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3.4.15

Qualche giorno di relax


Mentre questo post esce di sua iniziativa sul blog, io dovrei stare riposandomi all'insegna del cazzeggio da qualche parte su una penisola in Bretagna. O forse è un'isola. O forse è la zona del crepuscolo. Non lo so, non ho organizzato io. Tornerò? Vai a sapere. Il punto, comunque, è che mi assento per qualche giorno, quindi oggi sul blog esce solo questa comunicazione di servizio e nei prossimi giorni, beh, esce roba solo se ho fatto in tempo a prepararne (e ho fatto in tempo... in realtà già quello di ieri è uscito per i fatti suoi). A posto, dai.

L'idea sarebbe di passare quattro giorni totalmente staccato da internet e derivati, sostanzialmente dormendo, leggendo e cazzeggiando in giro. Ce la farò? Vai a sapere.

23.9.14

Sul trenino per Londra


Come credo di avere già scritto da qualche parte, forse in uno degli ultimi post da weekend, questa settimana la trascorro per buona parte in viaggio fra tre paesi. Per esempio, a meno di imprevisti, questo post viene pubblicato automaticamente mentre io me ne sto spaparanzato sul trenino diretto a Londra. Vado infatti a spararmi la due giorni (anche se sarebbe più corretto parlare di un giorno e uno sputacchio) del D.I.C.E. Europe 2014. E se volete sapere di che si tratta, il sito ufficiale sta a questo indirizzo qua. Fra l'altro, mentre scrivevo questo post, m'è venuto in mente che due anni fa avevo scritto quattro post sul D.I.C.E. 2012, seguito tramite internet. Stanno a questo indirizzo qua, casomai interessassero. Comunque, rientro a Parigi domani sera, ma poi venerdì riparto per farmi un weekend lungo in Liguria causa doppio festeggiamento incrociato di entrami i compleanni di casa. Quindi, insomma, il succo è che probabilmente, da qui a perlomeno martedì prossimo, ci sarà moria di post sul blog. Anzi, in realtà già da ieri, ché ero stracarico di roba su cui portarmi avanti e non sono riuscito a scrivere un post. E temo andrà così per tutta la settimana. O forse no. Magari scrivo roba e la metto in programmazione automatica. Vai a sapere.

Poi, quando torno, se le conferenze del D.I.C.E. non han fatto cagare, si registra un podcast.

8.8.14

Di nuovo verso la birra


Dunque. Oggi avrei voluto scrivere qualcosa sull'ottava stagione di 24, che abbiamo finito di guardarci l'altro ieri, o magari su The Raid 2, che ho visto ormai quasi due settimane fa, oppure, certo, su quel paio di libri e quella valanga di fumetti che ho letto in vacanza e di cui non ho ancora chiacchierato da nessuna parte. Ma, come al solito, è il giorno prima di partire, ho troppe cose da fare, troppe altre cose per la testa, non ce la posso proprio fare, facciamocene una ragione. Fra l'altro, dopo il piacevole diversivo dell'anno scorso, come segnalavo in quel post lì che ho appena linkato, torna giustamente in voga la tradizione del lavorare a Ferragosto. Giusto così. Domattina prestissimo parto per Colonia assieme al Nabacchiodorozor e ce ne stiamo lì per una settimana, con il contingente abruzzese e un'altra manciata di brutte persone. Il che, per altro, significa che molto probabilmente il blog si fermerà per una settimana, al di là delle solite robette da weekend e, magari, vai a sapere, di qualche post che scrivo in anticipo e programmo se mi coglie il sacro fuoco del #credici. La copertura su GDC Europe e Gamescom per IGN finirà tutta qua dentro, ma se vi interessa solo la GDC Europe potete dirigervi direttamente qua. Su Outcast, al di là di eventuali notizie sarcastiche del Martini, non ci sarà copertura "in diretta", però usciranno altri articoli (credo) sfiziosi, fra cui tra l'altro un paio di mie recensioni che se la sono presa comoda. Se vi manco, leggetevi quelle. Per il resto, fate i bravi, divertitevi, rilassatevi, andate in vacanza, mangiate, fate quel che vi pare, ma non pensate ai videogiochi a Ferragosto. Non ne vale la pena. E poi tanto arriva l'Outcast Reportage.

Comunque ci provo a scrivere roba in anticipo per la prossima settimana. Davvero!

7.7.14

Ferie


No, niente. Mentre viene pubblicato questo post, io sono in macchina, direzione arrosticini. Per dieci giorni almeno, niente posta, niente lavoro, niente niente. Toh, magari un po' su Facebook ci vado, ma la posta non la apro neanche per sbaglio. Ho disattivato le notifiche sul telefono, per sicurezza. Maledetta posta! [inserire immagine di pugno stretto e agitato verso il cielo beffardo] Relax. Immagino questo voglia dire che per almeno dieci giorni il blog si fermerà. Oh, poi, vai a sapere, questo post l'ho scritto e programmato venerdì, magari nel fine settimana m'ha preso il fuoco sacro e ho scritto e programmato dodici post. Credici.

Vediamo se riesco ad ingrassare di dieci chili in dieci giorni.

30.6.14

Dunque, si diceva, l'E3

 

Un anno fa, o giù di lì, sbroccavo perché mi ero frantumato i maroni di tutto 'sto ciarlare d'esclusive e altro. Stavano per uscire le nuove console, mi si era chiusa la vena sul collo. Oggi sono più tranquillo. Non perché il mio punto di vista sia cambiato, anzi, sono sempre più convinto che l'idea di non poter friggere due uova con la padella dell'Ikea sia delirante, ma semplicemente perché, oh, il tempo passa, si sublima, tanto prima o poi le due console le compro e in ogni caso, ehi, da allora a oggi devo ancora vedere non dico pubblicata, anche solo annunciata un'esclusiva che mi faccia correre in negozio. E del resto, finché passo la maggior parte del mio tempo videoludico appiccicato a giochini che girerebbero su una calcolatrice e che comunque escono pure su PC, ehi, che problema c'è? Comunque, anche quest'anno sono andato a Los Angeles per L'E3. Anche quest'anno, fra i momenti migliori ci sono state le attività "collaterali", tipo andarcene una sera al Video Games Live e trascorrere tutto il sabato in gitarella, a bordo di un'auto a noleggio verso il San Diego Zoo Safari Park. Tutto molto bello. Ma, devo dire, ho apprezzato pure l'E3.


Certo, è stata per molti versi la fiera del nulla. S'è vista praticamente solo roba che era stata già annunciata, che ci si aspettava che venisse annunciata, che si sperava che venisse annunciata. Le novità erano tutte uscite prima e l'unica sorpresa vera e propria, come nelle scorse due edizioni, è stata quella che ha chiuso la conferenza Ubisoft, con la differenza che non si trattava di qualcosa di nuovo ma di un rilancio bene o male atteso. Poi, certo, rilancio promettentissimo e in una forma diversa da quella che ci aspettava, ecco. Per altro, è sempre divertente vedere che il modo migliore per buttar fuori un gioco "tripla A" che possa dare l'impressione di essere fresco e nuovo sia limitarsi a pigliare roba che non vediamo da una decina d'anni, aggiornarla un po', tirarla a lucido, renderla più masticabile e servirla con il sorriso sulle labbra. Ma insomma, va bene, eh.


Mi sarebbe piaciuto continuare il diario giorno per giorno che avevo iniziato, se non in forma discorsiva, quantomeno con un elencone di quel che andavo a vedere e/o a provare e di fianco degli asterischini di approvazione, ma prevedibilmente, appena s'è cominciato a lavorare, sono stato sconfitto dal jet lag, dalla stanchezza, dal sonno e, in generale, dal fatto che, ehi, se riuscivo a scrivere qualcosa, lo facevo per IGN. E quindi niente. Mi sembra però giusto scrivere qualcosa a posteriori, un po' come ho fatto l'anno scorso, anche se in ritardo, oggi che ho trovato un momento per respirare e farlo. Un qualcosa in cui posso dire ce - per quanto non sia neanche lontanamente la GDC - andare all'E3 è comunque divertente e, diciamocelo, per quanto sia una sfaticata che levati, ci sono modi peggiori per guadagnarsi da vivere. Voglio dire, lo so, eh, che sono un privilegiato, ad esser pagato per far 'sta roba e/o a potermi permettere di campare facendo questo lavoro (ognuno legga queste due frasi come meglio crede, ci sono diversi significati). Poi posso raccontarvi che non è che passi tutto il giorno a giocare (del resto, lo si vede da quante recensioni scrivo ultimamente), che ci sono mille lati negativi, mille cose che odio e che periodicamente mi trovo a pensare che sia ora di basta (ma questo tipo dal 1998). Però poi rimango qua, nonostante abbia perfino la fortuna di avere possibili alternative, perché evidentemente ci sono aspetti che mi piacciono e non ho voglia di mollare, nonostante altri aspetti che se non bestemmio guarda.


Cosa mi è piaciuto di più di questo E3 in cui tutto quel che c'era di nuovo era un prototipo che giocheremo nel 2016? Bizzarramente, da persona che si spacca i maroni alle conferenze ed evita in tutti i modi di andarci, ci metto la prima giornata, quella trascorsa infilati in quattro in un angolino della War Room di IGN US ad esibirci nelle dirette prima e dopo di ogni conferenza, facendo gli scemi, chiacchierando del più e del meno, fuggendo alla ricerca di cibo, tirando in mezzo ospiti di passaggio improbabili, scoprendo di essere seconde scelte, sperando che gli ospiti improbabili non leggessero i delicatissimi commenti scritti dai lettori/spettatori nella chat e, insomma, passando una giornata divertente nonostante il lavoro da fare fosse stare dietro alla fuffa. E nonostante si fosse a Los Angeles, che se non bestemmio guarda.


E nel fantastico mondo della fiera? Bah, Rainbow Six: Siege mi sembra potenzialmente bellissimo e l'unico modo possibile per provare a riportare quei concetti là in un gioco da pubblicare oggi, ma avere idee chiare al riguardo dopo una prova del genere, un paio di partite fatte al volo in fiera a quella che era una demo striminzita, prendendo una svagonata di schiaffi capendoci poco, è un po' dura. Pillars of Eternity, invece, mi sembra potenzialmente bellissimo e un ottimo modo per provare a riportare quei concetti là in un gioco da pubblicare oggi, ma con ambizioni e intenzioni un po' diverse, ma avere idee chiare al riguardo dopo averlo guardato senza toccare per una mezz'oretta scarsa, beh, è un po' dura. Resto comunque convinto che sarà il gioco più bello dei prossimi [inserire numero a piacere] anni fra quelli che non so se avrò il tempo di giocare. Poi mi è piaciuto tanto vedere che l'invasione degli indie prosegue, incontrare tanta bella gente anche nelle aree Microsoft e Sony, chiacchierare con 'sti ragazzi a cui han permesso di dedicarsi interamente al sogno, rivedere facce note, alcune incontrate mille volte, altre magari solo una o due, ma tutta gente con cui una chiacchierata è sempre un piacere. E fare un'altra partita ad Evolve.


Ma soprattutto mi è piaciuta la terza giornata, quella in cui ho provato per la prima volta Elite: Dangerous, fra l'altro non solo mettendo le mani sull'X52, ma pure indossando Oculus Rift, e ancora un po' muoio dalla gioia. Ho pure detto ciao a David Braben. Che insomma, l'avevo già incrociato qualche tempo fa, ma ecco, sono emozioni. Eppoi ho passato buona parte del pomeriggio immerso nella bella gente al parcheggio di Devolver, chiacchierando con tizi fuori di cozza e provando giochi assurdi, grazie al publisher più fico, costante e interessante che ci sia. Infine, un incontro con della gente che "Alla fine non riusciamo a portare giochi da farti vedere, però becchiamoci lo stesso, conosciamoci di persona, parliamo di cose da fare". Ecco, di fondo, per assurdo o forse no, la cosa che mi mancherebbe di più, se improvvisamente decidessi di fare altro, è questa qua: la gente. Incontrarla, chiacchierarci, organizzare cose, discutere, parlottare. Dal mito del passato tutto rilassato che finalmente intervisto, al giovane che mi guarda con gli occhioni sperando che si parli bene del suo gioco, passando per tutto quel che c'è nel mezzo. È quel che ancora mi piace.


Poi, certo, c'è anche il fatto che, se ti pagano un viaggio dall'altra parte del globo, poi ci metti i soldi tuoi e ti organizzi per andare a fare cose extra sempre piacevoli, tipo appunto il Video Games Live. Quest'anno mi ha ammaliato forse meno dell'altra volta, a causa di una scaletta meno nelle mie corde, ma comunque i suoi passaggi da brividi fortissimi lungo tutto il corpo ce li ha sempre. Eppoi la gitarella di sabato nel parco folle enorme ammerigano con gli animali dell'Africa, dell'Asia e di chissaddovealtro e le tigri che sembrano Pillola e Polpetta. Le foto stanno da qualche parte sui miei account Facebook, Google+ e Flickr, se interessano. E quindi dai, è sempre bello, su. Anche se rimane una fiera per lo più brutta, piena di roba che non mi interessa e che non vale un centimetro quadro dei luoghi in cui si svolge la GDC. Ci rivediamo a Colonia.

In linea teorica, questa settimana vorrei rimettere in sesto il blog. All'atto pratico, vedremo. Va comunque sottolineato che fra una settimana sono in vacanza, quindi, presumibilmente, a quel punto il blog si ferma di nuovo. Sorry.

8.6.14

Drammi da primo mondo


Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, giocavo a X-Wing con un joystickone analogico semplice, essenziale, che faceva il suo. Fra l'altro lo usavo anche per giocare a NHL 95. Tempo dopo, mi procurai un Sidewinder con Force Feedback della Microsoft e lo usai per tanti altri giochi, godendo tantissimo. E poi basta. Solo che adesso quei giochi stanno abbastanza tornando d'attualità, fra un Elite: Dangerous, uno Star Citizen e altre cosette, senza contare che ogni tanto mi viene voglia di tirar fuori qualche classico del passato e che giocarli con mouse tastiera (o col pad Xbox 360) mi mette la tristezza. Me l'ha un po' messa anche quando ho giocato a Strike Suit Zero. Orbene, qualche tempo fa, ho scoperto, attraverso una chiacchierata su Facebook con Mensola, l'esistenza del X52 Pro Flight, un aggeggio che si porta ormai i suoi bei anni sulle spalle ma mi attira lo stesso un sacco. Mi sono informato, ho letto in giro, qualche parere discordante, ma nel complesso mi sembra adatto alle mie esigenze, anche in termini di prezzo. Ma soprattutto, al Fry's qua vicino l'ho visto in vendita, palesemente un fondo di magazzino, a un prezzo che mi sembra essere sostanzialmente la metà del prezzo a cui lo si trova in giro per l'internet in Europa. Non l'ho acquistato d'impulso, ma poi mi sono fatto un giro a cercare informazioni per vari siti e, ecco, adesso ne ho una voglia brutale. Che faccio? Che faccio? È già dramma.

 Il volto del dramma.

Comunque, sabato impegnativo e allo stesso tempo rilassante. Impegnativo perché il jet-lag si è manifestato in maniera brutale e perché abbiamo fatto un po' di cose che andavano fatte, ma allo stesso tempo rilassante perché, insomma, non è che si sia esattamente lavorato come matti. Gli occhi mi si sono spalancati verso le due, ma era solo perché dovevo andare in bagno. Si sono però nuovamente spalancati alle quattro e forse sono riuscito a poltrire ancora un po' fino alle cinque, ma insomma, a quel punto era chiaro che bisognava alzarsi. Dopo una colazione da IHOP (ho quasi schivato i pancake e mi sono adagiato su una omelette, ovviamente infarcita d'avocado, innaffiando con succo d'arancia e the caldo), siamo andati a recuperare il veicolo. C'era forte indecisione se andare di due auto separate o di minivan, ma alla fine abbiamo optato per quest'ultimo. Da lì, poi, mi sono messo al volante e con Sole e Fabio come passeggeri ho puntato appunto verso Fry's, perché bisognava comprare alcune cose (tipo che mi sono finalmente preso un asciugacapelli da viaggio che si adatta alla diversa tensione del posto) e dove ho appunto lasciato il cuore sul Saitek. Magari domani. Vai a sapere.

Poi i canonici passaggi in Sunset Boulevard, da Guitar Center e Meltdown Comics (dove non ho trovato praticamente nulla da comprare, a parte il terzo paperback di Fairest, che mi si è manifestato davanti agli occhi quando ormai ero convinto che sarei uscito a mani vuote), e quindi via a installarci nell'appartamento. Ma non senza prima esserci fermati a pranzare presso un diner, dove, in una botta di salutismo, abbiamo preso tutti e tre zuppa di verdure, insalata e limonata fresca. Ovviamente, nella mia insalata, fra spinaci e gamberetti, c'era l'avocado. Ma dicevo, l'appartamento: è bello, grosso, confortevole. Le foto sono sui miei account Facebook, Flickr e Google+. Fra l'altro mi sono subito accaparrato una stanza a caso, per poi rendermi conto che era quella con TV e bagno privato. Grande intuito. Successivamente è scattato il pomeriggio di test tennici vari, che come al solito hanno fatto scoprire alcuni problemi la cui risoluzione è (forse) in atto mentre scrivo e guardo in TV con la coda dell'occhio Indiana Jones e il frigorifero piombato. E in questo momento stiamo per andare al centro commerciale qua dietro a fare un po' di spesa, nella speranza che non si sia fatto troppo tardi e non ci chiudano la serranda in faccia.

Una foto che non c'entra nulla. L'ho vista apparire sul Dropbox di famiglia.

E gli altri? Eh, gli altri. Al Mottura è partito il primo volo con ore di ritardo, gli hanno cambiato l'itinerario, è ripartito da Atlanta più tardi del previsto e il risultato è che dovrebbe atterrare a Los Angeles alle 23:00 passate. L'altro contingente, quello Zave/Ualone/Fotone, il ritardo e/o deviazione se l'è beccato sul secondo volo e pure loro sono atterrati solo in tarda serata. Lo so per certo, l'hanno fatto sapere mentre finivo di scrivere questo post. Si comincia benissimo, insomma! Noi, intanto, abbiamo parzialmente risolto i dilemmi esistenziali tecnici. Ma solo parzialmente, non ci allarghiamo. E dopo uno spuntino frugale, ché non c'avevo fame, ho letto sull'internet che finalmente il gioco del topone si è levato dalle palle. Speriamo!

Domani, poi, si comincia quasi a lavorare, fra il ritiro dei badge, le registrazioni alle conferenze, Zave che va a vedere una roba e, boh, forse qualcos'altro. E io magari vado a comprarmi il Saitek. E non sarebbe male riuscire ad andare a trovare al cinema Seth MacFarlane. Forse. Vai a sapere.

7.6.14

Eric Roberts viaggia in classe economica


Non so bene cosa sia, ma c'è qualcosa che mi affascina del viaggiare per i fatti miei. Andare in giro in compagnia è bellissimo, quantomeno se la compagnia è gradevole, ma viaggiare in silenzio e con le mani in tasca, non so, è affascinante. O comunque lo è per me. Me ne rendo conto ogni volta che mi capita di passeggiare pensieroso per i corridoi di un aeroporto, anche se ultimamente (purtroppo? Per fortuna? Vai a sapere) non mi capita più spesso come una volta. Sarà che alla fin fine si passa sempre negli stessi posti e mi fa bizzarramente piacere ritrovarli. O sarà magari che ho le mie routine immancabili. Ogni volta, dopo il check in, dopo i controlli – che oggi/ieri/whatever, signori miei, ho sostenuto interamente in francese, e ne vado fiero -  mi faccio sempre i miei giretti, passo in edicola a raccogliere l'ultimo numero di un po' tutte le varie riviste che mi piacciono e compro una bottiglietta d'acqua e una di Coca Cola. Quella di Coca Cola la trangugio mentre aspetto al gate, magari anche mangiando un panino se mi capita di partire a ora di pranzo/cena. Quella d'acqua tende a durarmi per tutto il viaggio. A prescindere dal numero di ore. Poi il viaggio finisce, mi alzo, raccolgo la bottiglietta vuota che s'è tutta accartocciata per la pressione, a volte mi accorgo che neanche l'ho svuotata, scendo, la butto. La prima cosa che faccio quando poso piede in terra straniera è sempre buttare una bottiglietta di plastica vuota. Poi pipì, chiaro. Cacca no. Quella la faccio sempre in aereo. Sempre. Perlomeno sui voli intercontinentali. Chissà come mai. Sarà la pressione.

C'è stato un periodo in cui la pressione – almeno credo che fosse la pressione – mi faceva scoprire le carie. Tornavo dal viaggio in areo e avevo magicamente un buco nel dente. Infatti sono pieno di otturazioni. Fra l'altro devo andare dal dentista. Ci devo andare da gennaio. Ma su queste cose sono una bestia. Posso anche avere il traforo del monte bianco fra un molare e l'altro, ma se non mi fa male... Che poi in aereo di solito faccio mille cose. Cerco di non dormire, all'andata, perché così arrivo, sono stanco morto, resto sveglio fino a tarda serata e poi svengo. In genere, il risultato è che il giorno dopo mi sveglio a un orario cristiano e non alle quattro del mattino. Anche se devo dire che nell'ultimo paio d'anni sto facendo una fatica sempre più devastante ad abituarmi al cambio di fuso orario. Non ho più l'età. E insomma, in genere mi porto da leggere. Le riviste, certo, ma anche il libro del momento, magari qualche fumetto... anche se questa volta di fumetti non ne ho portati. Poi c'è il telefono, con su dei giochini. Il 3DS e/o PS Vita. In questo caso solo il 3DS, nel quale ho infilato subito prima di partire per la GDC, quindi a marzo, la cartuccia di Apollo Justice. E non l'ho ancora iniziato. Ma insomma, il 3DS me lo porto comunque dietro per raccogliere Mii. E poi ci sono film e telefilm da guardare con il laptop, che chiaramente mi capita di usare anche per scrivere o giocare. In genere evito di guardare roba sugli schermini degli aerei, magari censurata e/o vittima di pan & scan, perché mi mette addosso la mestizia. Fra l'altro uso ancora con piacere le cuffie rimediate da quelli di Wargaming l'anno scorso. Ah, e poi c'è la novità da passeggio degli ultimi mesi: i compiti di francese!

È quasi superfluo dirlo, but still: nella maggior parte dei casi, mi riempio lo zaino inutilmente. No, inutilmente no, perché poi parte della roba la uso, ma tendo sempre a portare molto più di quanto realmente serva. In questo caso, poi, si va ben oltre. Di tutto il marasma di roba che c'è dentro lo zaino, in questo viaggio d'andata per l'E3 2014, non me ne sono fatto quasi nulla. Ho letto il nuovo Empire e un po' del nuovo L'écran fantastique, entrambi comprati in aeroporto. Ho guardato Gara 1, me l'ero copiata sul telefono subito prima di uscire di casa. Ho giocato un bel po' con Threes, ma non ce la faccio proprio a passare i trentamila punti. A un certo punto ho fatto anche una partita a Flick Kick Football, cui ormai faccio una singola partita ogni volta che viaggio. E basta, in pratica. A un certo punto del primo volo ho tirato fuori il 3DS. Ma non l'ho acceso. Che ho fatto? Mboh? Ho fatto un paio di pisolini talmente brevi che praticamente non ci sono stati. E infatti si può sostenere che sia più o meno sveglio da quasi ventiquattro ore. E se contiamo che, nelle due notti prima di partire, ho dormito più o meno cinque e cinque, potrei non arrivare vivo a destinazione. 

Ma quindi, insomma, che ho fatto? Mi sono guardato attorno. Mi piace guardarmi attorno in silenzio. Una cosa che faccio spesso, in questi viaggi, è fissarmi con l'occhio su quel che sta guardando sul suo schermino la persona seduta nella fila davanti, al di là del corridoio. Non quello seduto di fianco, no no, quello davanti, dall'altro lato. Lunghi brani di film e telefilm osservati senza sentire nulla. Così. Mi ipnotizza. Pezzi di The Big Bang Theory, Gravity, Notting Hill, R.I.P.D., Monuments Men, qualche spettacolo di un qualche comico e sicuramente qualcosa d'altro che non mi viene in mente. Guardo e non guardo, più che altro viaggio con la testa. Notting Hill e il sogno di incontrare e conquistare la stella del cinema perché in fondo sei una persona tanto bella e interessante (e hai la faccia di Hugh Grant, che, insomma, aiuta). Gli amici scemi dei protagonisti delle commedie romantiche. Julia Roberts, Hugh Grant, Rhys Ifans o come cacchio si scrive e pure Alec Baldwin che non mi ricordavo ci fosse, tutti con tanti anni di meno, che cosa buffa. Ma mi sono anche fatto dei gran viaggi mentali, dedicati per lo più a due o tre cose che ho in testa in questo periodo. E ho ripensato al fatto che ieri/l'altroieri/whatever ho rivisto, quasi vent'anni dopo, mia cugina “americana” Melissa e suo marito Gary, questa volta muniti di (due) figlie e (un) figlio tutti di un adorabile che levati. E che è stata una bella serata e le crêpes erano ottime. Che anche questa volta, come in quell'altra, mi hanno detto di andarli a trovare ad Atlanta. E che chissà se lo farò mai. Un tempo si era pure progettata tutta una bella vacanzina sulla costa est, partendo appunto da Atlanta. Avevamo comprato le guide, programmato, cosato. Ma poi non se ne fece nulla.

Con Air Canada volo sempre tanto bene. Posti larghi, comodi, spazio per le gambe. Prese di corrente e USB per ricaricare l'impossibile. Staff gentile. Cibo decoroso. No, insomma, il cibo è un po' la solita melma, ma diciamo che non è dei peggiori. E poi stavolta ho fatto una magata al check in online e mi sono preso il posto corridoio senza nessuno davanti. Mamma mia che vittoria delle articolazioni. L'aeroporto di Toronto, poi, è delizioso. C'ha il pavimento mobile – o come si chiama – iperveloce che si trasforma in avvio e sull'arrivo e ti aspetti che parli con la voce di Optimus Prime. Ha la sua dogana USA interna per chi fa scalo, tutta automatizzata, snella e velocissima, fra l'altro pure rimessa a nuovo e ampliata rispetto all'anno scorso. Passi la carta d'imbarco al terminale, aspetti che il monitor ti dica che hanno trasferito la valigia, vai a rispondere alle canoniche domande e scopri che, rispetto all'anno scorso, hanno pure aggiunto il servizio fotografico sul bagaglio, con la guardia che ti mostra sul monitor la tua valigia per chiederti conferma che sia quella giusta. Meraviglioso. E poi in aeroporto c'è tutto quel che mi serve: Wi-Fi gratis, hamburger decenti, patate dolci, Starbucks, edicola. E non solo: ai gate hanno messo questa specie di bar dove a ogni sedia c'è un iPad dal quale godi di connessione libera, a cui puoi sederti anche senza consumare nulla e che ti permette, tramite delle app, di controllare lo status del volo, ordinare cibo e bevande, cazzeggiare in libertà. Ovviamente con prese di corrente & USB per ricaricare il ricaricabile. Relax.

A un'ora e mezza circa dall'atterraggio a Los Angeles, dopo aver fissato il vuoto (e Julia Roberts e Hugh Grant che amoreggiavano), ho deciso di estrarre il laptop e mettermi a scrivere questa valanga di inutilità. Così, tanto per. Mi piacerebbe scrivere un diario quotidiano del viaggio qua sul blog come feci tanti anni fa. L'ho anche scritto da qualche parte in un post messo in programmazione automatica. Non so se sia già uscito o se debba ancora uscire. Non importa. Tanto so che non ce la farò. Alla mia destra Hugh Grant sta correndo a riprendere Julia Roberts per il gran finale. Dopo essere salito sull'aereo, in attesa della partenza, mentre salivano le ultime persone, ho visto passare Eric Roberts che andava a sedersi nella parte posteriore dell'aereo, in classe economica. L'ho anche fissato intensamente poi quando stavamo ritirando i bagagli. Pensa te, magari non gli piace sprecare soldi. Vai a sapere.

Sento la pressione alla capoccia. L'aereo sta iniziando a scendere. Spengo, dai.

Comunque L'écran fantastique è veramente una gran bella rivista. Voglio tornare a casa. Buon E3 a tutti.

6.6.14

Si riparte!


Mentre questo post viene pubblicato, io dovrei essere in aeroporto, pronto a saltare su un volo Air Canada per Toronto, dove faccio scalo per poi puntare su Los Angeles. In passato mi sono trovato sempre bene con Air Canada e l'immigrazione a Toronto, l'anno scorso, è andata di un liscio che non ci si crede, quindi sono fiducioso. Il post l'ho scritto un paio di giorni fa, per portarmi avanti, e non ho la minima idea di quali possano essere le condizioni in cui mi presento all'imbarco. Stanco morto? Riposato? Avrò dormito? Mi sarò fatto la notte in piedi per guardare Gara 1 delle finali NBA? Sarò riuscito, ieri sera, a beccarmi con la cugina (e famiglia) americana che non vedevo da tipo vent'anni e che, guarda la coincidenza, proprio in questi giorni passava da Parigi? Vai a sapere. Di certo starò tirando il classico respiro di sollievo che si tira quando finalmente si conclude quel paio di settimane sanguinarie che tipicamente precede una partenza del genere. Tutto quel che potevo fare l'ho fatto, chi s'è visto s'è visto, tanti saluti.

Comunque, sì, anche quest'anno tocca andare nel regno del cemento sparso in giro a cazzo di cane per correre come uno scemo avanti e indietro fra un gioco e l'altro. Scherzo. Non troppo. Comunque, dai, vado a divertirmi per una decina di giorni circa e mi pagano pure per farlo. Hai detto niente. Poi, certo, io ormai all'E3 sono completamente off topic e di quel che annunciano me ne frega poco o nulla, senza contare che, ehi, ci si diverte, ma è anche uno sbattimento senza fine e non ho più l'età. Ma insomma, basta lamentarsi, ottimismo, guardiamo con favore al futuro. Fra l'altro, quest'anno, c'ho addosso una voglia di fare che mi mancava da tanti, tanti anni, forse dalla prima volta che sono andato all'E3. Come mai? Per vari motivi, che non ho però intenzione di approfondire qui. Non ora, comunque. Ad ogni modo, c'è la voglia, nonostante poi alla fine tvtvtvcallofdutysportstv. Fra l'altro, curiosando in quel che avevo scritto quella prima volta che sono andato all'E3, m'è venuta voglia di riprovarci e fare nuovamente il blogghettino giorno per giorno. Certo, quella volta fu facile perché ero in spedizione per PSM e non dovevo scrivere articoli "in diretta". Però, dai, ci voglio provare, post brevi e ficcanti tanto per buttar roba qua sul blog. Fallirò clamorosamente, ne sono convinto. Ma ci provo! Non esiste provare, esiste solo fare. Ma io ci provo lo stesso! E insomma, buon E3.

Rispetto all'anno scorso, comunque, il mio pensiero generale sulle condizioni del settore non è cambiato di una virgola. Mi riferisco in particolare a questo post. Rispetto all'anno scorso, fra l'altro, non ho un film che voglio assolutamente andare a vedere al cinema. Speravo di riuscire a recuperare Sabotage, che mi sono perso qua a Parigi per vari motivi, ma sembra che sia già sparito pure da quelle parti. Uffa. Beh, comunque c'è A Million Ways to Die in the West e il 13 esce 22 Jump Street, dai.

9.5.14

Oggi va così


Oggi sono in trasferta ad Amburgo, dove sono arrivato ieri sera perché non mi andava di svegliarmi la mattina presto e poi fare lo zombi tutto il giorno, ché si avvicinano i quaranta e non c'ho più il fisico per queste cose. Sono a vedere giochi, provare cose, incontrare persone e, siccome appunto non c'ho più il fisico e c'ho in compenso sempre più cose da fare, non ho fatto in tempo a scrivere un post su Labor Day, l'ultimo film di Jason Reitman che in Italia sarebbe dovuto uscire a marzo col titolo Un giorno come tanti (preso dall'edizione italiana del libro a cui è ispirato) ma che poi Universal ha deciso di non far uscire. E perché? Boh, immagino perché ha avuto poco successo e, al contrario dei precedenti film del Reitman, non è manco piaciuto particolarmente alla critica. A me in realtà è piaciuto ma, insomma, immagino che ne scriverò la prossima settimana.

Ad ogni modo, colgo anche l'occasione per segnalare che ieri è uscito in Italia Parker, un film che io ho visto un po' di tempo fa. Tipo che ancora vivevo in Germania. Ne ho scritto qui, oltre un anno fa.

21.4.14

Rientro, buona Pasqua e comunicazione di servizio


Cose di cui mi sono ricordato la scorsa settimana:
- il clima di Milano, appena inizia a far caldo, mi fa schifo e mi fa star male;
- a cercare bene, comunque, Milano ha dei quartieri proprio bellini;
- tornare nella mia amata fumetteria è sempre un piacere;
- stanno finendo diverse serie (a fumetti) che seguo da non so quanti anni. Mi sento vecchio;
- stare svaccati in spiaggia a poltrire, leggere e rilassarsi è bello;
- se sto al sole per qualche ora senza protezione assumo un colorito sul rosso pompeiano;
- lavorare seduti all'aperto, sotto il sole e con la brezzolina, è molto bello. Anche se coi riflessi sullo schermo rischio di perdere la vista;
- avere una connessione a internet che va a pedali mi fa perdere la calma per un paio di giorni, poi mi abituo e mi rilasso;
- la focaccia è buona.

Colgo l'occasione per segnalare un progetto meritevole che mi è stato a sua volta segnalato dal prode Yuri Abietti. Trattasi di raccolta fondi per l'organizzazione di un festival rock indie italiano alternativo whatever che ha bisogno dei vostri soldi o quantomeno del vostro amore. Dateglielo.

Comunque, tutto bellissimo, eh, ma c'ho bisogno fisico di andare al cinema.

14.3.14

Giddiccì, trullallà


Mentre viene pubblicato questo post, a meno di imprevisti che sai mai, sto decollando in direzione San Francisco, dove mi incontrerò con il resto del contingente abruzzese, per andare a seguire la Game Developers Conference, con pure qualche puntata alla Game Connection. No, in realtà sto decollando in direzione Zurigo, dove piglierò l'aereo per San Francisco, ma insomma, dai, ci siamo capiti. Questo qua è per me sempre il momento migliore dell'anno lavorativo, l'apice del piacere, successivamente al quale non si può che scendere rovinosamente verso valle. Quindi, ficata, ecco. Di roba interessante, come al solito, ne è prevista una valanga (qua l'elenco delle conferenze) e, sempre come al solito, bisognerà fare scelte difficilissime per poi recuperare le cose ganze nel Vault. In più abbiamo anche qualche appuntamento sfizioso e ovviamente ci sono due o tre progetti da turisti per quello scampolo di giornate libere che avremo a disposizione. Insomma, il bel vivere, su. Chiaramente, come al solito, da un lato copriremo l'evento su IGN (finisce tutto in questa pagina qua) e poi con un Outcast Reportage, dall'altro c'è il forte rischio che questo comporti un mezzo arresto del blog nel corso della prossima settimana. In realtà, sempre come al solito, non è detto: magari riesco a portarmi avanti preparando qualche post e, se ce la faccio, vorrei comunque guardarmi il nuovo episodio di The Walking Dead per scriverne subito. Per quanto riguarda Agents of S.H.I.E.L.D., invece, niente da fare, dato che il prossimo episodio arriva il 25 marzo. Che carini, sanno che lo guardo con mia moglie e non hanno voluto crearmi problemi mentre sono in trasferta.

Mi raccomando, in mia assenza, fate i bravi. Vi controllo.

30.9.13

Imbaguettamento

L'aeroporto più peggio del mondo.

A partire da oggi, ma soprattutto da domani, sono ufficialmente in fase di trasloco. Fino al 7/8 ottobre sarò sballottato di qua e di là, con forme diverse di accesso alla rete a mia disposizione ma, insomma, con anche un sacco di cose da fare nel mondo reale. Poi sarò installato nel nuovo appartamento in quel di Parigi, pieno di scatole da svuotare, probabilmente privo di connessione a internet (e quindi di ossigeno), con un futuro a breve termine fatto di giornate lavorative trascorse elemosinando la connessione di Starbucks. In tutto questo, è probabile che il blog si arresti un po'. Oh, poi, vai a sapere, magari riesco a continuare a pubblicare cose, ma insomma, non ci conterei troppo.

Poi, un giorno, arriverà uno di quei miei post tutti sentiti ed emozionali d'addio, chiaramente dedicato a Monaco della Baviera, città della quale mi sono innamorato fortissimo. O forse non arriverà, ché sono pigro. Dai, vediamo. Ciao, comunque.

6.9.13

Sopralluogò


Un paio di mesi fa, abbiamo fatto un primo sopralluogo a Parigi per farci un giro, visitare un po' di quartieri, capire quali sarebbero le zone in cui ci piacerebbe andare a vivere. Giovanna conosce abbastanza bene la città, io praticamente per nulla, dato che ci sono passato sempre di sfuggita in viaggi di lavoro (e forse ci sono andato coi miei da piccolo, non so, non ricordo). Quindi, quella due/tre giorni di due mesi fa è stata importante anche per farmi un'idea seppur vaga del posto. E me ne sono fatto un'idea che in una certa misura corrisponde a quella che mi ero fatto nei passaggi precedenti. Per dire, sembra una battuta scema, ma si vedono davvero baguette da tutte le parti. Escono dalle fottute pareti. Inoltre è molto più "città" rispetto a Monaco di Baviera. In un certo senso è molto più "Milano", seppur con la differenza di essere anche molto più bella, via (e molto più piena di parigini). Però c'ha quell'aria lì, da città grande, piena di cemento, di traffico, di zone colpite da quel simpatico aroma di minzione che ti riporta alla memoria i bei ricordi di quando andavi a Porta Venezia per farti due partite al New Rocky. E questo, lo ammetto, non mi fa impazzire.

Perché di fondo, fra le tante cose belle di Monaco, c'è il fatto che, pure essendo una grande città con bene o male tutte le cose di una grande città, si respira un po' quell'atmosfera da Mosciano Sant'Angelo, tutta aria pulita, relax, poco casino, tranquillità, strade sicure, vogliamoci bene e ubriachiamoci coccolati dalla brezzolina. Ma insomma, comunque, a meno di disastri, ci si sposta a Parigi, quindi guardiamo ai lati positivi. Che non riguardano la metropolitana, fra l'altro. Oddio, in realtà la metropolitana è ottima, nel senso che è tanta e capillare, ma madonna del carmine quanta gente e quanto fottutissimo caldo (e quanta puzza di sudore)! Per non parlare di quel cesso dell'aeroporto. Ma dicevo, i lati positivi. Se ti ci fermi un po' a girare, ti accorgi che in effetti, sotto la coltre di cemento e smog e uffa stavo bene in campagna, c'è una gran bella città, con dei gran bei quartieri, con un sacco di verde e tanti angolini deliziosi. E poi ho vissuto trent'anni a Milano, potrò davvero mai lamentarmi del cemento?

Inoltre è un altro posto che sembra davvero essere pieno di ristoranti - etnici e non - davvero ganzi, a cominciare dalla via dei ristoranti giapponesi dove abbiamo cenato l'altra volta.  Che poi, a proposito di vie, c'è quella tutta composta solo di negozietti di strumenti musicali che se ci passa Fotone va sul lastrico. Poi, altre cose a caso: entrando per negozi, ho beccato praticamente solo gente che si esprimeva in ottimo inglese. La cosa mi ha un po' stupito, vedi i pregiudizi, però magari è stato solo un caso. Rimane la grande domanda: non ho avuto forza di mettermi a studiare tedesco, ce l'avrò per il francese?

Comunque, nonostante la puzza dilagante di piscio e sudore, Parigi sembra proprio bella, ci sono diversi quartieri intriganti e soprattutto - le cose importanti - non solo a occhio mi sembra ci siano più sale cinematografiche che danno roba in lingua originale rispetto a Monaco, c'è pure un Imax, che prevede spettacoli in lingua originale pure lui. E volendo c'è pure quello di Disneyland Paris, ma insomma, lo vedo un po' fuori mano. Comunque OK, ci sto. Oggi, per altro, siamo di nuovo lì, a vedere un po' di appartamenti per trovarne uno in cui rovesciare il mio cumulo di cianfrusaglie. Ho scritto questo post ieri, ho preparato anche le solite robe per il fine settimana e ho programmato tutto. A lunedì!

Nell'immagine di apertura potete ammirare una via che non profumava di minzione.

19.8.13

Kölsch!


Ridendo e scherzando, martedì scorso è caduto l'anniversario del momento in cui, pubblicando la foto qua sopra su Facebook, ho reso per la prima volta pubblico il fatto che ci stavamo preparando a lanciare IGN Italia. Eravamo in macchina, ci stavamo recando in fiera per la prima giornata di GDC Europe e io, in quanto residente in terra di Germania ormai da un po', avevo accesso alla rete tramite il mio strumento portatile e ho provveduto a buttarla fuori così. È stato divertente. Un anno dopo, oggi, si ritorna sul luogo del delitto e si avvia la solita delicata settimana di morte e distruzione estiva. Son cose belle. Comunque, se putacaso capita che vogliate seguire le nostre scorribande, la pagina di riferimento è questa qua. Poi, al ritorno, con calma, si fa ovviamente il solito podcast di reportage per Outcast.

Come ho sicuramente già scritto in altri post ma è inevitabile puntualizzare anche qui, è molto probabile che l'attività del blog si arresti, perché nei giorni di fiera diventa veramente dura stare dietro anche a questa mia casetta privata. Oh, poi, non è che le cose di cui scrivere mi manchino, per cui vai a sapere. In fondo, nella settimana GDC c'ero riuscito.

15.8.13

Ferragosto, computer mio non ti conosco


Nel 2009, Ferragosto è capitato di sabato. Ero al termine di una settimana di vacanza a Berlino, costruita attorno al fatto che proprio il 15 ci sarebbe stato il concerto dei Pearl Jam, che per quel tour non avevano previsto date italiane. Tre giorni dopo abbandonai Berlino in aereo, diretto però non a Milano, ma a Colonia, per seguire la mia prima Gamescom. Fra l'altro, un mese dopo, andai per la prima e ultima volta al Tokyo Game Show, ma non c'entra nulla. Quello lì del 2009 è stato il mio ultimo Ferragosto non dedicato al lavoro. Il 15 agosto del 2010? Era una domenica ed ero a Colonia, pronto ad affrontare nuovamente la Gamescom. Il 15 agosto del 2011? Era un lunedì ed ero a Colonia, per la prima giornata della mia prima GDC Europe, cui avrebbe fatto seguito, ovviamente, la Gamescom. Il 15 agosto del 2012? Era un mercoledì, ultimo giorno di GDC Europe, primo giorno di Gamescom. Ero a Colonia, ovviamente. E fra l'altro, proprio quel lunedì, avevamo annunciato la partenza del progetto che mi avrebbe prosciugato ogni rimasuglio di forza vitale rimasto in corpo di IGN Italia. E quest'anno? Il 15 agosto cade di giovedì, ma soprattutto cade la settimana prima del viaggio a Colonia. E siccome Ferragosto vale pure in Baviera, oggi si fa sega. Sono infatti stato strappato a forza dalla tastiera e convinto a passare la giornata in bicicletta, andando a finire da qualche parte fuori Monaco (non so, non ho capito, non ho indagato, mi fido).

Buon Ferragosto a chi se lo gode. E pure a chi non se lo gode, via. :)

Ieri sera sono andato a vedere Elysium. Non ho idea di come sia, perché ho scritto e programmato questo post ieri pomeriggio. Domani vado invece a vedere Kick-Ass 2. Domenica parto per Colonia.

14.7.13

Rientro


Stasera rientro a casina, in quel di Monaco della Baviera. Rientro dopo due settimane nelle quali ho cercato di rilassarmi un po', pur continuando a lavorare come uno stronzo in trasferta. Ho poltrito in spiaggia, abbronzandomi completamente a chiazze e in maniera irregolare (vado particolarmente fiero della linea d'abbronzatura a metà del pollice della mano destra). Ho mangiato una quantità di focacce, pizze e pizzette da star male. Ho bevuto litri di bibite assortite Lurisia. Ho finito di leggere l'autobiografia di Rogerino Ebert. Ho letto l'eccellente Honoring the Code (e ne ho scritto a questo indirizzo qua). Ho iniziato a leggere un libro bizzarro sui supereroi di cui immagino che scriverò più avanti. Sono andato a farmi un giro in quel di Varese Ligure. Sono passato tre volte in fumetteria, per ritirare sei mesi di roba, segnalare quelle due o tre cose che non mi hanno messo via, abbonarmi ad altre due o tre cose. Ho quindi letto un bel po' di fumetti, e magari arriva un'altra settimana a fumetti di giopep. Ho giocato Mighty Switch Force! 2 e ne ho scritto a quest'altro indirizzo qua. Ho giocato il remake del primo Leisure Suit Larry e ne vorrei scrivere su Outcast (e intanto ho scritto un articolo nostalgico sull'originale). E insomma, mi sono fatto le mie due settimane di quasi ferie ma in fondo non troppo. E sono riuscito a non interrompere le pubblicazioni sul blog. Ormai è diventata una sfida con me stesso, un qualcosa che mi rende una persona migliore, tipo quelle strane terapie di auto-motivazione all'americana. Mi chiamo Andrea Maderna e sono un blogghista.

Ma soprattutto ho acquistato in remoto i biglietti per Pacific Rim, la mattina stessa in cui li hanno messi in vendita, con una prontezza di riflessi che manco i fan di Bruce Springsteen. Ora devo solo aspettare fino a giovedì. Ma ce la posso fare, ne sono assolutamente o forse.

8.7.13

Burp


Contro ogni previsione, pure in trasferta, pure facendo l'equilibrista fra la spiaggia, il relax, l'IGN, l'Outcast, il cazzeggio, il mangiare come un porco e le altre cose del genere, anche la scorsa settimana sono riuscito a pubblicare un post al giorno. E in un paio di casi si trattava perfino di post con del contenuto, in cui parlavo effettivamente di qualcosa. Pazzesco. Oggi*, però, non ce la faccio. Fa caldo. Fa molto caldo. Fa troppo caldo. Esageratamente caldo. Ho scritto una roba (credo) carina per IGN, un ricordo rivolto a quella cosetta assurda di Leisure Suit Larry in the Land of the Lounge Lizards, che stava su un dischetto, ho amato tantissimo e a un certo punto me l'ero pure ritrovato, in tutto il suo splendore di pixelloni, sul PC dell'ufficio a servizio civile (si parla del 1999 o giù di lì). Se volete leggerla, sta a questo indirizzo qua.

Ieri mattina siamo andati a fare un giro a Varese Ligure, un posticino delizioso, pieno di vicolini e vicoletti in cui è un piacere perdersi e il cui centro, visto dall'alto, ha la faccia del simbolo dell'euro. Roba da matti. Abbiamo mangiato da Chicchinettu, o qualcosa del genere, in un tripudio di antipasti, affettati, torte salate, roba fritta, maltagliate, pinoli, pesto, tomaselle, crostate, caffè, indigestione, per un totale di 34,90 €. Dai, poteva andare peggio. E poi gazzosa Lurisia per digerire, mentre leggevo Zerocalcare cullato dal vento. Ci sono domeniche peggiori. Credo. Basta, fine, vi lascio con un trailer simpatico.



*"Oggi" va inteso come "ieri, quando ho scritto questo post".

Secondo me questa settimana non ce la faccio, a scrivere un post al giorno. Vediamo.

1.7.13

A mollo


Da circa ieri sera sono ufficialmente installato in Liguria, per la precisione in quel di Bonassola, adorabile località marittima popolata da amichevoli gatti, e ci rimarrò per, boh, una decina di giorni. Questo post l'ho scritto venerdì e sbattuto in pubblicazione automatica perché vai a sapere, comunque in realtà queste due settimane saranno di relax solo parziale. Purtroppo, mi sono portato il laptop, sarò connesso a internet e lavorerò, sebbene a ritmo ridotto. Il che significa che magari avrò la forza di continuare a scrivere e pubblicare cose qua sul blog. O magari no, eh, vai a sapere. Vedremo. Mi sento di pronosticare qualche post, ma non uno al giorno. Però posso sbagliarmi. Male che vada, ci si rilegge fra un paio di settimane. Bene che vada, non cambia nulla. In ogni caso, dubito qualcuno si darà fuoco per la disperazione, via.

First World Problems: questa settimana si tiene a monaco il Filmfest München e io non ci sarò. L'anno scorso c'ero, quest'anno non ci sarò. Questa cosa mi mette addosso un fastidio inenarrabile. Sono tornato da Los Angeles tutto bello contento e carico, pronto a guardarmi un sacco di bei film, ho iniziato a consultare il programma, ho visto un po' di cose che mi interessavano e poi mi sono reso conto delle date. E poi ho lanciato il monitor dalla finestra ho rischiato il divorzio ho urlato fortissimo contro Dio me ne sono fatto una ragione e mi sono consolato pensando che torno a casa giusto in tempo per Pacific Rim. Giovedì sono andato al cinema a guardarmi World War Z e il momento migliore della serata si è verificato sull'apparizione del trailer di Pacific Rim, visto per la prima volta al cinema. Tipo apparizione della madonna sanguinante sul telone dello schermo. In 3D, pure. Pelle d'oca. We are canceling the apocalypse.

18.6.13

Considerazioni a caso di ritorno da Los Angeles


Fa troppo caldo, devo tagliarmi i capelli.

Ribadisco con forza le opinioni espresse in quell'altro post. La sola idea che se voglio giocare questo gioco, quello e quell'altro devo avere tutte e tre le console mi fa venire la scabbia.

Andare al cinema mi piace troppo. Ed è una roba che dà assuefazione. Da quando vivo a Monaco, mi sono (ri)abituato ad andarci tantissimo. Arrivato a Los Angeles, per un motivo o per l'altro, non ci andavo da due settimane. Quando mi sono seduto in sala lì in zona L.A. Live ho avuto proprio il momento "ah, ecco". Chi mi dice che a casa con l'impiantino è troppo meglio e non capisce cosa io veda di tanto bello nell'andare al cinema ha centrato il punto: non capisce. Non è un problema, a ognuno il suo. Per me, essere lì sommerso dallo schermo e dalla marea sonora, mentre rido, mi esalto, m'abbatto le mani assieme al TMO e ai maranza ammerigani, è proprio una cosa completamente diversa. Poi, per carità, guardo valanghe di film a casa, va benissimo. Ma essere lì dentro, a luci spente, è un'altra faccenda.

Fast & Furious 6 è mamma mia. Poi farò il mio post da ultimo arrivato, però mamma mia. Che poi, dopo settimane di rosicaggio spinto, già solo il fatto di essere lì in sala ad aspettare che iniziasse mi ha messo addosso una fotta allucinante. C'avevo la pelle d'oca e gli occhi lucidi. Ma per tutto il film, eh. Ogni tanto, purtroppo, i personaggi si fermavano a parlare, ma poi ricominciavano a succedere le cose ed era tripudio. In quel contesto, poi, circondato da nachos. Ah, che bellezza. Mancava solo una cosa, che è poi l'altra cosa dell'andare al cinema: girarmi di lato e vedere il viso giusto illuminato dalla luce dello schermo. Quanto è bello girarti di lato e guardare il viso della persona a cui vuoi bene che si sta divertendo assieme a te, illuminato dalla luce di uno schermo gigante? È fantastico. Io invece mi giravo e vedevo un tizio pelato con la barba. Ma insomma, va bene lo stesso.

Fa troppo caldo, devo tagliarmi i capelli.

Fra le più grandi decisioni della vita, c'è stata quella presa dal gran consiglio dei saggi più o meno abruzzesi durante la scorsa GDC. In questa settimana di E3 ci siamo riempiti la casa di provviste. Facevamo colazione con frutta, latte e cereali. Una sera ho fatto gli spaghetti al pomodoro e la sera dopo Gino Kenobittino ha estratto dal cilindro la matriciana. Quando ordinavamo la pizza da Domino erano due o tre fette. Una mattina ho perfino preparato i panini per me e Fotone, da mangiare a ora di pranzo. Tutto un altro vivere, niente più lotta con la digestione quando alle dieci di sera devi scrivere gli articoli, il piacere di mangiare... e poi, cacchio, se non sei costantemente sazio prima ancora di sederti a tavola, ti godi anche di più quei due o tre pasti veramente porci che ti concedi.

L'E3 non è la mia fiera preferita, ma poi esserci, fare, gestire, cosare, è sempre piacevole. Anche se c'è Zave. In più mi sembra che quest'anno, con tutti i se e i ma possibili e immaginabili, si sia pure lavorato molto bene. O comunque poteva andare peggio, dai.

La stragrande maggioranza delle robe interessanti viste in fiera c'aveva un numero nel titolo, oppure era un reboot, o comunque, anche quando era nuova, non sembrava avere nel sacco nulla di davvero dirompente, era sempre un "ti rifaccio meglio questa idea, te la rifaccio next gen". Che palle. E che palle anche se poi molta di quella roba la voglio giocare, eh! Poi c'è sempre il gioco che spicca un po', la robina indie, quel che ti pare, ma insomma.

Xbox One ha i giochi più interessanti, ma costa di più. PlayStation 4 costa di meno, ma ha delle esclusive di cui non potrebbe fregarmene meno. Saranno annunciati altri giochi, verrà voglia, sarà bellissimo lo stesso, comunque avete da schiattà. Dei paletti e dei limiti non me ne frega niente. Mi spiace per tutti quelli che ci patiranno, lo dico sul serio, ma io ho le console sempre attaccate all'internet, quando vado al mare o in montagna voglio fare altro (e comunque ho i robi portatili) e se voglio spendere meno soldi compro su Steam, su GOG e negli Humble Bundle, non da Gamestop. Quindi, insomma, per me quelle robe non sono problemi. Per me. Rimane il fatto che non sento troppo l'esigenza.

Fa troppo caldo, devo tagliarmi i capelli.

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, "qualcuno" aveva detto che loro non fanno i seguiti e le serie in catena di montaggio, che innovano, che se fanno un nuovo episodio è per offrire qualcosa di veramente nuovo. Era la Nintendo Difference. Oggi veniamo da quattro New Super Mario Bros. in cinque anni, su console portatili è un tripudio di remake e riedizioni, il nuovo Mario 3D è la versione Wii U di un gioco che in fondo era già di suo la versione 3DS di Super Mario Galaxy, stiamo aspettando Pikmin 3 e Mario Kart 8, annunciano il nuovo Mario Golf, presentano il nuovo Smash Bros., mettono Retro Studios a fare il nuovo Donkey Kong e insomma in pratica è come Ubisoft e Activision, solo con un po' più calma, eppure stiamo ancora qui a raccontarci della Nintendo Difference. Perché? Perché adesso la Nintendo Difference è diventata "fanno i giochi con i colori e le cose puffettose e il gameplay bello". E per carità, ci sta pure, perché è comunque vero che sono giochi dal taglio "diverso" e, intendiamoci, sono giochi bellissimi e che piacciono tanto a me per primo (basta leggere tutto quel che ho scritto sui vari Mario negli ultimi anni, per capirlo). Però la Nintendo Difference ce l'avevano raccontata come una roba ben diversa. Così è facile.

La cosa più bella dell'E3 è quando poi hai un giorno libero e magari noleggi una macchina tipo quella roba tamarra là in cima e te ne vai in giro con un losco figuro e con quell'altro a spender quattro soldi per negozi e a visitare luoghi che non hai mai visto prima, scoprendo pezzetti di mondo che altrimenti non conosceresti. Mi piace troppo, andare in giro a caso in posti che non conosco. È bello. Mi sa che, assieme alla GDC, è il motivo principale per cui non riesco a convincermi a fare un lavoro serio. Si chiamano benefit.

L'altra cosa più bella dell'E3 è la settimana dopo l'E3, quando sei tornato a casa. Solo che quest'anno è un po' meno bella perché fa troppo caldo, devo tagliarmi i capelli.

Fa troppo caldo, devo tagliarmi i capelli.

7.6.13

E via via via


Stamattina, dopo aver passato tutta la notte sveglio a guardare gara 1 e lavoricchiare, o magari dopo aver dormito un tre o quattro ore, non lo so, mentre scrivo questo post devo ancora decidere e onestamente ho voglia di guardare la partita ma mi indispone l'idea di non poterne vedere la fine perché devo andare in aeroporto. Dicevo, stamattina sono partito molto presto da Monaco, a bordo di un aereo diretto a Milano, per fare lì un improbabile scalo dalle motivazioni troppo complesse per stare qui a spiegarle. A Milano, anzi, a Malpensa, probabilmente ci metterò troppo a ritirare il bagaglio e perderò l'aereo successivo mi unisco agli altri sciamannati, per zompare sul volo per Newark. Poi immigrazione, cambio e via verso Los Angeles. Si torna all'E3, dopo un anno di assenza, nell'edizione che si candida come una fra le più ganze di sempre. Le robe al riguardo saranno scritte, dette e fatte dal sottoscritto e dagli altri su IGN, a questo indirizzo qua. E poi, al ritorno, inevitabilmente, ci sarà un Outcast Reportage. Nel mentre, immagino che questo blog si fermerà, più o meno. Ci sarà in realtà un altro paio di post programmati, ma nulla di particolare, roba abbastanza "di servizio". Se poi capita che mi piglia la fregola e scrivo, beh, ben venga.

Ah, mentre veniva preparato questo post, è esploso il bubbone di Xbox One. Deliziosa l'evoluzione: "Uah, Microsoft si spiega!" ---> "Questa cosa sembra positiva!" ---> "No, aspetta... " ---> "Ma quindi... ?" ---> "Ma come funziona quella roba che... ?" e infine...


A me interessa solo chiudere il conto con la famiglia Toretto.

 
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