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6.8.12

Devotional - L'intervista!


L'altro giorno ho scritto di Devotional, il documentario sulle elezioni egiziane, russe e statunitensi che Saverio Pesapane sta cercando di realizzare. E al quale, se c'avete voglia, potete contribuire sganciando soldi tramite la campagna su Indiegogo. Oggi invece vi propongo un'intervista che gli ho fatto via mail, così, tanto perché magari vi fa venire voglia di contribuire. O magari no.

Chi sei? Perché gente che non ti conosce dovrebbe darti i suoi soldi, soprattutto considerando che non sono convinto di volerteli dare io che ti conosco? 

Chi sono l'hai già spiegato tu nel tuo post (molto bello, complimenti. vuoi fare l'addetto stampa di Devotional?). Per quanto riguarda i soldi, con Indiegogo il meccanismo dovrebbe essere che le persone guardano il progetto e lo trovano abbastanza interessante da voler contribuire a realizzarlo, ricevendo in cambio una serie di "ricompense", come il DVD, la t-shirt o l'invito alla prima del film. Una via di mezzo tra il desiderio feticista e la volontà di partecipazione. 

Che percorso hai seguito per ritrovarti a fare il regista? E come mai hai scelto di dedicarti ai documentari e non ad altro? 

Tutto è iniziato perché negli anni in cui mi occupavo di urbanistica mi era venuto in mente di fare un progetto in Kazakhstan, sul Lago d'Aral. All'inizio non sapevo se fare un progetto fotografico o un racconto. Sapevo solo che volevo andare là a vedere com'era la vita attorno ad un lago al quale avevano levato l'acqua. Mi convinsi ad un certo punto che un documentario sarebbe stato il modo migliore di raccontare quella storia che era caratterizzata da un'immagine di grande potenza (le navi abbandonate da decenni in quello che prima era un lago ed oggi è un deserto) e ne parlai con Francesco Jodice, artista napoletano che vive a Milano, a cui l'idea piacque. Dopo due mesi eravamo in Kazakhstan a girare. E così lasciai Napoli e l'architettura. 

A proposito: vedi per te un futuro anche come regista di fiction?

Ho già lavorato in alcune produzioni di fiction, come autore ed assistente alla regia. Sarei felice di lavorare come regista ad un progetto di fiction.

Ci sono state difficoltà nella realizzazione delle riprese dedicate alle elezioni egiziane? Hai avuto problemi di accesso a determinate strutture, ad eventi, a luoghi?

L'Egitto è un paese abbastanza "facile" da questo punto di vista. Non è complicato avere accesso ai luoghi, e con un buon fixer locale si può girare dovunque in cittá senza particolari problemi. Quello che invece richiede un po' di allenamento è abituarsi ai loro tempi. Al Cairo, prima delle due del pomeriggio è impossibile avere un appuntamento con chiunque, mentre di notte la città è piú viva di qualunque altro posto abbia mai visto.

Istantanee dall'Egitto. Saverio "Nola" Pesapane è quello con la faccia losca e il cappuccio verde.

Discorso simile per le eventuali riprese in America e in Russia: che genere di difficoltà ti aspetti di incontrare?

Stati Uniti e Russia sono, al contrario, due paesi "difficili", molto cari e con molte complicazioni quando si tratta di accedere a luoghi e persone. In Russia ho una rete di contatti abbastanza ampia, negli Stati Uniti il lavoro è ancora nelle sue prime fasi. 

Nel progetto su Indiegogo dite che, se non raggiungerete il traguardo di 40.000 dollari, userete comunque i soldi per finanziare la postproduzione di quanto già girato, realizzando quindi un documentario solo sulle elezioni egiziane. Che genere di somma serve? Immagino che i 1.500 dollari accumulati fino adesso non basterebbero e che dovreste comunque metterci del vostro, giusto? 

Se la cifra che raccoglieremo sará inferiore ai 10.000 euro, che allo stato delle cose è la cifra minima per completare la post produzione della sola parte egiziana, la considereremo una base di partenza per la ricerca di altri fondi. Considera che il crowdfunding è solo una aggiunta ai normali canali che di solito uso per cercare di finanziare un progetto. 

Come sta andando la raccolta fondi, rispetto alle vostre aspettative? 

Dal punto di vista del numero di visite sta andando bene. Quelli di Indiegogo dicono che le persone tornano piú volte sul sito prima di decidersi a contribuire. Siamo dunque ancora fiduciosi :) 

Sempre nella descrizione su Indiegogo, spiegate che 40.000 dollari sono il minimo per avviare la produzione, ma per completare il progetto ne servono addirittura 100.000. Puoi spiegare meglio cosa intendete? Se si raggiungono i 40.000, possiamo aspettarci di vedere il documentario sulle tre elezioni al completo? Avete altri finanziatori pronti a investire? 

Come ti dicevo, la ricerca di finanziatori va avanti parallelamente alla campagna di crowdfunding. A fine settembre tireremo le somme e capiremo cosa fare. Diciamo che 40.000 sono una cifra minima per iniziare a produrre le due parti in USA e Russia. Non bastano, ma sarebbero abbastanza per far partire il progetto. 100.000 è la cifa necessaria per completarlo, inclusa la postproduzione delle tre parti.

Lo sai, vero, che questo blog è ridicolo come cassa di risonanza e questo post non servirà a niente? Però il Dottor Manhattan ogni tanto passa da queste parti e lui ha miliardi di lettori. Dai, dì qualcosa per convincerlo a farti pubblicità. 

Lui è giá dei nostri. Ti giro una foto che ci ha mandato. 

"Un corpo vivo e uno morto contengono lo stesso numero di particelle. Date i vostri soldi a Devotional."


Voglio farti dieci domande ma non mi viene in mente nulla per concludere: raccontami quello che ti pare.

Ti racconto una storia che spiega bene le questioni di cui mi chiedevi alla quarta domanda: una sera ero a cena con una giornalista italiana che mi stava dando dei contatti utili per le interviste e ad un certo punto, sfogliando la rubrica, mi chiede se mi interessava il numero di telefono di Mohamed Morsi. Era febbraio e Morsi era il numero due dei Fratelli Musulmani. La sua candidatura alle presidenziali era lontana, ma si trattava comunque del secondo in grado del maggiore partito del paese. Presi il numero e chiesi alla giornalista a che ora il giorno dopo avrei potuto chiamarlo. Lei mi dice che non c'era mica bisogno di aspettare l'indomani, potevo chiamarlo subito. Era l'una di notte. Chiamai, e dopo un po' di squilli a vuoto, parlai con il futuro presidente dell'Egitto e con il suo segretario. Non riuscii ad accordarmi per l'intervista, ma ho ancora il suo numero, anche se suppongo l'abbia cambiato nel frattempo.

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