Italia e Germania, ancora una volta, danno vita a una semifinale dai toni leggendari, emozionante, divertente, ricca di pathos e dramma, con il risultato in equilibrio fino alla fine dei tempi supplementari. Vittoria decisamente meritata per gli italiani, comunque, che sono stati praticamente sempre padroni del campo e messi in difficoltà solo quando presi in contropiede, magari perché troppo sbilanciati in avanti, e nella parte finale della ripresa, quando Camoranesi e Perrotta sembravano davvero stanchissimi e, forse, Lippi ha esitato troppo a togliere l'argentino.
Vero che ci vuole fortuna a sbloccare il risultato al centodicannovesimo, per di più con un gol della madonna come quello di Grosso, ma vero anche che spesso, nello sport, il culo sorride a chi se lo va a cercare. E giocare una partita offensiva, spingendo così tanto sulle fasce, mantenendo costantemente il controllo del centrocampo, non sbagliando e non concedendo praticamente nulla, francamente, credo sia andarselo a cercare. Bravi tutti, dal primo all'ultimo, splendidi per impegno, bravura nel ricoprire il proprio ruolo e voglia di non mollare fino alla fine.
E bravo anche Lippi, che prepara la partita benissimo e azzecca tutti i cambi. Bravo Fabio "Tardelli" Grosso, che dimostra ancora quanto fosse sbagliato criticarlo tanto nelle prime partite. Tutti a rompere i coglioni perché sale poco mentre Zambrotta è sempre avanti, quando poi, appena si incontra una squadra forte sulla sua fascia sinistra e perforabile sulla sua fascia destra, guardacaso Zambrotta resta molto più accorto e Grosso passa tutto il tempo ad umiliare il suo marcatore.
Ma meravigliosa anche la difesa, che concede pochissimo e, quando lo fa, può contare sul miglior portiere dell'universo, perfetto nel negare a Podolski la gioia del gol e nel dare fiducia a un reparto che già di suo non ne avrebbe bisogno. Complimenti pure a Materazzi, che sta facendo un signor Mondiale. E complimenti ad entrambi gli allenatori che, quando la partita volge alle fasi culminanti, non si fanno prendere da trapattonismo, anzi, tolgono centrocampisti per mettere punte o mezzepunte. Certo, Klinsman con quella mossa ha definitivamente perso di vista il centrocampo, ma almeno ha provato a vincere.
Un grande vittoria, meritata e sofferta, per la squadra che ha giocato e sta giocando meglio di tutte. E che, non dimentichiamolo, ha tenuto in scacco una solida e sorprendente Germania, squadra di casa vibrante e orgogliosa, seppur priva di un uomo fondamentale come Frings e penalizzata da un Klose e un Ballack visibilmente affaticati e limitati dagli infortuni. Tocca dirlo, però: ancora una volta questo Mondiale premia chi se lo merita.
Tanto bella è stata la prima semifinale, quanto brutta è stata l'altra. Per la seconda partita di fila, i francesi eliminano gli avversari con le loro stesse armi. In questo caso possesso palla, gestione accorta, golletto e partita addormentata. Scelta forse finalizzata anche allo "stare bboni" ed evitare rischi di squalifiche per la finale. Zidane sembra un po' meno Mazinga rispetto alla partita col Brasile, ma del resto non ti trovi sempre a giocare contro una manica di zombie. Bravo Henry a procurarsi il rigore, anche se continua a sembrarmi un po' fuori forma. Sempre impressionanti Vieira e Makelele, totali padroni del centrocampo.
Imbarazzanti i portoghesi. Che la loro insostenibile fumosità fosse arrivata fino a qui, beh, era stato anche un po' demerito degli avversari, ma un simile crollo devo dire che non me l'aspettavo. Totalmente nulli in attacco, capaci solo di arrivare sulla tre quarti senza mai riuscire a fare l'ultimo passaggio. Ed è vero che Pauleta è un caprone, ma è anche vero che ha passato settanta minuti in campo senza vedersi recapitare un singolo pallone decente.
Inqualificabile, come al solito, l'atteggiamento della squadra tutta: sempre a lamentarsi, sempre per terra, sempre a cercare la furbata, sempre a rompere i coglioni. Solo giusto che vengano puniti da un rigore tutt'altro che scandaloso, ma forse anche un po' generoso. Dopo averlo subito cominciano a buttarsi con frequenza sempre crescente e nel finale entrano in area di rigore e cascano per terra a caso, senza neanche stare a guardare dove vada la palla. A casa, pezzenti.
La finale per il terzo posto, sulla carta, dovrebbe vedere i tedeschi enormemente più motivati dei portoghesi. Davanti al proprio pubblico sarebbe brutto uscire sconfitti. Pare però che giocheranno molte seconde linee, un po' per far loro assaggiare il mondiale (Kahn), un po' perché va bene stringere i denti per una finalissima, ma per una partita del genere puoi anche evitare di sfidare la sorte con un infortunio (Mertesacker, Ballack, Klose, Miguel). Se quindi, come pare probabile, in entrambe le squadre vedremo molte seconde linee, potrebbe esserci voglia di fare bene e potrebbe uscirne una bella partita. Io, comunque, credo, ma soprattutto spero che vinca la Germania.
La finalissima. Eh, beh, per coerenza, mi tocca considerare favorita l'Italia. Se ritengo sia la squadra più forte del Mondiale, quella che ha giocato meglio, che è stata più costante, che ha dimostrato più cuore, rabbia, spirito di gruppo e che, fattore non secondario, ha la panchina di gran lunga più completa, beh, non posso che ritenerla favorita. Ma non vedo una gran differenza, coi francesi.
Il modulo delle due squadre è quasi speculare: difesa a quattro, unica punta con dietro un fantasista, ma centrocampi abbastanza diversi. Se l'Italia schiera un regista arretrato, un distruttore di gioco e due ali molto propense all'inserimento centrale, la Francia ha due bestioni picchiatori (ma comunque discreti in impostazione) e due esterni molto più abituati a sfruttare le fasce.
Personalmente credo che le chiavi saranno due: l'impatto del centrocampo francese, sicuramente più fisico, su Pirlo e Totti e il confronto sulle fasce. Il lavoro di Grosso e Zambrotta sarà ancora una volta decisivo, con il primo impegnato a contenere i pericolosi Ribery e Sagnol e il secondo che, sulla carta, avrà vita più facile con i molto meno convincenti Abidal e Malouda (che guardacaso pare possa perdere il posto da titolare in favore di un pimpante - e dai pericolosi trascorsi - Wiltord). A naso credo che Lippi non cambierà modulo, ma certo è che la carta De Rossi potrebbe non essere da sottovalutare, perché darebbe una gran mano sul piano fisico e, oltretutto, sarebbe l'unico in mezzo ad avere le caratteristiche per contrastare il gioco aereo di Vieira.
Da non sottovalutare Henry - che pure non mi sembra in forma splendente - anche perché non sarà facile tenere a bada le sue accelerazioni senza lasciare troppo spazio a chi gli sta dietro. Ma occhio anche a Toni, che contro la Germania ha secondo me giocato una gran partita da lavoratore silenzioso, aprendo tanti spazi per i centrocampisti italiani. Sbaglierò, ma contro Thuram e Gallas potrebbe tornare ad essere molto pericoloso anche come finalizzatore.
Non credo, infine, che l'esultanza e il tipo di partita incredibile vinta in semifinale possano far correre agli azzurri il rischio di non avere più nulla da dare da un punto di vista emotivo. Se c'è una ragione per cui, prima volta dal 1998, sono tornato ad avere grande simpatia per gli azzurri, è che sembrano tutti avere sempre un fuoco negli occhi che in tempi recenti mancava un po'. Mi aspetto una conferma anche in questo senso.
Ah, giusto: comunque vada, mi inchino.
Scriptnotes, Episode 665: What Can You Even Do?, Transcript
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The original post for this episode can be found here. John August: Hello
and welcome. My name is John August. Craig Mazin: Well. My name is Craig
Mazin. Jo...
3 ore fa
1 commenti:
Niente, mi hai già risposto con questo post.
E sì, io che non ci capisco nulla, mi porterò dietro un unico ricordo vivido: le facce dei nostri, l'emozione incredula di Toni e Grosso al gol, la testa dura di Cannavaro e Gattuso, le mani sante di Buffon... dimentico qualcosa? Di sicuro.
Ne riparliamo lunedì.
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