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11.7.06

La mia nazionale del Mondiale


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;">...............


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Gli altri convocati:










Le riserve:




Dietro la lavagna a riflettere sui loro peccati:

I miei cinque gol


Fabio Grosso
Italia vs Germania (Semifinale) - Minuto 119
Guardalo
I gol della Madonna, se li fai in un momento del genere, diventano gol della Madonnadiddio. Poco da fare. Lucido e freddo Pirlo a non tirare subito, ma tenere palla e aspettare il momento giusto. Bravo Grosso a farsi trovare. Folle Grosso a tentare quella cosa. Pazzesco Grosso a farla, quella cosa, quel tiro fantastico, al centodiciannovesimo della semifinale dei Mondiali contro i cazzo di padroni di casa. E allora GRROOOOOOOOOL!!!



Esteban Cambiasso
Argentina vs Serbia & Montenegro (Prima fase) - Minuto 31
Guardalo
Tanti bei gol su legne da fuori, in questo Mondiale, ma un'azione come quella che porta al gol di Cambiasso ne vale almeno quattro, di tiri da fuori. Trenta secondi abbondanti di passaggi, che piano piano crescono in velocità e culminano in una serie di tocchi poetici. Mamma mia.



Maxi Rodriguez
Argentina vs Messico (Ottavi di finale) - Minuto 98
Guardalo
Eh, beh, se devi scegliere un tiro da fuori, scegli questo. Stop di petto per liberarsi del difensore e girata al volo di sinistro dal limite che va a scavalcare il portiere e si infila sotto la traversa. Il tutto, nei tempi supplementari di un combattutissimo ottavo di finale.



Alex Del Piero
Italia vs Germania (Semifinale) - Minuto 121
Guardalo (Avevo linkato la versione Caressa, ma è stata tolta. E allora via con questa fatta in casa)
"ARRIVA IL PALLONE... LO METTE FUORI CANNNNNNNAVARO, POI ANCORA INSISTE PODOLSKI... CANNNNNNNAVARO, CANNNNNNAVARO, VIA IL CONTROPIEDE CON TOTTI, DENTRO IL PALLONE PER GILARDINO, GILARDINO LA PUÒ TENERE ANCHE VICINO ALLA BANDIERINA, CERCA L'UNO CONTRO UNO, GILARDINO, DENTRO DEL PIERO, DEL PIERO... GOOOOOOOOOOL... AAAAALEEEEEEEX... DEL PIEEROOO... CHIUDETE LE VALIGIE, ANDIAMO A BERLINO, ANDIAMO A BERLINO, ANDIAMO A PRENDERCI LA COPPA, ANDIAMO A BERLINO!!!"



Keiji Tamada
Giappone vs Brasile (Prima fase) - Minuto 34
Guardalo
D'accordo, questo gol non conta praticamente un cazzo. Ma l'ho detto, che mi piacciono più le azioni delle gran botte. Beh, questa è un'azione stupenda, aperta e chiusa dallo stesso giocatore, che passa la palla a centrocampo, si fa una galoppata splendida mentre i compagni gestiscono, riceve il passaggio smarcante e segna un gran gol, tirando fortissimo nel sette, nonché nel culo del quadrato magico.

10.7.06

GAMBIONI


Dopo tante chiacchiere, tanti pronostici, tanta ostentata sicurezza e tanta timorosa scaramanzia, finalmente inizia la finale dei Mondiali 2006. E inizia in maniera surreale, con Henry che pare mezzo morto per una botta al collo, con Cannavaro che commette forse il secondo errore in sette partite, con Materazzi che fa un'entrata senza senso (ecco, in effetti, questo troppo surreale non è) e con l'arbitro che fischia un calcio di rigore generoso, ma forse non scandaloso.

Il piede di Materazzi tocca quello di Malouda? Sì, boh, non lo so, chissenefrega. Sia o non sia, Zidane fa il cucchiaio e centra la traversa. Caressa esplode "NON È GOL, NON È GOL, NON È GOL, NON È GOL, NON È GOL... è gol"... il cucchiaio sbatte sulla traversa, finisce in porta, esce e il faccia di merda algerino tira un sospiro di sollievo. La Francia è in vantaggio.

Nel salotto di casa Maderna cala il gelo. Sei persone agghiacciate. Ma la partita va avanti e l'Italia domina per tutto il primo tempo, come ci ha abituato per quasi tutto il Mondiale. I francesi vengono messi sotto e il pareggio è palesemente solo questione di tempo. Neanche troppo, tutto sommato, dato che ci vogliono meno di quindici minuti, perché Materazzi la inzuppi per la seconda volta in questo Mondiale e passi subito un colpo di spugna sull'errore di poco prima.

Un'inzuppata mica da ridere, fra l'altro: questo svetta su Vieira e la spugna la passa anche sul clamoroso Mondiale del centrocampista francese. Uno a uno, palla al centro, l'Italia continua a tenere in mano il campo e la partita, schiacciando gli avversari. Materazzi e Toni sfiorano il raddoppio (seconda traversa mondiale per la Scarpa d'oro), il match prosegue su binari ben dritti, con i francesi che proprio non ce la fanno. Purtroppo, però, a un certo punto il primo tempo finisce.

Considerando come si sono evoluti i primi quarantacinque minuti, i successivi lasciano quasi di stucco. Quasi, certo, perché alla fin fine la stanchezza di alcuni azzurri nella seconda parte della semifinale era palpabile. E, quasi, anche perché se giochi tutta la partita con un uomo in meno, se Camoranesi e Perrotta devono correre il doppio, perché Totti si è dimenticato di scendere in campo, per forza che alla fine (ma pure molto prima) sono bolliti.

Spiace per Totti, perché in fondo anche nelle altre partite ha mostrato di non avere i novanta minuti nelle gambe, ma ha sempre dato un, talvolta minimo, talvolta notevole, contributo palpabile. In finale, invece, si dimentica proprio di entrare in campo, e gli spettatori lo vedono per la prima volta quando litiga con Lippi a bordo campo. Stavolta non si può proprio fare a meno di toglierlo, per inserire De Rossi.

Succede poco dopo l'uscita di Vieira per infortunio (ma Diarra non lo farà rimpiangere). Succede che Lippi è costretto ancora una volta a togliere degli spompi Camoranesi e Perrotta per Iaquinta e Del Piero, ma per "colpa" di Totti non può inserire Gilardino per rilevare un'ancora una volta prezioso, ma sfiancato Toni. E succede che, in un secondo tempo dominato dai francesi, i cambi del sessantesimo portano una boccata d'aria fresca, ma non aiutano a riprendere in mano la partita.

La Francia, insomma, gestisce la ripresa, trova qualche occasione su un paio di splendide giocate di Henry (che una partita del genere non l'ha giocata in tutto il Mondiale) e mette una gran paura. Stessa musica nei supplementari, quando palesemente la freschezza atletica delle colonie regala ai transalpini una o due marce in più. Ma la mostruosa difesa italiana tiene botta e non si fa perforare.

E all'improvviso, come nel 1998, la testa di Zidane diventa protagonista. Prima prova a riportare in vantaggio i suoi, quando Buffon toglie dalla porta una splendida incornata del francese. Poi prova ad affondarli, i suoi, quando Materazzi lo provoca chissà come e lui reagisce tirandogli una craniata sullo sterno. Attimi di disgusto, una lunga attesa, cartellino rosso.

La carriera di un grandissimo si chiude nella vergogna. Vergogna per un gesto bruttissimo, a prescindere da quanto possa essere brutto ciò che l'ha scatenato. Vergogna per una stupidata che il capitano, il giocatore simbolo, il condottiero della sua squadra non può e non deve permettersi di compiere, nel supplementare di una finale mondiale, nella sua ultima partita.

Eppure, anche con l'algerino fuori dalle palle, l'Italia non riesce a riprendere in mano la partita. Sopra di un uomo, gli azzurri continuano a farsi mettere sotto, rischiano e accolgono quasi con sollievo i calci di rigore. C'è fiducia, ci sono cinque, forse anche sei rigoristi esperti, gente che non sbaglierà.

E non sbaglia: cinque rigori tirati come meglio non si può, di fronte all'errore del solo Trezeguet che, poverino, non è stato davvero il suo Mondiale. Ma in ogni caso rigori, come quelli della Germania nei quarti di finale, che sono l'emblema del cazzo duro. E non solo. Lippi sceglie gli uomini che secondo lui la metteranno, ci mancherebbe, ma sembra quasi compilare la lista per dare il giusto epilogo romanzesco a un mondiale che più romanzesco non si poteva.

Andrea Pirlo, che a detta di tutti ha fatto un Mondiale strepitoso, senza pari nel suo ruolo. E a detta di tutti in questo Mondiale non è emerso un vero fuoriclasse, un condottiero, un uomo simbolo. Ma che forse forse sia stato lui? Nel dubbio, portiere da una parte, palla nel culo.

Marco Materazzi, il difensore che tutti (i suoi tifosi) temono, che subentra a un sempre sfigatissimo Nesta e gioca un signor Mondiale, nonostante l'espulsione e il rigore (entrambi quantomeno sfortunati). Che segna due gol mostruosamente decisivi. E che tira un rigore bellissimo.

Daniele De Rossi, che poteva terminare il Mondiale da coglione assoluto, con quella gomitata da gran pirla, e invece ha il suo momento di gloria, e lo sfrutta schiantandola nel sette, con una tranquillità che, volendo, non ti aspetti. La catarsi, l'avevo evocata, cazzo.

Alessandro Del Piero, Achille, Francia '98, Euro 2000, scende dalla collina e tira, pure lui, un rigore perfetto, si toglie due scimmie, un gorilla e uno zoo intero dalla spalla, segna per Robertino (cit.) e gode come un riccio.

E poi lui, Fabio Grosso, che dopo l'esordio tutti volevano morto, che torna titolare e vince praticamente da solo due partite, che tira il rigore decisivo in finale. E va lì, lo vedi in faccia, che è stracazzuto. Barthez da una parte, pallone dall'altra.

Campioni del mondo.

Ah, giusto: comunque sia andata, vattene affanculo.

Bei momenti #010

9.7.06

Una strana vigilia

E così ci siamo, il nove luglio. Oggi si assegna la diciottesima Coppa del Mondo. L'Italia ha la possibilità di conquistare il suo quarto trofeo, staccando la Germania e piazzandosi al secondo posto, sotto solamente ai cinque del Brasile. La Francia, invece, ha l'opportunità di vincere il suo secondo campionato mondiale, abbandonando la sola Inghilterra nel club "Ve lo siete dovuto organizzare voi" ed entrando in quello "Due volte", in cui già si trovano Uruguay e Argentina.

E questa vigilia della finale, io, la sto vivendo in maniera un po' strana. Certo, spero che l'Italia vinca, un po' perché i francesi non si sopportano, un po' perché, lo ripeto, questa nazionale mi ha conquistato. Per la prima volta dal 1998, ho ritrovato la simpatia per gli azzurri calcistici, che nella versione Zoff mi lasciavano indifferente e in quella Trapattoni ho sanguinariamente odiato. Però non ho addosso quella tensione, quel ribaltamento intestinale, quell'agonia che ti segnano a morte quando aspetti una finale della squadra per cui tifi.

Penso per esempio a quella splendida stagione 2000/2001 dei Philadelphia 76ers, seguita tutto l'anno con le lacrime agli occhi per la gioia. Quella emozionante corsa nei play-off, quella gara sette contro i Raptors "agonizzata" via web con il cuore in gola, quella gara sette contro i Bucks vista in diretta notturna col panico addosso, quella travolgente esplosione di gioia per la vittoria in gara uno coi Lakers e quella immensa tristezza, accompagnata però anche da tanto orgoglio, per le successive sconfitte.

Oppure, anche, l'annata 2004/2005 dei Philadelphia Eagles. Tutta la stagione seguita con gioia e trasporto sempre crescenti. Quei giorni di morte nel cuore, di depressione totale e insostenibile, dopo che Terrel Owens si era fatto male in quella inutile partita contro i maledetti Cowboys. Il trasporto e lo stupore nel seguire la cavalcata nei play-off. La reale agonia nell'attesa del superbowl, il panico crescente, l'esplosione di gioia per il vantaggio iniziale, l'ammosciamento sulla rimonta subita, la depressione dei giorni successivi alla sconfitta.

E ovviamente, per tornare in tema Azzurri, il torneo olimpico di basket del 2004. Già, perché, nella mia schizofrenia, è solo all'italia calcistica, che non riesco ad appassionarmi. Nel seguire qualsiasi altra disciplina sportiva, invece, ho il tricolore tatuato in fronte. E quando mi sono ritrovato ad Atene a seguire dal vivo le semifinali e le finali di quel torneo, beh, è stata un'emozione unica. Unica, perché vabbé, neanche serve dirlo, essere alle Olimpiadi è già devastante di suo. Ma micidiale perché davanti al miracolo compiuto dagli Azzurri in semifinale con la Lituania ho tifato, sofferto, gioito, agonizzato, provato panico e terrore, subbugli intestinali ed esplosioni di gioia vera. E tremenda è stata quella finale persa con l'Argentina il giorno dopo, quando ero completamente senza voce, per le corde vocali massacrate dalle urla. E incredibile è stata la gioia e l'orgoglio, nel vedere quella gente sul secondo gradino di un podio olimpico. Che poi, vabbé, un podio olimpico, vederlo dal vivo è comunque una cosa incredibile.

E oggi? Eh, oggi, questa cosa, non ce l'ho. La aspetto, la finale, ho voglia di vederla e ho voglia di gioire vedendo vincere l'Italia. Ma ho come l'impressione che, anche oggi, non riuscirò a tifare per davvero. Me ne sono reso conto guardando la semifinale. Sul gol di Grosso, beh, mi sono commosso, a vedere quell'esultanza tenerissima. Ed ero contento. Ma non ho avuto quell'esplosione totale di gioia, che mi ha invece travolto da parte di tutti quelli che mi stavano attorno e mi sono saltati addosso. E durante tutta la partita, col risultato in bilico, coi due pali, con le occasioni, mi sono emozionato, certo, ma non ho provato quell'incredibile tensione. Insomma, stavo guardando una semifinale di Coppa del Mondo, ci mancherebbe che non fossi emozionato, però...

E allora, stasera, che faccio? Boh, la partita la guardo e spero vinca l'Italia. Spero anche di ritrovarmi a tifare per davvero, perché dai, alla fine è una figata. In fondo, quanta gente ha scoperto la passione per il calcio con la vittoria del 1982? Io la passione per il calcio ce l'ho già. Mi manca quella per la nazionale di calcio. Questa splendida nazionale, con il suo gruppo incredibile e i suoi dieci marcatori diversi, con quelle facce commoventi, con Pessottino nel letto d'ospedale, con Bergomi che urla "ANDIAMO A BERLINO!!!", mi ha fatto quasi innamorare.

Quasi. Manca ancora qualcosa. Qualcosa che, stasera, mi faccia urlare per davvero. E allora forza, ragazzi.

8.7.06

Bei momenti #009


"RRETE! RRETE! RRETE!"


Tre volte l'ha urlato Compagnoni, sul terzo gol di Schweinsteiger, che finalmente - e con estremo gusto - l'ha inzuppata, addirittura per tre volte.

Portoghesi tutti appesi.

7.7.06

Semifinali

Italia e Germania, ancora una volta, danno vita a una semifinale dai toni leggendari, emozionante, divertente, ricca di pathos e dramma, con il risultato in equilibrio fino alla fine dei tempi supplementari. Vittoria decisamente meritata per gli italiani, comunque, che sono stati praticamente sempre padroni del campo e messi in difficoltà solo quando presi in contropiede, magari perché troppo sbilanciati in avanti, e nella parte finale della ripresa, quando Camoranesi e Perrotta sembravano davvero stanchissimi e, forse, Lippi ha esitato troppo a togliere l'argentino.

Vero che ci vuole fortuna a sbloccare il risultato al centodicannovesimo, per di più con un gol della madonna come quello di Grosso, ma vero anche che spesso, nello sport, il culo sorride a chi se lo va a cercare. E giocare una partita offensiva, spingendo così tanto sulle fasce, mantenendo costantemente il controllo del centrocampo, non sbagliando e non concedendo praticamente nulla, francamente, credo sia andarselo a cercare. Bravi tutti, dal primo all'ultimo, splendidi per impegno, bravura nel ricoprire il proprio ruolo e voglia di non mollare fino alla fine.

E bravo anche Lippi, che prepara la partita benissimo e azzecca tutti i cambi. Bravo Fabio "Tardelli" Grosso, che dimostra ancora quanto fosse sbagliato criticarlo tanto nelle prime partite. Tutti a rompere i coglioni perché sale poco mentre Zambrotta è sempre avanti, quando poi, appena si incontra una squadra forte sulla sua fascia sinistra e perforabile sulla sua fascia destra, guardacaso Zambrotta resta molto più accorto e Grosso passa tutto il tempo ad umiliare il suo marcatore.

Ma meravigliosa anche la difesa, che concede pochissimo e, quando lo fa, può contare sul miglior portiere dell'universo, perfetto nel negare a Podolski la gioia del gol e nel dare fiducia a un reparto che già di suo non ne avrebbe bisogno. Complimenti pure a Materazzi, che sta facendo un signor Mondiale. E complimenti ad entrambi gli allenatori che, quando la partita volge alle fasi culminanti, non si fanno prendere da trapattonismo, anzi, tolgono centrocampisti per mettere punte o mezzepunte. Certo, Klinsman con quella mossa ha definitivamente perso di vista il centrocampo, ma almeno ha provato a vincere.

Un grande vittoria, meritata e sofferta, per la squadra che ha giocato e sta giocando meglio di tutte. E che, non dimentichiamolo, ha tenuto in scacco una solida e sorprendente Germania, squadra di casa vibrante e orgogliosa, seppur priva di un uomo fondamentale come Frings e penalizzata da un Klose e un Ballack visibilmente affaticati e limitati dagli infortuni. Tocca dirlo, però: ancora una volta questo Mondiale premia chi se lo merita.

Tanto bella è stata la prima semifinale, quanto brutta è stata l'altra. Per la seconda partita di fila, i francesi eliminano gli avversari con le loro stesse armi. In questo caso possesso palla, gestione accorta, golletto e partita addormentata. Scelta forse finalizzata anche allo "stare bboni" ed evitare rischi di squalifiche per la finale. Zidane sembra un po' meno Mazinga rispetto alla partita col Brasile, ma del resto non ti trovi sempre a giocare contro una manica di zombie. Bravo Henry a procurarsi il rigore, anche se continua a sembrarmi un po' fuori forma. Sempre impressionanti Vieira e Makelele, totali padroni del centrocampo.

Imbarazzanti i portoghesi. Che la loro insostenibile fumosità fosse arrivata fino a qui, beh, era stato anche un po' demerito degli avversari, ma un simile crollo devo dire che non me l'aspettavo. Totalmente nulli in attacco, capaci solo di arrivare sulla tre quarti senza mai riuscire a fare l'ultimo passaggio. Ed è vero che Pauleta è un caprone, ma è anche vero che ha passato settanta minuti in campo senza vedersi recapitare un singolo pallone decente.

Inqualificabile, come al solito, l'atteggiamento della squadra tutta: sempre a lamentarsi, sempre per terra, sempre a cercare la furbata, sempre a rompere i coglioni. Solo giusto che vengano puniti da un rigore tutt'altro che scandaloso, ma forse anche un po' generoso. Dopo averlo subito cominciano a buttarsi con frequenza sempre crescente e nel finale entrano in area di rigore e cascano per terra a caso, senza neanche stare a guardare dove vada la palla. A casa, pezzenti.

La finale per il terzo posto, sulla carta, dovrebbe vedere i tedeschi enormemente più motivati dei portoghesi. Davanti al proprio pubblico sarebbe brutto uscire sconfitti. Pare però che giocheranno molte seconde linee, un po' per far loro assaggiare il mondiale (Kahn), un po' perché va bene stringere i denti per una finalissima, ma per una partita del genere puoi anche evitare di sfidare la sorte con un infortunio (Mertesacker, Ballack, Klose, Miguel). Se quindi, come pare probabile, in entrambe le squadre vedremo molte seconde linee, potrebbe esserci voglia di fare bene e potrebbe uscirne una bella partita. Io, comunque, credo, ma soprattutto spero che vinca la Germania.

La finalissima. Eh, beh, per coerenza, mi tocca considerare favorita l'Italia. Se ritengo sia la squadra più forte del Mondiale, quella che ha giocato meglio, che è stata più costante, che ha dimostrato più cuore, rabbia, spirito di gruppo e che, fattore non secondario, ha la panchina di gran lunga più completa, beh, non posso che ritenerla favorita. Ma non vedo una gran differenza, coi francesi.

Il modulo delle due squadre è quasi speculare: difesa a quattro, unica punta con dietro un fantasista, ma centrocampi abbastanza diversi. Se l'Italia schiera un regista arretrato, un distruttore di gioco e due ali molto propense all'inserimento centrale, la Francia ha due bestioni picchiatori (ma comunque discreti in impostazione) e due esterni molto più abituati a sfruttare le fasce.

Personalmente credo che le chiavi saranno due: l'impatto del centrocampo francese, sicuramente più fisico, su Pirlo e Totti e il confronto sulle fasce. Il lavoro di Grosso e Zambrotta sarà ancora una volta decisivo, con il primo impegnato a contenere i pericolosi Ribery e Sagnol e il secondo che, sulla carta, avrà vita più facile con i molto meno convincenti Abidal e Malouda (che guardacaso pare possa perdere il posto da titolare in favore di un pimpante - e dai pericolosi trascorsi - Wiltord). A naso credo che Lippi non cambierà modulo, ma certo è che la carta De Rossi potrebbe non essere da sottovalutare, perché darebbe una gran mano sul piano fisico e, oltretutto, sarebbe l'unico in mezzo ad avere le caratteristiche per contrastare il gioco aereo di Vieira.

Da non sottovalutare Henry - che pure non mi sembra in forma splendente - anche perché non sarà facile tenere a bada le sue accelerazioni senza lasciare troppo spazio a chi gli sta dietro. Ma occhio anche a Toni, che contro la Germania ha secondo me giocato una gran partita da lavoratore silenzioso, aprendo tanti spazi per i centrocampisti italiani. Sbaglierò, ma contro Thuram e Gallas potrebbe tornare ad essere molto pericoloso anche come finalizzatore.

Non credo, infine, che l'esultanza e il tipo di partita incredibile vinta in semifinale possano far correre agli azzurri il rischio di non avere più nulla da dare da un punto di vista emotivo. Se c'è una ragione per cui, prima volta dal 1998, sono tornato ad avere grande simpatia per gli azzurri, è che sembrano tutti avere sempre un fuoco negli occhi che in tempi recenti mancava un po'. Mi aspetto una conferma anche in questo senso.

Ah, giusto: comunque vada, mi inchino.

5.7.06

Bei momenti #008


Fuori. Dal. Cazzo.

2.7.06

Gli uomini, reprise


Applausi per Fibra
Fabio Cannavaro (Italia)
Non esistono parole.

Peter Crouch (Inghilterra)
Oh, sarà brutto, non sarà un campione, ma a me non dispiace. Si sbatte tantissimo, lavora per la squadra come pochi, torna a centrocampo, gioca di sponda, palleggia, a volte salta addirittura l'uomo, in dieci contro undici fa quasi reparto da solo.

Torsten Frings (Germania)
Un motorino implacabile, uomo ovunque della Germania, il migliore dei suoi dalla prima all'ultima partita. Se lo squalificano, per i crucchi sono cazzi.

Owen Hargreaves (Inghilterra)
A proposito di uomini ovunque, ma che razza di partita ha giocato, questo? Madonna santa, usciva dalle fottute pareti.

Miroslav Klose (Germania)
Alla faccia di quello che doveva essere capace a fare gol solo nel girone, solo quando non contava nulla. Gioca una partita non eccelsa, si mostra molto stanco, ma si sbatte dall'inizio alla fine e, quando serve, si fa trovare pronto.

Luca Toni (Italia)
Si è sbloccato alla quinta partita, come Paolo Rossi. Aiuto, aiuto.

Francesco Totti (Italia)
Sta tornando quello buono, salta l'uomo, fa bei lanci, fa anche i suoi soliti lanci a caso nelle mani del portiere e in fallo laterale, ma l'importante è che ci provi e mostri la fiducia che sembra aver definitivamente recuperato. Con lui gira tutta la squadra, finalmente, anche se si potrebbe dire che con l'Ucraina è facile. Vedremo.

Gianluca Zambrotta (Italia)
Prende l'aereo per andare a trovare Pessotto, torna, gioca una partita mostruosa e sblocca il risultato con una galoppata folle. Sceneggiature del genere di solito si vedono nell'NBA.

Zinedine Zidane (Francia)
Come ridicolizzare con novantuno minuti impeccabili una banda di stronzi pischelli. A trentaquattro anni, ancora, un giocatore fuori dal mondo.



Coda fra le gambe
Adriano (Brasile)
E pensare che gli interisti temevano si fosse riposato per i Mondiali.

Dida (Brasile)
Sempre più bravo nelle uscite.

Frank Lampard (Inghilterra)
Un mondiale di merda, giocato di merda e chiuso di merda, con un rigore tirato di merda.

Ronaldinho (Brasile)
Mondiale imbarazzante per un personaggio che, piano piano, comincia a starmi sempre più sui coglioni. Interessante notare come "l'uomo che sorride sempre, anche dopo un passaggio sbagliato malamente" abbia perso il sorriso quando le cose andavano male per lui, nonostante la squadra ("la cosa più importante, va bene se fanno gol gli altri, conta la vittoria") stesse andando avanti. E quando c'era bisogno di lui, di una scossa, del faro, non ha saputo fare un cazzo. Ma certo, era fuori posizione, era fuori forma. E poi ride.

Il Brasile
Affanculo il quadrato magico, la squadra che chiunque potrebbe allenare, quelli troppo forti per non considerarli favoriti assoluti. Ridicolizzati con il loro stesso ti-tic ti-toc. Per novantuno, ininterrotti, minuti.


Premio "Bella mossa"
Meglio Pekerman che tiene Messi a riposo o Eriksson che mette Carragher per tirare il rigore?

Quarti di finale

I quarti di finale si aprono con un primo tempo da coma etilico, in cui l'Argentina fa possesso palla nella sua area di rigore e la Germania la lascia fare. Una roba impressionante, al ventesimo minuto sembrava di essere al novantatreesimo, con l'Argentina sopra di due gol e la Germania che non ci credeva più. Fastidiosi i sudamericani a tenere palla per mezz'ora consecutiva (una cosa tipo 63% abbondante) senza praticamente mai tirare in porta. Contratti, nervosi (soprattutto all'inizio), ma tutto sommato saggi i tedeschi a non farsi irretire, evitando di stancarsi inutilmente nel tentativo di pressare contro gente che sa farla girare. Oltretutto, le due vere occasioni del primo tempo sono sul sinistro di Podolski e sulla testa di Ballack.

Nella ripresa gli argentini, incredibile, decidono di attaccare e al primo vero affondo, seppur su calcio d'angolo, sfondano. Improvvisamente c'è una partita, coi tedeschi che ovviamente cercano di recuperare, ma mostrano un'invidiabile compassatezza, senza sbracare, senza andare allo sbaraglio. Gli argentini hanno un paio di occasioni per raddoppiare, ma si scoprono leziosi e inconcludenti e finiscono per subire il pari su una bella incursione del commovente Klose. Pekerman è sfortunato, perché spreca un cambio per sostituire lo spaccato Abbondanzieri e usa il terzo per mettere Cruz ("accontentiamoci dell'uno a zero") subito prima del pareggio, ma certo uscire senza aver fatto giocare Messi fa veramente brutto. Supplementari quasi inutili, ci sono un paio di occasioni, ma i padroni di casa hanno il capitano acciaccato e faticano a mettere assieme qualcosa. Ai rigori, però, vince il cazzo durissimo dei tedeschi, che tirano molto bene, con forza e precisione. E, diciamocelo, non è che fosse poi così ovvio attenderselo dal ragazzino Podolski e da un affaticatissimo Ballack, cui comunque va dato atto di avere le palle di prendersi una responsabilità che, con quella fascia al braccio, non poteva certo schivare.

L'Italia, come era lecito attendersi, domina, vince e convince giocando contro il Pizzo Calabro. Si vede una bella squadra, che comincia davvero a girare come dio comanda, con tante belle azioni costruite su tocchi di prima, gente capace di saltare l'uomo, conclusioni, efficacia sotto porta e rocciosità difensiva. Certo, andare in vantaggio con un gol del genere dopo appena sei minuti rende le cose facili, specie contro una squadra palesemente inferiore, ma quel che giusto è giusto: l'Italia spacca i culi. E sulla carta potrebbe spaccare abbondantemente anche quello dei tedeschi, che si presentano in semifinale apparentemente stanchissimi, con un Ballack claudicante e con sulla testa la spada di damocle della possibile squalifica a Frings. Sarà ovviamente una partita difficile e peserà il fattore campo, ma vedo gli azzurri favoriti. Importante, anche, non prestare attenzione all'arbitraggio: come contro la Svezia e l'Argentina, come è ovvio e tutto sommato tranquillo che sia, a favore dei tedeschi ci saranno sicuramente gli episodi, la punizione inventata che fa riposare e salire la squadra, le scelte dubbie, le piccole cose che aiutano a tenere l'inerzia della gara in bilico. Ma l'Italia può e deve essere più forte di tutto questo.

Se giochi di merda, esci. Questa è abbastanza una legge, rispettata come poche altre volte in questo Mondiale. Certamente gli inglesi hanno avuto una sfiga allucinante, fra gli infortuni a Owen e Beckham e l'espulsione di Rooney - comprensibile, ma fiscale e soprattutto non in linea con l'arbitraggio di Elizondo - ma hanno giocato veramente male, tutte e cinque le partite. Il paradosso è che, inizialmente, contro il Portogallo stavano forse esibendosi nella loro prestazione migliore. Sono partiti bene e per una ventina di minuti sembravano convincenti. Perfino Lampard riusciva a inserirsi bene nel gioco offensivo! Ma piano piano si sono spenti, con l'uscita di Rooney hanno perso il controllo e hanno finito per non rendersi quasi mai pericolosi (anche se almeno tre ottime occasioni da gol le hanno avute). Il Portogallo, pur privo del faro Deco, ha retto bene, ha rischiato spesso di andare in vantaggio e ha giustamente sfruttato il fatto di avere un portiere fortissimo sui calci di rigore. Rigori che, peraltro, gli inglesi han tirato in maniera vergognosa.

A proposito di squadre che giocano di merda, finalmente il Brasile viene spazzato via. Incredibile ma vero, appena si trovano di fronte una squadra solida e in grado di far male in attacco, i Carioca salutano il Mondiale. La Francia gioca una partita diversa rispetto a quella contro la Spagna, aspettando di meno e attaccando di più, ma sfruttando carte vincenti molto simili: enorme fisicità dietro e in mezzo, grande velocità dei giocatori offensivi e un capitano in stato di grazia. La prestazione di Zidane non vale neanche la pena di commentarla, perché qualsiasi descrizione sarebbe riduttiva. I brasiliani, tutti, dal primo all'ultimo, erano incazzati neri, non ci capivano niente, non riuscivano a stargli dietro, mentre quello si prendeva gioco di loro. Ora, per i galletti, c'è da affrontare una semifinale contro un'avversaria sulla carta tutto sommato molto simile alle due precedenti, con giocatori molto bravi a far girare la palla (e le palle), anche se forse un po' più esili di Spagna e Brasile alla voce "attaccanti". In compenso, però, hanno dimostrato una solidità mentale e tattica decisamente superiore e hanno in panchina un uomo abituato a vincere. Anche qui, vedo la Francia favorita, ma con minore convinzione.

 
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