Settembre 2003.
Per l'ennesima volta sto seguendo la rassegna milanese legata al Festival del cinema di Venezia. Il 14 settembre, in particolare, fra i film proposti, c'è Un film parlato, di Manoel de Oliveira. Una merda colossale, che ha però il gran merito di generare questo splendido post, scritto da AP su it.arti.cinema.
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I vecchi registi sono rincoglioniti tutti
E de Oliveira guida la pattuglia.
Sono appena uscito da una esperienza allucinante, 100 minuti di delirio come potrebbe essere un film fatto da Elio dopo una conversione mistica.
Siamo su una nave, anzi, stiamo per salirci, una bella mammina con una bambina petulante ci salgono.
La bimba continua a fare domande, le tipiche domande che fanno le bambine di otto anni.
Perche' la chiesa si e' divisa tra ortodossi e cattolici?
Cosa sono i mussulmani?
Perche' instanbul ha cambiato nome da Costantinopoli?
Quando e' finito il medio evo?
Perche' un popolo evoluto come gli egiziani aveva gli schiavi?
Solite domande che tutti i bambini di otto anni fanno.
E la mamma risponde paziente.
MOLTO paziente, e la bambina ascolta, perche', come dira' piu' avanti "mi piace imparare".
Chi perde la pazienza e' il pubblico in sala, che non crede a quello che vede.
La bimba continua a fare domande, e la mamma risponde.
Mamma e figlia partono dal portogallo per andare a Bombay, in nave, e la cosa sembra gia' abbastanza stupida di suo, ma de Oliveira decide di non risparmiarsi e ci offre raffinati espedienti narrativi di questo tipo:
punta della nave che fende le onde
primo piano sulla bimba che fa la domanda
primo piano sulla mamma che risponde guardando in camera.
piano sulla punta della nave, onde, domanda, mammina.
piano sulla punta della nave, onde, domanda, mammina.
Non le ho contate, ma il giro e' tornato almeno 20 volte.
Breve sosta a Marsiglia.
Poi si riparte
Piano sulla punta della nave, onde, domanda, mammina.
piano sulla punta della nave, onde, domanda, mammina.
Breve sosta a Atene.
Piano sulla punta della nave, onde, domanda, mammina.
Piano sulla punta della nave, onde, domanda, mammina.
Ero allucinato, sembrava una puntata particolarmente lisergica dei viaggi della Licia Colo'.
Ora, non voglio sembrare uno poco paziente, ma continuavo a guardare l'orologio e posso darvi dei riscontri temporali.
Questo giochetto punta della nave, bimba, domanda, mamma, dura 50 minuti.
Dalle 20.00 alle 20.50.
50 cazzo di interminabili minuti dove tutto quello che fanno e':
Piano sulla punta della nave, onde, domanda, mamma.
Sulle prime domande un qualche senso di gratitudine viene, in fondo a volte mi vedo rai educational, o i documentari su sky, qualche cosa di interessante prima o poi salta fuori, ma 50 minuti sono troppi.
Le seggiole del Plinius, particolarmente scomode, diventavano roventi.
Mi guardo intorno, piu' o meno tutti si stanno contorcendo sulle seggiole
come anguille trafitte.
Qualcuno ride nervosamente.
Dopo 50 minuti ci si sposta dentro la nave.
Su questa nave ci sono la Sandrelli, la Irene Papas e Cristine Deneuve.
Tutte belle anzianette e chiattone.
Sono sedute al tavolo col comandante della nave, Malkovich, il quale cerca di bere senza alzare il bicchiere.
Ci prova almeno 3 volte, facendo le labra a cucchiaino o piegando la testa e facendo altre strane mossette, tutto meno che la cosa ovvia di alzare il bicchiere, chiaro sintomo di qualche disturbo causato dal disagio.
Sono allo stesso tavolo e discutono nelle loro rispettive lingue, greco, italiano, francese, inglese.
Come metafora non vedevo nulla di cosi' grossolano e ridicolo dai tempi del muto.
Come recitazione e sceneggiatura siamo sottoterra, l'unica che sembra piu' a suo agio e la Papas, alla quale probabilmente non sembra vero di essere in un film e di infilarci una cantatina.
Alla cantatina in greco senza accompagnamento ho visto gente tentare di impiccarsi con le tende davanti alle porte, ma erano troppo spesse per farci un cappio.
Io speravo entrasse un comando ceceno col gas paralizzante.
Qualcuno si chiudeva le dita nella cerniera delle sedie per avere una distrazione piu' divertente.
I piu' erano con lo sguardo fisso, catatonico, di quello che precede l'attacco epilettico.
Poi la Papas torna al tavolo e chiacchierano, ed ha luogo la piu' insulsa conversazione della storia del cinema, roba che in confronto i dialoghi de L'Ultimo Bacio sembrano scritti da Eco.
Anche qui, il cellulare usato a mo' di cipolla mi riscontra il tempo della sofferenza, la cena e la chiacchierata durano 25 minuti.
Ma non ve la cavate cosi' a buon mercato, cerco la sceneggiatura e posto qui il dialogo, perche' siete stronzi, tutti, tutti voi che non avete avvisato e ora sono 100 minuti piu' vicino alla mia morte e mai la vita mi e' sembrata piu' preziosa.
Dopo la chiacchierata arriva un marinaio e parla nelle orecchie al capitano Malkovich, il quale riceve la notizia e la riporta alle commensali.
Con lo stesso tono con il quale direbbe a una signora che ha una calza strappata comunica che nell'ultimo porto qualcuno ha messo una bomba che non si puo' disinnescare.
Qui una risata liberatoria prorompe da quasi ogni petto a scuotere la sala.
Bisogna evacuare la nave, ma in questo capolavoro del trash senile di un regista rimbambito non ci viene risparmiata la ovvia scena della bambina che, mentre tutti evacuano la nave torna in cabina a prendere una bambola.
La mamma maestrina la insegue.
Ovviamente resteranno le uniche due su una nave vuota, il film si conclude con Malkovich che dalla scialuppa guarda la nave con le due cretinette che esplodono.
La pellicola congela il suo sguardo, una buffa boccuccia aperta con un involontario potere esilarante.
Alla uscita ho sentito qualcuno parlare di organizzare un Straff Expedition a casa di Oliveira, facevano dei conti, guidando a turni avrebbe potuto essere gia' morto per domani a mezzogiorno. Qualcuno piu' ottimista suggeriva forse le 11 di mattina, forzando un po' la velocita'. Chi era impossibilitato a partire chiedeva di tornare portando un organo come ricordo.
Ho sentito degli spari andando, e non scherzo, ho telefonato alla bruna per farglieli sentire, puo' testimoniare.
Il thread originale su google gruppi
Scriptnotes, Episode 665: What Can You Even Do?, Transcript
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The original post for this episode can be found here. John August: Hello
and welcome. My name is John August. Craig Mazin: Well. My name is Craig
Mazin. Jo...
4 ore fa
4 commenti:
Però non l'hai detto: Ritorno A Casa t'era piaciuto. E parecchio.
Non aggiungo altro. Scusa se t'ho interrotto la visione di Buffalo '66. Bello eh? :-)
Ritorno a casa è ottimo e inspiegabile.
Qualsiasi altra cosa abbia visto di De Oliveira è da impiccarsi.
E anche qui:
"I vecchi registi sono rincoglioniti tutti"
Non Woody però!
Eh, insomma, diciamo che Woody ogni tanto si ripiglia.
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