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7.7.10

Toy Story 3

Toy Story 3 (USA, 2010)
di Lee Unkrich
con le voci di Tom Hanks, Tim Allen, Joan Cusack, Ned Beatty, Michael Keaton


Quando si va al cinema a guardare un film Pixar, si becca sempre in allegato un cortometraggio, solitamente di un bello che non ci si crede e che finisce sempre per rivaleggiare con lo splendore del lungometraggio a seguire. Assieme a Toy Story 3 si trova Day & Night, una roba deliziosa e che – colpo di scena – mi ha per la prima volta dato l'impressione di stare guardando qualcosa che si meritasse gli ingombranti occhialetti per il 3D ritirati all'ingresso. Altro che Avatar o San Valentino di Sangue.

Day & Night si basa su un'idea talmente storta che non ho la minima intenzione di mettermi a spiegarla, sfrutta questa idea nel migliore dei modi possibili e costruisce una storiella semplice, se vogliamo anche piuttosto di maniera, ma che ha – anche nei tratti – quel meraviglioso spirito da Merry Melodies dei bei tempi. Il tutto, dicevo, sfruttando il 3D in maniera creativa ed efficace, al servizio del “racconto” e dell'esperienza visiva come forse solo un mondo totalmente folle e immaginario come quello di un cortometraggio animato si può permettere. Certo non tirandoti rami, proiettili e padellate in faccia.

E il 3D, in Toy Story 3, com'è? Spettacolare, avvolgente e inutile come al solito. Perché nel momento stesso in cui decidi di realizzare un film, e non un baraccone da luna park tutto incentrato sull'effettaccio, rendi il 3D inutile. Tant'è che dopo venti minuti neanche più ti accorgi di stare guardandolo in treddì. Specie, poi, se già ti ci sei abituato guardando le pubblicità prima del film. Ma di quelle parliamo dopo.

E a parte il 3D, com'è questo terzo e conclusivo episodio di Toy Story, nonché primo della serie non diretto da John Lasseter, cosa che un po' ti preoccupava perché i primi due episodi e A Bug's Life sono suoi e sono bellissimi, ma in fondo anche un po' ti tranquillizzava perché pure Cars è suo e non ti ha esattamente entusiasmato? È bello.

È un film Pixar, e i film Pixar ormai sono come i giochi Nintendo: puoi dirne qualcosa di diverso dal solito solo se decidi di parlarne male. Solo che io di Toy Story 3 ne voglio parlar bene, perché mi ha divertito un sacco, anche se non sono arrivato alle lacrime (dal ridere) come in certi passaggi del secondo episodio. E perché riesce a tirar fuori ancora qualche bella idea pur rielaborando quanto fatto nei primi due. E perché Ken è veramente uno spettacolo. E perché tutto sommato è più coerente – anche se forse meno bello – di un Up o un Wall-E, nel suo essere sincero e fracassone dall'inizio alla fine. E perché parla dell'incapacità di accettare il proprio destino, di vecchiaia e rassegnazione da parte di vecchi giocattoli che rifiutano il pensionamento, di malinconici addii e nuovi inizi. E, insomma, un luccicone o due te lo strappa. Insomma, e perché è bello.

Il film l'ho visto in lingua originale in un cinema appiccicato al Nokia Theater, spendendo 16 dollari e qualcosa a testa. Assieme a Fotone. Nei cinema americani fanno in 3D pure le pubblicità prima del film, ovviamente realizzate apposta. Roba tipo, che ne so, la pubblicità della Coca Cola. Chissà che spettacolo sarebbero in 3D le pubblicità dei macellai e dei parrucchieri di provincia all'UCI di Pioltello. Importanza di guardare questo film in lingua originale? Scarsa. Oddio, è sicuramente meglio, per le solite menate, ma insomma, non credo si perda nulla di fondamentale. E poi in genere i doppiaggi italiani Pixar sono abbastanza curati. Anche se in effetti su questo ci trasciniamo ancora dietro Fabrizio Frizzi, retaggio di quando i film Pixar erano ancora questa cosetta strana, nuova e sperimentale tentata dalla Disney. Boh, fate voi. Ah: importanza di guardarlo in 3D? Non saprei, però il 3D in quel cinema appiccicato al Nokia Theater era davvero ottimo e ha fatto finalmente capire a Fotone che a lui non piace il 3D perché l'ha provato solo in postacci a Chieti.

2 commenti:

Allora non sono l'unico a fare l'accostamento Pixar = La Nintendo dell'animazione.
O ne parli (molto) bene o ne parli male.
Cmq Toy Story 3 mi è piaciuto molto, essendo cresciuto con i primi due mi sono quasi sentito partecipe della vena malinconica della pellicola, sicuramente dopo il film mi sono chiesto che fine avessero fatto i miei giocatoli, veramente bello.Il doppiaggio ita però l'ho trovato in alcuni casi molto forzato e scarso, come nel caso del personaggio di Andy, mi sà che appena esce in DVD me lo prendo anche per vederlo in Inglese.
Day & Night lo trovato un capolavoro che valeva 5 dei 10 euro che ho speso.

Non sei il primo a parlarmi male del doppiaggio italiano... peccato, perché Up per esempio me lo ricordo come un ottimo lavoro.

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