Dopo otto vittorie consecutive, arriva finalmente la prima sconfitta. Sconfitta vera, nonostante l'assenza di Gallinari e i problemi fisici di Bargnani, un po' perché pure la Slovenia non era a pieni ranghi, un po' perché non è che si debbano per forza cercare scuse. Ma soprattutto perché si tratta di una sconfitta figlia non di una netta inferiorità tecnica, ma di un atteggiamento insopportabile, da italietta vintage, tenuto per quasi tutto il match. Detto questo, che dopo essere stati sotto di 19 e aver iniziato l'ultimo quarto a meno 15 si sia arrivati al tiro del pareggio sulla sirena fa paura, così come avrebbe fatto paura una nazionale in grado di vincere una partita giocata tanto di merda. Ma forse è più importante essersi beccati la sconfitta, lo schiaffone, a maggior ragione perché subito da parte di una squadra che femmina lo è stata per anni e finalmente pare aver trovato l'identità operaia che gli azzurri sembrano stare perdendo per strada.
E allora ben venga Soragna, che non avrà la freschezza e la continuità di Atene, ma ieri sera ha guidato la rimonta e ha spiegato a tutti quanti il motivo per cui questa squadra non può fare a meno di lui. Per il resto, c'è davvero poco da salvare: Bargnani si carica subito di falli e praticamente non si vede, Basile sembra improvvisamente tornato quello inesistente dell'anno scorso, Bulleri è in una delle sue insostenibili giornate no, Hackett mi fa davvero pensare che sia troppo presto e che le penetrazioni di Di Bella ci servano tantissimo e i lunghi si fanno tutti mangiare in testa a rimbalzo, a parte Gigli che - chi l'avrebbe detto - conferma anche in un match difficile quanto di buono fatto vedere nelle ultime partite e mostra carica, aggressività e voglia di fare anche il lavoro sporco. Per il resto, solita buona prova di Belinelli e bella partita di Galanda, che si è fatto sentire più con la sostanza che nelle cifre.
Comunque, meglio perderci adesso che il 3 settembre, con la Slovenia, ma ancor più importante è che lo schiaffone non si trasformi, stasera, in una sventola di coppini. Perdere anche con la Grecia ci potrebbe tranquillamente stare, stiamo comunque parlando di una delle due principali favorite per gli Europei, ma il punto è che ci vuole una reazione. Io non voglio vedere questa banda di fighe che passeggiano per il campo e si svegliano gli ultimi cinque minuti perché tanto si rimonta a colpi di anticipi difensivi e triple in contropiede. Io voglio gli assatanati che quattro anni fa hanno conquistato il podio europeo a testate sulla fronte, sputando sangue, combattendo nel fango e calpestando i cadaveri dei nemici. Poi ben vengano i tanti punti nelle mani del trio delle meraviglie (sperando che ora di settembre Bargnani e Gallinari stiano bene), ma la base devono essere le testate.
A margine, non invidio Recalcati, perché davvero non saprei come scegliere i due che ancora deve lasciare a casa. Oddio, fra Di Bella e Hackett, tutto sommato, penso che si possa segare tranquillamente il secondo, forse non ancora pronto e soprattutto non in grado di dare quello che il primo fornisce in abbondanza e che francamente penso serva, per cambiare ritmo alle partite, per avere un attacco diverso e più grintoso. Ma per l'altro taglio... Gigli, in questo momento, sta giocando benissimo e lasciarlo a casa sarebbe un delitto. Ma d'altra parte, un centro puro come Crosariol, per quanto anche lui non sembri forse ancora prontissimo, potrebbe servire davvero tanto a una nazionale che va troppo sotto a rimbalzo e che tolto Marconato ha solo una serie di lunghi a metà fra un ruolo e l'altro. E allora che fai, li tieni entrambi e rinunci al playmaker supplementare? Ci può stare, perché di gente che sappia portar palla per qualche minuto ne abbiamo tanta, ma poi, quando capita l'inevitabile giornata storta di Bulleri, il rimpianto per un Di Bella lasciato a casa potrebbe essere fortissimo. Insomma, scelta durissima.
Scriptnotes, Episode 665: What Can You Even Do?, Transcript
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and welcome. My name is John August. Craig Mazin: Well. My name is Craig
Mazin. Jo...
4 ore fa
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