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21.2.14

The Lego Movie


The Lego Movie (USA, 2014)
di Phil Lord e Christopher Miller
con le voci di Chris Pratt, Elizabeth Banks, Will Arnett, Will Ferrell e un sacco d'altra gente

Dopo aver fatto gavetta su varie produzioni televisive, mettendo mano anche a un successone come How I Met Your Mother e facendosi notare per essere stati fra gli showrunner più giovani sulla piazza con il delirante mezzo cult Clone High, Phil Lord e Chris Miller sono passati al cinema, scrivendo e sceneggiando quel gioiellino di Piovono polpette, divertentissimo e soprattutto stupefacente per ricchezza e inventiva nelle soluzioni visive. Non contenti, due anni dopo, hanno trasportato con successo il loro stile allucinato in 21 Jump Street, reboot sorprendentemente riuscito (dai, chi se l'aspettava?), completamente fuori di cozza e, di nuovo, divertentissimo. E quindi, insomma, dopo aver firmato forse il miglior film d'animazione americano non Pixar negli anni in cui lo studio di Lasseter era all'apice della forma, dopo aver proseguito con la miglior commedia americana del 2012, che fanno? The Lego Movie e 22 Jump Street, ovvio.

Del ritorno a scuola di Channing Tatum e Jonah Hill ne parliamo a tempo debito, mettendo qui comunque l'avviso che se riescono a non sbagliare neanche quello diventano ufficialmente i miei nuovi eroi. Oggi si parla invece di The Lego Movie, film meraviglioso e - mi sbilancio - grosso candidato al titolo di miglior film d'animazione del 2014, anche contando che l'ultimo Miyazaki, nel mondo civilizzato, è datato 2013. The Lego Movie, sulla carta, era il progetto perfetto per quei due pazzi allucinati: il mondo dei mattoncini, messo nelle loro mani, non poteva che dare vita a un tripudio esasperato di soluzioni visive senza senso e fare da spunto a mille e più gag surreali, oltre che a una svagonata di citazioni cariche d'amore. No? Sì. L'unico, vero, rischio era quello di un'eccessiva anestesia tematica e contenutistica, di ritrovare i due compagnoni costretti a piegarsi a un film marchetta totalmente pilotato dai burattinai oscuri danesi.

Ebbene, se da un lato, per carità, è ovvio che comunque questo film è anche uno spottone, per altro riuscitissimo, perché ti mette addosso una voglia pazzesca di correre in un negozio a caso e comprare otto barili di Lego, dall'altro si tratta di uno spottone meraviglioso, che fa piangere dal ridere, non sembra mai mai mai doversi piegare all'esigenza di marchio, gode anzi di una sorprendente libertà nel fare quel che vuole coi suoi personaggi/giocattoli (Batman è sostanzialmente dipinto come uno stronzo, Lanterna Verde è uno sfigato in cerca d'affetto e via dicendo), propone temi interessanti e sviluppati in maniera molto intelligente e trova pure una chiave di lettura finale toccante, intensa e che va a infondere una personalità improvvisamente diversa, fortissima e - per paradosso - totalmente credibile a tutto il resto del film.

Insomma, The Lego Movie è awesome.


Il bello di The Lego Movie, oltre che nel fatto di essere forse la commedia americana più esilarante degli ultimi, boh, la butto lì, almeno cinque anni, sta nel suo essere incredibilmente riuscito come interpretazione della fonte a cui si ispira. Che, ricordiamolo, sono i mattoncini. Di film basati sui giocattoli ne abbiamo visti ormai tanti, ma questa è forse la prima volta in cui davvero è stato dato un senso creativo, tematico, visivo e narrativo all'operazione. Tanto per cominciare, come da previsione, il film è uno spettacolo devastante per gli occhi. Il mix di stop motion e animazione al computer, che nei movimenti può far venire un po' in mente le scene a 8 bit di Ralph Spaccatutto, funziona benissimo, dà al film una personalità forte e fa schiantare dal ridere. In più, Lord, Miller e il loro staff tirano fuori una serie di intuizioni visive pazzesche, mettono in scena tanto il Lego più "inquadrato", quello del far west o dei pirati, quanto quello più schizoide e folle che viene inevitabilmente fuori giocando davvero, abbandonando le istruzioni e sperimentando coi mattoncini. E il risultato è un'esplosione pazzesca di continue invenzioni, per altro tutte costantemente basate sul fatto di stare componendo un mondo solo ed esclusivamente utilizzando mattoncini, anche per riprodurre, che so, fiamme, esplosioni, oceani. È tutto coerente, affascinante, splendido per realizzazione, oltre che legato a doppio filo alla chiave di lettura citata sopra, che dona all'intero racconto una coerenza interna ferrea, micidiale, inappuntabile.

In tutto questo, nel raccontare il piacere del gioco, la gioia della creatività, l'esigenza di libertà mentale, i rapporti umani e familiari, The Lego Movie sfrutta un'intuizione magnifica, basata sulla natura stessa dei mattoncini, per raccontare di società oppressive, omologazione, necessità di trovare una propria via. E per carità, sono temi visti mille volte e, fra l'altro, piuttosto ricorrenti nell'animazione americana, ma qui trovano una collocazione perfetta, che si riallaccia all'identità dei personaggi coinvolti e ai temi di fondo raccontati. Tutto è raccontato con un'intelligenza, un senso dell'umorismo e un'inventiva pazzeschi, attraverso fra l'altro un cast dall'alchimia rara. I protagonisti inediti sono ricchi e perfettamente caratterizzati - Emmet è adorabile - e si integrano alla perfezione con tutto l'inevitabile turbinio di apparizioni, omaggi, citazioni. Fra le più grandi vittorie della sceneggiatura, e del film in generale, c'è il modo in cui si vedono apparire decine di personaggi "famosi" e nonostante questo, fra una citazione e l'altra, il peso dei protagonisti non viene mai messo in discussione. Lo stesso Batman, unico "non inventato" a far parte del cast principale, ruba spesso la scena con le sue idiozie ma non si mangia mai il film. L'equilibrio è perfetto.

 
Alla fin fine, l'unica critica che mi sento di potergli fare sta nel classico problema che affligge in qualche misura anche i migliori film Pixar, quello scivolare un po' nell'eccesso di azione e inseguimenti tutti pazzerelli. Ma la cosa viene ammortizzata, e non poco, dal senso dell'umorismo esagerato e, di nuovo, dalla carica visiva senza freni, oltre che dal fatto, comunque a modo suo originale, che buona parte dell'azione ruota attorno a personaggi che usano mattoncini per costruire cose. E poi c'è il doppiaggio, che in lingua originale è davvero uno splendore. Su questo, ovviamente, metto le mani avanti e vi dico che non ho idea di come possa essere la versione italiana, però Chris Pratt è l'attore più simpatico del pianeta, Elizabeth Banks ha la voce più sexy dell'universo, Morgan Freeman legge l'elenco telefonico, non voglio più vedere Batman cinematografici che non siano doppiati da Will Arnett e c'è un tripudio di guest star da strapparsi i capelli. E insomma, qualcosa si perderà per forza, anche in termini di battute e giochi di parole, ma pazienza, anche perché questo film va visto al cinema, va visto in 3D, va visto sdraiati assieme a proprio figlio, al proprio babbo, al proprio cane, al proprio gatto, al proprio bambino nascosto dentro, al proprio qualsiasi cosa. Andate, ve lo ordino.

L'ho visto, si sarà intuito, al cinema, in lingua originale e in 3D. A circa due terzi di film, non sto esagerando, mi sono dovuto levare gli occhiali perché stavo piangendo dal ridere. Verso la fine, invece, avevo i lucciconi. E mi raccomando: restate in sala per tutti i titoli di coda, che le canzoni sono fenomenali. Voglio Will Arnett vestito da Batman che canta agli Oscar dell'anno prossimo.

5 commenti:

Avevo la scimmia a zero. "Avevo".

Dopo i trailer già avevo buone aspettative, ma non mi aspettavo tanto entusiasmo nella recensione O_o
Tocca piegarmi al tuo volere e dirigermi verso il cinema quanto prima.

Finalmente leggo queste tue righe dopo aver visto il film. L'ho trovato bellissimo, ma quando sono uscito dal cinema non concordavo con i votoni presi ogni dove. Poi alla trentesima volta che cantavo "E' meravigliosooooooooo" ho capito che i votoni erano strameritati :D

Il doppiaggio italiano è ottimo. Batman è molto meglio qui che nei film di Nolan :D

Il bello è che è la canzoncina adorabile che ti entra in testa e la canticchi... ed è la canzone del controllo mentale, dell'intruppamento, del testa bassa e zitto. :D

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