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4.5.11

Rise of the Dragon


Rise of the Dragon (Sierra On-Line, 1990)
sviluppato da Dynamix - Jeff Tunnell


Faccio un po' fatica a ricordare la ragione precisa per cui, pur intrigato e interessato, all'epoca non giocai Rise of the Dragon. Suppongo il motivo principale sia il fatto che nel 1990 ancora non avevo un PC (anche se un anno dopo uscì su Amiga 500). E perché non lo recuperai poi, come feci per tante altre avventure grafiche Sierra? Mah, forse perché alcune recensioni ne avevano parlato bene ma non benissimo, e del resto all'epoca, se infilavi sequenze arcade in un'avventura grafica eri passibile di pena capitale. E forse anche perché non me lo potevo permettere, dato che avevo maturato la fastidiosa abitudine di comprare i giochi originali e le avventure grafiche costavano mediamente più del resto.

Un po' me ne pento, perché penso che nel 1990 o poco dopo Rise of the Dragon mi sarebbe piaciuto molto più di quanto mi sia piaciuto oggi. Pur inevitabilmente legata all'epoca e oggi approcciabile solo con lo spirito di chi sa che dovrebbe vivere all'ospizio e ama metter mano su roba decrepita, la prima avventura grafica Dynamix era un gioco in molti aspetti più avanti dei suoi tempi. Lo era nel tentativo di dare alla narrazione un taglio adulto e duro, senza vergognarsi nel parlare di sesso, droga, politica, violenza e cercando di proporre un racconto noir di quelli tosti. E anche se poi alla fin fine è per lo più fumo e sotto si trova un arrosto dagli sviluppi piuttosto banali, l'atmosfera ne guadagna comunque un sacco e ci sono due o tre momenti dal bell'impatto.

E più avanti dei suoi tempo lo era anche nello scappare dalle convenzioni dell'avventura grafica classica, limitando al minimo la manipolazione contorta di oggetti, proponendo forse solo un paio di enigmi in senso stretto e puntando tutto sull'investigazione, il dialogo, il rapporto coi personaggi. E la stessa componente della progressione temporale, pur elemento cardine di molte avventure grafiche Sierra, era qui trattata in maniera particolare, con la presenza di un indicatore a schermo in stile GdR, tramite cui variare la velocità degli eventi per raggiungere questo o quell'appuntamento. Senza contare che, rispetto a quelli che all'epoca erano tutto sommato ancora gli standard Sierra, si trattava di un gioco molto poco bastardo in termini di morti improvvise e vicoli ciechi.

Affascinante nell'ambientazione futuristica, dichiaratamente e amorevolmente ispirata a Blade Runner, Rise of the Dragon era sicuramente un gioco dai molti limiti, ma dall'evidente fascino, che tutto sommato sopravvive ancora oggi. L'impianto grafico ricco di tanti piccoli dettagli, lievi animazioni, continue modifiche agli ambienti riesce a regalare una bella atmosfera fumosa. La struttura libera nei movimenti, nella concatenazione degli eventi e nell'approccio agli enigmi aumenta la sensazione di un ambiente di gioco credibile. La buona quantità di variabili, scelte facoltative e strade - perlomeno se rapportata alle dimensioni del gioco e al genere cui appartiene - danno un'ulteriore contributo.

E alla fine ne vien fuori un bel gioco, che magari non ha l'importanza di un The Secret of Monkey Island o la personalità di un The Last Express, ma tutto sommato sono contento di aver recuperato oggi, vent'anni dopo. Anche se, sì, le sequenze arcade fanno piuttosto schifo e sono difficilissime se non hai trovato le armi giuste e facilissime se le hai trovate. Ma insomma, ce ne sono solo due o tre e se muori cinque volte ti viene data la possibilità di saltarle, non ne farei una malattia.

L'ho giocato su PC, sotto Windows 7, utilizzando DosBox, grazie al quale funziona senza problemi e senza dover impostare variabili particolari. Il gioco esiste, come detto, su PC e Amiga 500, entrambe le versioni in formato floppy disk. Se non m'è sfuggito da nessuna parte, non è ancora stato ripubblicato nei vari servizi di vendita online per vecchi barbogi, ma presumo che prima o poi arriverà su Good Old Games, dato che stanno pubblicando un bel po' di vecchi giochi Sierra. C'è anche una successiva conversione per Mega CD, che sfrutta il supporto ottico per avere un completo doppiaggio dei dialoghi e una colonna sonora di maggiore qualità, ma ha subito qualche censura, in particolare nella totale assenza della (francamente piuttosto casta) scena di sesso che è possibile ottenere facendo i bravi con la fidanzata del protagonista.

6 commenti:

E anzi grazie che mi hai imparato Gudolggheims che l'hai pronunciato in podcast ma non avevo afferrato :p

Hahahaha, lieto di esserti stato utile. Se ti inziga il retrogaming, dai un'occhiata alla mia rubrica di domani su Videogame.it. ;)

Videodrome? Bellissimo articolo? Non ti piace proprio Gabriel Knight, eh? ;)
Ok, mi hai convinto ad iscrivermi al feed.

Mi fa piacere. :)

(E sì, Gabriel Knight è uno dei miei due/tre giochi preferiti evah)

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