Dead Until Dark (USA, 2001)
di Charlaine Harris
Finché non cala il buio è il primo romanzo della saga dedicata alle maialissime avventure di Sookie Stackhouse, da cui è stata tratta la serie TV True Blood. Serie su cui non ho mai posato gli occhi, ma della quale tutti mi parlano molto bene. No, non è vero, non me ne parlano tutti bene, diciamo che ci sono pareri contrastanti e, soprattutto, sembra essere una roba con tanti alti e bassi e che ha di buono soprattutto l'idea di fondo e l'ambientazione. E Anna Paquin che fa la maiala, aggiungerei.
Ecco, nel romanzo, che è una lettura molto leggera, scorrevole e - nonostante l'argomento - davvero poco horror/thriller/depaura, i pregi sembrano essere più o meno quei due. Lo spunto è affascinante: i vampiri sono in mezzo a noi, la cosa è dichiarata, fanno parte della società e provano pure a integrarsi. Il True Blood è il sangue artificiale che han cominciato a bere per evitare di fare cose poco eleganti come aprire il collo della gente, anche se ovviamente fa schifo e mica tutti lo accettano di buon grado. Non bastasse il doversi cibare di plasma OGM, i vampiri hanno anche la sfortuna di aver sostituito gli juventini nel ruolo di ultima ruota del carro nella grande scala sociale del razzismo. Ghettizzati, temuti e anche un po' schifati, vivono spesso da reietti, si isolano nei loro luoghi di ritrovo privati e sono addirittura ridotti a fare da attrazioni turistiche.
Non bastassero i vampiri, ci sono pure i supereroi. O quasi. Sookie, la protagonista, ha poteri telepatici, che controlla a fatica e che le spaccano le palle fin dalla tenera età. Quando incontra un vampiro particolarmente figo e scopre di non potergli leggere il pensiero, ovviamente se ne innamora e scatena un tripudio di sesso e sangue. Ne viene fuori un racconto che - pur non scivolando esattamente nel soft core - porta un attimino più in là del solito le canoniche tensioni sessuali del vampiro affascinante, seducente, pericoloso, vorrei ma non dovrei. Insomma, in Finché non cala il buio pensano un po' tutti a scopare e lo fanno di continuo. Il che, se vogliamo, aggiunge perlomeno un pizzico di credibilità.
Credibilità che poi - per quanto possa sembrare assurdo in un romanzo che parla di vampiri e telepati integrati nella società - è forse l'aspetto migliore del romanzo. Credibilità dell'ambientazione, soprattutto: una Louisiana sporca e fetente, abitata da quella gente lurida e redneck che piace tanto a Rob Zombie e che poco c'entra coi personaggi che di solito popolano i racconti di vampiri. E alla fine il fascino sta tutto lì, nel mostrare una protagonista semplice, ingenua, terra terra, e nel circondarla da quella bassa umanità che rende tanto particolare la provincia americana. È sufficiente l'ambientazione a farmi apprezzare un racconto che per il resto non dice nulla di nuovo, si basa su un mistero di cui non frega niente a nessuno e ha un finale emozionante come una scoreggia? Sì, dai. Sono addirittura curioso di leggere il secondo e dare un'occhiata alla serie TV.
Il libro l'ho letto in italiano, perché così è accaduto, e ci ho trovato la solita serie di espressioni tradotte talmente a caso che te ne accorgi pure senza aver davanti il testo originale. Oh, poi io parlo parlo ma mica l'ho mai tradotto, un libro: vai a sapere che disastri farei. Comunque, un'avvertenza: non andate a cercare foto di Charlaine Harris. Potrebbero farvi un attimino crollare tutta la poesia della cosa.
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2 ore fa
3 commenti:
Confermo che il telefilm ha alti e bassi qualitativi, soprattutto nella prima serie. La seconda invece mi è piaciuta un sacco praticamente tutta.
Anna Paquin invece è sempre gnocca. E nella prima serie c'è pure l'added bonus di Lizzy Caplan.
quoto delu, seconda serie decisamente migliore, anche se gli alti e bassi non mancano nemmeno li'
i libri non li ho ancora letti ma provvedero' quanto prima (che la permanenza in america mi sta ispirando letture particolarmente naïf)
cose migliori del telefilm: la sigla, la fotografia e gli epidosi meravigliosamente trash che coinvolgono il fratello di sookie e/o il vampirone svedese (che tra trueblood e i video di lady gaga si e' conquistato tutta la mia stima)
p.s.: jason stackhouse = un flx nato in louisiana e privato di ogni stimolo culturale
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