E rieccomi, con estrema calma, a portare avanti la mia rubrichetta sui fumetti che leggo. Oggi si parla dei fumetti che ho letto durante le mie due settimane di permanenza in Italia a inizio luglio. Con appena due settimane di ritardo. Incredibile ammisci! Fra l'altro, per essere un paio di settimane trascorse a cazzeggiare in Italia e in zona mare, ho letto sorprendentemente pochi fumetti, ma è pur vero che in quei giorni ho letto un paio di libri, recuperato un po' di riviste e soprattutto ho lavorato come uno scemo, quindi in effetti non è poi così strano. Comunque, vediamo un po'.
The Boys #12: "The Bloody Doors Off" *****
The Boys #11: "Over the Hill with the Sword of a Thousand Men" *****
E finalmente ho completato il recupero di The Boys, leggendomi un notevole gran finale, spettacolare, violento, brutale, divertentissimo e anche parecchio drammatico, come ci si aspetta dalle buone storie di Garth Ennis. E come spesso capita alle buone storie di Garth Ennis, alla fin fine The Boys mi lascia addosso il ricordo di un'opera interessante, divertentissima, intelligente, con diversi alti e bassi ma una personalità tutta sua e tanti motivi per leggerla. E un po' discontinua per quanto riguarda i disegni, anche. Che è un po' un peccato, ma insomma, ci si accontenta.
Le storie #3/9 ***/****
Mi sono perso i primi due numeri, mi toccherà recuperarli, perché mi sono svegliato troppo tardi nel segnalare in fumetteria che volevo questa serie. Capita. Comunque, lo dico per chi magari non dovesse saperlo, si tratta di una collana targata Bonelli e tutta fatta di storie autoconclusive, firmate sempre da autori diversi, che non hanno collegamenti fra di loro, a parte il fatto di essere spesso (ma non sempre) ambientate in contesti storici assortiti, con personaggi realmente esistiti a far da contorno o addirittura da protagonisti. Chiaramente, è inevitabile, ci sono albi più riusciti di altri, ma nel complesso mi sembra un'iniziativa molto bella e comunque una lettura sempre gradevole.
Long Wei #1 ***
Questo non me lo sono dimenticato, ma quasi me lo perdevo lo stesso, perché a quanto pare la distribuzione è un po' alla come capita e nella mia fumetteria non era arrivato. Il primo numero m'è spuntato davanti, pensa te, nell'edicola di Varese Ligure. Per i successivi mi sono affidato al sempre lodevole Dottore, che trascorrerà i prossimi mesi obbligato a setacciare ogni volta le edicole di Milano cercando non solo la copia per sé, ma pure quella per me. Cicci. Comunque, è una serie firmata Diego Cajelli, che racconta di un esperto d'arti marziali cinese che si ritrova in zona Paolo Sarpi (più o meno) a Milano a fare l'eroe che spacca tutto. In pratica è un film d'azione spalmato su carta, omaggia il cinema di arti marziali ma riesce a farlo mantenendo comunque una personalità da fumetto popolare italiano. O, comunque, questa impressione mi ha fatto il primo numero, gradevolissimo. Vediamo un po' come va avanti.
Happy #15 *****
E si conclude fra risate, buoni sentimenti, pathos, emozione e trasporto degno di un film sportivo Disney la serie più sbarazzina e semplice (fra quelle che ho letto) di Naoki Urasawa. Io mi sono divertito un mondo e perfino emozionato parecchio, davanti a queste pagine. Se piacciono i manga sportivi un po' scemotti, tanto melodrammatici, disegnati bene e con un certo spirito nostalgico, lo consiglio.
Zerocalcare: Ogni maledetto lunedì su due ****
La raccolta in volume delle strisce (tavole? storie? quel che sono) pubblicate da Zerocalcare sul suo blog, raccolte per benino e impreziosite da una specie di pseudo-storia che le attraversa andando a disegnare una sorta di filo conduttore. Non è che sia proprio necessario, visto che alla fine il materiale è bene o male tutto disponibile sul sito, però è piacevole avere il volume in mano e spararsi le risate in fila sdraiati a letto.
Habibi ****
Sei (glom) anni fa, ho letto Blankets e me ne sono innamorato. Nell'autunno del 2011 ero in vacanza negli iuessei e mi sono ritrovato davanti Habibi, edizione cartonata. Mi son detto che avrei aspettato la riedizione brossurata e l'ho lasciato lì. A giugno di quest'anno ero a Los Angeles per l'E3 e mi sono ritrovato davanti l'edizione cartonata di Habibi. L'ho comprata e amen. L'altra settimana, a Parigi, ho visto l'edizione brossurata di Habibi. Però era in francese, non vale. Comunque, Habibi, una storia surreale e che, soprattutto, in qualche modo è surreale leggere dopo essere stato in vacanza in Oman e avendo quindi ancora in bocca il sapore del deserto, dei succhi di frutta, del caffè al cardamomo. Una storia molto lontana, e non solo per ambientazione, da quella di Blankets, con cui però condivide la furia nel trattare del difficile rapporto con la sessualità e l'impressionante e fantasiosa potenza visiva. Un po' lungo, forse un po' tirato per le lunghe, ma bello, ricco ed emozionante.
Quelli che ho scritto in altre occasioni dei numeri precedenti e non ho niente da aggiungere e mi limito quindi a metterli qua in fila con le stelline che mi ero appuntato
All Ronder Meguru #8/9 *****, Gantz #34/35 ****, Lilith #9/10 ***, Naruto #61/62 ***, Real #12 ****, Saga #2 *****, Worst #28/29 ***
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