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18.7.15

La robbaccia del sabato mattina: Leonardo!


Lo vedete quello con la faccia blu qua sopra? Eh. Sono le foto di X-Men: Apocalypse. Avete visto quanto sono brutte? Vogliamo parlare del fatto che se copri la faccia a Oscar Isaac e lo rendi irriconoscibile ti stai perdendo uno dei motivi per cui è fico avere Oscar Isaac? Ma poi quello è davvero lui? È inguardabile. Ricordiamoci, però, che Quicksilver era inguardabile e alla fine si è rivelato essere la cosa migliore di X-Men: Giorni di un futuro passato.



Dunque, il primo trailer di The Revenant, il nuovo film di Alejandro González Iñárritu in cui questa volta Leonardo Di Caprio magari vai a sapere vince l'Oscar e per cui Tom Hardy ha rinunciato ai soldi di Suicide Squad. Sembra una roba estremamente fica, particolare, originale. Qui è dove faccio presente che Birdman non mi è piaciuto poi così tanto. Così, per far polemica a caso.



Narcos, la nuova serie di Netflix che racconta la guerra contro Pablo Escobar e il cartello della droga di Medellin. Sembra interessante ma basta, davvero, basta, non ce la faccio più, troppa roba, non ce la faremo mai, moriremo tutti.



Joy, il nuovo film di David O. Russell con i suoi amichetti Jennifer Lawrence, Bradley Cooper e Robert De Niro. Sembra il solito macello tutto colorato, folle e pieno di attori che fanno i numeri. Io ci sto, dai.



Show Me a Hero, la nuova serie HBO del creatore di The Wire, con Oscar Isaac, Catherine Keener, Alfred Molina, Winona Ryder, Jon Bernthal e Jim Belushi. You had me at "Oscar Isaac", anche se poi ho letto che ci ha lavorato Paul Haggis e mi sono ammosciato. E comunque basta.



Ieri faceva quasi fresco, qua a Parigi. L'altro ieri si moriva di caldo, qua a Parigi. Oggi come va, qua a Parigi? Non lo so. So, però, che forse oggi vado a vedermi Ant-Man. Così, lo segnalo. Magari a qualcuno interessa saperlo.

13.7.15

Ed è lunedì


Dunque, stamattina ci siamo svegliati così, con tutti che piangono per la morte di Satoru bello. E improvvisamente sembra tutto più brutto, più triste, più indegno di essere vissuto con allegria. Not really, ma insomma, sicuramente spiace.Fra Twitter e l'internet in generale è pieno di coccodrillate, non sto ad aggiungere nulla di mio, ché alla fine diciamo tutti le stesse cose. Mi limito a quanto segue.



Intanto, nel weekend s'è tenuto il San Diego Comic-Con, con la sua valanga di trailer, immagini, dietro le quinte, robe riprese di striscio dai telefoni e robe pubblicate in via ufficiale. Facciamo una breve rassegna di quel che mi ricordo di mettere, così, per un lunedì all'insegna dell'amicizia.



Outcast, la serie tratta dal nuovo fumetto di Robert Kirkman, su cui ho scritto due righe veloci a questo indirizzo qua. Secondo me potrebbe essere divertente. Fra l'altro, il fumetto è sostanzialmente appena iniziato, quindi qua il sorpasso sarà veloce. Chissà come lo gestiranno.



Colony, col texano di Lost e l'insopportabile di The Walking Dead, alle prese con una Los Angeles distopica in cui c'è il clone inquietante di Steve Carell. Sento puzza di cagata, ma vai a sapere.



Ancora la serie TV di Scream. La maschera quasi mi piace. Il resto, boh, sembra viaggiare sul labile confine fra il divertente e l'inguardabile. Che poi è un po' sempre stato il gioco pericoloso giocato dagli Scream. Alla fine giusto così.



Into the Badlands, sulla carta serie di mazzate intrigante e divertente, all'atto pratico un lungo trailer di una noia mortale. Ma va detto che ormai qualsiasi trailer duri più di un minuto e mezzo mi risulta di una noia mortale, quindi forse il problema è mio.



The Man in the High Castle, la serie con cui Amazon punta sulle cose grosse. Ho scritto due cose sul pilota a questo indirizzo qua. Al di là del fatto che gli attori sono tutti sagomati di cartone, promette bene. Crediamoci.



Il trailer di Batman v. Superman: Dawn of Justice. Boh, che dire, è un bel trailer, c'è tutto quel che ci deve essere, conferma che lo spunto di partenza era quello intuibile dal finale di L'uomo d'acciaio, mostra la gente che si mena e che si guarda storto sparandosi le pose, è il trailer del film che è lecito attendersi. E con cui sono abbastanza convinto che mi divertirò. Ma che mi lascia freddo. Sono anche abbastanza convinto che vent'anni fa, di fronte a questo trailer, sarei impazzito di gioia, ma che ci posso fare, la vecchiaia fa brutti scherzi. Oh, non sto dicendo che bisogna essere quindicenni per gasarcisi, sto dicendo che io, a quindici anni, mi sarei gasato. Oggi, tutto 'sto spararsi le pose facendo brutto e ti aspetto fuori ora ti meno cazzo ti guardi mi fa un po' l'effetto che mi fa, per dire, il design del protagonista da videogioco medio che si spara, appunto, le pose. Tipo quelli di Assassin's Creed col cappuccio tirato su. Whatever. Va anche detto che a me i film di Snyder piacciono uno sì e uno no. Quindi questo dovrebbe farmi schifo. Boh. Comunque Gal Gadot come Wonder Woman non è male. Il Luthor di Jesse Eisenberg, invece, secondo me verrà fuori bene, ma nel trailer lo trovo presentato maluccio. Mah.



Il delizioso dietro le quinte di Star Wars: Il risveglio della forza, che mostra tanto senza mostrare niente. Io sono convinto che verrà fuori una cosa bella più o meno da quando il film è stato annunciato e tutto quel che si vede mi rassicura, anche se mi fanno un po' tristezza i vecchietti. Vedremo. Sono magari meno convinto riguardo ai centododici nuovi film della serie attualmente in produzione, ma quello è un altro discorso. In generale, comunque, oh, se iniziano a far soldi anche cose non di supereroi a me non dispiace mica. Anche se più penso a Jurassic World e meno mi piace.



Fear the Walking Dead, nel trailer, mostra esattamente quel che ci si aspetta dalla serie. Se poi sia un bene o un male, onestamente, non so dirlo. Vedremo. Secondo me potrebbe essere interessante. Poi c'è qualche attore dignitoso. E c'è anche Bellick! Fra l'altro mi sa che inizia mentre sono in ferie, a 'sto punto me la guardo tutta in fila quando finisce.



Ash vs. Evil Dead, signori miei. Questo è il vero versus, altro che dei con la faccia da scemi, idioti vestiti da pipistrelli e cretini pelati con la parrucca. Mi rimane addosso il timore che nel trailer abbiano messo il meglio e poi la serie sia un gran carico di brodo allungato fra una gag e l'altra, ma insomma, quel che si vede nel trailer è perfetto, Bruce Campbell sembra in gran forma e alla peggio, oh, abbiamo comunque un pilota diretto da Sam Raimi.



Il trailer della sesta stagione di The Walking Dead, a occhio, è il solito lavoro di depistaggio (per altro in parte confermato da Scott Gimple). Però, insomma, si vedono cose interessanti, c'è Rick che vira sempre più verso il matto completo e c'è il gruppo di ribelli. Vedremo un po' come se la gestiscono. Io, comunque, anche qui, continuo ad avere addosso la voglia di non seguirla più "in diretta".

C'è altro? Sicuramente c'è altro, tipo i promo della seconda stagione di Fargo, che mi mettono addosso molta voglia, o i bootleg di Deadpool e Suicide Squad, che sembrano simpatici, anche se, boh, non so, non ci posso fare niente, tutto quel prendersi sul serio mi mette addosso una sensazione di sfiga che levati. Boh. Vabbuò, dai, vedremo.

Sto guardando la terza stagione di Orange is the New Black. Parte maluccio, ma caspita se si riprende, poi. Ah, guardatevi Catastrophe. È fantastico.

11.7.15

La robbaccia del sabato mattina: Mulder?



Signori, abbiamo le nuove Ghostbusters in uniforme e abbiamo pure la nuova Ecto 1. Mentre l'internet si lancia in un'ondata di sdegno, io continuo a pensare che potrebbe venirne fuori un film caruccio. Vedremo. Bizzarramente, mi fa un po' più paura la seconda stagione di Daredevil, per la quale è stata annunciata la presenza di Punitore ed Elektra, si vocifera Bullseye e mi sembra lecito attendersi un qualche ritorno di Wilson Fisk. Di solito, quando le robe di supereroi s'affollano, non va benissimo. Vedremo. Vedremo anche come va per Ash Vs. Evil Dead (qui delle foto), che non mi sta gasando come mi avrebbe gasato quindici anni fa, ma insomma, è pur sempre una serie TV con Bruce Campbell, dedicata ad Ash e il cui pilota vede Sam Raimi alla regia. Quanto potrà andare male? Beh, che discorsi, può sempre andare molto male, ma insomma. Comunque, nel corso del weekend spunteranno un po' di robe dal San Diego Comic-Con. Magari ne parliamo lunedì. Qui solo una cosa.



Uh, un video promozionale per la GIGA MARATONA da una puntata al giorno di tutte e nove le stagioni di X-Files in preparazione per l'arrivo della nuova miniserie, della quale si vede qualche immagine sul finale del trailer. Ammetto una certa voglia. Della nuova serie, intendo, eh, non della maratona. Non esageriamo.



Certo che Giorgino Miller ha reso tutto più difficile.

4.7.15

La robbaccia del sabato pomeriggio: Gesù, abbassa la temperatura, ti prego

Dio santo non sono in grado di intendere e di volere, fa troppo caldo. Mi esprimerò tramite concetti brevi. Là sopra c'è poster della seconda stagione di Agent Carter, ambientata a Los Angeles. Vojo. Qua c'è la prima foto dal set di Ash vs. Evil Dead. Vojo? Questo è lo zaino protonico del nuovo Ghostbusters. E, oh, che vi devo dire, vojo.



Il primo trailer di Creed, il film sul figlio di quello che si pestava con Rocky e poi veniva ucciso da Ivan Drago. Ray Coogler ha fatto un bel film, Michael B. Jordan è il suo amichetto, mi piace tanto tanto e si è fatto grosso, Sly è sempre Sly. Vojo.



Ten Thousand Saints, con Ethan Hawke che fa il padre buffo e sciamannato nella New York degli anni Ottanta. A giudicare dal trailer, potrebbe piazzarsi da qualche parte fra l'adorabile e l'insopportabile. Vojo?



Quanto è bello intitolare un film Love 3D? Comunque, Gaspar Noe ha voja.



Secret in Their Eyes, remake di un film per me brutalmente sopravvalutato, con Julia Roberts che punta brutalmente all'Oscar. Vojo?



Wet Hot American Summer, la serie Netflix che fa da prequel a un film di quattordici anni fa prendendo gli stessi attori e facendo fare loro gli scemi con le parrucche. Non so onestamente cosa pensarne, il trailer mi ha quasi fatto ridere, forse vojo.



London has Fallen. Il primo episodio mi è piaciuto meno che ad altri, però comunque a un film del genere non si può mai dire di no, dai.



Eccolo, è lui, è Michael Fassbender che punta all'Oscar come miglior protagonista in un film scritto da Aaron Sorkin e diretto (purtroppo) da Danny Boyle. È Steve Jobs, vojo.

Torno a sciogliermi.

27.6.15

La robbaccia del sabato mattina: Emily!


Dunque, mentre ero via, c'è stato il solito tripudio di notizie, leak, immagini, trailer, la qualunque. Mi sarò perso qualcosa di ganzo? Vai a sapere. Qua ci metto quel che m'è capitato davanti.



Legend, il film che ci propone due Tom Hardy al prezzo di uno per raccontare la storia dei gemelli del crimine londinese. A dirigere c'è quel ganzo di Brian Helgeland, ma tanto io ero già convinto a "due Tom Hardy nello stesso film." Ci credo fortissimo.



Il primo trailerino per Heroes Reborn, il rilancio di quella serie là coi supereroi che mi aveva abbastanza divertito nella prima e nella seconda stagione, senza però farmi venire tutta questa voglia di proseguire. Adesso i supereroi dominano il mondo e al secondo posto ci stanno i revival, quindi direi che era inevitabile. La cosa peggiore di questo rilancio, lo so, è che mi farà venire voglia di recuperare le stagioni che non ho visto. Sono fatto così, che ci posso fare?



7 Days in Hell, una presa in giro dei documentari sportivi che mi piacciono tanto e che mi guardo spesso su Netflix. Sembra simpatico, sembra una scemenza, ha due o tre gag che mi hanno fatto ridere.



Sicario, Emily Blunt che fa cose, il nostro amico Denis Villeneuve a dirigere, ma soprattutto Emily blunt che fa cose. I'm in.



Non è ancora nato l'erede e già non sto più riuscendo a combinare una fava perché c'ho troppo da fare. L'inverno sta arrivando.

10.6.15

Gli zombi giusti in Italia


Questa sera iniziano a trasmettere su AXN Sci-Fi Z Nation, una serie d'azione, avventura, risate, amicizia e tanti guai ambientata in quel posto allegro ed accogliente che è il pianeta Terra dopo l'avvenuta apocalisse zombi. Non parte benissimo, ma poi cresce in maniera brutale e si magna tutto quanto. Ne ho scritto tempo fa a questo indirizzo qui e ne ho pure chiacchierato a quest'altro indirizzo qua.

Questa settimana mi sa che va un po' così, tutto un tripudio di post su "Oh, ma vi ricordate di quella volta in cui vi ho parlato di quella cosa?" Mi sto preparando a partire, abbiate pazienza.

9.6.15

Transparent in italia!


Questa sera iniziano a trasmettere su Sky Atlantic Transparent, una serie meravigliosa che ha (forse) dato la stura alle produzioni di Amazon e si portata a casa qualche premio l'anno scorso. Io l'ho vista a suo tempo e ne ho scritto mesi fa a questo indirizzo qui.

Se devo essere onesto non ero convintissimo che sarebbe arrivata in Italia. E invece.

30.5.15

La robbaccia del sabato mattina: Criminalità assortita


E niente, sono in giro per la nebbiosa Lombardia ormai da un paio di giorni e questo post l'ho preparato giovedì, così, perché mi spiaceva lasciare un buco. Probabilmente fra giovedì e oggi sono usciti otto trailer, dodici foto e quindici notizie di spessore assoluto, ma che ci vogliamo fare?



Questo trailer in realtà è vecchiotto, ma m'è capitato davanti solo di recente. È Public Morals, la sere TV scritta, diretta e interpretata da Edward Burns, che ha messo assieme un paio di progetti che cercava di realizzare al cinema da decenni e ha tirato fuori questa cosa. Mi mette addosso una discreta fotta. Come mai? Beh, Burns mi sta simpatico, i suoi film "veramente suoi" sono tutti belli e l'ho ascoltato chiacchierarne in un podcast tempo fa. Mi ha convinto. Voglio crederci.



Eccolo qua, abbiamo finalmente (?) il trailer del remake di Point Break, che si infila in scia a Fast & Furious, che era nato come remake non ufficiale di Point Break. Non ci sto capendo niente. Ray Winstone come sostituto di Gary Busey ci può stare, nell'ottica in cui comunque un sostituto di Gary Busey non ci può stare. L'idea di dare al "cattivo" un taglio più "buono" versione Robin Hood può essere azzeccata, l'uso degli sport estremi può dare vita a scene d'azioni ganze, i due attori protagonisti mi stanno incredibilmente sulle palle. Mah, ci credo poco, però vai a sapere.



Ho iniziato a guardare su Netflix la serie di documentari sui cuochi prodotta dal regista di Jiro e l'arte del sushi. Non è niente male. In generale, comunque, i documentari sono fra i grandi motivi nascosti per amare Netflix. Ce n'è una valanga, di ogni tipo, su ogni argomento. Benessere.

23.5.15

La robbaccia del sabato mattina: Poppanti non morti


Incredibile ma vero, il flusso di immagini dal set di Suicide Squad ha rotto le palle perfino a me. Sarà anche che mi sembra tutto estremamente brutto, boh. C'ho proprio qualcosa che mi sega le gambe all'entusiasmo, su 'sto film, ma non riesco a inquadrarla. Penso a David Ayer e mi rallegro, poi vedo i tatuaggi di Jared Leto e mi si stronca la voglia di vivere. Penso a Margot Robbie e wow, ma dura poco. Boh, vedremo. Intanto, così, giusto perché non ce ne sono mai abbastanza (?), è stata annunciata una nuova serie TV a base di zombi. La cosa che fa alzare il sopracciglio, però, è il fatto che c'è di mezzo George Romero. Empire of the Dead nasce infatti come miniserie a fumetti scritta per la Marvel da Giorgino (e disegnata da Alex Maleev), il quale ora si sta occupando di scrivere le sceneggiature per l'adattamento televisivo. Io il fumetto, che mescola vampiri e zombi, non l'ho letto, però, ehi, l'idea di una serie TV curata direttamente da Romero fatico a non trovarla intrigante.



Il primo teaser trailer di Steve Jobs, che così, a occhio, mi immagino in prima linea nell'assalto agli Oscar dell'anno prossimo. Boh, non so se Danny Boyle mi stia ancora simpatico, ma è pieno di bravi attori, è scritto da Aaron Sorkin, voglio crederci.



Se non bestemmio guarda.



Scream Queens, praticamente è American Horror Story: Coven senza la magia. O qualcosa del genere. Sulla carta mi attirava, il trailer mi ha ucciso ogni parvenza di voglia. Boh.



Knock Knock, il grande ritorno di Eli Roth che affronta uno fra i temi sociali più forti del nuovo millennio: il padre di famiglia che si fa tentare dalla gnocca e finisce per questo nei guai. Poi, certo, trattandosi di Eli Roth, i guai sono particolarmente brutali. Secondo me ci si diverte, poi a Keanu si vuole bene, dai.



Hahahahahha, oddio, gli zombi bambini, che ridere. No, aspetta, in effetti fa abbastanza ridere. Cooties, gli zombi bambini. Voglio crederci.





Credo mi sia passata la frenesia per Mad Max: Fury Road. Oddio, è possibile che oggi vada a vederlo per la quarta volta, ma sarebbe per altruismo, dato che la mia gentile signora ancora non l'ha visto. Ma insomma, ho ripreso a respirare.

16.5.15

La robbaccia del sabato mattina: Estasi postatomica


Dunque, sono ancora sconvolto dalla visione di Mad Max: Fury Road giovedì sera, ma un po' meno sconvolto rispetto a venerdì mattina, perché venerdì pomeriggio sono andato a riguardarmelo e la cosa mi ha aiutato a rilassare i muscoli. Credo che ci tornerò. Ad ogni modo, mettiamo in fila le nerdate della settimana. Là in cima c'è il poster di London Has Fallen. Attacco al potere non mi ha fatto impazzire, ma tutto sommato voglio crederci. Comunque, sono iniziate le riprese di Captain America: Civil War ed è iniziata la pioggia di foto dal set. Occhio che un paio potrebbero essere considerate spoilerose. Poi abbiamo la prima foto ufficiale dal set della serie TV su Preacher, con Jesse e Faccia di culo, una foto un po' strana dal set di X-Men: Apocalypse e una di Elle Fanning in versione porcella dal nuovo film di Nicolino Refn. Ce n'è per tutti i gusti!



Sono usciti un po' di trailer delle nuove serie TV in arrivo e per esempio qui abbiamo Blindspot, che onestamente non mi direbbe poi moltissimo, se non fosse che c'è Jaimie Alexander tutta ignuda e tutta tatuata, quindi che ci posso fare, mi dice moltissimo. Giusto così.



Qui abbiamo invece la serie di Minority Report, che mi sembra avere un bel look tutto plasticoso colorato, a un passo dalla minchionata ma magari invece vai a sapere. Voglio crederci? Non lo so.



Qua abbiamo invece Lucifer, che sembra quasi simpatico e comunque è ispirato a un bel fumetto. Io però vorrei aprire una parentesi dedicata a quelli che "Il cinema è morto la creatività sta solo in TV" e chieder loro se si sono accorti che ormai anche in TV stanno arrivando praticamente solo cose ispirate a fumetti, cose ispirate a vecchi film, cose ispirate a vecchi telefilm, seguiti, spin-off, reboot, remake e "il nuovo questo, il nuovo quello". Per carità, fra queste ci sono anche cose ottime e oltre a queste ci sono anche cose originali, but still.



Secondo trailer per Crimson Peak, il ritorno all'orrore di Guglielmino del Toro. Non so, c'ha qualcosa che non mi convince fino in fondo, ma insomma, io a Guglielmino do sempre fiducia.



Un lungo trailer che spiega un po' cosa vorrebbe essere il nuovo telefilm di Supergirl. Vale a dire una roba che mi sembra intelligente come mossa, forse non molto interessante per me.



Il primo trailer di Jem and the Holograms, che, OK, a proposito di essere fuori target, ma insomma, mi fa comunque molto ridere che si stia arrivando anche a questo. Per altro è un "questo" che smignotta completamente l'idea originale per tirarne fuori una roba super standard. Allegria!



Legends of Tomorrow, ovvero la perdita totale di controllo per quanto riguarda le serie CW/DC. Mi sembra pacchiano al punto giusto, gli effetti speciali sono inguardabili, mi sa che finirò per seguire pure questo.



Ci sarebbero altre cose sfiziose emerse questa settimana, ma sono davvero troppo stordito dal Rockatansky, quindi direi che chiudiamo qui. Sorry. Andate al cinema.

14.5.15

Agents of S.H.I.E.L.D. 02X21/22: "S.O.S."


Agents of S.H.I.E.L.D. 02X21/22: "S.O.S." (USA, 2015)
creato da Joss Whedon, Jed Whedon, Maurissa Tancharoen
puntate dirette da Vincent Misiano e Billy Gierhart
con Clark Gregg, Ming-Na Wen, Chloe Bennet, Iain De Caestecker, Elizabeth Henstridge, Kyle MacLachlan, Dichen Lachman

Mamma mia, che finale di stagione col botto! Due puntate appiccicate in fila una dietro l'altra che chiudono alla grande più o meno tutti i discorsi aperti, aprono strade interessanti per una terza annata che ancora una volta potrebbe cambiare le carte in tavola, ci fanno salutare definitivamente una manciata di personaggi e, soprattutto, sono banalmente molto belle, coinvolgenti, divertenti, cariche d'azione e perfino emotivamente forti in almeno un paio di passaggi. Un'ora e mezza di azione, ribaltoni, dialoghi spettacolari, scazzottate costruite in maniera forte e ingegnosa, effetti speciali di buon livello, uscite di scena gestite a meraviglia, improvvisi momenti strappalacrime, con in chiusura pure il cliffhanger che ti lascia lì di sasso e ti fa lanciare un paio d'imprecazioni al cielo per l'idea di dover attendere mesi. Bene, direi.

L'azione si è svolta sostanzialmente su tre/quattro fronti, con le faccende degli inumani partite a casa loro e poi spostatesi sull'offensiva, il confronto a casa S.H.I.E.L.D. e l'evoluzione del piano di Ward, ma tutto è stato orchestrato a meraviglia, con una gran cura nel portare avanti le cose in parallelo e far incrociare gli sviluppi. In ogni dove saltavano fuori combattimenti adorabili: quella May che gestisce Skye con una sola mano, la brutale rissa fra Ward e Bobbi, che sembrava quasi un voler seguire l'esempio di Daredevil nei limiti di quanto possibile in zona ABC, il notevole scontro fra Skye e la donna multipla, il circo in tre contro Gordon... tutto divertente, coinvolgente, curato e messo in scena anche con un'attenzione superiore al solito per gli effetti speciali. E poi gli sviluppi del racconto, le morti gestite decisamente bene, la capacità di farti tutto sommato davvero temere per questo o quel personaggio, figlia tanto dell'ottimo modo in cui sono stati sviluppati tutti, quanto del fatto che, tolte magari un paio di figure, sono riusciti a farti entrare nell'ordine di idee per cui nessuno è davvero al sicuro.

Ma ancora: un Kyle MacLachlan come al solito strepitoso, nonostante il trucco che lo trasforma in Hyde sia forse un po' troppo buffo, regala forse per l'ultima volta un personaggio eccellente e chiude in maniera davvero toccante la sua storia, grazie a un doppio saluto finale riuscitissimo e che mi ha ricordato parecchio alcuni fra i momenti migliori di Buffy e Angel. E poi questo Ward sempre più partito per la tangente, l'idea buttata lì di uno S.H.I.E.L.D. che lavora in maniera più attiva con la gente dotata di poteri (Secret Avengers? Secret Warriors? Secret Whatever?), quel finale lì in coda a tutti i finali che ti lascia appeso, quell'altra cosa che succede in fondo all'oceano e conferma per l'ennesima volta l'idea degli inumani utilizzati come rimpiazzo per i mutanti (e che, presumibilmente, potrebbero essere piuttosto importanti fra un anno al cinema, con Captain America: Civil War)... uah, mamma mia, che (doppia) puntatona, bellissima per i fatti suoi, eccellente come chiusura di un ciclo, fantastica nel seminare elementi per il futuro... basta, basta, sono talmente gasato che sto riuscendo ancora meno del solito a mettere assieme un discorso coerente. Agents of S.H.I.E.L.D. è ufficialmente e definitivamente (?) una serie della madonna. Fine.

E qui si chiude la mia esperienza di commentatore episodio per episodio delle serie che seguo "in diretta". L'ho fatto per qualche anno, all'inizio è stato divertente, poi è diventato praticamente un obbligo, quindi un peso, una roba che qua e là finivo per tirare via, e allora che senso ha? Fra l'altro, continuerò a seguire mano a mano le serie Marvel per i crossover, ma ho una mezza idea di mettermi a guardare The Walking Dead come faccio per qualsiasi altra cosa, aspettando le stagioni complete, quindi... Comunque, diciamo che da adesso passo a scrivere quando mi scatta l'ispirazione. Magari, a sorpresa, sarà dopo ogni puntata, più probabilmente sarà dopo quelle più significative o magari alla pausa di metà stagione o chissà. Vai a sapere.

9.5.15

La robbaccia del sabato mattina: I poster brutti


Come si può ammirare qua sopra, in Marvel hanno deciso che quel bel manifesto tutto bianco era troppo simpatico e hanno voluto tirar fuori anche questa monnezza standardizzata qua sopra. Ci mancherebbe altro, lo capisco bene. Nel mentre, sono uscite cinquantamila foto, fra ufficiali e non ufficiali, tratte da Suicide Squad, il film con i cattivoni e le mezze tacche dell'universo DC diretto da ciccio Ayer. E mi sembra che la linea estetica continui ad essere coerente con quella del Joker coi tatuaggi da dodicenne ribelle che mi fa sentire brutalmente fuori target. Però, ehi, Margot Robbie, va benissimo. A margine, ci sono anche nuove foto ufficiali del film col vecchio stellare.



The Strain si prepara a tornare con la seconda stagione. A me la prima non è dispiaciuta, quindi rimango moderatamente curioso e speranzoso. Fra l'altro nel trailer dicono che il Maestro sta per trasformarsi, magari hanno trovato i soldi per farlo sembrare meno ridicolo.



Mboh, a me 'sto Mr. Holmes continua a non convincere, nonostante ci siano di mezzo quasi solo nomi che mi piacciono. Non mi scatta la scintilla. Al massimo mi scatta l'ansia, a vedere Ian McKellen che, dopo aver fatto il supereroe per dieci anni, improvvisamente interpreta il ruolo di un vecchio.



Absolutely Anything, vale a dire i Monty Python che fanno interpretare a Simon Pegg un film di Jim Carrey, con Robin Williams che dà la voce a un cane. Qualche risata il trailer me l'ha strappata. Magari sarà divertente, dai.



Sense8 la nuova serie Netflix curata dai Wachowski. Dal trailer non si capisce molto, se non che sarà una wachowskata vintage con le robe metafisiche e la gente che spara e si mena. E, insomma, a me attira abbastanza. Mi piacciono, i Wachowski.



Oh, è quasi ora di Max Rockatansky.

8.5.15

Agents of S.H.I.E.L.D. 02X20: "Scars"


Agents of S.H.I.E.L.D. 02X20: "Scars" (USA, 2015)
creato da Joss Whedon, Jed Whedon, Maurissa Tancharoen
puntata diretta da Bobby Roth
con Clark Gregg, Ming-Na Wen, Chloe Bennet, Iain De Caestecker, Elizabeth Henstridge, Kyle MacLachlan, Dichen Lachman

Alla fine, come era prevedibile, l'incrocio fra Agents of S.H.I.E.L.D. e Avengers: Age of Ultron è stato una sorta di via di mezzo fra il delirio legato a Captain America: The Winter Soldier e quella specie di semplice mini accenno che fu il collegamento a Thor: The Dark World. Nella sostanza si è ridotto al finale "introduttivo" della scorsa puntata e al prologo "esplicativo" di questa, quindi poca cosa, ma allo stesso tempo, per i fissati di continuity, non s'è fatto un brutto lavoro. Si possono tranquillamente guardare le due cose in maniera indipendente, ma a conti fatti Coulson è quello che ha scoperto dove si trovava Strucker, dando il via alla scena iniziale del film, e il Theta Protocol su cui ce l'hanno tanto menata era la costruzione dell'elivelivolo che poi Nick Fury ha cavalcato gloriosamente al cinema. E tutto questo ha avuto anche delle conseguenze di riflesso nella serie TV, dato che l'efficacia delle azioni di Coulson e il suo rinnovato legame con Fury hanno spinto Gonzales a dargli definitivamente retta. Insomma, non male, via.

Per il resto, è evidente che questa è stata soprattutto una puntata di preparazione al gran finale, che fra una settimana ci sciropperemo con due episodi in una botta sola. E di cose ne sono successe a valanga, fra il sostanziale avvio di una guerra tra S.H.I.E.L.D. e inumani, la dipartita di un altro personaggio importante e l'evoluzione delle faccende legate a Ward. Tra l'altro, tutto sommato, entrambi gli sviluppi, per quanto se vogliamo almeno un po' prevedibili, sono stati ben giocati. Da un lato tutto sembrava suggerire che sarebbe stato Gonzales a far precipitare le cose e dall'altro, per quanto tutta la questione dell'agente 33 un po' puzzasse, la scena in cui sono state scoperte le carte se la son giocata bene, fra la doppia May e il ritorno a sorpresa di Ward. Insomma, bene anche qui.

A questo punto, per la prossima settimana, il trailer sembra promettere un gran macello, tanta azione, luci, colori ed effetti speciali. E tutto sommato penso ne vedremo, anche se tipicamente, per i finali di stagione, confezionano sempre trailer in cui viene concentrata solo azione e poi ci si ritrova con puntate in cui accade tutto negli ultimi dieci minuti. Però, ehi, stavolta andiamo con la doppia durata, voglio crederci. Fra l'altro è notizia di questi giorni che ABC ha rinnovato per una nuova annata sia Agents of S.H.I.E.L.D. che quel gioiello di Agent Carter. Bene così.

Totomorti: sbaglierò, ma vedo male entrambi i genitori della nostra amica terremotante.

5.5.15

Un ultimo (?) post inutile su Battlestar Galactica


Tanto tempo fa, in una galassia lontana, se n'è saltata fuori dal nulla (si fa per dire) quella serie strepitosa di Battlestar Galactica. Come qualsiasi serie del pianeta, anche questa aveva alti e bassi, momenti controversi, fan irriducibili e quelli che la odiavano a morte. Mano a mano che me la guardavo, coi miei soliti ritmi alla un po' come viene, passando da un cofanetto di DVD all'altro, ne ho scritto qua sul blog, lungo una serie di post che, volendo, è possibile recuperare a questo indirizzo. Però, per qualche motivo, quando ho finito di guardare la quarta stagione, lei e le due maledette parti in cui l'hanno divisa, non ho scritto nulla al riguardo. Avevo la bozza pronta qua su Blogger, eh, con tanto di immagine di apertura, dati iniziali e tutto quanto, il che è fra l'altro più di quel che faccio solitamente quando creo le bozze qua su Blogger. Ero pronto a scriverne, ma non l'ho mai fatto. Come mai? Vai a sapere.

"Perché faceva pietà", urla qualcuno dal fondo della sala. Ma no, non faceva pietà. Certo, quella mossa un po' avanti nei tempi di spezzarla in due sezioni non le fa un gran favore e sì, tutta la parte dedicata alla missione spirituale di Starbuck mi ha fatto due palle così, però poi l'annata si riprende in abbondanza verso metà stagione, soprattutto grazie alla strepitosa parte dell'ammutinamento, e lancia un crescendo finale che chiude molto bene tutti i discorsi aperti con calma nel corso degli anni. Continuano ad esserci alti e bassi? Sì. Ma del resto, per come la vedo io, l'unica stagione davvero senza grossi punti deboli rimane quella iniziale. Vogliamo aggiungerci che la rivelazione sull'ultimo Cylon, a conti fatti, non vale le precedenti? Tranquillamente. Eppure quell'ultima manciata di puntate, che saluta i tanti personaggi in maniera emotivamente forte e dà una chiusura da molti poco amata, ma secondo me molto in linea coi toni spirituali che hanno percorso l'intera serie, me la ricordo come efficace e riuscita ancora quattro anni dopo.

E come mai ne scrivo oggi? Perché improvvisamente mi sono guardato Battlestar Galactica: The Plan, l'unico pezzetto di 'sta serie che ancora mi mancava. Perché ora e non all'epoca? Qualcuno mormora in fondo alla sala, ma non saprei dare un motivo preciso. Ce l'avevo lì, non l'ho mai guardato, è capitato. Forse il fatto è che, una volta giunto alla fine, non sentivo poi 'sto gran bisogno di tornare indietro. M'è venuta voglia adesso perché l'ho notato che mi guardava dallo scaffale e, insomma, poverino, era lì abbandonato da quattro anni, m'ha fatto pena. Mi sono tolto lo sfizio, dunque, giungendo alla conclusione che tutto sommato potevo farne a meno. The Plan ripercorre la miniserie iniziale e le prime due stagioni mostrando gli eventi dagli occhi dei Cylon, riempiendo buchi, aggiungendo dettagli, illuminando sui diversi punti di vista. A tratti è interessante, in certi aspetti propone spunti gustosi e ha un paio di scene piuttosto azzeccate, ma insomma, m'è sembrato veramente il trionfo del superfluo. Del tutto inutile? Ma no, dai, alla fine è stato gradevole tornare per un paio d'ore in quell'universo che tante soddisfazioni m'ha dato. Anzi, in questo senso, forse, l'aver atteso quattro anni, se da un lato mi ha ovviamente impedito di cogliere tutte le sfumature e i riferimenti, dall'altro ha ampliato proprio quel piacere lì del ritorno a casa.

Quando avevo preparato questa bozza, quattro anni fa, avevo appena scoperto che nella versione italiana Adama si chiama Adamo e Starbuck si chiama Scorpion. Oggi come allora, la mia reazione rimane quella che lascio qua di seguito: non voglio sapere altro, voglio solo smettere di soffrire.

4.5.15

American Horror Story: Coven


American Horror Story: Coven (USA, 2013/2014)
creato da Ryan Murphy e Brad Falchuk
con Jessica Lange, Sarah Paulson, Taissa Farmiga, Kathy Bates, Angela Bassett, Evan Peters, Emma Roberts, Frances Conroy, Lily Rabe, Danny Huston, Denis O'Hare

Rispetto alle due precedenti stagioni, American Horror Story: Coven sceglie un approccio abbastanza diverso, meno casinista nel mescolare centomila cose assieme accazzodecane, più lineare nel dedicarsi solo ed esclusivamente al suo argomento principale. Poi, certo, quell'argomento principale lo tratta facendo un gran pastrocchio, altrimenti non sarebbe American Horror Story: streghe bianche e streghe di colore, vudù e zombi, resurrezioni stile Frankenstein e misticismi d'accatto, cacciatori di streghe corporativi e donne capaci di diventare streghe senza esserlo per davvero. C'è di tutto e di più, la qualunque a tema stregoneria, ma ci si limita appunto a quel campo da gioco, tolta l'eccezione del serial killer di passaggio che ha la sfortuna di finire coinvolto nelle vicende dell'allegra famigliola.

Si parla insomma di streghe, raccontando le vicende di una congregazione centenaria alle prese con un punto di svolta drammatico nella loro storia, e lo si fa abbracciando in maniera ancora più aperta il tono smaccatamente "easy" che già a tratti emergeva nelle due precedenti stagioni. Di horror, ormai, c'è quasi solo la facciata: la sempre inquietante sigla iniziale, due o tre immagini sanamente creepy che emergono di qua e di là, qualche ettolitro di sangue e in generale il farsi pochi problemi a trattare tematiche un po' scomode. Ma l'inquietudine non è esattamente di casa, come del resto è forse anche inevitabile quando metti al centro delle vicende un gruppo di adolescenti squinternate che si tirano i capelli a vicenda per conquistare il ruolo di reginetta del ballo.

In un certo senso siamo in zona Buffy, in quell'area da horror all'acqua di rose che lo stesso True Blood è andato ad occupare di prepotenza dopo un paio di stagioni e che in fondo, per certi versi, ha sempre fatto parte dell'anima di American Horror Story. La maschera viene forse gettata definitivamente sull'assalto degli zombi risolto a botte di motosega, ma è un po' tutta la stagione a seguire questi binari pazzerelli e, come al solito, il divertimento si piazza su quel labile confine che separa la fase "Sì, ancora, apri a mille, spara tutto" da quella "OK, qua si è andati troppo oltre". Con Stevie Nicks, forse, si va un po' oltre, ma per il resto siam sempre lì: American Horror Story è un tripudio scemotto e ben poco spaventoso di sangue, romanticismo caramelloso e idiozia, che funziona solo se si sta al gioco. E se si sta al gioco, in mezzo al paciugo, si trovano un po' di idee fenomenali (quanto è bella la satira del tira e molla con cui madame LaLaurie non si pente, poi si pente, poi si pente di essersi pentita, poi addirittura mostra orgoglio?), parecchie risate e un branco di attrici fuori misura, con Jessicona Lange a guidare il branco ma Angela Basset e Kathy Bates a risponderle per le rime. E poi c'è quell'idea di base della regina condannata a morte, senza poterci fare nulla nonostante viva in un contesto nel quale praticamente chiunque muore e resuscita con uno schiocco di dita, che è un po' sbalestrata e forse non funziona dall'inizio alla fine, ma quando ingrana colpisce per davvero. Insomma, non m'ha affascinato come alla seconda annata e non m'ha allucinato come alla prima, ma per me anche al terzo giro è stato un piacere.

Lo guardo su Netflix, con la calma che è propria di Netflix. Quindi, per la quarta stagione, mi tocca aspettare innanzitutto ottobre, e poi il momento in cui avrò voglia di guardarla. Cose che capitano.

3.5.15

Lo spam della domenica mattina: Alla faccia dell'Outcast


Questa settimana c'è stata una concentrazione abbastanza casuale di roba mia sull'Outcast. Ogni tanto capita. Abbiamo la recensione di Affordable Space Adventures, l'eXistenZ su Gameloading: Rise of the Indies, il nuovo Outcast Popcorn, il Librodrome sui fumetti di Gabriel Knight, il nuovo podcast sulle serie TV e l'Old! sul maggio del 1975. Su IGN, invece, abbiamo un Dite la vostra in cui cerco rissa e l'intervista ai creatori di Titan Souls. E poi hanno infilato la mia bloggata su Fast & Furious 7 dentro una specie di carosello di articoli presi in giro. Vorrà dire che è piaciuta.

Questa settimana... questa settimana mi sa che non registriamo podcast, apparte il solito Popcorn.

2.5.15

La robbaccia del sabato mattina: Non fa ridere


Dunque, questa cosa imbarazzante qua sopra dell'adolescente tutto matto che si scrive "Damaged" sulla fronte è la prima foto diffusa del Joker di Jared Leto in Suicide Squad. Poi sono anche spuntate le dichiarazioni stile "Ma no, scherzavamo", quindi suppongo sia un'ipotesi di look, omaggio, vai a sapere, whatever. A me sembra che 'sti film della DC siano un po' in preda alla confusione, ma per carità, posso sbagliarmi. A questo indirizzo, fra l'altro, ci sono delle foto di Will Smith vestito da pappone sul set. Bello. Andiamo coi trailer.



Questo è Irrational Man ed è l'ennesimo film di Woody Allen. A guardare il trailer sembra in effetti esattamente quello, l'ennesimo film di Woody Allen. Che poi, in linea di massima, è una roba che io guardo sempre con piacere. Specie poi se ci sono Emma e Gioacchino, figuriamoci.



Legend, Tom Hardy che fa il gangster nelle mani di Brian Helgeland. Ci sto. Anche se ultimamente "Tom Hardy" non è che sia necessariamente garanzia di filmone.



The Last Witch Hunter, ovvero Vin Diesel che si fa riprendere dal delirio nerd che un tempo diede vita a The Chronicles of Riddick e si lancia in un film in cui può agitare lo spadone come faceva nella sua testa quando da giovane, fra una serata da buttafuori e l'altra, giocava con gli amici a Dungeons & Dragon. Non so se essere fiducioso, di sicuro sono curioso.



Jonathan Strange & Mr Norrell, la serie TV ispirata all'omonimo romanzo. Mi sembra prometta bene, anche se onestamente io del libro non ricordo praticamente nulla, se non che m'era moderatamente piaciuto. Boh, vediamo. Tanto le serie televisive britanniche son tutte belle, no?





Ho visto il nuovo film degli eroi Marvel in pigiama e, oh, secondo me è il miglior film degli eroi Marvel in pigiama. La fila per crocifiggermi parte là in fondo.

30.4.15

Agents of S.H.I.E.L.D. 02X19: "The Dirty Half Dozen"


Agents of S.H.I.E.L.D. 02X19: "The Dirty Half Dozen" (USA, 2015)
creato da Joss Whedon, Jed Whedon, Maurissa Tancharoen
puntata diretta da Kevin Tancharoen
con Clark Gregg, Brett Dalton, Ming-Na Wen, Chloe Bennet, Iain De Caestecker, Elizabeth Henstridge, Kyle MacLachlan, Dichen Lachman

Ebbé. Direi che il commento migliore per questa puntata di Agents of S.H.I.E.L.D. è questo: ebbé. Un gioiellino, che riesce nell'impresa di far da puntatone coinvolgente, divertentissimo, che porta avanti la storia in maniera intrigante, regala un sacco di azione, offre svolte azzeccate, liquida un personaggio secondario e butta lì sul piatto una fra le due o tre migliori scene d'azione della serie. Non che ci sia da stupirsi, su quest'ultimo aspetto, dato che alla regia torna quel Kevin Tancharoen che già ci aveva deliziati con i calci in faccia fra le due May di qualche tempo fa, ma il piano sequenza che mostra Skye/Daisy in azione da vera agente S.H.I.E.L.D. è una bellezza. Certo, se va avanti così, fra un po' vedremo i piani sequenza anche nei filmini dei matrimoni, but still.

Al di là di quel momento spettacolare, tutta la puntata è comunque ottima, anche per il bel modo in cui affronta la reunion del team originale e tutto ciò che è cambiato da quei primi tempi a oggi. Ma c'è anche un bel lavorare sulle faccende degli inumani, con l'esplosione dei nuovi poteri di Raina e i dubbi sempre più forti su come è strutturata questa assurda comunità fra le montagne, forse molto meno amorevole e pacifica rispetto a come vuole vendersi. Si sta preparando un gran bel casotto per il finale di stagione, che fra l'altro è previsto come doppia puntata da mandare in onda tutta in un botto, e onestamente non vedo l'ora.

Ma l'episodio serviva anche come "preparazione" per Avengers: Age of Ultron, che negli USA esce questa settimana, e anche sotto questo punto di vista non c'è proprio da lamentarsi, nonostante l'integrazione sia molto meno forte rispetto a quella di un anno fa con Captain America: The Winter Soldier. Anzi, si tratta per lo più di accenni, suggerimenti, spunti, elementi buttati lì a dare l'idea di universo integrato e a proporre gli avvenimenti della serie come punto di partenza per la parte iniziale del film, ma i riferimenti sono stati inseriti con gran cura, non disturbano e, anzi, in tutta onestà, m'hanno messo addosso un gasamento notevole nei confronti del film. Quindi, ecco, singola puntata, doppio gasamento, per il finale di stagione e per il film che, malanni permettendo, dovrei andarmi finalmente a vedere nei prossimi giorni. Bene così.

A occhio, la prossima settimana sarà tutto un preparare il macello finale. O, almeno, questo sembra suggerire il trailer. Boh, vedremo. Certo che su 'sta faccenda degli inumani stanno andando all-in.

28.4.15

The Fall - Caccia al serial killer - Serie 1/2


The Fall (GB, 2013/2014)
creato da Allan Cubitt
con Gillian Anderson, Jamie Dornan

Ambientato in quel posticino tranquillo e rassicurante che dev'essere Belfast nei suoi giorni migliori, The Fall racconta le vicende di una "superintendent" della polizia inglese che viene spedita in Irlanda del Nord per aiutare nelle indagini su un omicidio e si rende conto abbastanza in fretta che la cosa è più grossa di quel che si aspettava. A interpretarla c'è Gillian Anderson, che per tanti anni ha fatto forse un po' fatica a scrollarsi di dosso il ruolo di Scully ma qui trova un personaggio dalla forza pazzesca, scritto a meraviglia, carismatico e su cui si poggia sostanzialmente l'intera serie. La sua Stella Gibson non è una poliziotta forte da barzelletta, una macchietta generatrice casuale di frasi da dura, è una donna forte, di carattere, che si è conquistata il proprio ruolo con le unghie e non cede mai di un passo, non rinuncia alla propria femminilità e, anzi, la vive alla propria maniera senza chiedere nulla, o chiedere scusa, a nessuno.

All'altro angolo del ring c'è il Paul Spector di Jamie Dornan, un bravo ragazzo, padre di famiglia affettuoso, impegnato sul lavoro per aiutare come consulente psichiatrico le donne vittime di abusi. Una bella persona, insomma, giovane, dal sorriso affabulante e col pettorale guizzante. Che però ha un piccolo problema, una psicosi di poco conto: ogni tanto si fa prendere dal bisogno di accanirsi su una donna. Non una donna qualsiasi, eh, non stermina masse a caso: scova la sua preda, la studia, la segue, impara a conoscerla e poi - tac - la assale e ci fa un po' quel che vuole. E il fascino del personaggio sta anche lì, nella sua semplicità, nel classico "Sembrava una così brava persona" e nel modo in cui, pur essendo preda della propria debolezza, non le sfugge, anzi, la fa propria e la alimenta con tutte le forze. Poi, certo, non riesco a fare a meno di ridacchiare pensando che hanno preso quello strangolava le donne in TV per fargli fare quello che propone alle donne di farsi frustare al cinema e chiedermi se la carriera del povero Dornan sarà per sempre così, un po' come William Shatner è sempre stato Kirk. Speriamo di no, povero.

A ideare e raccontare le vicende di questi due personaggi e di chi ruota loro attorno è Allan Cubitt, uomo di televisione con oltre vent'anni di carriera alle spalle e che con The Fall ha trovato forse il suo progetto più personale e a lui più caro. Dopo aver scritto per intero la prima serie da cinque puntate, ha deciso che non era abbastanza e si è preso in carico anche il ruolo di regista per le sei puntate della seconda annata. E ha tirato fuori una gran bella serie, splendidamente diretta e fotografata, che porta avanti il proprio racconto con quel placido abbandono tipico di una certa televisione europea e immerge in un'atmosfera talmente pesante, sordida, buia, che dopo ogni puntata hai bisogno di riprenderti guardando una sitcom e mangiando un gelato. The Fall è un ottimo poliziesco, intelligente, ricco di spunti, curato nella scrittura dei personaggi e appassionante nello sviluppo delle vicende. C'è qualche aspetto che funziona meno degli altri e tutta la faccenda del marito rabbioso mi pare una maniera un po' forzata di far accadere alcune cose, ma l'intero cast è talmente pieno di ottimi attori che riesce a farti accettare tutto. E poi c'è quel modo così strano di tirare le fila: la seconda serie, in maniera non poi tanto dissimile dalla prima, offre una chiusura, ma lascia anche tanto di aperto per possibili sviluppi futuri. E per fortuna di recente è stato confermato che ne vedremo una terza. Bene così.

Io The Fall me lo sono guardato su Netflix, ma in Italia lo trasmette Sky Atlantic e proprio stasera iniziano a dare la seconda serie. Così, ve lo segnalo. Vedete un po' voi cosa fare.

27.4.15

Daredevil - Stagione 1


Daredevil (USA, 2015)
con le mani in pasta di Drew Goddard e Steven S. DeKnight
con Charlie Cox, Vincent D'Onofrio, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Toby Leonard Moore, Vondie Curtis-Hall, Bob Gunton, Rosario Dawson, Ayelet Zurer

L'altro giorno scambiavo mail con Ualone, che stava iniziando a guardare Agents of S.H.I.E.L.D. e mi chiedeva dritte su come seguire la cronologia precisa degli incroci coi film, sapendo che io mi strippo con queste cose. Ovviamente gli ho dato una risposta chilometrica e poi siamo andati avanti per un paio di mail, giungendo alla conclusione che ormai i Marvel Studios hanno completamente perso il controllo della situazione. Sulla ABC hanno una serie alla seconda stagione, ne hanno appena avviata un'altra che potrebbe teoricamente andare avanti e hanno appena annunciato uno spin-off della prima. Su Netflix (per altro sempre in collaborazione con ABC) sono partiti subito a mille con un progetto da cinque serie più o meno collegate, tutte col potenziale per proseguire in stagioni successive (e infatti è stata annunciata la seconda di Daredevil). E al cinema, dal 2017, passano da due a tre film all'anno. Se non è perdita di controllo e megalomania questa, non so cosa lo sia. Mi fa piacere? Alla fine sì, perché son cose che mi piacciono e perché in linea generale, seppur con poche reali vette, il "prodotto" Marvel mi sembra sempre dignitoso. Insomma, di certo non mi lamento. Però capisco anche che a un certo punto si rischi un po' di superare il punto di rottura.

In questo senso, bisogna dare atto ai Marvel Studios che almeno un pochino stanno provando a differenziarsi. Più o meno tutto quel che hanno buttato fuori fino adesso tra cinema e TV corrisponde bene o male allo stesso modello, però, anche all'interno di quel grosso e coerente paciugo, hanno provato a variare un po' lo stile, buttandola di qua più sul thriller spionistico, di là più sulla farsa e così via, con un'ulteriore promessa di divagazione offerta dal film sullo stregone supremo in arrivo l'anno prossimo. Ma il primo vero e netto distacco dalla formula base arriva con Daredevil, che riesce nell'impresa di proporre una faccia realmente diversa di quello stesso mondo. E alla fin fine il suo merito principale è soprattutto questo, l'infilare fra i vicoli anni luce al di sotto di quelle guerre stellari un mondo in cui i supereroi sono uomini, fatti di carne e sangue, costantemente presi a calci in faccia dalla vita e dai cattivi. Chiaramente, chi conosce i fumetti lo sa, Daredevil era il personaggio perfetto per aprire questa specie di piccolo sotto-universo, simbolo della Marvel "urbana" da quando Frank Miller l'ha preso in mano e ribaltato come un calzino, trasformandolo nell'incarnazione del senso di colpa cattolico dell'irlandese americano medio, sempre pronto a finir svenuto in una pozza di sangue in un vicolo oscuro.

Ecco, se questa prima stagione di Daredevil è meritevole e interessante è soprattutto per il modo in cui apre le porte a una Marvel un po' diversa, più cruda e brutale, che restituisce il senso di sofferenza a tutte quelle interminabili scazzottate prive di lividi e che regala una dimensione più umana ai suoi personaggi. In un certo senso, Daredevil è la nolanata della Marvel. Anche se non è tutto virato al grigio come L'uomo d'acciaio, si svolge al novanta per cento di notte e rinuncia ai colori vivaci e al continuo cazzeggiare dei film. Il bello, però, è che lo fa senza ignorarli, anzi, inserendosi a meraviglia in quel contesto da cui si distanzia mille miglia. È la concretizzazione di un discorso appena accennato nel pilota di Agents of S.H.I.E.L.D. ma mai portato realmente avanti in quella serie, il raccontare di un'umanità tutto sommato abbastanza normale alle prese con l'assurdità di vivere in un mondo che ospita divinità col martello, biondoni incappucciati e miliardari in armatura. La Hell's Kitchen dell'universo cinematografico Marvel non è quella degli anni Sessanta in cui nacque il Daredevil originale, è un'area devastata dagli scontri fra divinità e alieni, in cui la gente normale cerca di rifarsi una vita, il crimine dilaga e un uomo dalle capacità particolari prova a far giustizia con le proprie mani. In questo contesto così folle, ma in fondo coerente, alla fin fine ha pure senso che Matt Murdock decida di indossare un costume e spararsi le pose. Intendiamoci, fa comunque un po' ridere, quando finalmente inizia a fare le piroette ricoperto di rosso al termine di una serie con questo taglio, un po' come il cretino vestito da pipistrello nel film coi mafiosi. Però, almeno, non è solamente uno squilibrato che indossa delle orecchie perché sì, è un tizio che vive in un mondo dove i supereroi sono la norma. E allora che gli vuoi dire? Alla fin fine il merito dei Marvel Studios, con tutte le loro colpe, è un po' quello: aver creato un universo narrativo in cui, semplicemente, i supereroi esistono e ce li hanno venduti. Da lì è tutta in discesa.

C'è più sangue nel poster là in cima o in questa gif che in tutti i film Marvel messi assieme.

Poi, certo, le cose le devi comunque fare bene e Daredevil è una bella serie, con qualche picco (se lo chiedete a me, la seconda puntata, poi quella dedicata ai ricordi del college e la penultima), qualche tonfo (un saluto al giovane Fisk) e un cast azzeccatissimo per carisma e interpretazioni, nonostante solo i due antagonisti principali abbiano davvero materiale un po' sostanzioso con cui divertirsi. Vincent D'Onofrio è fuori scala, prende totale possesso del suo personaggio e tira fuori forse il miglior cattivo Marvel che si sia visto fino a oggi, anche perché lo fa senza appoggiarsi su gag e battutine. Spara a mille, ce la mette tutta e si mangia Wilson Fisk con un'interpretazione che, un po' come il Tony Stark di Robert Downey jr., non è necessariamente fedelissima all'originale, ma è talmente azzeccata e di personalità che probabilmente finirà per mangiarselo. Charlie Cox, di suo, è un gran bel protagonista, ha un savoir-faire che levati ed è facilissimo affezionarsi al suo personaggio, alle sue difficoltà, ai suoi dubbi e alla sincerità che mette in campo. Attorno a loro tutti attori in parte, molto adatti ai ruoli, che fanno il proprio senza sporcare, compensando lo scarso materiale a disposizione con sane dosi di carisma.

Per il resto, ci sono tredici puntate che seguono con cura il modello Netflix. Daredevil non è certamente un film da tredici ore fatto a pezzetti, anzi, la struttura ciclica dei singoli episodi è fin troppo evidente, così come è palese la suddivisione in tredici piccoli racconti (la puntata del ninja, quella del passato di lui, quella del passato dell'altro, quella con Stick ecc... ), ma l'equilibrio fra momenti singoli e racconto portato avanti mano a mano è ben dosato. Come è tradizione per le serie nate in ottica streaming, ogni singola puntata si chiude, se non su un cliffhanger, con un nuovo elemento introdotto in extremis per far venire voglia di proseguire subito e il tutto è strutturato molto bene, con una bella evoluzione dei personaggi e un lungo raccontare le origini tanto dell'eroe quanto del suo antagonista principale. È, di nuovo, una bella serie, che limita a piccoli spunti di contesto e di contorno un paio di riferimenti ai film e qualche accenno ai fumetti e sa lasciarsi gustare anche da chi non viene colto da brividi d'ansia quando riconosce quel personaggio che forse si nasconde dietro l'identità di quell'altro. E che utilizza meravigliosamente bene la città di New York, dandole un'aria viva, solida, grazie all'ottimo utilizzo di esterni azzeccati e dettagli riconoscibili.

Insomma, Daredevil è soprattutto un ottimo inizio, la dimostrazione che forse è davvero possibile fare qualcosa di nuovo e di diverso all'interno di quel contesto, senza doversi sforzare con la fronte corrugata per far diventare tutto appassito come in casa DC. È una serie ruvida, brutale, violenta, che racconta un supereroe umano e costantemente fatto a pezzi. Sono tredici puntate al termine delle quali ci viene mostrato l'eroe in tutto il suo splendore, ma ci è anche stato spiegato con grande cura come mai indossare il costumino rosso e lanciarsi da un tetto sia un'idea estremamente cretina. Il massimo simbolo di questa cosa, probabilmente, sta nel piano sequenza che chiude la seconda puntata, interessante più che altro perché non si concentra tanto sul gesto atletico elegante o sull'efficacia dell'eroe, come spesso accade in questi casi, quanto proprio sulla difficoltà, la pesantezza e la brutalità che esplodono quando la gente si fracassa di cazzotti. C'è tutta l'ansia, la difficoltà e la fatica di un'impresa da supereroe condotta da uno che, sì, ha qualche potere, ma fondamentalmente è solo un uomo bravo a menare.

Tutto questo, fra l'altro, mi fa ben sperare per quel che verrà poi e, in particolare, per il prossimo AKA Jessica Jones, cui tengo molto in quanto grande amante di quel fumettone che fu Alias. Riguardo a Daredevil, resto curioso di vedere come andrà con la seconda stagione e quali storie verranno raccontate. La ciurma di autori è sempre quella dei figli illegittimi di Joss Whedon, ma Drew Goddard e Steven S. DeKnight hanno abbandonato la nave e al timone ci passano Doug Petrie e Marco Ramirez, che comunque hanno scritto molto della prima stagione. Sapranno gestire la baracca? Affronteranno di petto certe tematiche di storie classiche del personaggio? Quali andranno a pescare? Sapranno regalarci altri cattivi memorabili, soprattutto considerando quanto sia ridicolo, in linea di massima, l'antagonista medio del cornetto? Boh, vedremo. Io, di sicuro, se il livello rimane questo, non mi lamento. Anzi, mi sbilancio: secondo me le cose andranno migliorando.

Su Netflix si è manifestato il 10 aprile e da allora a oggi me lo sono guardato con calma, senza esagerare, quando capitava, giusto così. Non ci sono ancora notizie su un possibile arrivo in Italia, ma mi stupirei se non si verificasse in tempi relativamente brevi. Al massimo c'è il rischio che stiano temporeggiando in attesa di lanciare Netflix dalle nostre parti, visto che se ne parla ormai da un po'.

 
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