo spirito comico e allo stesso tempo di puro thrilling, il taglio action, la voglia di sorprendere, il ritmo e la bravura di Cornish, che ti piazza lì, come se niente fosse, almeno un paio di scene d'azione perfettamente costruite e realizzate, senza però sentire il bisogno di ostentare chissà quali virtuosismi. Dentro c'è tutto, veramente tutto, da Carpenter a Coppola, passando per Dante, Spielberg, McTiernan e la serie B dei mostriciattoli. Non c'è il citazionismo smaccato e fastidioso, ma c'è la voglia di omaggiare un certo tipo di fare cinema senza rinunciare al divertimento puro e coinvolgente di chi guarda. E cazzo, se è divertente.
La prima metà è da incorniciare, con quei loschi teppistelli incappucciati che aggrediscono la passante, per poi ribaltare il tutto trasformandosi negli adorabili protagonisti, condurti per mano nel block del titolo e regalarti la pioggia di alieni, la corsa agli armamenti e la bellissima e lunghissima fuga dal parco. Ma poi tutto il film, gli assurdi personaggi di contorno, la comicità perfetta, la puffettosità micidiale delle creature, le morti lancinanti, la bravura dei ragazzetti protagonisti, le musichette in stile Carpenter... aaahhh, mamma mia, ma che scrivo a fare? Bello, bellissimo, emozionante, appassionante, divertente. Un'ora e mezza di meraviglioso luna park, filtrato da una lente tutta brit pop che lo rende unicissimo. Fantastico.
Ovviamente, potendo, va visto in lingua originale. Certo, al prezzo di impiegare una mezz'oretta per cominciare a capire che cacchio di lingua parlino i teppistelli protagonisti, ma tanto leggo che funziona così anche per chi l'inglese lo parla dalla nascita, e comunque il film - incredibile ma vero - è scritto tremendamente bene anche in questo senso e nel modo perfettamente comprensibile in cui usa i suoi termini e le sue incomprensibili espressioni da cacaziretti di periferia londinese.
3 commenti:
Sto film è una FIGATA. Maledetti inglesi.
The end.
Se avessi visto sin da subito la copertina che hai postato qui, con il riferimento a Shaun of the Dead, l'avrei considerato subito. Invece ho visto il trailer italiano, senza capire se si trattasse di una presa per il culo o cos'altro, e l'ho scartato. Vedrò di recuperarlo presto, e in lingua originale, ché "block" tradotto con "blocco" mi fa venire la psoriasi.
Bravo, provvedi. :)
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