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14.4.13

Reportaggio sanfrancescano


Abbiamo appena pubblicato il nuovo Outcast Reportage, dedicato alla Game Developers Conference 2013, in cui io, il Composer, l'altro chietino e il Pentito ci dilettiamo a chiacchierare per quasi tre ore di San Francisco e argomenti correlati. Lo trovate a questo indirizzo qua.



Se ce la facciamo, questa settimana si registra il nuovo Outcast Magazine. Ma non garantisco. In ogni caso, la registrazione successiva di un qualsiasi Outcast si svolgerà per forza a maggio. Così gira il mondo.

31.3.13

Spammino


Questa settimana non si sono pubblicati podcast, dato che ero in trasferta e la logistica non lo permetteva. Mi concedo quindi, una volta tanto, il lusso di segnalare la pagina su IGN in cui vengono raccolti tutti i contenuti legati alla Game Developers Conference 2013, ché è stata pubblicata diversa roba penso interessante e ce n'è una bella valanga in arrivo nel futuro più o meno prossimo. Segnalo, inoltre, la pagina con i video, dato che alcuni sono davvero fuori di cozza.

Mentre leggete questo post, dovrei essere appena atterrato a Monaco, completamente sbalestrato, pronto per il pranzo di Pasqua. O per svenire in un letto di disperazione.

30.3.13

E si torna


Scrivo queste righe venerdì mattina, ora di Sanfrancesco, in preda all'ufficializzazione dell'essermi abituato al fuso orario del luogo. Peccato che sia arrivato qui quasi una settimana fa, mi sia "abituato" ieri e domattina alle quattro si riparte per l'Europa. Poi, certo, aver dormito pochissimo per tutti questi giorni non ha aiutato, ma, ehi, un tempo non andava così. Sta di fatto che, dopo tre giorni da morte incipiente - su cui probabilmente ha pesato anche il mal di gola rispedito poi al mittente con sapide dosi di pasticche recuperate da Walgreen - ora mi sembra di essere in Europa: riposato, tranquillo, carico sia se ho dormito a sufficienza (ieri), sia se ho dormito poco (stanotte). E domattina alle otto mi parte l'aereo. Sigh. Non c'è niente da fare, già la barriera dei trent'anni mi aveva segato le gambe, ma quella dei trentacinque mi ha definitivamente ucciso sul piano, come dire, del sonno. Non sono più agile come una volta, sul dormire poco e/o male. Ma insomma, capita, chissenefrega. Comunque, oggi ultima giornata di GDC.

- Intervallo -

Ed è improvvisamente l'una di notte. Ho appena finito di trascrivere e caricare su IGN l'intervista al sempre adorabile Dave Gilbert di Wadjet Eye Games. Ora mi faccio un pisolino, poi in piedi, verso l'aeroporto, nella speranza di riuscire a rispettare i miei programmi. Dove i miei programmi sono "dormo dal decollo all'atterraggio su entrambi i voli". Voglio crederci. Comunque, oggi è stata l'ultima giornata di fiera, ed è stata onestamente meno pesante delle altre, come quantità di appuntamenti e/o cose da fare, anche se probabilmente sono stato molto di più in piedi. Fatto sta che alle tre di pomeriggio ero a pezzi. E infatti, una volta abbandonato il Moscone Center, fare una passeggiata per distrarmi un po' e spendere qualche soldo in negozi, fra la maglietta degli Eagles e il regalino per chi mi aspetta a casa, m'ha messo a dura prova. Prima, però, c'era stato quel classico momento malinconico da fiera finita. Quella tristezza moscia dell'allontanarmi per l'ultima volta dalle sale in cui ho guardato e ascoltato i vari interventi, con l'edificio che si svuota, lo stand già smantellato, il negozio del merchandise e dei libri assalito perché sta per chiudere e ci sono gli sconti. Quella tristezza un po' bizzarra del "sto cadendo a pezzi e voglio tornare a casa, però mi spiace che questa cosa bella sia di nuovo finita e adesso niente per un anno". Mette malinconia. Beh, amen. Meglio provarla che non provarla, questa malinconia. Un'altra GDC è andata, ed è sempre un gran bell'andare. 

Stasera siamo andati a mangiarci il ramen in un bel ristorantino a Japan Town. E devo dire che s'è mangiato bene, anche se il Takumi a Monaco è un'altra faccenda.

28.3.13

Oggi Jack va a caccia di giganti


Oggi esce in Italia Il cacciatore di giganti, noto altrove come Jack the Giant Slayer. Io l'ho visto dieci giorni fa, o giù di lì, e mi ha divertito parecchio, soprattutto nell'atto conclusivo, ma per un motivo o per l'altro ancora non ne ho scritto. E quindi ci accontentiamo di questo breve post, in attesa che io ritorni in un luogo civilizzato, dorma un numero decoroso di ore e riesca quindi finalmente a scriverne. Mh?

Oggi ho incontrato uno che si fa chiamare SWERY. Tipo davvero simpatico e alla mano. Un po' bizzarro, magari. Ma neanche troppo. Oggi ho anche ricevuto in regalo una PlayStation Vita. Così, tanto per. E ho ascoltato robe interessanti su Dishonored. E ho combattuto mal di gola e mal di testa. E non ho più l'età, voglio tornare a casa, voglio la mamma!

26.3.13

Califogname


Ogni anno che passa, San Francisco mi sembra più in difficoltà, con più senza tetto per le strade, più gente sofferente in giro. Magari è solo un'impressione, e del resto non pretendo certo di avere il polso del luogo andandoci una o due volte l'anno, ma, che ci posso fare, l'impressione è un po' quella. Certo, bisogna anche fare la tara con l'assurda divisione netta in “zone”, in base alla quale, letteralmente a pochi metri di distanza, convivono l'albergo di lusso pieno di gente che fa la bella vita e la zona di poveracci in cui t'infili solo se stai cercando del crack, o direttamente la morte. Fa un po' strano. Fa un po' strano anche arrivare in albergo col tassista che ci dice che è una zona brutta e la sera è meglio se non beviamo e on usciamo. Fa ancora più strano poi scoprire che nella camera in cui dovremo dormire in tre per una settimana ci stai stretto da solo. E infatti domenica abbiamo cambiato albergo, dopo aver per altro animatamente discusso della situazione con almeno cinque diversi impiegati del posto. Due isolati più in là, sembra un altra città.

Dopo il trasloco, comunque, ci siamo goduti l'unica giornata di “libertà” facendo i soliti giri da shopping + mostrare questa e quella cosa a chi di noi non c'era mai stato. E, boh, è inutile, starmene in piedi sulla cable car, a osservare le strade di San Francisco che si aprono davanti ai miei occhi, mi emoziona sempre un sacco. Questo posto mi piace proprio tanto. E in più ospita la mia fiera preferita, pensa te! Ore di cazzeggio, shopping, osservazione di leoni marini e degustazione di clam chowder dopo, siamo tornati in zona albergo a lavoricchiare e poltrire. In tarda serata ci siamo anche guardati l'episodio nuovo di The Walking Dead mi sono anche guardato l'episodio nuovo di The Walking Dead, mentre gli altri si sono addormentati dopo dieci minuti, causa stanchezza esagerata. Ma fra l'altro, quanto fa pietà guardare le serie televisive in televisione, con tutta la pubblicità che fanno qua? Mah, che tristezza, mai più.

Comunque, la GDC è cominciata, la stiamo coprendo su IGN, pur con qualche imprevisto. E qui giunge l'ennesimo momento in cui dico che da domani, probabilmente, gli aggiornamenti del blog si fermeranno. Ma questa volta ci credo davvero.

Per l'ennesima volta sono andato a vedere una partita NBA pallosa. Ma prima o poi ne beccherò una divertente, ne sono sicuro.

25.3.13

In viaggio verso la Califogna


Un tempo, per me, la GDC neanche esisteva. O quasi. Oddio, sì, in effetti, c'è sicuramente stato un tempo in cui per me neanche esisteva, ma quel che volevo dire è che c'è stato un tempo in cui sapevo della sua esistenza, facevo bene o male il lavoro che faccio adesso, ma non era neanche lontanamente concepibile l'ipotesi di andarci. Poi, un giorno, Solettone mi ci ha portato e vabbé, ciao. Ho già ringraziato live, durante un commovente momento da morte per digestione pizze (al plurale) a una Gamescom di qualche anno fa, quindi chiudiamola qui. Fatto sta che nel 2009 e nel 2010 ci siamo andati assieme, per quel sito là. E mi è abbastanza esploso il cervello. Nel 2011 ci sono andato con Fotone, sempre per quel sito là, facendo esplodere il suo cervello, fra l'altro proprio nell'anno amarcord dei cinquantamila post mortem classici. Sempre nel 2011, ho detto “oh, ma facciamoci anche 'sta GDC Europe, no?” L'anno scorso, quando stavamo rinnovando l'Outcast, io e Fotone ci siamo addirittura autofinanziati il viaggio, perché non esisteva, non ce la potevo fare, a saltarla. Poi GDC Europe, già con il pensiero a IGN, e infine eccoci qua. È iniziato il primo anno delle fiere da seguire anche con scritto IGN sul cartellino, e chiaramente comincia dalla GDC. Oggi dovrebbe uscire un articolo, per l'appunto su IGN, nel quale ne parlo.

In questo post che state leggendo, invece, ci metto due cagate che ho scritto in aereo, fra Toronto e San Francisco, per passare il tempo e per tirar fuori un post da pubblicare oggi. Tipo, di che posso parlare? Beh, per esempio del fatto che mi ha divertito molto ritrovarmi, sull'aereo fra Monaco e Toronto, seduto di fianco a una ragazzina tedesca, che viaggiava anch'essa da sola, barely legal. No, in effetti, ho il timore che fosse proprio not legal. Portava l'apparecchio, per Dio! Ha guardato l'ultimo Twilight sullo schermino di fronte a lei, per Dio! Si è messa a leggere una rivista che sembrava una specie di Cioè bavarese, per Dio! E ovviamente era la classica ninfetta bionda (bavarese) carinissima e in procinto di sbocciare in un figone fuori misura. Ma sto divagando. Il punto è che mi faceva tenerezza, spaventata sul decollo, sulle turbolenze, sull'atterraggio, perché era la prima volta che volava in vita sua (Final Destination: Miami). Ho provato a chiacchierarci, ma parlava inglese poco meglio di come io parlo tedesco, quindi niente, mi sono limitato a farla ridere facendo un po' lo scemo mentre decollavamo e poi mi sono fatto gli affari miei* per tutto il viaggio, tranne quando l'ho aiutata a compilare il modulo per la dogana. Sembrava simpatica, credo. Chissà se ha pensato che fossi un ciccione sposato frustrato un po' creepy e pedofilo. Io preferisco pensare che più che altro sono stato colpito da improvviso desiderio di paternità, dai. (Per) Dio santo!


A Toronto ho poi scoperto che c'è un accordo con gli USA che permette ai canadesi di avere in aeroporto l'immigrazione statunitense (sul serio!), così si salta il turno a quella canadese, se sei solo di passaggio in direzione stelle e strisce, e ti sottoponi direttamente a quella che conta. Fra l'altro è tutto ganzo e automatizzato, altro che attese in piedi in code stile Gardaland. Ci sono tre fasi, sancite da numeroni grossi sul muro. Prima fai leggere la carta d'imbarco alla macchinetta automatica. Poi ti siedi davanti a dei monitor: su quello più a destra, vieni aggiornato dello status dei bagagli, in attesa che i tuoi vengano trasferiti sul tuo prossimo aereo e che il tuo nominativo (abbreviato) appaia su uno degli altri monitor. A quel punto ti alzi e vai a parlare col classico tizio dell'immigrazione, però facendo meno coda del solito e avendo aspettato da seduto. Ganzo! Non ho però capito se il tipo con cui poi ho parlato aveva le palle girate perché il gatto gli ha pisciato sui pantaloni buoni o se effettivamente è normale che ti parlino per monosillabi e non ti facciano mezza domanda. Di solito scatta l'interrogatorio!

Comunque, nell'ora e mezza abbondante di attesa all'aeroporto di Toronto mi sono sparato il primo pasto a base di hamburger (cheeseburger) e patatine. Per entrare subito nel ritmo partita. Faccio schifo. Sto diventando un ciccione. Devo darmi una regolata. All'aeroporto di Toronto c'è il wi-fi gratis. Illimitato. Bel vivere. Sui voli Air Canada hai la presa USB per ricaricare lo smartphone e la presa di corrente per ricaricare quel che vuoi. OK, basta, sto andando avanti a caso, chiudiamola qui.

*I fatti miei:
- finire di leggere Peter & Max: A Fables Novel;
- leggere BioShock Infinite: Mind in Revolt;
- leggere After Friday Night Lights;
- scrivere il pezzo per IGN sulla GDC che credo venga pubblicato oggi;
- (tra)scrivere le interviste fatte a Quantic Dream che penso verranno pubblicate in questi giorni;
- leggere Sul pianeta perduto, che, insomma, mah, bei disegni, ma quanto piacciono gli spiegoni ad Antonio Serra?

Dopo aver scritto questo post, mi sono guardato Tetris: From Russia With Love, ho scritto un pezzo al riguardo per Outcast e ho scritto pure un pezzo su Mind in Revolt, sempre per Outcast. Ma quanto cacchio ho scritto, durante questo viaggio? Non trascorrere le giornate rispondendo a mail, tamponando bubboni e inseguendo gente aiuta la produttività. Adesso mi guardo 24, però.

23.3.13

Ripartenza


E si riparte per la GDC, nota anche come la fiera che rappresenta la principale l'unica motivazione per cui continuo a fare questo lavoro. O qualcosa del genere. Per il terzo anno di fila, mi tocca andarci con Fotone. Questa volta, però, ci portiamo dietro pure la mascotte Paolo, Paolo Giacci, Composer, Paolo Giacci. Come dicevo l'altro giorno, è probabile che tutto ciò comporti un'interruzione, o quantomeno un crollo verticale, negli aggiornamenti del blog, dato che di solito, nelle settimane da fiera, ogni sforzo è dedicato al partorire più contenuti possibile per il sito che dà il pane. E che non è questo blog, purtroppo. Oh, poi magari, durante le tante ore di viaggio in aereo, mi coglie il raptus, scrivo cinque o sei post e abbiamo la settimana assicurata. Vedremo. Ad ogni modo, tante buone cose a tutti.

Va anche detto che quest'anno la settimana di preparazione alla GDC è stata un inferno tale che quasi mi passa la voglia. Quasi. Vediamo.

 
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