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31.1.06

Oscar 2006 - And the nominees are...


Sono state comunicate le nomination per la settantottesima cerimonia degli Oscar. Quest'anno, purtroppo, mi sono perso un bel po' di film al cinema e quindi non ho visto buona parte di quelli presi in considerazione. Non posso quindi giudicare più di tanto e men che meno azzardare pronostici. Mi limito invece a qualche considerazione sui generis. Se era prevedibile la nomination come miglior attore per David Strathairn, non così ovvia era quella di Heath Ledger, che però io ho trovato strepitoso e mi piacerebbe vedere premiato. Interessanti le scelte fra i film d'animazione, che alla presenza ormai fissa di Miyazaki aggiungono due film realizzati in stop motion (o quasi), bocciando di fatto i vari emuli della Pixar.

Più in generale, sono lieto che sia stato dato molto spazio a Good Night, and Good Luck e Brokeback Mountain e punto un Euro sul premio per la miglior sceneggiatura a Match Point, presente solo in quella categoria. Mi sembra proprio il tipo di film a cui viene dato l'Oscar per il miglior script, storicamente premio di consolazione della "fiera".

29.1.06

Senza maglia e senza bandiera


Senza maglia e senza bandiera (Italia, 2004)
di Carlo Petrini

Senza maglia e senza bandiera, come tutti gli altri libri della serie Colpi di testa, mette addosso un po' di magone. Tristezza, al pensiero di come lo sport e tutto ciò che dovrebbe rappresentare vengano quotidianamente presi a schiaffi e pedate sulle gengive. Angoscia, all'idea di cosa siano costretti e disposti a farsi e a fare gli sportivi professionisti per vivere calcio ad alti livelli. Amarezza, perché senza dubbio anche negli USA ci sono "dietro" un bel po' di maneggi e magheggi, ma perlomeno lì ci sono se vogliamo l'ipocrisia, di sicuro l'eccessivo moralismo, senza dubbio la voglia di salvarsi la faccia, di punire, di rispettare perlomeno le regole che loro stessi si danno. E invece in Italia non si fa nulla che non sia camuffare e nascondere, si premia il furbo e lo si glorifica sulla pubblica piazza, si mettono i pregiudicati al governo e i peggiori schifosi a dirigere le squadre più grandi. Si chiama "furbo" uno scorretto e si pesca a caso nel mucchio dei più deboli per piantarla in culo ai capri espiatori.

Il libro di Carlo Petrini, comunque, rispetto ad altri suoi come l'autobiografico Nel fango del dio pallone e l'agghiacciante Il calciatore suicidato, è anche un'opera a modo suo solare, perché racconta velocemente, con sarcasmo e disillusa ironia, una serie di episodi ai limiti della fantascienza, su cui tutto sommato è molto meglio ridere che altro. Certo è che ci vuole veramente dello stomaco, un gran faccia da culo, o magari anche solo una passione smisurata, per volersi dedicare alla carriera giornalistica o a quella sportiva in Italia. E va sempre peggio.

Harry Potter e il principe mezzosangue


Harry Potter and the Half-Blood Prince (UK, 2005)
di
J.K. Rowling

A essere sincero ho trovato Harry Potter e l'ordine della fenice abbastanza deludente, farraginoso nello sviluppo, incapace di creare pathos e tensione nella sua scena madre e caratterizzato soprattutto da un protagonista totalmente insopportabile (ma forse ad essere davvero insopportabile era il fatto che nessuno lo prendesse a ceffoni). Per questo motivo non mi sono trovato ad attendere con particolare ardore l'uscita italiana del sesto episodio, che mi ha anzi colto abbastanza di sorpresa, e ho approcciato il libro quasi per inerzia. Forse anche per una questione di scarse aspettative, sono rimasto molto piacevolmente colpito.

Il principe mezzo sangue ritrova la migliore verve della Rowling, racconta la sua storia in maniera appassionante e tratteggia personaggi che, forse per il sempre più deciso abbandono dei loro tratti maggiormente infantili, convincono meglio rispetto al recente passato. Lo sviluppo e le soluzioni narrative non dicono molto di nuovo e tutto si svolge secondo i canoni cui l'autrice ci ha abituati, sfruttando i ritmi scolastici, la lenta progressione a compartimenti stagni e il sempre più pressante tema delle relazioni amorose.

Ad ogni modo qualche bella sorpresa c'è e si respira un'atmosfera da mistery molto riuscita. Ho trovato forse eccessivamente didascalico il voler a tutti i costi approfondire i trascorsi di Tom Riddle per sottolinearne i parallelismi con Harry, ma si tratta comunque di un mezzo per tratteggiare in maniera molto efficace l'interessante rapporto fra i due maghi e il preside di Hogwarts.

Clamorosamente riuscito l'ultimo centinaio di pagine, che mantiene i ritmi blandi del libro anche nel descrivere il pericoloso viaggio di Harry e Silente, ma subisce poi un'improvvisa impennata, che travolge il lettore come, ribadisco, il precedente libro non si sognava neanche lontanamente di riuscire a fare. E questa volta la voglia di sapere come andrà avanti la vicenda c'è eccome, anche perché, viste le premesse, il prossimo episodio potrebbe stravolgere parecchio le carte in tavola.

28.1.06

Match Point


Match Point (USA, 2005)
di Woody Allen
con Jonathan Rhys Meyers, Scarlett Johansson, Emily Mortimer, Matthew Goode, Brian Cox


Io odio il doppiaggio.
Odio il doppiaggio perché mi impedisce di scoprire che Nola è americana sentendola parlare, come del resto fa Chris, e mi costringe a sentirlo dire da lui. Odio il doppiaggio perché mi obbliga ad ascoltare l'insopportabile voce e la mediocre recitazione di Ilaria Stagni, privandomi nel frattempo dell'adorabile bofonchiare di Brian Cox. Odio il doppiaggio perché attutisce e smorza l'audio ambientale, il rumore di fondo, e in un film così basato sul dialogo produce un effetto esageratamente teatrale, con gente che parla mentre il mondo sembra fuori da una finestra chiusa. Odio il doppiaggio perché mi spinge a fare queste tirate inutili e snob, perdite di tempo evitavili, specie se c'è da parlare di un gran film come è Match Point.

Roba di questo livello Woody Allen non ne faceva da... boh... dieci... quindici anni, anche. Un film di un rigore incredibile, diretto in maniera eccellente, con un fantastico studio per la costruzione di ogni singola immagine e una grande attenzione per il montaggio. Uno sputo in faccia a chi ritiene Allen poco più che un mesteriante della macchina da presa, buono solo per scrivere grandi sceneggiature. Cosa che, oltretutto, in questo caso fa per davvero, con una lunga sequenza di dialoghi semplicemente perfetti e una costruzione dell'intreccio magistrale. E perfetta è la scelta dell'attore protagonista, un Jonathan Rhys Meyers splendido e che meriterebbe maggior fortuna.

Un film a tema, che racconta le squallide brutture dell'alta borghesia, iniziando come "romance" leggero e scivolando poi nel cinico noir. Lento e lancinante, coinvolge lo spettatore e se lo trascina dietro senza un attimo di stanca. La conferma del fatto che, nonostante qualche passo falso, Woody Allen può tranquillamente guardare con spocchia tanti altri vecchi (stronzi) del cinema ormai ridotti al livello di amebe rincoglionite.

Euro 2008 - Le qualificazioni


Sono stati estratti i gironi di qualificazione per la fase finale degli Europei di calcio, che si disputerà in Austria e Svizzera. I criteri con cui questi sorteggi vengono effettuati sono abbastanza chiari, al di là delle palline prese e poi rimesse giu da Matthaus: i campioni in carica sono teste di serie e il resto delle squadre viene ordinato in un ranking calcolato in base ai punti ottenuti nei match di qualificazione per gli ultimi Mondiali (2002) e per gli ultimi Europei (2004). Non contano, quindi, i risultati ottenuti nelle fasi finali (che invece fanno testo nel sorteggio dei gruppi per la fase finale della competizione) o nelle amichevoli. Il criterio è affidabile solo fino a un certo punto, perché a conti fatti fanno testo match disputati anche oltre quattro anni prima e non a caso regolarmente ci si ritrova ad avere gironi con una sola squadra veramente forte ed altri in cui ce ne sono anche tre che meriterebbero di disputare la fase finale. Non sembra esserci nessun criterio di tipo territoriale, anche se è curioso come spesisso determinate nazionali si ritrovino sempre accoppiate e fa sorridere che nelle ultime qualificazioni per i Mondiali si siano trovate assieme Grecia, Albania e Turchia, tre nazioni estremamente rivali da un punto di vista storico, territoriale, culturale, politico. Peraltro, quel girone è il simbolo dell'inadeguatezza del sistema: l'emergente Ucraina, i campioni d'Europa della Grecia, l'ottima Danimarca e la Turchia terza nell'ultimo Mondiale a contendersi un posto e mezzo mentre Arabia Saudita e Trinidad & Tobago si qualificano. Ad ogni modo, al termine della fase di qualificazione per gli Europei, saranno ammesse alla fase finale tutte le prime e seconde classificate dei sette gironi.

Analizziamo i gruppi uno per uno, chiaramente con ampio beneficio d'inventario, dato che fare pronostici su una competizione così protratta nel tempo ha già poco senso di suo, figuriamoci farli a otto mesi di distanza dall'avvio.




Gruppo A
Armenia, Azerbaijan, Belgio, Finlandia, Kazakhstan, Polonia, Portogallo, Serbia e Montenegro

Gruppo estremamente interessante. Le prime due e il Kazakhstan sono chiaramente squadre materasso, anche se quest'ultimo potrebbe togliersi qualche soddisfazione. Ma fra le altre cinque, sebbene portoghesi e slavi siano chiaramente favoriti, vedo grande lotta. Il Belgio è storicamente una squadra solida, di medio talento e che sa mettere in difficoltà le grandi (non dimentichiamo la fatica con cui i brasiliani li eliminarono agli ottavi di finale nel 2002, con anche il gol del vantaggio belga ingiustamente annullato a Verheyen). Finlandia e Polonia sono formazioni mediocri, ma con qualche buon giocatore e che in tempi recenti hanno spesso messo in difficoltà le grandi. Chiaro che, come detto, bisogna guardare a Portogallo e Serbia e Montenegro come le favorite, ma nessuna delle due ha mai mostrato estrema solidità nei momenti chiave e, oltretutto, entrambe le nazionali sono nel bel mezzo di un difficile "ricambio generazionale".




Gruppo B
Francia, Georgia, Isole Faroe, Italia, Lituania, Scozia, Ucraina

Dopo aver dominato la fase conclusiva dello scorso decennio, (quando vinse Mondiale, Europeo e due Confederations Cup consecutive) la Francia ha accumulato una serie insostenibile di delusioni, convincendo solo contro squadre ridicole (nelle qualificazioni per gli ultimi Europei), racimolando figure barbine ai Mondiali del 2002 e ad Euro 2004 e faticando tantissimo per ottenere un posto nei prossimi Mondiali. Vero che alcuni grandissimi di quella fase stanno un po' "morendo", ma mi sembra innegabile il talento emerso nel frattempo e, francamente, i Bleus fallimentari del post-Euro 2000 ricordano molto l'inconcludente Italia trapattoniana. Detto che Lippi ha ancora molto da dimostrare, mi sembra innegabile la mentalità vincente e convincente che ha introdotto negli azzurri e, forse, ai Bleus manca solo questo: un C.T. in grado di far loro esprimere il notevole potenziale a disposizione. Per questo è dura capire, al di là dell'ovvio rispetto che meritano, quanto sapranno essere un avversario ostico. Fra le due potenze bluette potrebbe inserirsi un'Ucraina che non può più essere considerata solo la squadra di Shevchenko: al di là di eventuali valutazioni su infortuni e possibili momenti difficili degli avversari, vincere per manifesta superiorità un girone di qualificazione ai Mondiali che raggruppa Turchia, Danimarca e Grecia non è per niente facile. Difficile che le altre squadre possano recitare un ruolo diverso da quello di comparse: forse Georgia e Scozia si toglieranno qualche soddisfazione, ma questo gruppo mi sembra un discorso ridotto a due squadre e mezzo.




Gruppo C
Bosnia-Herzegovina, Grecia, Malta, Moldova, Norvegia, Turchia, Ungheria

Tolte Malta e Moldova, questo mi sembra un altro gruppo che potrebbe regalare molto spettacolo. L'Ungheria e, soprattutto, la Bosnia di Salihamidzic potrebbero fare da ago della bilancia, rubando punti a una delle prime squadre e, in sostanza, condannandola. Per la qualificazione, comunque, sembra essere una questione a tre, con sicuramente favorite Grecia e Turchia, entrambe con molto da dimostrare dopo il mancato approdo ai Mondiali, ma con una Norvegia da tenere d'occhio. Personalmente, fra le tre squadre vedo un pelo sotto i campioni in carica ellenici. La Turchia è davvero una bella squadra, che sta facendo emergere parecchi giocatori di talento in grado di sostituire i campioni in declino. I nordici arrivano sempre a un passo dalla qualificazione e crollano sul finale, in genere nei play-off. Ci vuole veramente poco per far loro fare il salto di qualità.




Gruppo D
Cipro, Galles, Germania, Repubblica Ceca, Repubblica d'Irlanda, San Marino, Slovacchia

Difficile immaginare una Germania e una Repubblica Ceca in reale difficoltà. Forse solo le due squadre britanniche potranno dire la loro, ma gli irlandesi, dopo un ottimo Mondiale disputato nel 2002, hanno visto i loro talenti perdersi per strada e i gallesi, francamente, il treno per dare una grandissima soddisfazione a Giggs l'hanno perso due anni fa nel play-off contro la Russia.




Gruppo E
Andorra, Croazia, Estonia, Inghilterra, Israele, Macedonia, Russia

Non dubito che gli inglesi riusciranno ancora una volta a mettere in piedi un teatrino divertente, ma faccio fatica a immaginarli faticare davvero in un girone del genere. Il secondo posto è una questione a due fra Croazia e Russia, con i primi neanche troppo favoriti. Potrebbero dare qualche soddisfazione Israele, che ha fatto del buono nelle recenti qualificazioni ai Mondiali, e la Macedonia di Pandev.




Gruppo F
Danimarca, Irlanda del Nord, Islanda, Lettonia, Liechtenstein, Spagna, Svezia

Altro gruppo che promette divertimento, con almeno tre squadre nettamente meritevoli di passare il turno e un paio in grado di creare qualche problema sulla singola partita. La mia estrema simpatia per danesi e svedesi mi impedisce di formulare un pronostico, ma la situazione sembra simile a quella di Euro 2004, con un girone che vedeva l'Italia favorita (perlomeno sulla carta) e le due nordiche a contendersi il secondo posto. Spero vada allo stesso modo, ma francamente ci credo poco e, visto il talento di gente come Kallstrom e Ibrahimovic, temo che i miei amati danesi rischino seriamente di saltare la seconda grande manifestazione consecutiva. Occhio, in ogni caso, a Islanda e Lettonia, vere mine vaganti del gruppo, soprattutto la seconda.




Gruppo G
Albania, Bielorussia, Bulgaria, Lussemburgo, Olanda, Romania, Slovenia

Olanda e Romania si sono trovate avversarie anche nelle qualificazioni per i prossimi Mondiali e la squadra di Mutu ha giocato benissimo, mettendo in seria difficoltà gli Orange e la Repubblica Ceca. Fra l'altro credo sia la prima volta da otto anni che Olanda e Repubblica Ceca non finiscono nello stesso girone di qualsiasi cosa cui partecipino entrambe. Comunque, penso che olandesi e romeni non faticheranno ad ottenere la qualificazione, anche se Bulgaria e, in misura minore, Slovenia potrebbero dire la loro.

Make You Happy Tonight



Guardatevi questo filmato, è una roba meravigliosa.
Parte che sembra "quasi" una normale canzone d'amore, anche se le facce dei tre tizi fanno subodorare del marcio, ma poi diventa divertentissimo.
Peraltro viene da chiedersi quanto sia diventato ormai parte dell'immaginario collettivo il videogioco, se dei comici, a teatro, impostano tutto un numero su una conoscenza neanche troppo superficiale dei meccanismi che lo regolano. Insomma, io non so che tipo di pubblico abbia questo trio, ma la sala mi sembra bella piena e la gente si sganassa dal ridere. Prima dell'avvento di Sony nel settore una cosa del genere sarebbe stata possibile? O questi sarebbero stati solo dei nerd coglionazzi buoni giusto per qualche sito da appassionatissimi?

A margine, mi preme sottolineare quanto sia solo ottimo Google Video, che come tutte le beta di Google è solo e unicamente una meraviglia. Questo fatto che ti danno il codice da mettere sul sito, poi, è fantastico.

Perdinci, l'inverno


Stasera sono tornato dal lavoro divertendomi come un coglione a saltare fra i mucchi di neve nel tragitto dalla metropolitana a casa. Arrivato su, erano circa le otto, ho afferrato la macchina fotografica e sono tornato di sotto, armato dei soliti guanti e cappellazzo da pirla, a tentare di immortalare il mondo bianco attorno. La parola "tentare" non è scelta a caso, viste le difficoltà che 'sto catorcio di macchinetta mi crea appena cala un po' la luce. Comunque, qualcosa ho ottenuto. Il bello è che ero sceso solo per fare due foto e mi sono ritrovato a girare l'angolo, camminare, correre, saltellare, arrivare fino alla montagnetta di S.Siro e arrampicarmi come un cretino fino in cima, incrociando gente sugli sci e altri che si buttavano sdraiati su sacchi della spazzatura. E sono stato un po' lì sopra a guardarmi intorno e tirare il fiato. Hahahaha, a un certo punto ho pure appoggiato la macchina digitale e mi sono filmato mentre scivolavo giu dalla cima della montagnetta, che con le scarpe da ginnastica si fila una meraviglia. Son tornato a casa fradicio, con i piedi totalmente inzuppati, assetato e affamato come una bestia, però con addosso quella sensazione meravigliosa di sudore "nevoso", un po' da pomeriggio passato a sciare. Cazzo, non lo faccio da troppi anni, bisogna provvedere.

Che poi, madonna, è allucinante, guardo fuori ed è, toh, tardo pomeriggio. L'una di notte, certo, ma col riverbero sulla neve la luce dei lampioni illumina quasi il quartiere a giorno. Il cielo è bianchissimo... tutto è bianchissimo. E sulla tv qui a sinistra sta iniziando la diretta di Cleveland Cavaliers @ Indiana Pacers. C'è già Stojakovic, ai Pacers? Mi sa di no.

Vabbé, comunque, questo è proprio il tipo di post che non vorrei fare sul blog, è un po' troppo "inutili affari miei". Però, se proprio devo farlo, facciamolo in maniera proprio fastidiosamente leziosa, sbattiamoci pure un po' di foto, con tanto di descrizioni sotto, occupiamo senza ritegno tutta la pagina, facciamoci del male.


Questa me l'ha scattata stamattina Elena mentre andavamo verso la metropolitana. Un bimbo felice.



Questa è la Focus di Elena dopo una notte e un giorno di neve.



Ok, cominciano le foto "meno peggio" fra quelle prese in modalità notturna, quindi tutte rossicce e mosse. Da adesso in poi, tranne forse un paio, saranno tutte così. Questo è l'ingresso del palazzo, ricoperto di panna montata.



Ahahahah, appunto, eccone una scattata col normale flash. Un mini parchetto davanti casa, con il circolo di panchine dove stanno appollaiati i vecchi che guardano i bimbi giocare. Il coso sepolto in mezzo è una specie di cavallino a dondolo (anzi, a molla).



Qua diamo uno sguardo al solco scavato dai passanti. Non so perché, ma mi affascina il canyon fra le nevi, la trovo un'idea divertente.



Il grande albero nel cortile della scuola elementare, mogio e abbattuto dalla neve. Non sembra che sia tutto ricoperto di zabaione?



Questa fa molto Terminator 2.



Uno sguardo più approfondito a uno dei canyon citati prima.



Un po' mossa, ma fa lo stesso: le auto sfrecciano sotto il ponte, sulla destra si intravede il Mazda Palace, poco a sinistra c'è la Montagnetta.



A proposito di Terminator 2, dai colori di 'sta foto sembra che sia appena esplosa la bomba atomica.



Purtroppo, panchina a parte, le foto alla montagnetta, sia lungo la salita, sia una volta arrivato in cima, sono venute malino. Il filmato comunque è una meraviglia, ma me lo tengo per me. Vi lascio sul 67 a 61 per i Cavs, con l'immagine del cretino felice, tornato a casa ricoperto di neve, con tanto di pallotta in mano.

27.1.06

Bei momenti #005


Il muro bianco.

Cazzo, l'inverno


Eh, fa freddo, e ti si gelano le estremità quando sei allo stadio a vederti la partita, però è troppo bello il bianco totale, gli alberi ricoperti, le macchine scomparse. Tornare dal cinema a passo d'uomo, farti la tangenziale sfruttando il passaggio sotto i ponti per capire se stai tenendo la corsia o se la neve non ti fa capire un cazzo e stai tagliando la strada a tutti.

Poi scendi dalla macchina, ovviamente parcheggiata affanculo perché non c'è posto, e ti metti a tirare le palle di neve e a scivolare sul ghiacciato. E anche un po' a rimpiangere di non avere dietro la macchina fotografica. Vabbé, ho fatto la foto dal davanzale della finestra, e fra l'altro avrebbe fatto cacare pure facendola da sotto, che 'sta macchinetta è un cesso e col riverbero viene una merda per forza.
Pace.

Oh, Match Point è davvero bello, poi farò un post, ma ci tenevo a sottolinearlo subito. Già che ci siamo, sottolineo anche che ho aggiunto il blog di quel disperato del Toso fra i link consigliati e che il contatore di Bravenet che trovate qua a destra da adesso segna gli accessi effettivi e non più un numero a caso, che sennò la gente mi si spaventava a vedere roba a sei cifre.

Buonanotte a tutti.

26.1.06

FROGEvolution Soccer Tour


Qualche anno fa, probabilmente nel 2001, si disputò qui in Future il primo mega torneo interredazionale di Pro Evolution Soccer. Decidemmo di usare le squadre nazionali, pescandone ciascuno una diversa, e organizzamo il torneo con due gironi e poi eliminazione diretta a partire dai quarti di finale. In quel torneo scelsi di utilizzare l'Inghilterra e fui sconfitto in finale per 1 a 0 dalla Francia di Antonio Loglisci.

Poco dopo i Mondiali del 2002 organizzamo un secondo torneo, con la stessa formula del precedente. Quella volta usai la Danimarca e ne ripercorsi l'impresa reale eliminando la Francia di Antonio campione in carica con una netta vittoria nel girone preliminare. Andai poi a vincere il torneo, sconfiggendo ai quarti di finale l'Argentina Classica di Ualone, in semifinale alegalli (non ricordo che squadra usasse) e in finale l'Olanda di Patriarca. Patriarca, per inciso, penso sia (ovviamente assieme al sottoscritto) il più forte giocatore di PES che si trovi qua in Future. Forse anche il Duspa di TGM è sugli stessi livelli, ma su di lui il giudizio è per il momento sospeso.
Ah, in quel periodo organizzammo anche un torneo a coppie, due contro due, con le coppie estratte a sorteggio. Mi ritrovai in squadra con Antonio e dominammo la competizione.

Da circa due settimane è partito il FROGEvolution Soccer Tour, un torneo interredazionale che coinvole dodici persone e, ovviamente, altrettante squadre. La struttura è quella del campionato con gironi di andata e ritorno, cui si aggiungerà poi la coppa di lega. Si usano le squadre di club e si è deciso, tramite votazione, che più persone possono scegliere la stessa squadra (e infatti ci sono due Milan, tre Juventus e due Liverpool). Siccome questa cosa delle squadre doppie mi fa cacare, ho fatto il bambino e ho polemicamente scelto di usare la Fiorentina, cosa che mi mette in difficoltà non tanto per l'inferiore tasso tecnico, che bene o male compenso con la bravura (coff coff... ), ma perché ho una panchina scarsissima e giocatori che non riescono a riprendersi dalla fatica fra un match e l'altro. Per fortuna abbiamo deciso di aggiornare le squadre in corsa e l'attivissimo mercato della Fiorentina mi ha fatto guadagnare un ottimo Franco Baresi Kroldrup e un degno portiere di riserva con Lobont.

Ad ogni modo sto facendo il mio bravo torneo, giocandomela alla pari con tutti. Si è appena concluso il girone d'andata, in cui obiettivamente mi sono beccato sulla scoppola almeno due o tre pareggi che non meritavo, buttando via vittorie facili per sterilità offensiva. Adesso, però, ho una serie aperta di tre successi consecutivi (un 4 a 1 sul Chelsea di alegalli, che ha poi battuto tutti i primi in classifica e due vittorie risicate in apertura del girone di andata) e mi sto arrangiando a colpi di falli tattici e solidità, anche se davvero i miei giocatori sono cotti e non so come farò a correre dietro alle squadre più forti. In ogni caso, il mio obiettivo dichiarato di inizio stagione è la coppa di lega, che si dovrebbe affrontare al termine del torneo. Per il resto, mi piacerebbe riuscire a chiudere il campionato perlomeno fra i primi sei.

Di seguito vi regalo il messaggio di commento mandato nella mailing list del torneo al termine del girone di andata. Non è aggiornato agli ultimi risultati, ma fa lo stesso.

Questa la classifica, che conferma il Duspa come campione d'inverno:
Squadra-Punti-Vinte-Pareggiate-Perse-Gol fatti-Gol subiti
Roma (Duspa)-24-7-3-1-14-7
Juventus (Patriarca)-21-6-3-2-14-6
Middlesbrough (Grùspola)-21-6-3-2-10-3
Chelsea (alegalli)-19-5-4-2-15-10
Juventus (Ricky)-19-6-1-4-16-13
Milan (SS)-18-5-3-3-17-8
Fiorentina (giopep)-14-3-5-3-14-7
Liverpool (Toso)-14-3-5-3-6-11
Juventus (Zave)-13-3-4-4-7-9
Real Madrid (Ualone)-7-2-1-8-5-20
Liverpool (Vètova)-6-1-3-7-5-15
Milan (Alepolli)-4-1-1-9-4-18

Bellissima lotta scudetto, che vede sei squadre nettamente in gara, nonostante a nostro personalissimo parere le prime due in classifica siano le maggiormente accreditate. Da non sottovalutare il Middlesbrough, che sta prestando estremamente fede all'obiettivo stagionale di podio, e il Chelsea, che ha perso punti con le piccole, ma ha sconfitto entrambe le prime della classe e, in generale, ha conquistato 11 punti su 15 negli scontri diretti. In netto ritardo sul dichiarato obiettivo stagionale (arrivare fra le prime sei) la Juventus di Zave, che è incistata nel gorgo di mezza classifica assieme alla deludente Fiorentina e al Liverpool del Toso. Appassionante la lotta per il cucchiaio di legno, che vede il Milan di alepolli in netta difficoltà. Già abbondantemente superato, comunque, l'obiettivo stagionale del Real Madrid, che puntava alla conquista di almeno una vittoria. Infine, notiamo che il Middlesbrough ha la miglior difesa del torneo (solo 3 reti subite), mentre la peggiore (20 reti subite) è quella del Real Madrid. Miglior attacco in mano al Milan di SS (17 gol), mentre il peggiore è quello del Milan di Alepolli, fermo a 4. Interessante notare, poi, che le prime sette squadre in classifica hanno tutte un bilancio positivo in termini di differenza reti e che solo le ultime tre vanno pesantemente in negativo. Questo va a testimonianza del grande equilibrio offerto dal torneo nelle singole partite, a prescindere poi dall'esito di classifica.

Questa la classifica dei principali marcatori:
6 - Pazzini (Fiorentina)
5 - Lampard (Chelsea - 4 rigori), Shevchenko (Milan SS), Trezeguet (Juventus Ricky)
4 - Drogba (Chelsea), Gilardino (Milan SS) Ibrahimovic (Juventus Ricky), Nonda (Roma)

Questa, invece, la classifica degli assist:
3 - Mancini (Roma), Nedved (Juventus Patriarca)
2 - Ibrahimovic, Del Piero e Mutu (Juventus Ricky), Jorgensen (Fiorentina), Kakà (Milan SS), Lampard (Chelsea), Montella (Roma), Trezeguet (Juventus Patriarca)


Già iniziato il girone di ritorno.
Queste le prime dichiarazioni:

Toso "Ora inizio la rimonta"
Duspa "Col Toso perdo, ma gli altri li bastono"
Ualone "Si vedrà un grande Real Madrid"
giopep "Punto a rimanere nella prima schermata della classifica"


Ah, toh, i partecipanti, divisi per redazione:
PSM
giopep (Fiorentina)
Ualone (Real Madrid)
Vètova (Liverpool)

Nintendo la Rivista Ufficiale
Zave (Juventus)

Xbox la Rivista Ufficiale
Alepolli (Milan)

Giochi per il mio computer
Grùspola (Middlesbrough)
Patriarca (Juventus)

The Games Machine
Il Duspa (Roma)
Il Toso (Liverpool)
Ricky (Juventus)
Stefano Silvestri (Milan)

Collaboratori esterni
alegalli (Chelsea)

Bei momenti #004


E son soddisfazioni pure queste.

25.1.06

La donna perfetta


The Stepford Wives (USA, 2004)
di Frank Oz
con Nicole Kidman, Matthew Broderick, Bette Midler, Glenn Close, Christopher Walken


Remake di un bel film degli anni Settanta, a sua volta basato su un romanzo di Ira Levin, La moglie perfetta è semplicemente una gran scemenza. Sviluppa coi piedi un soggetto interessante, buttando sulla farsa ammiccante e citazionista un'idea che invece si prestava (e si è prestata) a ben altre soluzioni. Piatto e impacciato, il film di Frank Oz affonda nella melassa le atmosfere da thriller dell'originale, risolvendo il tutto con toni da facile commediola e smorzando le interessanti riflessioni morali con una sceneggiatura da Bagaglino. L'avvio è anche interessante, se non altro perché mette in mostra la gran bravura di Nicole Kidman, ma il film si spegne subito, sopravvive per un'oretta grazie a qualche battuta azzeccata e si frantuma nella sciocca mezz'ora finale.

Pare che la pellicola sia stata letteralmente massacrata da tagli e rimaneggiamenti del montaggio in fase di postproduzione. Spiace, anche perché difficilmente la versione voluta dal regista sarebbe potuta essere peggio di questa inutile idiozia.

23.1.06

Fantagiochino


Allora, supponiamo la fantascienza: i Mondiali sono dopodomani, io sono Lippi e posso fare le convocazioni come cazzo mi pare, fregandomene di sponsor, di "quello devo chiamarlo per forza" e altre pucchiacche simili. E devo chiamarli adesso, senza valutare in prospettiva, ma tenendo conto dello stato di forma attuale e di eventuali infortuni.

Apro il regolamento (sta tutto qui) e scopro che se ne devono convocare 23, tre dei quali devono essere portieri. Per il resto, non ci sono limiti di ruolo. E allora buttiamola sullo schematico, proprio tipo videogioco: tre portieri, gli altri dieci titolari e una riserva per ciascuno di loro. Come modulo teniamo buono quello di Lippi, il 4-3-1-2 con Zambrotta a destra, un randellatore a sostenere il centrocampo dai piedi buoni e Totti dietro i due centravanti. Però qualche uomo in campo glielo cambio, proprio per il discorso "adesso".

In campo
Peruzzi
Zambrotta, Nesta, Fabio Cannavaro, Grosso
Camoranesi, Pirlo, De Rossi
Totti
Lucarelli, Toni

In panchina
Buffon, Amelia
Oddo, Barzagli, Materazzi, Pasqual
Diana, Corini, Gattuso
Del Piero
Filippo Inzaghi, Pazzini

Bon, tutto qui.
Anzi, adesso 'sta cosa la metto fissa nella colonna qua a destra e la aggiorno ogni volta che mi gira. Anche perché, siamo seri, alcuni li ho convocati solo perché chi gli sta davanti in questo momento è infortunato o a mio parere meno in forma. Però sì, io, davanti al Gilardino delle ultime partite, il SuperPippo e il Pazzini visti ultimamente ce li metto senza problemi. Toh, magari qualche dubbio su Gattuso/De Rossi (dai, Marcello, per favore, De Rossi è il cambio di Gattuso, per dare fiato a Pirlo portati Corini, su).

Ah, complimenti all'aLazio, che nel suo sito ufficiale manco ha le schede dei giocatori.

22.1.06

I guerrieri della notte


The Warriors (USA, 1979)
di Walter Hill
con Michael Beck, James Remar, Dorsey Wright


Capita che è mezzanotte passata, non hai sonno e ti metti a fare zapping. Finisci su Studio Universal e trovi una roba vecchissima, un film cult di quasi trent'anni fa, che l'ultima volta che l'hai visto era su Italia 1, probabilmente in un Nati per vincere a caso, e che appena appena ti ricordi com'era. È raro, eh, ma capita, talvolta, che a rivedere un film mito della tua fanciullezza non ti scopri deluso ma, anzi, salta fuori che quel film è proprio bello, ancora oggi, nonostante tutto.

Walter Hill, un po' come Carpenter, è uno di quei registi che qualsiasi cosa facciano sarà sempre e comunque un western. Ma I guerrieri della notte, che certo non sfugge alla regola, è pure di più: un horror camuffato da western, camuffato da action movie, camuffato da spaccato sociale, camuffato da poliziesco. Impressionante davvero quanto sembri un film horror senza sostanzialmente esserlo. Un'atmosfera opprimente, cupa, straniante, permea tutta la pellicola, offrendo ben pochi spiragli di luce, se non nel catartico finale alla luce del tramonto. Swan e compagni passano tutto il tempo scappando dai mostri, membri di bande nemiche (tra)vestiti da clown, nerd, Mario&Luigi ante litteram su pattini a rotelle. E lo stesso cast sembra uscito da un qualsiasi film di mostri degli anni Ottanta: c'è l'eroe duro senza macchia e senza paura, c'è lo sfigato che si crede grande e per questo finirà male, c'è quello che muore stupidamente, ci sono quelli che finiranno nei guai per aver dato ascolto alle loro pulsioni sessuali.

Ma The Warriors è anche un'ora e mezza di gioia visiva, di riprese studiate a tavolino, della solita regia da manuale di Walter Hill, che non spreca un primo piano, non getta mai un centimetro di pellicola. Tutto è costruito per gonfiare a dismisura il senso epico della vicenda, per aumentare la sensazione di solitudine dei protagonisti, per sottolineare l'assurdità di quanto viene raccontato. E tutto inizia con dei titoli di testa di una bellezza ammorbante, con quel viaggio in metropolitana che si sovrappone alla mappa, e poi ai titoli, e poi alle chiacchiere "rubate", e poi ancora alla mappa, e poi ancora ai titoli... Certe volte un film non diventa cult solo per caso, per moda. Certe volte è davvero grande e lo rimane nel tempo. Questa è una di quelle volte.

21.1.06

Aggiornablog


Come quei quattro disperati che mi seguono costantemente avranno notato, negli ultimi giorni, in parallelo col fancazzismo dilagante che mi ha colto, si è un po' rarefatta la quantità di post. Meno stimoli esterni, meno cazzate di cui parlare... del resto non è sempre tempo di abbondanza. Ad ogni modo, ne approfitto per archiviare quello che credo sia l'ultimo gruppetto di recensioni ripescate dal passato di usenet. In particolare, ho recuperato Ogni maledetta domenica, Blair Witch 2, Pitch Black, Cast Away, Blade II, L'acchiappasogni, Matrix Reloaded e l'infastiditissimo sproloquio su Terminator 3.

Ah, ho anche fatto un paio di piccole modifiche alla colonnina laterale, eliminando il counter di Shinystat e inserendo la referrer list di Heracleum.

18.1.06

Atto d'amore


Act of Love (USA, 1980)
di
Joe R. Lansdale

Nel 2006 ho 28 anni e scrivo fesserie su un blog. Nel 2006 Manu Ginobili ha 28 anni e ha vinto il campionato italiano, la Coppa Italia, l'Eurolega, due titoli NBA e le Olimpiadi. Ai Mondiali gli ha detto sfiga, è arrivato secondo. Nel 1986 Bill Watterson aveva 28 anni e da qualche mese realizzava Calvin & Hobbes. Neanche dieci anni dopo pose fine alla serie, si ritirò a vita privata e da allora vive sostanzialmente di rendita. Nel 1980 Joe R. Lansdale aveva 28 anni e scriveva Atto d'amore, il suo primo romanzo commercializzato. A oggi ha scritto una quantità infame di roba ed è ormai strafamoso e rispettato in tutto il mondo. Qua bisogna darsi una mossa.

Letto a ventisei anni di distanza, specie avendo in mente quello che è il suo stile attuale, Atto d'amore sembra un po' grezzo, povero, privo delle eleganti soluzioni narrative e della sferzante ironia che caratterizza opere più recenti dello scrittore texano. Allo stesso tempo, però, rimane un ottimo lavoro, violento, inquietante, seducente, appassionante nell'intreccio, ben costruito nella sua componente a tinte giallastre. Certo è meno attuale, non è forse poi così efficace come "spaccato sociale" e, soprattutto, non ha l'impatto che poteva avere a inizio anni Ottanta, quando Hannibal Lecter era ancora lì lì per arrivare. Insomma, Joe R. Lansdale non solo è un romanziere assai poliedrico e semplicemente bravissimo a scrivere, non solo è talmente capace a far tutto da aver pure fondato una scuola di arti marziali, è stato anche un precursore in un determinato genere letterario.
Uno avanti.

Da grande voglio essere Michael Mann, ma pure Lansdale non è che mi farebbe schifo.

17.1.06

La sottile linea scura


A Fine Dark Line (USA, 2002)
di
Joe R. Lansdale

Le Stagioni erano Diverse anche nel Texas degli anni Cinquanta, e Lansdale ce le racconta tramite gli occhi del tredicenne Stanley Mitchell. La sottile linea scura parla di alcuni fra i temi più cari allo scrittore texano, il razzismo, la violenza domestica, l'amore per i ricordi e il passato. Stanley incappa in un mistero insoluto e, con l'avventurosa curiosità dei ragazzini, affronta un viaggio iniziatico, che nel corso di un'estate lo porterà a scoprire la morte, il sesso e il profondo significato della parola amicizia.

Un romanzo che non dice nulla di nuovo, ma che si racconta con una padronanza notevole, dipingendo personaggi ricchi e credibili, dei quali è impossibile non innamorarsi. In giro ho letto che questo è il miglior libro di Lansdale, addirittura qualcuno esagera e parla di "romanzo perfetto". Io mi limito a dire che è un gran bel libro. E tanto basta.

15.1.06

Zuzzurellando


Ho fatto qualche piccola modifica al blog.
Intanto, ho dovuto togliere il flipbook, per il semplice fatto che si era rotto: boh, forse problemi di troppo traffico, non saprei, sta di fatto che non mi visualizzava più le foto, causa "hotlink bannato per questo dominio" o qualcosa del genere. Sopravviverò.
Ah, magari qualcuno ha notato che ho inserito i menu per l'accesso all'archivio qui a destra. Mi sembrano più pratici e occupano decisamente meno spazio.

Mentre vagavo cliccando su link consigliati dall'amico dell'amico, mi sono imbattuto nel simpatico blog del fumettista Diego Cajelli, che ho subito aggiunto ai link consigliati, assieme al Retroforum su cui di recente è scoppiata una discussione sul presunto monopolio del mercato da parte di Future Games. Il forum è legato a Retrogaming.it, sito forse non esaltante dal punto di vista grafico, ma degno comunque di nota per l'evidente passione con cui trattano i videogiochi (non necessariamente del passato). Tornando un attimo al blog di Cajelli, da lì ho avuto accesso a bravenet.com, un sito probabilmente anche famoso, ma su cui non ero mai capitato, e che mi sembra interessante per i numerosi servizi gratuiti. In particolare mi sono subito appropriato del contatore di accessi, forse più brutto rispetto a quello che già avevo, ma più interessante per le statistiche di cui tiene conto. Fra l'altro l'ho impostato per mostrare qui sul blog un contatore con un numero a caso, che è sempre una cosa simpatica. Per il momento lo "affianco" a quello di Shinystat. Infine, da un giretto sul blog di Apecar ho scoperto Sloganizer, che ho subito schiaffato anche qua dentro, in fondo alla pagina. Non si nota molto, ma va bene così. Ah, fra l'altro, sempre vagando a caso, sono finito su blogshow e, già che c'ero, mi son registrato. Non so se serva a qualcosa, ma non mi costava nulla farlo.

Infine, segnalo a voi fedeli frequentatori che ho recuperato per l'archivio i report sui festival di Cannes, Locarno e Venezia. Per i festival precedenti al 2005 ho racchiuso in un unico post i report in origine divisi giorno per giorno, mentre il resoconto sull'ultima Venezia l'ho lasciato nella sua forma originale.
Questo l'elenco completo:
Venezia 1999
Cannes 2000
Venezia 2000
Venezia 2001
Cannes 2002
Locarno 2002
Venezia/Locarno 2003
Cannes 2004
Cannes 2005
Locarno/Venezia 2005: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, voti

Noto che i primi due report erano abbastanza telegrafici, mentre da Venezia 2000 ho cominciato a farmi prendere dalla logorrea. Fra l'altro, pur non avendo mai mancato di frequentare le rassegne da oltre dieci anni a questa parte, da quando ho iniziato a commentarle su Usenet non ho trovato la voglia di scrivere solo due report di Cannes e altrettanti di Venezia. In realtà temevo peggio.

Ah, con tutto questo la foto di Natasha Henstridge non c'entra nulla, ma è sempre un bel vedere.

13.1.06

Quattro donne

Four Women (USA, 2001/2002)
di Sam Kieth
Edizione italiana a cura di Magic Press


Quattro donne, unite da una comune e tragica esperienza, che le ha segnate e divise, che non potranno mai scordare.

Quattro esperienze, prosciugate e filtrate dal velo dei ricordi, dalla memoria selettiva, dalla soggettività delle percezioni, da una forma di autodifesa inconscia e involontaria.

Quattro volte lo stesso episodio, quattro volte lo stesso racconto, quattro punti di vista, quattro passi verso l'espiazione.


Sam Kieth, ormai autore maturo e completo a pieno titolo, mette il suo stile evocativo e visionario al servizio di una storia cruda e crudele. Violenta i suoi personaggi e li costringe ad affrontare un male profondo, radicato nell'animo. Affronta un tema difficile con cattiveria e sensibilità, non si abbandona al patetismo, non scade nel gratuito, tocca tutti i tasti giusti e lo fa con delicatezza e decisione. Gioca coi suoi personaggi, caricature stereotipate di tratti tipici dell'animo umano, marionette irrealistiche e dall'espressività esagerata, teatrale, viva. Kieth prende il racconto e lo decostruisce, sfilacciandone la struttura narrativa e ricomponendola a brani, che si sovrappongono e si negano, filtrati dall'arbitraria ricostruzione di una voce narrante che sceglie di non (poter) ricordare e non (voler) raccontare la verità.

Quattro donne parla di amicizia e sofferenza, di egoismo e voglia di vivere, di scelte difficili e tremende conseguenze. Racconta un episodio qualunque, tragico e insopportabile proprio per la sua casuale e folle normalità.

10.1.06

C'era una volta in America


Once Upon a Time in America (USA/Italia, 1984)
di
Sergio Leone
con
Robert De Niro, James Woods, Elizabeth McGovern, William Forsythe, James Hayden, Larry Rapp, Jennifer Connelly, Joe Pesci, Danny Aiello

C'era una volta in America è un film perfetto. Tutto, ma veramente tutto, è una meraviglia. La regia, potente, evocativa, senza una sbavatura. Il montaggio, semplicemente mostruoso, nella perfezione con cui cuce fra di loro i balzi avanti e indietro nel tempo. La sceneggiatura, che tratteggia con due battute personaggi memorabili e approfondisce tutti i protagonisti come di rado ho visto fare. I dialoghi, potenti e indimenticabili, dai romantici incontri fra Noodles e Deborah, allo splendido scambio finale fra James Woods e Robert De Niro. Le musiche, indimenticabili e indimenticate, ancora efficaci nonostante le abbia ormai ascoltate in qualsiasi altro contesto. Tutto, ma veramente tutto, è realizzato con una perizia, un amore, una maestria impressionanti, mai più viste nel cinema italiano.

L'ultimo film di Sergio Leone sembra pensato e costruito per diventare il mio film preferito di tutti i tempi. Non solo è confezionato in questo modo devastante, ma tratta in maniera eccellente alcuni fra i temi a me più cari, la memoria, la soggettività, l'amicizia virile contro tutte le difficoltà. Eppure non mi ha coinvolto come avrebbe dovuto. Certo, l'ho apprezzato a dismisura, ma per larghi tratti non sono riuscito a farmi trascinare dagli eventi come avrei voluto. Perché? Per colpa di quello che forse è l'unico vero difetto del film, un difetto magari veniale, ma che per quella che è la mia sensibilità pesa come un macigno. L'abbondanza di retorica, di pietismo, la voglia di commuovere a tutti i costi, l'utilizzo eccessivo e invadente delle (splendide) musiche di Morricone, che spesso finiscono per "rovinare" immagini stupende. A conti fatti, i passaggi più toccanti sono quelli in cui Ennio si fa i cazzi suoi.

Peccato, perché rimane un film meraviglioso, ma fra i preferiti nel mio profilo non ce lo metto. E lo so, che a Sergio gli darà fastidio.

9.1.06

Aggiornamento archivio


Visto che oggi non avevo molto da fare, ho pensato di alimentare un po' il mio ego inserendo in archivio le recensioni de La guerra dei mondi e della trilogia di Jurassic Park, oltre alla panoramica sui film di lupi mannari (L'ululato, Un lupo mannaro americano a Londra e Dog Soldiers). Sto finendo la roba vecchia che non mi vergogno a ripubblicare sul blog: cosa farò, poi?

7.1.06

The Fog (1980)


The Fog (USA, 1980)
di
John Carpenter
con
Adrienne Barbeu, Jamie Lee Curtis, Janet Leigh

Nel 1980, i marinai colpiti dalla Maledizione della Prima Luna erano molto meno atletici, ma più sistematici e metodici nel colpire. Sfondavano motori, tagliavano cavi del telefono, distruggevano generatori e mettevano in ginocchio intere cittadine. Sarà che, appunto, sono passati venticinque anni, ma l'organizzazione da team SWAT di cui sono capaci i "fantasmi" di The Fog mi ha fatto un po' sorridere, così come alcune sequenze mi sono parse un po' datate, vuoi per la nebbia luminosa e iperveloce, vuoi per il fatto che gli spiriti vendicativi sembrano passare più tempo a spararsi le pose plastiche che a portare avanti la loro vendetta.

Ugualmente The Fog funziona una meraviglia, specie nella prima parte, grazie alla semplicità dell'intreccio, ridotto a una singola idea protratta per novanta minuti. Abbastanza netta, e non solo per la presenza di Jamie Lee Curtis, la derivazione dal precedente Halloween: la stessa, semplice, rozza ed efficace struttura narrativa, lo stesso trapanante utilizzo delle musiche, la stessa raffica di inquietanti e subdole immagini statiche. Sembra lo stesso film, rifatto due anni dopo, solo sfruttando un pretesto differente e, forse, meno incisivo.

Mean Girls


Mean Girls (USA, 2004)
di
Mark Waters
con Lindsay Lohan, Rachel McAdams, Lacey Chabert

Leggi il nome dell'ennesima pseudo-icona pop minorenne alla voce "protagonista", noti l'ambientazione scolastica, annusi la puzza di già visto e ti aspetti la solita commediola adolescenziale di poche pretese, sciocchina e prevedibile, che si risolve nei buoni sentimenti e insegna un po' di morale alle giovani in ascolto. Te la aspetti e in parte la trovi. Ma trovi anche qualcosa di diverso, un film dalla scrittura solida e frizzante, con trovate piacevoli e soluzioni non banali. Un film che, per il genere cui appartiene, ha un raro e apprezzabile gusto per l'autoironia e il demenziale.

Intelligente e a modo suo realistico nelle dinamiche fra i personaggi, sfiziosamente paragonate alla dura legge dalla savana, Mean Girls è una piacevolissima sorpresa. Non solo diverte e scorre, ma risulta quasi del tutto privo di quello stucchevole buonismo da quattro soldi tipico in questi film e intriso di cinismo e trovate al vetriolo. E se anche il finale a tarallucci e vino manifesta cattiveria, magari di facciata, ma pur sempre cattiveria, scopri che proprio amaro in bocca il film non te ne lascia. Promosso con decisione.

5.1.06

Usenet Amarcord #005


Quedex, 11 marzo 2001

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si sposa

eh si, lunedi si sposa

ma è una cosa bella no?

e poi domani abbraccio Silvietta e la tristezza passa subito

ma vuoi mettere? adesso conosco lo spirito di Vegeta, e in primavera avrò finito la casa

e allora bovati verrà a fraggare, e dopo aver fraggato andremo al Saloon e troveremo il Della, il Gran Visir e Dario ed io offrirò tequila a tutti

e se sull'apple cinema da 22" ci piazzo anche qualche bel platform non è improbabile che pure il Maderna, Chinnico ed un botto di altra gente passi di lì

e come quando avevo vent'anni prenderò la bici alle 6 del mattino e andrò al lavoro con il freddo

e se anche nulla di tutto questo avverrà ci sarà qualcosa di altrettanto meraviglioso

magari la canzone che sto ascoltando adesso

magari una cosa che nemmeno immagino

a Place Vendome, mentre correvo sotto la pioggia tenendole la mano giravamo come in un valzer
tutto ci faceva da orchestra
c'era tutta quella materia che rende magnifiche le poesie
c'era tutta la felicità della vita, in un solo punto

bisogna fare soltanto una cosa importante
se fallisci quella non serve a nulla farne altre nel modo giusto

Il thread originale su google gruppi

3.1.06

Qualche link


Condividiamo un paio di siti su cui sono capitato negli ultimi giorni.

Ape Collection
Sorvoliamo su quanto farà sorridere i vittari il nome del sito, comunque si tratta di un negozio online che vende action figure, statuette, gashapon e simili. Ho raccolto il biglietto da visita alla fiera di Lucca e ci sono andato per la prima volta oggi. Non so se siano affidabili, quindi non mi assumo responsabilità. I prezzi mi sembrano comunque accettabili.

Emerald City
Locus Online
Strange Horizons
Tre riviste online dedicate a fantasy e fantascienza.
Emerald City si occupa di letteratura, ma contiene anche articoli su cinema, tv, fumetti e compagnia bella. Può essere letta sul sito o scaricata, sotto forma di pdf o file word, in diversi formati. Locus Online sconfina anche nell'horror, ma si limita alla letteratura scritta. Ne esiste anche una versione cartacea, ma sono comunque due realtà abbastanza indipendenti. Strange Horizons, infine, è una raccolta di racconti, poesie, articoli, disegni e altro, ovviamente tutto strettamente legato ai reami della fantasia.

Fasco-CS
Una serie di avventure grafiche realizzate in Flash e Shockwave, molto d'atmosfera e molto piacevoli (e difficili). Conoscevo già la Crimson Room, la Viridian Room e la Blue Chamber ma ho appena scoperto la nuovissima White Chamber.

Il sito ufficiale di Andrew Vachss
Non credo ci sia molto da spiegare.

In coda, sottolineo che ho aggiunto in archivio le recensioni di 28 giorni dopo, La maschera di cera, Garden State e Boogeyman, oltre alla panoramica sui film di Batman.

2.1.06

L'attacco dei mostri di neve mutanti



Le storie di Natale Marvel Comics sono un classico (neanche troppo) irrinunciabile. Ogni anno funestano i lettori con il solito minestrone di buoni sentimenti e pacchianeria, ma ogni tanto ne esce fuori qualcosa di buono. A volte, addirittura, qualcosa di eccellente.

The Final Courtain è un gioiellino, tenero e irresistibile. Pur banale nello spunto, che sfrutta il classico dialogo immaginario con un caro estinto, la storia di Paul Jenkins è un meccanismo perfetto. Lo scrittore britannico sfrutta la canonica ventina di pagine per confezionare una lucida analisi della psiche di Peter Parker, affrontandone dubbi, rimorsi e rimpianti. Il tutto sotto una malinconica, deliziosa e calda luce natalizia, dipinta da Mark Buckingham con un tratto che strizza affettuosamente l'occhio alle strisce di Calvin & Hobbes.

Tutto questo mentre quel vecchio rincoglionito di Chris Claremont ancora ci tedia con l'ennesima cazzata festiva in cui una banda di supereroi imbolsiti si riunisce sotto il vischio per sommergere il lettore con una raffica di stucchevoli stronzate. Uno scartavetramento di coglioni reso ancor più grave dal suo inserimento, nell'edizione italiana, subito dopo l'episodio conclusivo del ciclo scritto da Chuck Austen. Un arco narrativo che forse non fa gridare al miracolo, ma resta solido e convincente, con un epilogo certo più toccante del buonismo di maniera che mi è toccato leggere subito dopo.

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The Final Courtain, da Spectacular Spider-Man (vol.2) #27
Edizione italiana pubblicata su L'Uomo Ragno #428

Full Circle, da X-Men #164
Hark How the Bells--!, da X-Men #165
Edizioni italiane pubblicate su Gli incredibili X-Men #186

Calvin & Hobbes

1.1.06

Bei momenti #003



Puzzle Mode Check
Puzzle Mode x2 Check
Vs CPU Mode Check
Time Attack 60 Check
Time Attack 180 Check
Time Attack 300 Check
Time Attack 600 Check
Dieci ore di gioco Check
Venti ore di gioco Check
Challenge mode, livello 100 Check
Challenge mode, 999999 punti Check

Son soddisfazioni.

 
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