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11.10.14

La robbaccia del sabato mattina: Un po' di New York


In questi giorni è in corso il New York Comic-Con, per cui è probabile che stiano spuntando cose, trailer, fatti & situazioni che mi piacerebbe infilare qua dentro. Ma, ehi, whatever. Questo qua sopra, comunque, è il primo poster di Powers, la serie "TV" in arrivo sul PlayStation Network che ancora non riesco a capire se mi ispiri fiducia o meno. Boh?



Un trailer per The Humbling, di Barry Levinson, con Greta Gerwig e Al Pacino che fa le facce buffe. Potrebbe essere carino, esce l'anno prossimo.



L'annuncio del ritorno di Twin Peaks per mano di David Lynch e amichetti. E, boh, teoricamente è una roba che mi fa piacere, ma per qualche motivo mi dà la sensazione della reunion fuori tempo massimo di rock band a caso che hanno finito la benzina ma anche i soldi per il pensionamento. Va anche detto che cinque anni fa (mamma mia, son già passati cinque anni) sono andato a due concerti dei Faith No More e sto aspettando con la bava alla bocca il loro nuovo disco, quindi chi sono, io, per giudicare? Quindi evviva!



Intervallo! Questa qua sopra è la rosa di partenza dei Philadelphia Newsagents per la stagione 2014/2015. Trattasi della mia squadra di fantaNBA, che fra l'altro ultimamente diventa anche la squadra che metto assieme per giocare a NBA 2K. Così, volevo metterla da qualche parte.



Questo qua, invece, è il teaser trailer di Tomorrowland, che OK, Lindelof aiuto aiuto, però Brad Bird, eh, e comunque sembra davvero intrigante. Si parla di maggio 2015.



Qua, invece, abbiamo Focus, il nuovo film di Ficarra e Picone. Mh, no, aspetta, Ficarra e quell'altro, quelli di quel film con Ryan Golsing e Steve Carell e di quell'altro film che in Italia avevano camuffato da una cosa un po' diversa. Esce a marzo, ha un trailer promettente, c'è Margot Robbie e ha pure rating R.



E infine, per l'appunto dal New York Comic-Con, il nuovo trailer di Big Hero 6, che, non so, boh, non mi ispira, boh, bah. Vabbé, ciao, buon weekend.



Ieri volevo andare a vedere Gone Girl ma era tutto esaurito nel cinema in cui volevo andare. Uffa. In Italia esce a dicembre, comunque. Toh. Ciao.

23.8.14

La robbaccia del sabato mattina: Paul Rudd col cappuccio



L'altro giorno è stato annunciato il cast per la serie da dieci episodi basata su Powers, fumetto molto apprezzato da queste parti, che è attualmente in produzione per il PlayStation Network. Ora, con tutto che non so ancora se avere buone speranze perché vai a sapere, devo dire che la scelta di Sharlto Copley come protagonista mi intriga, anche se ha un po' poco a che vedere con l'estetica del personaggio originale. In più, c'è la sempre ottima Michelle Forbes per il ruolo di Retro Girl e ci sono un altro po' di nomi più o meno noti a fare da contorno: Eddie Izzard, Noah Taylor, Susan Heyward, Olesya Rulin, Max Fowler e Adam Godley. Vogliamo crederci? Crediamoci. Intanto, escono le prime foto (una sopra, una sotto) più o meno legate ad Ant-Man, noto anche come il film Marvel passato dall'essere il più atteso in assoluto a quello da cui ci si aspetta meno in assoluto.



Sempre a proposito di fumetti Marvel, stanno uscendo circa centododicimila notizie di casting sulla seconda stagione di Agents of S.H.I.E.L.D.. Se non mi sono perso nulla, abbiamo la sempre amata cavallona Adrianne Palicki come Mockingbird (quindi possibile futura conquista di Jeremy Renner, se decidono di seguire gli sviluppi dei fumetti), Kyle MacLachlan a fare il padre di Skye, chiunque esso sia, e Brian Patrick Wade come Crusher Creel, quindi, teoricamente possibile futuro bersaglio dei cazzotti di Thor. Scelte buone? Scelte cattive? Non saprei, dico solo che a me fa sempre piacere vedere sullo schermo Tyra Collette, quindi a posto così.



Questo qua sopra è il trailer di Young Ones, del quale non so praticamente nulla se non quello che si vede, per l'appunto, nel trailer, ovvero che racconta di un futuro tutto polvere e niente acqua. Praticamente è il contrario di Waterworld. Gli attori mi intrigano, il trailer mi intriga, IMDB mi dice che in Francia è uscito a inizio agosto e in effetti scopro ora che è ancora fuori. Magari la prossima settimana lo recupero. Forse. Vai a sapere.



Questo sembra una roba oltre l'impresentabile, e del resto i protagonisti sono Nicolas Cage e Hayden Christensen. La verità è che l'ho messo qui solo perché si intitola Outcast. Andiamo avanti.



Il secondo trailer di Annabelle, il film dedicato alla bambola tutta brutta e inquietante che faceva una comparsata in L'evocazione. Puzza di cagata lontano un miglio, però, ehi, vai a sapere, magari invece viene fuori divertente. Anche se, insomma, dal regista di Mortal Kombat: Distruzione totale, abbiate pazienza, tenderei a non aspettarmi molto. Comunque, per questa settimana chiudiamo qui, con giusto una segnalazione di un articolo che mi è piaciuto molto su come funzionano gli assalti di gruppo in questo luogo così simpatico e accogliente che è l'internet. E ora spazio ai video tutti matti.









Sono indeciso: vado a vederlo, il film con Sara Tancredi che scappa dagli uragani?

12.5.13

Cose a caso per la domenica mattina


Ogni tanto qua dentro mi viene voglia di segnalare il podcast di Bill Simmons, perché c'è questo o quell'ospite interessante e ne escono fuori conversazioni ganze. Non starò ancora una volta a spiegare chi sia o cosa faccia Simmons, dico solo che è uno piacevolissimo da leggere e da ascoltare se si apprezza l'NBA, lo sport americano in generale e magari pure un po' di cultura pop (per lo più americanoide). Nel caso specifico, l'episodio del 30 aprile ha visto ospite Jason Collins, il giocatore NBA che ha fatto coming out con un delizioso articolo scritto di suo pugno per Sports Illustrated (adorabile la battuta su Shaq). E insomma, scaricatelo e ascoltatelo, se non avete problemi a comprendere l'ammerigano.


Passando ad argomenti più nerd, e quindi adeguati a questo blog, segnalo che l'ABC ha dato l'OK per la serie TV dedicata allo S.H.I.E.L.D. Onestamente io non avevo grossi dubbi al riguardo, considerando le fortune cinematografiche Marvel, ma, boh, forse han voluto prima vedere come andava con l'avvio della fase post-The Avengers. Beh, Iron Man 3 sta facendo i suoi incassi, quindi no problem. L'episodio pilota è stato realizzato a gennaio, scritto e diretto dal nostro amico Joss Whedon, e non ho ben chiaro di cosa parlerà la serie, ma insomma, mi aspetterei una roba dedicata ad esseri umani che vivono in un mondo di supereroi (un po' sullo stile della serie a fumetti dedicata al dipartimento di polizia di Gotham City... sulla quale mi sembra folle che ancora nessuno abbia pensato di basare, per l'appunto, una serie TV). Da sottolineare che nel materiale promozionale si vede in primo piano l'agente Coulson... ma del resto siamo ben nell'universo Marvel, no? Comunque, se ne parla in autunno.

Ah, quella là in cima è la prima, inutile, immagine ufficiale dalla quarta stagione di The Walking Dead, che stanno girando adesso e sarà trasmessa a partire da ottobre. 

4.3.11

Players #2

È finalmente disponibile per gli accattoni il numero 2 di Players in versione gratuita, da scaricare senza tirar fuori un soldo (o da leggere tramite l'applicazione sul sito, anche). Se poi si decide che la roba piace e si vuole premiare chi la fa e/o contribuire alla buona riuscita del progetto, si possono scucire dindi. Il tutto sta a questo link qui.

Su questo numero i miei fan possono leggere le recensioni di Balada Triste De Trompeta, Cerebus e The Book Of Basketball (il mio libro preferito del 2011, lo dico già adesso senza timore di smentita). Oltre alle mie fesserie, segnalo i contributi di un paio di outcastari: Fotone ha recensito Epic Mickey e scritto una pagina per la sezione d'apertura, Fabio ha recensito Rock Band 3. In più, fra le altre cose interessanti, ci sono per esempio l'intervista a Bruce Sterling (accompagnata da un articolo di Marco Passarello), e l'intervista a David Cage (per la quale non ho fatto manco una domanda perché mi ero distratto).

Sono ancora a San Francisco. Ma fra poco torno, eh!

4.12.09

Cicci :)

29.6.07

E due

1.6.07

:-0

4.5.07

D'oh!

Sono quasi le cinque


Ho appena finito di guardare una splendida gara sei fra Utah e Houston e sto per gustarmene un'altra - se Dio vuole anche più bella - fra Dallas e Golden State. Un primo turno con tre cappotti (quasi) prevedibili, due serie un po' a senso unico ma molto emozionanti sulla singola partita, una sfida parecchio divertente purtroppo segnata dagli infortuni, una gara sette già prenotata e un'altra che potrebbe nascere stasera (e se non dovesse nascere, beh, ci sarebbe comunque da ridere). Sonno arretrato a parte, direi che proprio non ci si può lamentare (hahahhahaha, olè, primi due canestri, subito due triple. Sotto, sotto!)

21.12.06

Ciao, bello


Ti ho voluto bene e te ne voglio ancora. Hai tirato la carretta per un decennio, senza avere praticamente mai una squadra attorno. E quando l'hai avuta, te la sai caricata sulle spalle e l'hai portata quasi fino in fondo, in maniera davvero commovente. Ti danno per morto da anni, e son tre anni che fai la tua miglior annata di sempre. Certo, le puttanate, i casini e le lamentele, i litigi e le mazzate. Ma non importa, perché già mi manchi. So cosa significa vederti giocare dal vivo e mi viene il magone a pensare cosa significherà vederti giocare con un'altra maglia. Spero ti vada bene, penso ti andrà meglio, ma non so fino a che punto. In ogni caso, grazie.

2.2.06

Forza Inter


"Steve Nash is incredible," Sixers forward Kyle Korver said. "He just picks everything apart. You think you have his first pass covered, his second pass covered, but he finds the third one, and that guy is wide open for a three."

Steve Nash è un playmaker canadese di un metro e novanta per 88 chili. Un pazzo scriteriato dal capello lungo, che in campo corre costantemente dall'inizio alla fine, sventola la chioma a desta e a sinistra, mette canestri che non stanno né in cielo né in terra e serve assist partoriti da una mente deviata, che ha poco a che vedere con quella degli uomini normali. Nasce in Sud Africa, dove il padre viene portato dalla sua carriera di calciatore, cresce in Canada e, da buon americano anomalo, diventa grande appassionato di calcio. Tormenta i suoi compagni palleggiando coi piedi all'inizio di ogni allenamento, partecipa alla gara delle schiacciate servendo assist di testa e di tacco ad Amare Stoudemire, adora Del Piero e si commuove quando gli arriva dall'Italia la sua maglietta in omaggio, tifa per il Tottenham e, probabilmente, pur essendo nettamente lo sportivo più talentuoso in famiglia, un po' rosica perché il fratello gioca nella nazionale canadese di calcio.

Si è messo per la prima volta veramente in mostra a Sydney, durante le Olimpiadi del 2000, quando portava ancora i capelli corti e vinceva da solo le partite per il Canada, portandolo a cinque punti dalla semifinale e al settimo posto nel torneo. Da allora ad oggi è stato capace di diventare il miglior playmaker della lega (con tanti saluti a Jason Kidd), il più improbabile degli MVP, il mio giocatore di pallacanestro preferito. Nell'estate del 2004 i Dallas Mavericks hanno deciso di dare a Erick Dampier i soldi che chiedeva Nash e si sono fatti sfuggire il canadese. Erick Dampier. No, dico, Erick Dampier. Uno che se gioca titolare è solo perché ci sono meno centri buoni nell'NBA che terzini sinistri validi all'Inter. E intanto Nash è andato ai Suns ed è diventato MVP ribaltanto come un guanto la squadra e portandola a un paio di infortuni dal giocarsela ad armi pari con gli Spurs in finale di conference. Quest'anno, per inciso, sta tenendo Phoenix a livelli altissimi nonostante l'infortunio spezza reni di Amare Stoudemire.

Ma torniamo un attimo sulla stagione 2004/2005 e il premio di MVP, conquistato in volata su uno Shaq altrettanto "valuable". Nash è nel ristrettissimo club delle guardie NBA elette MVP: ne fanno parte altre cinque, vale a dire Bob Cousy, Oscar Robertson, Earving "Magic" Johnson, Michael Jordan e Allen Iverson. Bella compagnia, eh? Con tre di questi signori condivide un altro record: sono gli unici ad aver vinto il premio di MVP in una stagione in cui avevano la miglior media assist della lega. Ah, lui e Hakeem Olajuwon sono gli unici MVP non statunitensi nella storia dell NBA (oddio, ci sarebbe pure Tim Duncan, a fare i pignoli). Non solo: Nash è stato il primo MVP bianco dai tempi di Larry Bird, il primo MVP non "miglior marcatore" della sua squadra dai primi anni Settanta, addirittura l'MVP con la terza peggior media punti nella storia di questo particolare premio. Ah, toh, è, assieme ad Allen Iverson, l'unico MVP alto meno di sei piedi e sei (un metro e novantacinque, circa).
Ci sono tante altre belle statistiche, ma direi che ho reso l'idea.

Il virgolettato in apertura viene da Kyle Korver, biondissima ala piccola dei miei Philadelphia 76ers. Il ragazzo ha delle mani fatate, tira come quasi nessuno nella lega. Peccato sia praticamente l'unica cosa che sa fare, ma non è che si possa chiedere tutto, dalla vita. Lui, Dalembert, Iguodala, Salmons e Willie Green sono un interessantissimo gruppetto di giovani talenti accumulati dai Sixers negli ultimi tempi. Assieme a un Iverson che praticamente ogni anno che passa fa la sua miglior stagione in carriera e al fratello paraplegico di Chris Webber costituiscono una squadra molto divertente e piacevole da seguire. Uno dei primi attacchi della lega ma, purtroppo, anche una delle peggiori difese. I talenti individuali in questo senso non mancano: Iguodala e Dalembert difendono alla grandissima sull'uomo e Iverson, le sere che ha voglia, può mettere in crisi qualsiasi play della lega. Il problema è che Korver e Webber sono due corridoi aperti verso il canestro e, in generale, manca una concreta difesa di squadra. Una di quelle che i buchi dei compagni li coprono, che permettono di conservare i vantaggi corposi, che ti fanno rientrare nelle partite storte. Una di quelle cose capaci di prendere una squadra obiettivamente mediocre e farla arrivare dove mai ti aspetteresti (New York 1999, Philadelphia 2001... ). Ecco, questo ai Sixers manca e, per quanto stimi il lavoro di Maurice Cheeks, dubito arriverà mai per davvero. Purtroppo questi Sixers, a meno di allineamenti astrali estremamente favorevoli, non sono e non saranno mai da titolo. Webber, al di là del fatto che non l'ho mai adorato neanche quando era ancora fisicamente a posto, è ormai lesso. Iverson saranno tre anni che tutti prevedono crolli: prima o poi succederà, non è mica l'uomo bionico. Il problema è che uno il treno l'ha perso in quella disgraziata gara sette contro i Lakers, mentre l'altro, obiettivamente, il treno l'ha visto passare velocissimo e non ha mai avuto la possibilità di prenderlo. Oggi giocano bene, in una squadra bella e interessante, ma che può andare oltre le semifinali di conference solo a colpi di infortuni eccellenti degli avversari. Che per carità, uno ci spera anche, eh, ma mica puoi contarci troppo.

Comunque, oggi i Sixers hanno concluso una mossa di mercato: Stephen Hunter (che in effetti era servito solo per sostituire il temporaneamente rotto Dalembert) agli Hornets in cambio di un paio di scelte al draft. Considerando quanto bene hanno scelto negli ultimi anni i dirigenti di Phila e il fatto che, seppur al secondo giro, tendenzialmente dovrebbero essere scelte alte, c'è di che ben sperare. Comunque, francamente, credo che Iverson e Webber siano già (da tempo) futuri iscritti al club del "eh, fortissimo, per carità, però non ha mai vinto una fava". D'altra parte, il teatrino messo in piedi da Terrell Owens e il terzo infortunio grave in quattro anni a Donovan McNabb, due cosette simpatiche in grado di trasformare l'ultima stagione NFL in una costante crisi depressiva domenicale, non è che accadano per caso. Ventidue anni dall'ultimo titolo vinto in uno dei quattro sport maggiori (i Sixers del Dottor J), aggiungerne dieci per l'hockey, aggiungere a piacere per qualsiasi altra cosa. Gli interisti vivono bene, altro che cazzi.

 
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