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8.7.10

I miei Mondiali 2010 (2)

I Mondiali del 1994 li seguii quasi per intero, in trasferta da Giulianova, sfruttando il mix fra TV di stato e radiocronaca della Gialappas' Band. E divertendomi come un matto. O, perlomeno, ricordo di essermi divertito come un matto, anche se in realtà, non ricordo molto altro. Ricordo che mi divertì un sacco vedere la Bulgaria battere la Germania e arrivare in semifinale, mentre dall'altra parte, pure, si presentava la Svezia. Già allora avevo la fissazione per le favolette sportive. E del resto, dopo l'impresa danese di due anni prima...

Ho però comunque solo ricordi molto vaghi: il gol di Dino Baggio contro la Norvegia, la gomitata di Tassotti, uno della Gialappa che minaccia di estrarre l'ascia bipenne sull'esultanza dell'ospite per il pareggio spagnolo, sprazzi dal quarto di finale fra Bulgaria e Germania... l'unica partita che ricordo abbastanza chiaramente è la finale. La guardai ancora più in trasferta: non a casa di mia Zia, dove alloggiavo, ma assieme a mia cugina Luciana e al suo ragazzo Carlo, a casa di lui. TV accesa, Gialappi alla radio, pronti via. Un ricordo nettissimo, poi, sta nel fatto che quando si arrivò ai rigori Carlo volle spegnere la radio, perché non ce la faceva ad ascoltare i Gialappi che facevano i cretini. Troppa tensione. E poi, se non sbaglio si rischiava lo spoiler causa lag. L'altra cosa che ricordo, poi, è il ritorno a casa: mio cugino era da solo, silenzioso, fuori di casa, al buio. Non proferiva parola.

Gli Europei del 1996, giuro, non mi sono neanche accorto che si disputassero. Chissà perché. Passiamo quindi direttamente al 1998. Che succede nel 1998? Tre cose, direi. Un po' di miei amici riescono in qualche modo a farmi venire voglia di giocare a calcetto, cosa che comincio a fare con una certa regolarità e che negli anni mi porterà a diventare l'organizzatore del calcetto settimanale con amici e colleghi fra campetti albanesi e zanzare milanesi, nonché il promotore e organizzatore di tredici tornei in crosspost fra newsgroup, forum, redazioni e gente che non c'entrava un cazzo. Vincendone tre, con tre squadre diverse, senza mai smettere di essere uno scarpone. In più, nel 1998, per la prima volta, seguo per davvero, dall'inizio alla fine, guardando più partite possibile e seguendo con gusto l'evoluzione del torneo, i Mondiali di calcio. Ma di questo parliamo dopo. Il 1998, infine, è anche l'anno in cui scopro il Fantacalcio, proprio partecipando a quello sui Mondiali che organizzammo su it.fan.studio-vit. Ma in effetti anche di questo sarebbe meglio parlare dopo.

I Mondiali del 1998 sono per me una roba un po' strana. Furono appunto i primi che seguii davvero con attenzione, sempre gustandomi le cronache della Gialappa's Band. Furono i primi in cui ebbi un qualche spunto di simpatia per l'Italia, o quantomeno per la gente che s'incazzava sperando nell'ingresso di Robbibbaggio. Anche se poi mi piaceva fare quello che simpatizzava per la Norvegia. Furono i primi in cui cominciai davvero a provare del forte fastidio nei confronti del Brasile. Furono gli ultimi in cui vidi la Danimarca combinare qualcosa di buono, coi due Laudrup ancora sulla cresta dell'onda e un giovane Jorgensen a dar loro una mano, seppellendo di gol la Nigeria del calcio champagne e arrendendosi solo sul 3 a 2 (gran gol di Rivaldo) contro il Brasile. Ricordo ancora Laudrup che festeggiava i gol sdraiandosi per terra di lato. Ricordo l'espulsione di Beckham e il fastidio nei confronti dell'Argentina. Ricordo un gol di Bergkamp e un intervento da dietro di Davids su Ronaldo. Ricordo la testata di Zidane, i gol di Vieri e il rigore di Di Biagio. Ricordo l'Olanda che elimina l'Argentina per uscire poi un'altra volta col Brasile. Ricordo Ronaldo, che durante la stagione calcistica avevo appena intravisto fare piroette e numeri assortiti, fare piuttosto schifo in campo. Ricordo le polemiche sulla sua crisi epilettica in spogliatoio con bava alla bocca e ricordo che in finale non fece neanche schifo. Non fece proprio.

E sì, non sapevo praticamente nulla dello scudetto polemico vinto dalla Juve. Tutte cose che vidi e lessi dopo. E mi sa pure che vivevo molto meglio, quando di 'ste cose non sapevo nulla.

Non ricordo se i francesi mi stessero sulle palle, anche se ricordo che i gol di Thuram in semifinale mi divertirono un sacco. Però in effetti ricordo che in quel caso tifavo Croazia (a scriverlo adesso allibisco), probabilmente soprattutto per l'ormai radicata passione nei confronti delle cenerentole. Comunque è probabile che sì, mi stessero sulle balle, i francesi. In fondo mi stan sulle palle fin da quando ero piccolo e andavo in vacanza da quelle parti. Gran bel mare, ma anche tante gran belle facce di merda. Ho in testa, soprattutto, un'occasione in cui da bimbetto entrai in un negozio per comprare dei francobolli, porsi i soldi e le cartoline al negoziante, questo si prese i soldi, poi mi diede i francobolli, poi più niente. Al che io mi avvio verso l'uscita e quello mi urla dietro che non ho pagato. Tanti insulti e tante lacrime dopo, mia madre aveva pagato due volte i francobolli. Anzi, probabilmente pure qualcosa in più. Ma poi le facce, su, dai.

Del Mondiale del 1998, poi, ho un altro ricordo particolare: un servizio sulle varie squadre, su TV Sorrisi e Canzoni, in cui per ogni team c'era in evidenza il giocatore più rappresentativo. E ricordo che per gli USA la foto ritraeva un tale Wynalda, attaccante che dubito abbia in seguito lasciato il segno, avvolto nella sua bandiera. Protagonista della pagina giapponese, lui, Hidetoshi Nakata. (continua... )

Questo è il secondo di una serie di post in cui racconto come ho vissuto i Mondiali di calcio del 2010, prendendola però molto alla lontana e raccontando come ho vissuto il mio rapporto col calcio in generale, per ricordare a tutti che non so di cosa sto parlando. Facendomi prendere dalla logorrea, ma nel contempo dimenticandomi sicuramente anche di citare parecchie cose. E soprattutto mettendomi a scriverli in clamoroso ritardo. Ma insomma, non è colpa mia se m'è venuta voglia di farlo solo adesso, oltretutto mentre me ne stavo al mare e dovevo quindi metterli da parte per pubblicarli poi al ritorno. Fra l'altro è probabile che non arrivi mai a completare la serie, perché sarà lunghissima e prima o poi mi passerà la voglia. Questa spiegazione, oltretutto, andrebbe messa in apertura, almeno la gente capisce subito cosa sta per leggere e smette. Però le parti in corsivo mi piacciono qua in fondo, quindi va bene così.

2 commenti:

"E sì, non sapevo praticamente nulla dello scudetto polemico vinto dalla Juve. Tutte cose che vidi e lessi dopo. E mi sa pure che vivevo molto meglio, quando di 'ste cose non sapevo nulla."

Ti sarebbe bastato guardare la tua bandiera dell'Inter, abbandonata sul terrazzino: piangeva.

La bandiera dell'Inter era stata trasferita dal terrazzo alla parete di camera mia nei primi anni novanta. E ora del 1998 era già scomparsa, per finire chissà dove. Questo spiega come mai non ne ho visto le lacrime. :D

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