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7.1.10

Dieci inverni

Dieci inverni (Italia, 2009)
di Valerio Mieli
con Isabella Ragonese e Michele Riondino


Ogni tanto è piacevole vincere la diffidenza, fidarti di quel che leggi e senti in giro, combattere la puzza sotto il naso e andarti a vedere un film italiano che - sorpresa - si rivela davvero bello come dicono. Un'opera prima diretta con gusto e capacità, senza il desiderio di mettersi in mostra ma anche con la voglia di fare cinema, e non la solita docufiction "realistica" bella da guardare come un dito in un occhio.

Dieci inverni racconta l'amicizia-amore-nonlosoforsevediamo fra due persone che viaggiano dai venti ai trenta, inseguendo passioni, facendo cazzate, pentendosi di errori, dicendo un sacco di scemenze. Scemenze, sì, perché poi il pregio maggiore di Dieci Inverni, oltre alle belle immagini, all'ingenua sincerità, alla bravura degli interpreti, sta in una sceneggiatura frizzante, con dialoghi insolitamente - per il cinema nostrano - credibili e una bella dose d'ironia. Poi uno dice che il cinema italiano è morto.

Il film l'ho visto al cinema Eliseo, Milano City. Prima son passato da Fnac: lo sapevate che da Fnac, se gli porti dei videogiochi usati, ti caricano il credito su una tesserina che puoi usare per comprare qualsiasi cosa vendano? Tipo anche un televisore. Fico! Il cinema italiano, comunque, è morto: queste sono solo reazioni nervose. Canzone ascoltata nello scrivere questo brutto post: Devil - Stereophonics. Cercavo disperatamente di digerire il Katsudon del Miyako. Un ristorante che fa abbastanza cacare. No, davvero, il sushi così son capace a farlo pure io. Lista nera.

2 commenti:

Hahahaha, lo so, io ho mangiato il katsudon, il mio compagno di tavolo ha preso il sushi e me l'ha fatto assaggiare. Il criminale.

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