Scenic Route (USA, 2013)
di Kevin Goetz e Michael Goetz
con Josh Duhamel, Dan Fogler
Ho sempre provato un fascino tutto particolare per l'atmosfera straniante che si respira gironzolando nei deserti americani. Ogni volta che mi capita di visitarne uno, e non è che mi capiti proprio tutti i giorni, rimango senza fiato, immerso in quegli spazi infiniti, nella polvere, nel silenzio totale. L'ultima volta che ci sono passato, m'ha perfino preso a più riprese la commozione vera. Una roba che mi fa impazzire, poi, è quando ti metti a guidare e vedi nello specchietto retrovisore la stessa cosa che vedi attraverso il parabrezza: una strada senza fine, che si perde nel nulla attorno. Poi mi piace anche il fatto di stare in maglietta in pieno inverno, un po' meno il fatto che, se vai nel deserto sbagliato, a ottobre muori di caldo, in estate muori e basta. La prima volta che ci sono andato, nel deserto, ero da solo, in macchina, ed ero pure senza telefono cellulare. Un cretino, insomma. E in effetti uno se lo chiede anche: che succede, se ti ritrovi abbandonato nel deserto, con la macchina in panne e senza connessione telefonica? Verrebbe da dire che, in fondo, sei pur sempre negli Stati Uniti, mica disperso nel cuore di terre inesplorate. Però, ehi, quei deserti sono grandi, e se è vero che in alcune aree c'è continua frequentazione turistica, è vero anche che in altre non passa praticamente mai nessuno. E quindi? E quindi ci facciamo un film, su 'sta cosa.
Scenic Route è il film d'esordio dei fratelli Goetz ed è il classico film d'esordio di chi vuole subito far colpo con l'idea ganza, senza però avere la pesantezza del regista esordiente che vuole farti vedere quanto è virtuoso nella messa in scena. Il virtuosismo, al massimo, è a livello di sceneggiatura, perché di fatto qua si (non) racconta di due persone ferme in mezzo al nulla, senza niente di particolare da fare, e il tutto sta in piedi solo grazie all'ottima scrittura, alle notevoli interpretazioni e a una regia particolarmente efficace nel suo non mettersi più di tanto in mezzo. Il nucleo della faccenda è il rapporto fra due amici di lunga data che, col passare degli anni, si sono persi di vista. Le loro vite hanno seguito strade diverse, però si ritrovano a fare un viaggio in macchina assieme e, per una serie di motivi che non sto qui a svelare anche se vengono spiegati nel trailer, si ritrovano bloccati in pieno deserto, con la macchina in panne, senza possibilità di chiedere aiuto. Seguiranno litigi, chiarimenti, riappacificazioni, pizze in faccia, tragedie.
A guardare il trailer, viene da pensare che il film prenda in fretta una piega quasi da horror. In realtà non è proprio così ma nonostante questo, per la sua scarsa ora e mezza di durata, Scenic Route riesce a tenere la tensione quasi sempre molto alta, vuoi perché non si dilunga, vuoi perché Duhamel e Fogler sono davvero convincenti, nel tentativo di staccarsi un po' dai loro soliti ruoli e, soprattutto, di raccontare due persone che si conoscono da sempre, che affrontano rimpianti e rimorsi, che di fondo sono un po' simboli tagliati con l'accetta di come la vita potrebbe andare a ciascuno di noi. L'unico vero problema di Scenic Route sta nel fatto che trovare il finale giusto per una storia del genere, sia esso lieto, tragico o magari aperto e ambiguo, è praticamente impossibile. O quantomeno è impossibile farlo senza scontentare qualcuno, o magari senza dare l'impressione di non essersi voluti sbilanciare. Non sto qui a dire cosa abbiano scelto i Goetz, dico che il risultato mi è parso convincente nella messa in scena, anche se non mi ha lasciato addosso totale soddisfazione. Però, insomma, magari l'effetto era voluto.
L'ho visto a settembre, al Fantasy Filmfest di Monaco, al cinema e in lingua originale. Se IMDB non mente, al momento è uscito solo negli Stati Uniti e in Australia, direttamente in DVD. Il che significa che comunque in qualche modo lo si può recuperare. Non so quanto tratterrei il fiato sperando in un'un'uscita italiana, ecco.
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