The Walking Dead 05X15: "Try" (USA, 2015)
con le mani in pasta di Scott Gimple e Robert Kirkman
puntata diretta da Michael E. Satrazemis
con Andrew Lincoln, Steven Yeun, Danai Gurira, Melissa McBride, Chandler Riggs, Sonequa Martin-Green
Vogliamo dire che il ciclo di Alexandria sta diventando molto, molto in fretta il più bel "blocco" di puntate che The Walking Dead abbia saputo offrire da quell'ormai lontano episodio pilota a oggi? Magari ci sono state in passato puntate migliori di qualsiasi cosa si sia vista in questa stagione, ma un gruppo di episodi consecutivi di questa qualità? No, faccio davvero una gran fatica a ricordarmelo e probabilmente è perché non c'è mai stato. Ad ogni modo, tutto 'sto giro in tondo è per dire che anche questa settimana la serie zomba più seguita del pianeta è stata un gran bel vedere, dall'avvio sulle azzeccatissime note dei Nine Inch Nails fino all'attesa (da chi ha letto il fumetto o anche solo da chi ha una punta d'intuito) conclusione, con Rick che perde definitivamente la brocca e costringe chi gli sta attorno a intervenire.
A voler essere superficiali si potrebbe dire che se queste puntate stanno funzionando è per la decisione di seguire i fumetti in maniera più fedele rispetto al passato ma, per come la vedo io, si starebbe raccontando solo parte della faccenda. Perché da un lato è vero che buona parte di quel che c'è di buono arriva da lì, ma dall'altra non si può sminuire l'ottimo lavoro di adattamento che ci stiamo gustando, così come il modo in cui viene intrecciato ad altri elementi inediti, o rimaneggiati, dal ruolo di Sasha al coinvolgimento di Carol nelle faccende "famigliari". Insomma, il punto è che The Walking Dead sembra essersi improvvisamente e finalmente trasformato in ciò che nelle passate stagioni ha spesso faticato ad essere: un signor adattamento, che sa cosa conservare, cosa modificare, cosa miscelare e cosa mettersi ad inventare di sana pianta. Non è poco.
Ma anche al di là del discorso in generale su come sta procedendo la serie, questa è una signora penultima puntata se mai ce n'è stata una, capace di sviluppare personaggi, rapporti ed elementi del racconto in maniera significativa pur nel contesto inevitabile dettato dal dover soprattutto preparare i vari elementi in previsione del gran finale in arrivo fra una settimana (e più lungo del solito). Da un lato, appena accennate, ci sono le faccende "esterne" ad Alexandria, presumibilmente pronte ad esplodere, e dall'altro c'è un turbinio di questioni irrisolte che potrebbero arrivare al dunque, con una Deanna costretta ad affrontare decisioni impossibili e un Rick ormai totalmente perso nel vortice di chi, pur essendo in larga misura nel giusto, sembra essere infine crollato sotto il peso immane delle responsabilità. E hai detto niente. Poi, certo, ora serve un punto esclamativo di gran spessore, per chiudere come si deve una seconda metà di annata da applausi a scena aperta e non rovinare tutto. Il ruolino di marcia di The Walking Dead, sul fronte dei finali di stagione, non è esattamente impeccabile, ma insomma, voglio crederci.
Improvvisamente ho brutte sensazioni per Sasha e Aaron. Tutto sommato spero di sbagliarmi.
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