Argo (USA, 2012)
di Ben Affleck
con Ben Affleck, Bryan Cranston, John Goodman, Alan Arkin
Argo è il terzo film da regista di Ben Affleck. Ed è il terzo gran bel film da regista di Ben Affleck. Arrivati a questo punto, forse è il caso di smettere di stupirsi, così come potremmo smettere di stupirci nello scoprire che Ben Affleck, quando si mette nelle mani di un bravo regista (tipo Ben Affleck), è anche un bravo attore. Quindi, diciamocelo chiaro: Ben Affleck è uno dei migliori (nuovi, dai) registi sulla piazza. Gone Baby Gone non è stato un caso, The Town ha fatto da conferma, Argo è esattamente quel che ormai era lecito attendersi: un gran bel film come non se ne fanno più, diretto da un regista come non se ne fanno più.
Perché poi, il problema dei film di Ben Affleck è anche un po' quello: non provano a stupirti con chissà quali trovate geniali o innovative, non fanno accartocciare palazzi su loro stessi e non ti fanno passare metà del tempo a chiederti cosa stia succedendo. Non c'è l'ambizione di cambiare le regole, c'è piuttosto la voglia di fare un cinema classico, impegnato, "normale". E comunque moderno e affascinante. Argo sembra uno di quei film che recuperi in videocassetta dallo scaffale in soffitta e ti viene subito voglia di schiaffare nel videoregistratore, perché sai di andare sul sicuro. Solo che è stato girato oggi, non quarant'anni fa, anche se fa di tutto per sembrare un film degli anni Settanta (non solo in giochetti come il logo vintage della Warner Bros, ma anche nello stile, nella scrittura, nell'approccio e nel rigore).
Racconta una storia talmente bizzarra che solo al cinema, e che invece, guarda un po', pur con l'inevitabile romanzare hollywoodiano che allunga gli imprevisti e forza un pochino di spettacolo, mette in mostra per davvero quegli anni. E lo fa con una precisione notevole nella ricostruzione storica, visiva, di linguaggio, usi e costumi, fatta di quella follia esagerata, superflua, piena di dettagli che magari neanche cogli, ma registri a livello inconscio e ti danno un forte senso di solidità. Tutto questo nel segno del cinema, certo non del documentario, con una storia capace di sorprendere, stupire, toccare, divertire e tenere preda della tensione dall'inizio alla fine. Affleck tiene le redini di tutto in maniera incredibile, alterna i registri a meraviglia, passa dalla tensione insopportabile di Teheran alla distensione comica di Hollywood senza mai far storcere il naso, anzi, concedendosi un bel pezzo di bravura in quel montaggio alternato fra le due messe in scena, e dirige tremendamente bene un cast azzeccatissimo. E in tutto questo, racconta una storia che ti ammazza dalla tensione grazie a quattro dialoghi e due sguardi, nonostante tu sappia perfettamente come andrà a finire. Insomma, è gran bel cinema. Avercene.
Posso dire che Christopher Nolan glie lo puppa, a Ben Affleck? Dai, lo dico.
7 commenti:
"Argo sembra uno di quei film che recuperi in videocassetta dallo scaffale in soffitta e ti viene subito voglia di schiaffare nel videoregistratore", poi ti ricordi che A) non hai più un videoregistratore da 10 anni e soprattutto B) non hai mai avuto una soffitta.
Drammi grossi.
A parte gli scherzi, devo recuperarlo, ché al cinema credo sia già finito il periodo (ah, i cinepanettoni!) e quando c'era i miei amici c'avevano sempre un gomito che faceva contatto col piede. Che poi, tra l'altro, di Ben Affleck io mi ricordo Daredevil (purtroppo) e la famosa frase "Per mettermi i piedi in testa, ci vuole Ben Affleck!", quindi se Nolan -che io adoro- a Ben Affleck glielo puppa, beh, si rischia che mi esploda ancora una volta il cervello.
argo vaffanculo! (cit.)
Argo vaffanculo!
(Sia chiaro che pure io non ho mai avuto una soffitta. Però ho ancora un videoregistratore!)
Io appena vedo Ben Affleck, di cui ho apprezzato abbastanza The Town, non posso fare a meno di ricordare una battuta esilarante di un film il cui titolo purtroppo mi sfugge, in cui un personaggio nero, nel senso del colore della pelle :), dice a un personaggio bianco (in un accenno di blando e amichevole conflitto razziale): "Ehi you, Ben Affleck" e l'altro"what? why Ben Affleck?" "You're white you are Ben Affleck". :D
E in effetti ha quest'aria da tipo a posto e ultra WASP che forse è proprio quello che lo frega, per quanto mi riguarda. Sembra quasi un pupazzo della MATTEL abbandonato in soffitta, magari su un videoregistratore… :)
Ce lo vedrei bene a fare l'amante di Barbie, quello con cui mette le corna a Ken.
Ho visto i primi due film di Ben Affleck e sinceramente ancora non riesco a farmi capace di come uno con la faccia come la sua possa anche scrivere e dirigere bene. Stai a vedere che pure in Will Hunting il merito era suo e non di Matt Damon. Stima.
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