Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

4.3.06

Sinbad - La leggenda dei sette mari


Sinbad - Legend of the Seven Seas (USA, 2003)
di Patrick Gilmore e Tim Johnson
con le voci di Brad Pitt, Catherine Zeta-Jones, Michelle Pfeiffer, Joseph Fiennes


Dopo il pomposo, pretenzioso, impacciato, in sostanza deludente, Il principe d'Egitto, Dreamworks ha corretto il tiro e ha scelto di affrontare il mondo dei film d'animazione tradizionale in maniera leggermente diversa. È così arrivato Eldorado, che riusciva a coniugare umorismo, taglio adulto, avventura e senso di meraviglia in maniera veramente ottima. Sinbad, ultimo, probabilmente in tutti i sensi, esperimento Dreamworks nel settore, è diretta evoluzione di quella scelta.

Miscuglio per certi versi disneyano di svariate mitologie e numerosi personaggi letterari, il Sinbad di Patrick Gilmore e Tim Johnson ha poco a che vedere con quello di Le mille e una notte, ma non per questo va condannato. L'ottima sceneggiatura rende divertente e appassionante una storia fatta di amicizia, amore e senso dell'onore, regala dialoghi frizzanti e assicura l'inevitabile lieto fine. Dal punto di vista tecnico, poi, il film è ovviamente un piacere per gli occhi, anche per un utilizzo non troppo invadente della solita computer grafica e per una regia davvero ispirata. Perfette, infine, le voci scelte per il doppiaggio originale, su cui svetta soprattutto una seducentissima Michelle Pfeiffer.

Sinbad - La leggenda dei sette mari è insomma un ottimo film d'animazione, l'ennesimo esempio di come la bistrattata scuola americana riesca a dire ancora qualcosa, nonostante l'insopportabile propaganda filonipponica portata avanti da schiere di appassionati. Delle quali, peraltro, ho fatto a suo tempo parte pure io.

2 commenti:

Posso essere d'accordo col tuo giudizio se si limita all'animazione. Se però lo estendiamo alla sceneggiatura, dissento. Ho trovato "Sindbad" un esempio tipico dei difetti che trovo nelle animazioni americane recenti (Pixar esclusa), e cioè personaggi dalle caratterizzazioni banali ed estreme, e un continuo trapiantare situazioni moderne all'interno di un quasro fiabesco, come se ci fosse necessità di modernizzare le fiabe.
E poi proprio non ho mandato giù la scelta di ambientare Sindbad in un contsto grecizzante, per giunta tarocco. Che c'azzecca?!?

Credo che qui il problema stia su un approccio totalmente diverso alla cosa. Fra me e te, intendo.
:D

La fedeltà al testo originale, per quanto mi riguarda, può essere un interessante argomento di discussione, ma non rappresenta mai un elemento di critica. Dal mio punto di vista, una sceneggiatura, per essere bella, non deve essere fedele alla fonte d'ispirazione, deve solo essere... bella! Il modernizzare la fiaba, il cambiare il contesto, non sono per me pregi o difetti, ma semplici dati di fatto. Che dovrebbe calarmene, se il risultato mi piace? Esempi classici: Shining e Blade Runner sono due ottimi film (il primo fra i miei preferiti in assoluto) nonostante stravolgano i libri da cui sono tratti!
Capisci quindi che, dal mio punto di vista, due delle tre critiche che muovi non hanno proprio senso di esistere.

Per quanto riguarda i personaggi, sono sicuramente tagliati con l'accetta, ma credo sia un tipo di caratterizzazione che va più che bene nel tipo di film che Sinbad vuole essere, ovvero certo non un'opera d'autore à la Miyazaki (che comunque preferivo quando si occupava di raccontare storie, invece che di raccattare premi). Sinbad è il classico film d'azione che non si prende sul serio e fa autoironia, è Brad Pitt, Mel Gibson e Bruce Willis, è quella cosa lì. Io l'ho trovato appassionante, divertente e con perfino delle belle idee (non tante, senza dubbio). Un buon prodotto di intrattenimento, come sicuramente ce ne sono a gozzilliardi, ma che non per questo diventa peggiore.

Posta un commento

 
cookieassistant.com