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30.12.13

Il novembre (e pure un po' dicembre) a fumetti di giopep


Da qualche parte durante il mese di novembre, mi s'è improvvisamente chiusa la vena dell'antiquario e ho iniziato a spolverare un po' di roba dalla pila dei fumetti da leggere, in cui si accumulano tanto cose recenti, quanto cose vecchie di mesi o anni, che talvolta, già quando le ho comprate anni fa, erano vecchie di anni. Roba vecchia, insomma. Conseguentemente, in questo episodio de La settimana a fumetti di giopep, trovano posto anche robe assurde estratte dalla polvere, che ormai giacevano lì, rassegnate, convinte di non avere chance. Ma prima o poi una chance si cerca di darla a tutti. Mica come per il backlog dei videogiochi, quello davvero senza la benché minima speranza.

Morning Glories #5: "Tests" ****
Morning Glories #6: "Demerits" ****

Cominciamo con roba relativamente recente. Morning Glories continua a divertirmi parecchio, però è decisamente entrato in quella fase in cui non ci si capisce più nulla, a meno di rileggersi tutto da capo ogni volta che spunta un nuovo volume. Non lo sto facendo, proseguo abbandonato al flusso, mi rileggerò tutto da capo quando arriveremo alla fine. Però lo consiglio, se piacciono le storie tutte assurdamente incasinate e pure coi viaggi nel tempo. Ma meglio aspettare la fine.

Fables: Werewolves of the Heartland ****
Fairest #2: "The Hidden Kingdom" ****
Quando parlo di Fables finisco sempre per dire le stesse cose, con particolare accanimento sul fatto che praticamente qualsiasi cosa esce di legata al marchio riesce a mantenere un livello qualitativo fra il più che dignitoso e l'assolutamente entusiasmante. Quindi, dai, stavolta eviterei di parlarne. Comunque, la prima è una storia tutta dedicata a Bigby, uscita in realtà un po' di tempo fa, ma su cui mi sono attardato perché si trovava solo in versione cartonata, la seconda è il nuovo blocco di storie dedicate al lato femminile delle fiabe. Ed è deliziosa.

Powers #13: "Z" ****
Dopo tanto, tanto tempo dall'ultima volta, finalmente, torno a leggere Powers, con una storia che è molto meno "per i fatti suoi" di quanto mi aspettassi e, pur indubbiamente aprendo un nuovo ciclo, va pesantemente a recuperare le precedenti. Di cui non mi ricordo nulla. Maledetta vecchiaia. Comunque è il solito, adorabile, Bendis. Leggere.

American Vampire #4 ***
Di American Vampire ho scritto ai tempi del primo volume, anche in altri luoghi, con una discreta dose di entusiasmo. entusiasmo che, onestamente, questo volume mi ha quasi completamente spento. Moscio, prevedibile, sostanzialmente mediocre, con giusto un po' di curiosità per vedere come andrà avanti. Mi arrivano però delle vibrazioni in stile 30 giorni di notte, da saga vampirica partita benissimo e poi velocemente andata a mignotte.

La mia Maetel #1/3 ***
Un tema interessante trattato in maniera superficiale, ma a modo suo emotivamente forte, che a un certo punto devia in uno di quei momenti da pornazzo che a Hiroya Oku piacciono tanto, e lascia addosso un senso di discreta pochezza, ma si tiene in piedi per la finestrella - superficiale, semplice, magari anche "sbagliata", ma comunque finestrella - che apre su un mondo davvero tanto distante. Insomma, è più che altro il tema trattato a non farmi rimpiangere di averlo letto. E i disegni, sempre ottimi.

Mater Morbi ****
Ho acquistato la recente edizione in volume, incuriosito dal tanto parlare della storia, che non ho mai letto semplicemente perché ho mollato Dylan Dog tanti anni fa. E che dire, è effettivamente una bella storia, interessante per il modo in cui affronta temi scomodi in un contesto nel quale magari non è troppo scontato riuscirci, sebbene comunque Dylan Dog si presti sempre alla cosa. Il mio problema, ed è ovviamente appunto un mio problema, è che ultimamente trovo un po' indigesto il "format" delle sceneggiature bonelliane, che mi risulta un po' pesante, didascalico, e in più non vado matto per un certo "tono" della scrittura di Recchioni, e alla fine sono un po' gli stessi motivi per cui sto apprezzando, ma non amando fino in fondo, Orfani (ne riparlo altrove). Però, appunto, sono problemi miei. Rimane comunque una storia forte e personalissima, in cui si percepisce l'impronta di chi scrive e nella quale si parla di temi sociali, legati al presente, tanto quanto di temi universali, comunque facendolo con la leggerezza di un racconto popolare horror con la cattivona super sexy inguainata di pelle nera sadomaso. Insomma, difficile non averla almeno un po' in simpatia. E poi c'è massimo Carnevale, che è spettacolare.

The Brave and the Bold #1/6 ***
Una simpatica miniserie di qualche anno fa che racconta la bizzarra amicizia fra Barry Allen e Hal Jordan, saltellando fra le epoche e tirando in mezzo i vari altri personaggi del circoletto di amici, dalle diverse incarnazioni di Flash e Lanterna Verde a quell'altro tizio con l'arco e le frecce. Simpatica, appunto, gradevole per quell'aria un po' retrò, ma niente di che.

Arzach ****
Un assurdo, incasinatissimo, evocativo, delirante, fantasioso e forse un po' tanto lontano dalle mie corde albetto di store più o meno brevi, più o meno pazze, firmate Moebius. Si tratta di una raccolta americana, piccolina, in formato ridotto, che avevo acquistato tanti, ma veramente tanti anni fa, credo alla Borsa del fumetto, o forse a una qualche fiera, e ho letto solo adesso. Si chiude davvero un'epoca, perché non so per quanto tempo me lo sono visto passare davanti, appoggiato in mezzo, sopra, sotto, davanti alla pila polverosa, in tanti appartamenti diversi. Ormai aveva un'aura mitologica attorno a sé.

Il grande Blek: Trappers alla riscossa ***
Il primo volume della riproposizione di Il grande Blek, portata in edicola la scorsa estate da Il sole 24 ore. Mi è stato gentilmente passato dalla regia, l'ho letto con curiosità, ho trovato delle storie senza dubbio interessanti come documento storico, molto meno per il semplice piacere della lettura. Per un nostalgico della serie, però, mi sembra una raccolta ben assemblata.

Le montagne della follia ****
Quando leggo l'adattamento a fumetti di un romanzo tendo spesso a trovarci un po' d'impaccio nella - per carità - non semplice operazione di traduzione del testo scritto in una forma espressiva comunque scritta, ma estremamente diversa. La cosa mi sembra emerga abbastanza anche qui, ma viene comunque messa in secondo piano dalla forza della storia e dalla potenza evocativa delle matite di Ian Culbard, che affrontano con coraggio e abilità l'ingrato compito di dare un volto alla folle fantasia di Lovecraft e ci riescono in maniera molto efficace. 

X-Wing Rogue Squadron #21/35 ***/****
L'unica serie a fumetti di Guerre Stellari che abbia mai realmente seguito con continuità, anche se mi ero appunto perso per strada (o, meglio, nella pila polverosa) questa manciata conclusiva di numeri, dai quali fra l'altro emerge chiaramente un progetto ben più ambizioso, ma troncato poco dopo il nascere, immagino per scarse vendite. Peccato, perché nonostante gli alti e bassi sul piano dei disegni, tutto sommato Rogue Squadron aveva un suo gruppetto di personaggi interessanti, si stava costruendo una sua mitologia personale intrigante e usava con efficacia le inevitabili guest star.

Superman & Savage Dragon: Metropolis ***
Assurdità, cazzottoni, bei disegni, niente altro.

Simon's Cat: Beyond the Fence ***
Il meglio di Simon's Cat sta sul suo canale YouTube. I libri di illustrazioni funzionano molto meno e questo, in particolare, tolta qualche gag azzeccata che ovviamente spunta sempre, mi sembra decisamente meno riuscito del primo. Però è comunque gradevole, e azzecca tante cose che fanno per forza almeno sorridere chiunque viva con uno o più gatti.


Hawkman ***
Un vecchio volume Play Press che raccoglie le storie di Gardner Fox e Joe Kubert. In una certa misura vale quanto scritto sopra de Il grande Blek: sono storie ingenue, invecchiate, che si possono gustare solo accettandone il sapore antico. Qui, però, a rendere la cosa più interessante, o comunque più vicina alle mie corde, c'è uno strepitoso gusto per il fantastico, una ricerca di mondi e situazioni sempre più completamente fuori di testa e affascinanti, oltre alle matite di Joe Kubert, che saranno magari un po' invecchiate pure loro, ma mamma mia che (famiglia di) talento.

Quelli che ne ho scritto o parlato altrove e quindi metto il link ad altrove 
Metal Gear Solid ****, Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty ****, The Walking Dead # 19: "March to War" ****

Quelli che ho scritto in altre occasioni dei numeri precedenti e non ho niente da aggiungere e mi limito quindi a metterli qua in fila con le stelline che mi ero appuntato
Billy Bat #5/8 ****, Blue Exorcist #9 ***, Buonanotte, Punpun #5 ****, Il grande sogno di Maya #49 ***, L'immortale #29 ****, Rinne #10/13 ***, Un marzo da leoni #7 ****, Vagabond #51 ***

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