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19.10.09

Pelham 123

The Taking of Pelham 1 2 3 (USA, 2009)
di Tony Scott
con Denzel Washington, John Travolta, John Turturro


Tony Scott è e rimarrà sempre uno di quelli che a noi che ci parliamo addosso di cinema piace chiamare "bravo artigiano". Bravo guaglione, anche. È il fratello scemo di Ridley? Boh, può essere, ma chissenefrega. Certo, lui un Alien o un Blade Runner non li ha mai tirati fuori, ma vogliamo buttarla, l'importanza culturale pop di un Top Gun? Uhm, sì, in effetti io la butterei volentieri. E allora va bene, è vero, le peggiori porcate di Tony - e non sto parlando di Top Gun - sono davvero impresentabili. Però, non so, fanno comunque tenerezza, e perlomeno non ti mettono addosso quel senso di depressione, di occasione sprecata, di "ma che cazzo stai facendo?" che hai di fronte a una roba come 1492. Insomma, se fai due film come quelli là, poi non è che puoi permetterti di tirar fuori Soldato Jane e farla franca, no? E comunque, dai, non rompetemi le palle, ché L'ultimo boy scout Ridley non sarebbe in grado di farlo. Sarebbe capace di girarlo, certo. Ma non sarebbe in grado di farlo.

Ma basta divagare: Pelham unduettré è un gran bel (poliziesco? thriller? che caspita è?). L'ha scritto quel figo di Brian Helgeland, quindi si torna al punto del discorso: se al Tony i film glie li scrivi bene, lui te li dirige bene. Se gli metti in mano una sceneggiatura con bei dialoghi, dei personaggi un minimo apprezzabili e coi tempi del racconto organizzati bene, lui il suo dovere lo fa. Certo, magari si fa un po' prendere la mano con quelle macchine che saltano in giro come se le avesse prese a calci Optimus Prime, ma sostanzialmente ti mette assieme un bel film, teso, appassionante, fico. E usa John Turturro senza fargli fare lo scemo del villaggio, una volta tanto.

E vai a capire se lo scivolone finale, con quel momento un po' impacciato sul ponte e quel Denzellino che cammina stanco, sorridente e col suo bel gallone di latte in braccio, è più colpa di Tony, di Brian o chissà chi altro. Però, insomma, intanto fino a lì ci sei arrivato divertendoti, e parecchio. Addirittura provando un filo di tensione, nonostante uno sviluppo tutto sommato ordinario. E soprattutto gustandoti il fatto che a tirare avanti la baracca siano sostanzialmente dialoghi via radio. Un film d'azione che campa - e campa bene - grazie ai dialoghi. Poi tu dimmi se un regista capace di una roba simile dev'essere considerato "quello scemo".

Ah, e comunque, Ridley, il fratello bravo, è talmente bravo che si è messo a fare il prequel di Alien. No, dico, il prequel di Alien. T'ammazzo, se mi tocchi.

Il film l'ho visto in lingua originale, all'UCI Cinemas Certosa. Sono stronzi, costan tanto, non prendono le tessere, hanno la coca piccola che "pesa" mezzo litro e la macchinetta dei biglietti non funzionava. Però fanno i film in lingua originale, quindi stringo i denti e frequento. Importanza di guardare questo film in lingua originale? Media. C'è qualche bel giochetto di parole, non c'è grande incidenza di accenti e cadenze varie, ci son tantissimi "fuck" che in italiano non possono rendere allo stesso modo. Possibilità che la versione italiana sia inascoltabile: mediobassa, via. Diamo fiducia a questo mondo di amori all'improvviso. Canzone ascoltata nello scrivere questo brutto post: All You Do Is Talk - Black Rebel Motorcycle Club. Si sgranocchiavano Tenerezze al limone.

2 commenti:

Il mio problema con questo film è che è il remake di uno dei miei film preferiti di tutti i tempi, "Il colpo della metropolitana" con Walter Matthau e Robert Shaw. Non so se potrò vederlo e non continuare a pensare a loro.

L'originale non l'ho visto e immagino questo mi abbia aiutato. :)
Darei per scontato che a te questo remake piacerà molto meno... :D

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