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26.3.14

The Good Wife - Stagioni 2/4


The Good Wife - Seasons 2/4 (USA, 2011/2013)
creato da Robert King e Michelle King
con Julianna Margulies, Josh Charles, Matt Czuchry, Archie Panjabi, Chris Noth, Christine Baranski, Alan Cumming


Pensa te come vola il tempo quando ci si diverte. Sembra ieri che ero qui a chiedermi se fosse il caso di andare avanti dopo aver visto il bruttarello episodio pilota di The Good Wife, sembra stamattina che ero qui a raccontare di come avessi fatto bene a tenere duro e guardarmi tutta la prima stagione, imperfetta, piena di alti e bassi, ma interessante, ricca di spunti e fondamentalmente in grado di farmi appassionare e convincermi ad andare avanti. Sembra ieri, sembra stamattina, ti giri un attimo e son passati due anni abbondanti, sulla TV americana è in corso la quinta stagione e io nel frattempo mi sono messo in pari. O, comunque, mi sono messo in pari secondo i miei criteri, quelli del "aspetto di avere per le mani la stagione completa e me la guardo in botta". E no, non me ne sono minimamente pentito. Anzi, son proprio contento. Nonostante alti e bassi, per carità.

Fra i miglior pregi di The Good Wife c'è il suo essere riuscita, più o meno dalla seconda stagione in poi, a definirsi una propria identità senza sacrificare una componente a favore dell'altra. Perché il punto è che le vicende di ciccia Margulies sono ottime sia dal punto di vista del caso della settimana, vale a dire ciò che più temevo e che invece si rivela spesso essere la parte più interessante, sia sul fronte degli intrighi che pian piano si sviluppano attorno alla carriera politica del marito, alle tresche amorose, allo sviluppo dei vari personaggi, ai drammi familiari e ai drammi esistenziali da ufficetto. La quadratura del cerchio sta soprattutto nel livello quasi sempre ottimo della scrittura, nella capacità di proporre casi bene o male sempre interessanti, talvolta anche dal notevole portato drammatico, e nel modo in cui la serie riesce tutto sommato ad essere moderna senza quasi mai sforare nel ridicolo involontario dello zio che vuole fare il giovane a tutti i costi. Anzi, si affronta spesso la consapevolezza di persone d'una certa età che hanno a che fare con un mondo per loro nuovo e alieno.

Poi, certo, ogni tanto si sbraca e saltano fuori cose che non funzionano. Jason Street nel ruolo del detective dalle maniere forti è talmente fuori luogo, povera stella, da farti pensare che l'abbiano scritturato col solo scopo di far fare una figura migliore all'insopportabile Archie Panjabi. Ci sono certi momenti, sempre ben sottolineati dall'accompagnamento musicale, in cui mi rendo conto di essere brutalmente fuori target e che, per questa serie, riuscire ad accalappiare il sottoscritto rappresenta una piacevole sorpresa, ma l'obiettivo primario rimangono le casalinghe disperate. C'è l'attrice che interpreta la figlia della brava moglie, una cagna maledetta e insopportabile. E, se vogliamo, c'è qualche scivolone tematico, perché parlare di crisi economica ha senso, ma farlo cercando di far provare trasporto emotivo nei confronti di una banda di ricconi che, poverini, stanno in crisi perché hanno gestito a caso il proprio studio e si ritrovano con milioni di dollari di debito, beh, insomma, eh, c'è un limite a tutto.

Nel complesso, però, si tratta di una gran bella serie, davvero ben scritta, interessante per il modo in cui, pur non scivolando mai particolarmente verso toni davvero cupi, si diverte molto a giocare sulla dubbia moralità di praticamente tutti i suoi personaggi, facendoli spostare senza sosta da un lato all'altro della barricata e piazzandoli spesso in situazioni nelle quali è difficile distinguere nettamente bene e male, giusto e sbagliato, mi trombo il marito e mi trombo il collega. In più, il cast di contorno è quasi tutto mortalmente azzeccato, pieno di guest star che funzionano a meraviglia, con in testa il sempre adorabile Michael J. Fox e a seguire tutto il circo di tromboni che appaiono di qua e di là, dipingono magari un po' troppo i giudici come una manica di freak, ma danno colore alla serie. E poi Alan Cumming, Jill Flint e Amanda Peet.

Nota di colore e meta-spoiler: il finale della quarta stagione è identico al finale della terza stagione di Mad Men. L'avranno fatto apposta?

2 commenti:

Eh, io te l'avevo detto. Foss'anche solo per Jill Flint ;)

La quinta stagione però è di un altro pianeta

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