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20.3.09

Parole a caso, incomprensibili

Alcuni highlight del viaggio a Stoccolma, oscuri e comprensibili solo da parte di chi c'era e che probabilmente non li leggerà:
- le posizioni di Fabiotto in aereo;
- l'assalto alle fave;
- gli occhi ammirati della gente di fronte al maguro cocktail ordinato completamente a caso;
- la scelta delle bottiglie di sake e la "degustazione";
- i mojito analcolici di Umbertino;
- il buttafuori che non lascia rientrare Fabiotto al ristorante perché, cazzo, è evidente, sei ubriaco;
- cinque fessi che passano due ore a girare nel gelo alla ricerca di un posto che li lasci entrare. Fallendo. La coda che si sposta per evitare che i cinque fessi riescano a entrare. Il sesto fesso, portoghese, un uomo disperato;
- il bar dell'albergo che non ha alcolici, la delusione;
- a letto, brillo, all'una e mezza;
- sveglio alle quattro e mezza, con un topo morto in bocca;
- McGyver e le grondaie di corteccia;
- le receptionist di DICE;
- la lattina di coca cola ribelle;
- il pellicano, il buco sbagliato, il dito in culo;
- l'angolo dell'amicizia con le due fette di torta mangiate all'insegna dell'ammore;
- l'atterraggio con in bocca il capitano.

Bello: il fatto che sto cominciando ad affezionarmi per davvero a questi quattro loschi figuri con cui vado in giro quasi costantemente da ottobre. Fa molto it.fan.studio-vit 1999/2000. Fa anche molto ammore dei maschi.

In foto: il Moioli che si tocca sul volo di ritorno, per il disgusto e il terrore di chi gli siede a fianco.

Se leggete questa roba fra venerdì mattina e sabato mattina (o qualcosa del genere), lo fate mentre sono in volo per Frisco col Solettone. Ci vado con quasi zero ore di sonno sulle spalle, tanta stanchezza e un bel po' di tristezza.

"Non ce la faremo mai, moriremo tutti."

Buongiorno a tutti, addio.

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