Tulpa - Perdizioni mortali (Italia, 2012)
di Federico Zampaglione
con Claudia Gerini, Michela Cescon, Ivan Franek, Federica Vincenti, Nuot Arquint, Michele Placido
Mi risulta difficile capire se, come, quanto e soprattutto perché Tulpa mi sia piaciuto, dato che non sono un grande conoscitore del modello di riferimento, quel giallo all'italiana che tutti rimpiangono e a cui tutti dicono di volere un gran bene. Per carità, i film di Dario Argento li ho visti e li ho amati, per quanto si possa amare della roba che quando sei piccolo fatichi a guardare perché ti angoscia in una maniera tutta strana, destabilizzante e diversa da quella a cui sei abituato e quando sei grande fatichi a guardare perché è tutta strana e invecchiata. Però la mia conoscenza si ferma colpevolmente lì. Toh, c'è qualche visione, sempre da poppante, di quelle robe bruttarelle ma un po' famose tipo Sotto il vestito niente, cose così, che non so neanche quanto c'entrino. È sufficiente, per apprezzare Tulpa? Immagino di sì, visto che non m'è dispiaciuto, pure lui in una maniera tutta strana.
Di certo, guardandolo, è fin troppo evidente che Zampaglione non stava cercando di fare il film pieno di citazioni, che infila riferimenti da tutte le parti, magari la butta sul ridere e si guarda allo specchio con spocchia. Tulpa è invece uno di quei film che provano davvero ad essere semplicemente e sinceramente ciò che omaggiano. Ed è evidente, mentre lo guardi: l'idea è di realizzare un film di quel genere, come se fosse stato girato in quegli anni. Ovviamente si fa per dire, perché poi lo giri con gli attori di oggi, la consapevolezza di oggi e i mezzi di oggi, infilandoci sicuramente anche tante citazioni che magari io non sono in grado di cogliere, però, per quell'oretta e mezza non mi sono mai innervosito per quell'aria da gomitata nel costato e strizzata d'occhio che in altri film sa diventare davvero fastidiosa. Poi, per carità, magari c'era e non la notavo, but still.
Come operazione in sé, insomma, Tulpa mi sembra molto riuscito, anche se poi magari non è che sia un capolavoro del giallo all'italiana, ma solo uno dei tanti, con la particolarità bizzarria di essere stato realizzato nel 2012. Il problema, casomai, sta nel fatto che aderire con assoluta fedeltà al modello significa proporre una sceneggiatura poveretta e prevedibile anche nei suoi colpi di scena, dei dialoghi e un'atmosfera che vacillano fra la fiction televisiva e il film porno, attori per lo più poco convincenti e un'atmosfera generale spesso in zona ridicolo. Di fatto, Tulpa funziona per davvero a tutto tondo, senza tirare in ballo l'effetto nostalgia, solo quando si butta sulle suggestioni e sull'esplicito: gli omicidi sono forti, sanguinari ed elaborati, le scene di sesso non mancano e la colonna sonora fa decisamente la sua parte. Anche nei suoi momenti migliori, proprio per quel suo gusto così retrò e particolare, è sempre un po' pericolosamente in equilibrio sull'orlo del ridicolo, e immagino alla fine diventi molto una questione di gusto personale e percezione, però, ecco, io l'ho trovato molto gradevole e in qualche modo affascinante.
L'ho visto al Fantasy Filmfest di Monaco ed era in versione inglese, quindi coi vari personaggi che parlottano alternandosi fra le lingue e con diversi attori non inglesi che si arrangiano incespicando. Che poi è una cosa che ha assolutamente senso, visto che i personaggi sono degli italiani che vivono a Londra, eh, però la cosa contribuisce all'atmosfera surreale. Non ho idea di come possa essere doppiato, però forse è un po' un peccato perdersi questo aspetto. O forse no.
2 commenti:
A me era piaciuto parecchio, nonostante un finale ridicolo, l'unico vero difetto che gli riconosco.
L'effetto nostalgia, soprattutto nella prima parte della pellicola, c'è tutto e mi ha fatta ripiombare in quegli strani e particolari terrori infantili che, appunto, ci prendevano all'epoca grazie ad Argento e compagnia :)
Io quando vidi il trailer mi ci scappò da ridere, sembrava una trashata abominevole.
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