Prestuplènie i nakazànie (Russia, 1866)
di Fëdor Dostoevskij
Se la memoria non mi tradisce, Delitto e castigo è appena il terzo libro russo su cui poso gli occhi, il secondo in tempi relativamente recenti. Ho un ricordo abbastanza vago, ma legato a una lunga serie di simbolici mattoni, di Una giornata di Ivan Denisovic, che mi venne somministrato secoli fa a scuola. Ben più vivida nella memoria e piacevole, invece, l'esperienza con Il maestro e Margherita, consigliatomi dalla Rumi qualche anno fa, che mi rapì col suo incredibile mondo immaginario e i suoi eventi completamente fuori di testa. Ma nonostante questo, ricordo anche un racconto un po' pesante e faticoso da portare avanti. Insomma, fino a oggi la mia esperienza con gli scrittori russi sembrava corrispondere allo stereotipo del "bello, ma minchia quanto è pesante". Poi, però, ho letto Delitto e castigo.
Che, caspita, uno dice, un libro di Fëdor Dostoevskij, intitolato nientemeno che Delitto e castigo, come può non essere un tremendo, pesantissimo, devastante mattone? Ah, non lo so come possa, ma ci riesce benissimo, a non esserlo, pur lasciandoti addosso la curiosità di sapere cosa ne verrebbe fuori con una traduzione un filo più modernizzata. Un libro travolgente, che - pur con un vago calo di ritmo nella parte centrale - ti aspira nei suoi ritmi da sottile thrillerone psicologico e non ti molla dall'inizio alla fine.
Il distruttivo avvio, con la pianificazione del delitto, la messa in pratica e la tragica deriva verso l'imprevisto. Le conseguenze del fattaccio sulla psiche del protagonista, fatta a fette e raccontata pezzo per pezzo tramite il difficile rapporto con chi lo circonda. Lo splendido, splendido interrogatorio al posto di polizia, le scene madri che piovono a catinelle, la fuga nelle braccia amate, il finale di speranza, ma anche inevitabile castigo e - se tutto andrà bene - redenzione.
Immagino ci siano miliardi di cose da raccontare, su 'sto libro, pagine e pagine di relazioni, note a margine e studi psicofisioacustici d'accademia. Ma non è il mio mestiere. Il mio mestiere è dire che si tratta di una roba bellissima, sorprendentemente liscia e leggera rispetto a quanto l'inevitabile timore reverenziale possa far pensare (certo, senza dimenticare che son comunque 680 pagine vecchie un secolo e mezzo, non proprio le 300 pagine del primo Harry Potter). Straconsigliato a chiunque non l'abbia letto, ne vale la pena.
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2 ore fa
6 commenti:
Io sono di parte, adoro Dostoevskij.
Se ti è piaciuto delitto e castigo ti consiglio di leggere l'idiota, umiliati e offesi, i fratelli karamazov e per finire i Demoni (un po' ostico questo).
Grazie, segno la classifica.
:D
Fra l'altro L'idiota mi attirava già di suo e I fratelli Karamazov me lo consigliava la Rumi.
Ti consiglio di non leggerli uno dopo l'altro: spesso le ambientazioni, il tessuto sociale e le problematiche risultano simili in molti romanzi.
Meglio intervallare con qualcosa di diverso :)
Tranquillo, cerco sempre di variare il più possibile generi e autori, perlomeno nel breve (e a meno di passioni travolgenti del momento tipo Lansdale l'anno scorso).
Grazie alla tua recenzione ho comprato delitto e castigo(grazie!!!).
Un romanzo russo che ti consiglio tantissimo è La Morte di Ivan Il'ic
di Lev Tolstoj.
Un romanzo molto breve(una ottantina di pagine) ma veramente bellissimo...uno dei libri più belli che abbia mai letto...
Uh, grazie, adesso sì che sono orgoglioso di 'sto blog, ho fatto addirittura comprare Delitto e castigo a uno sconosciuto...
:)
Segno il consiglio, prima o poi ci metto le mani. Grazie. ^_^
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