Daredevil (USA, 2015)
con le mani in pasta di Drew Goddard e Steven S. DeKnight
con Charlie Cox, Vincent D'Onofrio, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Toby Leonard Moore, Vondie Curtis-Hall, Bob Gunton, Rosario Dawson, Ayelet Zurer
L'altro giorno scambiavo mail con Ualone, che stava iniziando a guardare Agents of S.H.I.E.L.D. e mi chiedeva dritte su come seguire la cronologia precisa degli incroci coi film, sapendo che io mi strippo con queste cose. Ovviamente gli ho dato una risposta chilometrica e poi siamo andati avanti per un paio di mail, giungendo alla conclusione che ormai i Marvel Studios hanno completamente perso il controllo della situazione. Sulla ABC hanno una serie alla seconda stagione, ne hanno appena avviata un'altra che potrebbe teoricamente andare avanti e hanno appena annunciato uno spin-off della prima. Su Netflix (per altro sempre in collaborazione con ABC) sono partiti subito a mille con un progetto da cinque serie più o meno collegate, tutte col potenziale per proseguire in stagioni successive (e infatti è stata annunciata la seconda di Daredevil). E al cinema, dal 2017, passano da due a tre film all'anno. Se non è perdita di controllo e megalomania questa, non so cosa lo sia. Mi fa piacere? Alla fine sì, perché son cose che mi piacciono e perché in linea generale, seppur con poche reali vette, il "prodotto" Marvel mi sembra sempre dignitoso. Insomma, di certo non mi lamento. Però capisco anche che a un certo punto si rischi un po' di superare il punto di rottura.
In questo senso, bisogna dare atto ai Marvel Studios che almeno un pochino stanno provando a differenziarsi. Più o meno tutto quel che hanno buttato fuori fino adesso tra cinema e TV corrisponde bene o male allo stesso modello, però, anche all'interno di quel grosso e coerente paciugo, hanno provato a variare un po' lo stile, buttandola di qua più sul thriller spionistico, di là più sulla farsa e così via, con un'ulteriore promessa di divagazione offerta dal film sullo stregone supremo in arrivo l'anno prossimo. Ma il primo vero e netto distacco dalla formula base arriva con Daredevil, che riesce nell'impresa di proporre una faccia realmente diversa di quello stesso mondo. E alla fin fine il suo merito principale è soprattutto questo, l'infilare fra i vicoli anni luce al di sotto di quelle guerre stellari un mondo in cui i supereroi sono uomini, fatti di carne e sangue, costantemente presi a calci in faccia dalla vita e dai cattivi. Chiaramente, chi conosce i fumetti lo sa, Daredevil era il personaggio perfetto per aprire questa specie di piccolo sotto-universo, simbolo della Marvel "urbana" da quando Frank Miller l'ha preso in mano e ribaltato come un calzino, trasformandolo nell'incarnazione del senso di colpa cattolico dell'irlandese americano medio, sempre pronto a finir svenuto in una pozza di sangue in un vicolo oscuro.
Ecco, se questa prima stagione di Daredevil è meritevole e interessante è soprattutto per il modo in cui apre le porte a una Marvel un po' diversa, più cruda e brutale, che restituisce il senso di sofferenza a tutte quelle interminabili scazzottate prive di lividi e che regala una dimensione più umana ai suoi personaggi. In un certo senso, Daredevil è la nolanata della Marvel. Anche se non è tutto virato al grigio come L'uomo d'acciaio, si svolge al novanta per cento di notte e rinuncia ai colori vivaci e al continuo cazzeggiare dei film. Il bello, però, è che lo fa senza ignorarli, anzi, inserendosi a meraviglia in quel contesto da cui si distanzia mille miglia. È la concretizzazione di un discorso appena accennato nel pilota di Agents of S.H.I.E.L.D. ma mai portato realmente avanti in quella serie, il raccontare di un'umanità tutto sommato abbastanza normale alle prese con l'assurdità di vivere in un mondo che ospita divinità col martello, biondoni incappucciati e miliardari in armatura. La Hell's Kitchen dell'universo cinematografico Marvel non è quella degli anni Sessanta in cui nacque il Daredevil originale, è un'area devastata dagli scontri fra divinità e alieni, in cui la gente normale cerca di rifarsi una vita, il crimine dilaga e un uomo dalle capacità particolari prova a far giustizia con le proprie mani. In questo contesto così folle, ma in fondo coerente, alla fin fine ha pure senso che Matt Murdock decida di indossare un costume e spararsi le pose. Intendiamoci, fa comunque un po' ridere, quando finalmente inizia a fare le piroette ricoperto di rosso al termine di una serie con questo taglio, un po' come il cretino vestito da pipistrello nel film coi mafiosi. Però, almeno, non è solamente uno squilibrato che indossa delle orecchie perché sì, è un tizio che vive in un mondo dove i supereroi sono la norma. E allora che gli vuoi dire? Alla fin fine il merito dei Marvel Studios, con tutte le loro colpe, è un po' quello: aver creato un universo narrativo in cui, semplicemente, i supereroi esistono e ce li hanno venduti. Da lì è tutta in discesa.
C'è più sangue nel poster là in cima o in questa gif che in tutti i film Marvel messi assieme.
Poi, certo, le cose le devi comunque fare bene e Daredevil è una bella serie, con qualche picco (se lo chiedete a me, la seconda puntata, poi quella dedicata ai ricordi del college e la penultima), qualche tonfo (un saluto al giovane Fisk) e un cast azzeccatissimo per carisma e interpretazioni, nonostante solo i due antagonisti principali abbiano davvero materiale un po' sostanzioso con cui divertirsi. Vincent D'Onofrio è fuori scala, prende totale possesso del suo personaggio e tira fuori forse il miglior cattivo Marvel che si sia visto fino a oggi, anche perché lo fa senza appoggiarsi su gag e battutine. Spara a mille, ce la mette tutta e si mangia Wilson Fisk con un'interpretazione che, un po' come il Tony Stark di Robert Downey jr., non è necessariamente fedelissima all'originale, ma è talmente azzeccata e di personalità che probabilmente finirà per mangiarselo. Charlie Cox, di suo, è un gran bel protagonista, ha un savoir-faire che levati ed è facilissimo affezionarsi al suo personaggio, alle sue difficoltà, ai suoi dubbi e alla sincerità che mette in campo. Attorno a loro tutti attori in parte, molto adatti ai ruoli, che fanno il proprio senza sporcare, compensando lo scarso materiale a disposizione con sane dosi di carisma.
Per il resto, ci sono tredici puntate che seguono con cura il modello Netflix. Daredevil non è certamente un film da tredici ore fatto a pezzetti, anzi, la struttura ciclica dei singoli episodi è fin troppo evidente, così come è palese la suddivisione in tredici piccoli racconti (la puntata del ninja, quella del passato di lui, quella del passato dell'altro, quella con Stick ecc... ), ma l'equilibrio fra momenti singoli e racconto portato avanti mano a mano è ben dosato. Come è tradizione per le serie nate in ottica streaming, ogni singola puntata si chiude, se non su un cliffhanger, con un nuovo elemento introdotto in extremis per far venire voglia di proseguire subito e il tutto è strutturato molto bene, con una bella evoluzione dei personaggi e un lungo raccontare le origini tanto dell'eroe quanto del suo antagonista principale. È, di nuovo, una bella serie, che limita a piccoli spunti di contesto e di contorno un paio di riferimenti ai film e qualche accenno ai fumetti e sa lasciarsi gustare anche da chi non viene colto da brividi d'ansia quando riconosce quel personaggio che forse si nasconde dietro l'identità di quell'altro. E che utilizza meravigliosamente bene la città di New York, dandole un'aria viva, solida, grazie all'ottimo utilizzo di esterni azzeccati e dettagli riconoscibili.
Insomma, Daredevil è soprattutto un ottimo inizio, la dimostrazione che forse è davvero possibile fare qualcosa di nuovo e di diverso all'interno di quel contesto, senza doversi sforzare con la fronte corrugata per far diventare tutto appassito come in casa DC. È una serie ruvida, brutale, violenta, che racconta un supereroe umano e costantemente fatto a pezzi. Sono tredici puntate al termine delle quali ci viene mostrato l'eroe in tutto il suo splendore, ma ci è anche stato spiegato con grande cura come mai indossare il costumino rosso e lanciarsi da un tetto sia un'idea estremamente cretina. Il massimo simbolo di questa cosa, probabilmente, sta nel piano sequenza che chiude la seconda puntata, interessante più che altro perché non si concentra tanto sul gesto atletico elegante o sull'efficacia dell'eroe, come spesso accade in questi casi, quanto proprio sulla difficoltà, la pesantezza e la brutalità che esplodono quando la gente si fracassa di cazzotti. C'è tutta l'ansia, la difficoltà e la fatica di un'impresa da supereroe condotta da uno che, sì, ha qualche potere, ma fondamentalmente è solo un uomo bravo a menare.
Tutto questo, fra l'altro, mi fa ben sperare per quel che verrà poi e, in particolare, per il prossimo AKA Jessica Jones, cui tengo molto in quanto grande amante di quel fumettone che fu Alias. Riguardo a Daredevil, resto curioso di vedere come andrà con la seconda stagione e quali storie verranno raccontate. La ciurma di autori è sempre quella dei figli illegittimi di Joss Whedon, ma Drew Goddard e Steven S. DeKnight hanno abbandonato la nave e al timone ci passano Doug Petrie e Marco Ramirez, che comunque hanno scritto molto della prima stagione. Sapranno gestire la baracca? Affronteranno di petto certe tematiche di storie classiche del personaggio? Quali andranno a pescare? Sapranno regalarci altri cattivi memorabili, soprattutto considerando quanto sia ridicolo, in linea di massima, l'antagonista medio del cornetto? Boh, vedremo. Io, di sicuro, se il livello rimane questo, non mi lamento. Anzi, mi sbilancio: secondo me le cose andranno migliorando.
Su Netflix si è manifestato il 10 aprile e da allora a oggi me lo sono guardato con calma, senza esagerare, quando capitava, giusto così. Non ci sono ancora notizie su un possibile arrivo in Italia, ma mi stupirei se non si verificasse in tempi relativamente brevi. Al massimo c'è il rischio che stiano temporeggiando in attesa di lanciare Netflix dalle nostre parti, visto che se ne parla ormai da un po'.
5 commenti:
Quindi, il team che produrrà la seconda stagione non sarà pari pari a quello della prima... Ho la sensazione, da quel poco che ricordo del fumetto, che in questi primi 13 episodi gli autori abbiano avuto "meno da fare" (e qui mi riallaccio al tuo "Sapranno regalarci altri cattivi memorabili, [...]" - sul finale della recensione).
Resta il fatto che la trasposizione delle origini e del cattivo Kingpin è stata fatta molto bene ed i meriti della produzione indubbiamente ci sono dato che sono riusciti a non sprecare il potenziale narrativo a cui hanno già attinto. Ma il vero banco di prova, secondo me, sarà l'anno prossimo! Cosa ne pensi?
Non sarà lo stesso team, però va anche detto che già la prima è stata "turbolenta", con Goddard che se n'è andato dopo un po', e che comunque chi rimane ha lavorato molto già sulla prima. Vedremo.
Per il resto, non hai torto, però va anche detto che già solo coi personaggi mostrati c'è ancora tantissimo a cui attingere (penso a Kingpin ma anche a Karen), senza contare che di materiale interessante e adatto al taglio di questa serie TV ce n'è anche altrove, e penso soprattutto ad Elektra. Però sì, devi farlo bene, come appunto hanno fatto qui. Vedremo.
Adesso però io sono teso per Jessica Jones, ad Alias ci tengo. :D
Mi allineo sulla fiducia. LOL
Mi spiego meglio: non conoscevo un granché del fumetto di Alias o del personaggio di Jessica Jones. Dopo che l'hai citati qui, nell'articolo DAREDEVIL - STAGIONE 1, ho voluto saperne decisamente MOLTO di più; e, da quanto ho letto finora, mi potrebbe piacere! E pure parecchio...
Non so se, a chi come me non ha letto il fumetto, conviene leggerlo prima o dopo. Certo che mi state facendo incuriosire non poco... E, quindi, per "sentito dire" sono in fermento, in tensione pure io! :D
PS. Chissà se per questi eroi marvel ci sono videogiochi in cantiere...
Pensa, proprio qualche tempo fa con un amico ci chiedevamo che fine avesse fatto il personaggio di Daredevil, se fosse in programma qualcosa di nuovo su di lui, ed è così che sono venuto a conoscenza di questa serie. Che dire, da come la descrivi sembra veramente bella, se in genere i film della Marvel erano più allegrotti e quelli DC più drammatici, questa serie per la Marvel potrebbe essere una svolta. Spero di riuscire a recuperarla!
P.S. Su The Avengers: Age of Ultron invece che mi dici?
@Anonimo
Se ti attira leggilo. Tanto poi le trasposizioni cambiano cose, riarrangiano e alla fine, certo, alcune cose finisci per saperle in anticipo, ma finisci per beccarti altre sorprese. Tipo quella della dodicesima puntata di Daredevil, che da lettore dei fumetti ero straconvinto non potesse accadere e mi ha lasciato di sasso... :)
@John
Ti dico che vado venerdì. :)
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