Le scaphandre et le papillon (Francia, 2007)
di Julian Schnabel
con Mathieu Amalric, Emmanuelle Seigner, Marie-Josée Croze, Max von Sydow
Lo scafandro e la farfalla racconta gli ultimi due anni di vita di Jean-Domique Bauby, editor della rivista Elle colpito all'età di 43 anni da un attacco che paralizza quasi interamente il suo corpo. Costretto all'immobilità, capace di comunicare solo tramite il battito di ciglia dell'unico occhio ancora funzionante, Bauby trova la forza di mantenersi in vita fino alla fine, impara a comunicare con gli occhi e, tramite l'aiuto di una terapista e un'assistente, riesce addirittura a scrivere il libro di memorie cui si ispira questo film.
Partendo da un materiale tanto prono al patetismo e al melodramma hollywoodiano, Julian Schnabel tira fuori invece un film asciutto e toccante, che si racconta tramite lo sguardo e i pensieri di Bauby. Tutta la straordinaria prima parte giustifica il premio per la miglior regia vinto a Cannes 2007 con una visuale in prima persona che mostra l'ansia, la sofferenza e le cure tramite gli occhi (l'occhio) del protagonista e attraverso i suoi strazianti pensieri. Da sola si merita la visione.
Ma il film rimane ottimo anche quando si sposta su un registro più classico, centellina le emozioni soprattutto tramite i ricordi della vita passata, mostrando il rapporto con le tante donne, l'affetto per il padre e l'ansia per tutto ciò che è passato e non potrà più tornare, fino a una chiusura davvero emozionante, che si riaggancia all'avvio toccando definitivamente le budella.
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