No More Heroes (2007/2008, Rising Star Games)
sviluppato da Grasshopper Manufacture - Suda 51
Suda 51 è un uomo che non conosce le vie di mezzo. Dopo aver realizzato, con Killer 7, un gioco dal contesto tridimensionale in cui ci si sposta solo avanti e indietro, butta No More Heroes all'altro estremo, infilandoci a forza il free roaming. Il problema, per l'appunto, è che ce lo infila a forza, senza arricchire il gioco di conseguenza, e regalando un mondo dall'esplorazione libera totalmente inutile, spenta, superflua. Poi, ok, l'ha fatto apposta, voleva fare la critica, la presa in giro, e le parti brutte/noiose/discutibili lo sono volontariamente. Ottimo. Solo che per me le intenzioni dell'autore contano una sega, soprattutto se mi portano a spaccarmi le palle viaggiando su una moto che si controlla come un carro funebre.
E insomma, il fatto è che 'sta cittadina di Santa Destroy rappresenta probabilmente il difetto più grosso di No More Heroes. Pur essendo ben caratterizzata, con tante idee simpatiche sparse in giro, piena di personalità, brillante, divertente e sbirulina, è vuota. Insopportabilmente, tremendamente, micidialmente vuota. All'inizio ti ci diverti anche, vai in giro, scruti quell'angolo, raccatti quella scemenza, ma dopo un po' ti rendi conto di stare davvero buttando via il tuo tempo e quei maledetti vicoli diventano solo noia insostenibile da superare fra una missione e l'altra.
Ma non solo: in No More Heroes c'è pure l'altro problema causato da quel cancro incurabile che è il free roaming messo dovunque e completamente a caso: le missioni extra. Come sempre accade in queste situazioni, ce ne sono di molto azzeccate, di simpatiche, di divertenti, di mosce e di pallose come un film di De Oliveira. E tutte si ripetono un po' troppo. E non sono completamente facoltative, dato che forniscono il denaro necessario per accedere alle missioni principali, oltre che per acquistare bonus, armi e oggetti assortiti, alcuni dei quali richiesti per poter ottenere il finale "vero".
Se si passa sopra a questi due problemi, comunque non pressanti e fastidiosi come in altre situazioni, o se - ancora meglio - li si ritiene dei "non problemi" perché parte integrante del sottile messaggio che l'autore vuole comunicarci, si scopre un ottimo gioco. Un gioco che, fra l'altro, conserva la ricercatezza stilistica e contenutistica tipica del Suda 51, declinandola però non secondo quei toni altezzosi, spocchiosi e un po' pretenziosi di Killer 7, quanto piuttosto con un'adorabile voglia di prendere e prendersi per il culo. In No More Heroes c'è citazionismo e amore continuo per il cinema e il videogioco degli anni ottanta, c'è un ininterrotta ricerca dell'esagerazione e dell'assurdo, c'è un ripetuto rompere il quarto muro e divertirsi col giocatore/spettatore, ci sono tre o quattro momenti che fan davvero spaccare dal ridere. E sotto tutta questa sovrastruttura, si diceva, c'è anche un ottimo gioco.
Un ottimo gioco che non commette, ancora, l'errore di Killer 7, che prometteva la ricercatezza di gameplay data dal dover gestire sette personaggi per la risoluzione di complesse situazioni di gioco ma te la regalava per davvero solo nella missione finale, dopo essersi trascinato stancamente fino a quel punto in nome del maledetto senso di progressione. No More Heros, invece, è più furbo, offre subito quel che ha da dare e articola la crescita del gioco sulla base delle idee, delle invenzioni e dell'innalzamento del tasso di sfida. Tasso di sfida applicato, fra l'altro, a un sistema di combattimento certo non superlativo ma che fa comunque il suo, trovando un giusto compromesso fra controlli vecchio stile e interazioni "mobili" da Nintendo Wii. E premia nel migliore dei modi chi s'impegna ad approfondirne le poche sfumature, fatte di spettacolo, luci, colori, effetti speciali, schivate, scemenze e contromosse.
Insomma, No More Heroes è una bella cosetta, divertente in tutti i modi in cui si può essere divertenti, ma non riesce ad essere una gran bella cosetta per quel paio di difetti piuttosto fastidiosi (poi io sul free roaming usato a caso ho il dente avvelenato). Ma quando funziona al meglio - vale a dire in quasi tutti i boss, che son poi il cuore dell'esperienza - è davvero uno spettacolo.
La localizzazione italiana, per fortuna limitata ai sottotitoli, è da mani nei capelli: frasi senza senso, passaggi sballati per evidente mancanza di contesto, espressioni in spagnolo e tante altre meraviglie. No More Heroes me l'ero perso all'epoca e l'ho giocato adesso per documentarmi, dato che mi toccava recensire il seguito per Nextgame. La recensione sta qui.
Scriptnotes, Episode 665: What Can You Even Do?, Transcript
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The original post for this episode can be found here. John August: Hello
and welcome. My name is John August. Craig Mazin: Well. My name is Craig
Mazin. Jo...
4 ore fa
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