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31.7.07

Lord of War

Lord of War (USA, 2005)
di Andrew Niccol
con Nicholas Cage, Bridget Moynahan, Jared Leto, Ian Holm


Lord of War si apre su un tappeto di bossoli, che invadono lo schermo e fanno da podio per un gongolante Nicolas Cage. Il nipote d'arte sopravvissuto allo zio si volta e subito assale lo spettatore con la sua spocchiosa serie di battutine sarcastiche ed esili giustificazioni, dietro alle quali - lo scopriremo poi - il mercante di morte più bravo al mondo prova a nascondere il mare d'ipocrisia che governa la sua vita. Ma subito l'illusione si spezza, partono i titoli di testa, sovrapposti alle immagini di una catena di montaggio, che narrano la vita di un proiettile dalle prime fasi della sua creazione, al trasporto in giro per il mondo, all'inevitabile momento in cui arriverà a togliere una vita. E il messaggio è chiaro, non ci si può sbagliare. Magari tendenzioso e forzato, perché non è mica detto che un proiettile debba finire in faccia a ragazzo africano con la faccia innocente, ma certo spietato e di pura condanna.

Non ci sono vie di mezzo e non ci sono scuse, se sei parte del meccanismo, sei colpevole tanto quanto chi preme il grilletto. La posizione è chiara e netta. La si può non condivedere, ma bisogna apprezzare il coraggio e l'asciuttezza con cui Lord of War si schiera, raccontandosi con la forza del cinismo e dell'amarezza. Parlando della vita di un uomo votato all'unico lavoro in cui sa eccellere, un lavoro che genera soltanto morte e che inevitabilmente finirà per portare tale morte nel suo stesso immacolato cortile.

Lord of War parla di ipocrisia nei confronti di noi stessi, ma anche in quelli del mondo che ci guarda e delle persone che ci circondano. Parla di una vita trascorsa nell'ignoranza volontaria, e di uno squallido passaggio di spugna sulla coscienza quando ormai non è più possibile distogliere lo sguardo dalla verità. Parla del castigo che insegue inesorabile l'autore di mille delitti, ma anche di un mondo che dei delitti sembra non poter fare a meno. Parla del male che trasuda a ogni livello e non potrà mai essere debellato. Spara a zero su tutto e tutti, con tanto di tirata finale nei confronti dei meravigliosi States, racconta personaggi pervasi da profonda amarezza e disperazione e riesce a farlo con un senso del cinema, una leggerezza, un'ironia incredibili.

Niccol stupisce per le continue trovate, di sceneggiatura e di regia, per il susseguirsi di momenti drammatici, intensi, ma anche capaci di strappare un amaro sorriso, per la bravura nel tirare fuori il meglio dalla faccia da schiaffi di Nicolas Cage. Dopo aver esordito con un gioiello come Gattaca, essere andato avanti con la sceneggiatura di Truman Show, e aver inciampato con l'opaco S1m0ne, Andrew Niccol si rialza alla grande con un filmone e si conferma uomo di cinema vero e a tutto tondo, autore nel senso più pieno e positivo del termine. Complimenti.

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