creato da Frank Darabont e Robert Kirkman
episodio diretto da Ernest R. Dickerson
con Andrew Lincoln, Jon Bernthal, Sarah Wayne Callies
Uno
fra gli aspetti più interessanti della versione televisiva di The
Walking Dead,
almeno per chi ha letto il fumetto, è il trattamento riservato a
Shane, che nella versione interpretata da Jon Bernthal diventa personaggio
più rotondo, ricco, affascinante. La scelta di dedicargli una
quantità di tempo maggiore, di tenerlo spesso al centro degli eventi
e di prolungare il quadrilatero che coinvolge lui e la famiglia
Grimes è senza dubbio vincente. Innanzitutto perché, come detto, ne
viene fuori un personaggio un po' più ricco, come questo episodio
dimostra in maniera esemplare.
Se
già l'avvio dell'ultima puntata della prima stagione, con quello
Shane disperato in ospedale, mostrava un lato del personaggio non
scontato, qui si va oltre, e quel bello sguardo a Lori che parla con
Carl dice tante cose. E c'è poi tutta la parte alla fattoria, il
modo in cui Shane parla a Rick, la voglia di tratteggiare a fondo il
rapporto fra i due, andando oltre la semplice storiella di corna
vissute. Ecco, si tratta, come detto, di una scelta vincente, anche e
soprattutto in prospettiva futura, delle cose che verranno e che
saranno forse ancora più forti, alla luce del modo più ricco in cui
piano piano ci si affeziona ai personaggi.
Poi,
per carità, ci sono anche cose che non vanno, tipo che veramente
comincio a non poterne più di T-Dog, o che inizio a chiedermi quante
altre scene con uno zombi a caso che assale Andrea e fa una brutta
fine dovremo sorbirci, o ancora che ho l'impressione che le belle
musiche di Bear McCreary siano un po' sottosfruttate, ma nel complesso
questa seconda stagione mi sembra essere partita molto bene. La
storia piano piano sta ingranando, quelle piccole scene con i
personaggi che chiacchierano fra di loro in piena calma continuano ad
essere la cosa migliore, la corsa col bimbo in braccio e tutta la
parte a letto è una meraviglia, Lori mi sta crescendo molto (anche
se la Wayne Callies fa un po' troppe faccette per i miei gusti)
Jeffrey DeMunn mi piace da matti veramente tanto che non so come meglio
dirlo guarda, continuano ad esserci quelle piccole modifiche rispetto
al fumetto che ti prendono in contropiede e, soprattutto, l'intero
secondo episodio è trascorso senza un singolo monologo di Rick. Bene
così.
Eppoi
c'è Norman Reedus.
L'episodio l'ho guardato lunedì pomeriggio, ma poi ho dovuto scrivere un lungo articolo per Videogame.it, preparare una serie di cose in vista del mio ennesimo viaggio a Londra, registrare il nuovo Outcast, dormire e partire. E infatti questo post l'ho scritto in aereo e lo pubblico adesso. Oh, son cose che capitano, dai.
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