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30.12.11

Scream 4


Scream 4 (USA, 2011)
di Wes Craven
con Neve Campbell, David Arquette, Courteney Cox

Inquadriamo un attimo la situazione. Siamo al termine della meravigliosa decade 0 & 0. Durante i dieci anni trascorsi dall'uscita di Scream 3, gli unici membri ricorrenti del cast originale ad aver combinato qualcosa sono quelli che ci hanno lasciato le penne. Liev Schreiber si è messo alle spalle una cinquantina di film e pure l'apprezzata regia di Ogni cosa è illuminata, mentre Jamie Kennedy si è distinto per l'alcolismo e le figure da idiota in mondovisione (ok, questa non è una gran carriera, ma perlomeno ha fatto parlare di sé). E gli altri? Neve Campbell è scomparsa dal pianeta mentre diventava sempre più sciura, David Arquette ha conquistato il titolo WCW e non è neanche riuscito a goderselo perché faceva il fan contrariato, Courteney Cox si è trasformata in un canotto e ha provato a riciclarsi coi ruoli sexy da panterona fallita, Kevin Williamson è crollato nell'anonimato delle sue sceneggiature per la TV e Wes Craven è ripiombato nella china da registucolo mediocrello. Visto il ritratto, non ci si può certo stupire se finalmente la cricca decide di riprovarci e, all'insegna del tripudio di remake, sguardi al passato e seguiti fuori tempo massimo che vanno per la maggiore, si getta con tutto il cuore nel più volte fantasticato progetto Scream 4.

Chiaramente, visto il tempo trascorso e visto che gli anni passano, bisogna inventarsi qualcosa per portare avanti il racconto del trio ormai invecchiatissimo senza alienarsi il target di riferimento dei giovincelli. Enter la cugina di Sidney, con quindi un grandissimo ritorno del liceo di Woodsboro, dei nerdacchioni del club di cinema e soprattutto della compagna di classe mostruosamente gnocca e destinata a fare una gran brutta fine. Fosse anche solo per questo ritorno netto ai personaggi adolescenti e allo sfondo di esplosioni ormonali, storielle d'amore e fidanzati che magari sono anche un po' assassini, Scream 4 è mille volte più Scream di Scream 3. In più c'è anche Kevin Williamson, che ce la mette tutta per dimostrarsi ancora in formissima e sicuramente riesce a centrare il tono giusto per la serie - bella forza, l'ha creata lui - e a riproporre quell'equilibrio fra gag, meta-minchiate e horror. Insomma, tutto bene? Mh.

Il più grosso limite di Scream 4, al di là del fatto che tutta la faccenda del secondo episodio che era peggio per forza aumenta inevitabilmente a valanga quando arrivi al quarto quindici anni dopo, sta proprio nell'approccio di chi scrive alla materia che vuole prendere per il culo. I primi due Scream urlavano amore e passione smisurata da tutti i pori. C'era uno sceneggiatore in piena forma che si divertiva a giocare, a prendere amorevolmente in giro e a scardinare un materia che conosceva e amava alla follia, riuscendo nel frattempo a mettere in mostra la sua conoscenza enciclopedica dell'argomento senza risultare fastidiosa maestrina. In Scream 4, invece, sembra avere a che fare con qualcosa che gli sta sulle palle, che critica superficialmente senza conoscerlo più di tanto. Sale sul piedistallo e ci spiega quanto sia andato a catafascio l'horror negli ultimi anni, sparando a raffica su tutto quel che è successo da quando lui ha scelto di dedicarsi ad altro: torture porn, filone giapponese, mania dei remake, serializzazione estrema e pure un veloce accenno all'horror da videoamatori stile Blairwitch/Rec/Paranormalattività. Non manca nulla e tutti si beccano il predicozzo, anche se poi ci si concentra solo su alcune cose in particolare (i remake, ovvio, perché rappresentano il filone che a noi vecchi scoreggioni infastidisce di più e perché, se professi amore per l'orrore di venti e trent'anni fa, certo non puoi metterti a criticare la serialità). Il risultato, pur coi suoi bei momenti, è quello del babbo settantenne che prova a fare il ganzo al concerto di Lady Gaga con la nipotina, o del papà che tenta di parlare gggiovane col figlio. Apprezzi lo sforzo, ti fa pure simpatia e tenerezza, ma babbo adesso vai in salotto a guardare la partita che noi qui abbiamo da fare. E chiudi la porta. Grazie.

Poi però leggi su Wikipedia che Williamson avrebbe a un certo punto mollato la produzione per altri impegni e le stesure successive della sceneggiatura sarebbero state messe in mano alla stessa persona che aveva sbagliato così violentemente il tono e gli equilibri di Scream 3. Esatto, Ehren Kruger. E allora, nonostante Kruger non venga citato nella scheda su Internet Movie Database, ti viene il dubbio che tutto ciò che il film ha di sbagliato sia colpa sua e quel che si salva venga dal Kevin. L'impressione di vecchiume non cambia di una virgola, ma certo si spiegano meglio un paio di cose. Del resto, i due episodi scritti da lui son belli, no? E il finale originale di Scream 2, quello ideato prima di dover riscrivere tutto a causa dell'internet, era talmente sopra le righe da sembrare ancora più ganzo, no? Insomma, è tutta colpa di Ehren, cattivo Ehren.

Dopodiché, intendiamoci, Scream 4 si lascia guardare, ha un paio di momenti piuttosto azzeccati e, pur suonando stanco, forzato e molto più vecchio dei primi due episodi girati oltre un decennio prima, ha una scena con dell'intestino appoggiato sul letto che è sempre un piacere ed è pure una novità per una serie mai particolarmente splatter. E i meta-giochini, a tratti, sono pure divertenti. L'idea del killer che ammazza facendo il remake del primo Scream, per esempio, garantisce un po' di ritorni sul luogo del delitto, magari banali ma di un certo effetto. E poi funziona anche l'idea di elevare tutto a potenza (per dirne una, Scream è fermo al quarto episodio, Stab è già arrivato al settimo), cambiare regole ogni due scene e creare un gran casino, per fare in modo che non si capisca niente. E, in effetti, in certi passaggi non si capisce davvero che stia per succedere e il susseguirsi degli eventi è talmente a caso che in un paio di occasioni riesce a stupirti. Il prologo, pure, strappa almeno un sorriso, perché Williamson sa di non poter più giocarsela davvero sullo stesso terreno e spinge allora sull'arrotolamento totale con il film nel film nel film, che alla fin fine è davvero divertente, anche se magari di spaventi ce ne sono pochi. E poi c'è Aimee Teegarden che fa una battuta su Friday Night Lights, o forse non la fa e sovrainterpreto io, ma insomma, il punto è anche un po' quello: è talmente tutto forzato che non sai neanche più se le citazioni sono volute o te le stai inventando.

Poi ci sarebbe pure da dire che è divertente osservare come il mondo sia cambiato in dieci anni e oggi ci siano gli smartphone, Facebook, l'app per fare la voce di Ghostface e, insomma, tutte quelle cose che all'epoca del primo Scream erano fantascienza, ma non vorrei dare l'impressione che si tratti di un argomento affrontato in profondità o dicendo cose intelligenti, quindi spoiler.

(Spoiler Space)

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La cosa più assurda di Scream 4 è una Courteney Cox che davvero, poveretta, è diventata inguardabile e si aggira per il set con l'aria di un'attrice novantenne ormai  tenuta in piedi dal silicone e trascinata a forza alla serata di gala che non le interessa ma a cui deve partecipare per questioni di jet-set. Il suo modo veramente pessimo di affrontare la vecchiaia colpisce tanto quanto quello del film in generale e diventa ufficialmente il meta-tema portante del tutto. Non troppo lontano vanno comunque gli altri due reduci, davvero fuori tempo massimo (anche se David Arquette che si è fatto grande e ora ha la voce grossa e sembra un bimbo adulto è tutto sommato quello che ne esce meglio). Tre attori fuori contesto, in un film che non appartiene loro, messi lì perché non puoi farne a meno, con una serie di ragazzetti inutili a popolare il resto dello spazio. Ti viene da dare per scontato che si stia organizzando un passaggio di consegne, per lanciare una nuova trilogia, e che i vecchietti si divideranno fra quelli che ci restano secchi e quelli che trovano un motivo per levarsi dalle scatole. E invece, sorpresa, muoiono tutti i ragazzini e gli adulti la sfangano ancora una volta, generando quello che di fatto non è altro che un capitolo aggiuntivo, con la sua aria da ultima uscita che chiude tutto ciò che era in sospeso senza che comunque nulla impedisca, volendo, di fare un quinto film inventandosi un altro parente a caso da far impazzire.

Di buono c'è che il finale, ancora una volta, ti frega, da un lato perché come al solito hai davvero pochi elementi per sgamare i colpevoli (perlomeno fino a che non son rimaste in vita quattro persone in croce: a quel punto, lo ammetto, li ho beccati), dall'altro perché si punta una volta tanto il dito su quello simpatico e un po' scemo (la famosa tecnica Keyser Soze), mentre a fargli da complice c'è quella teoricamente preposta al passaggio di consegne. Certo, non posso esimermi dal fare lo spaccamaroni che aborre il lieto fine e chiedermi se non sarebbe stato divertente un finale in cui Jill la sfanga e ci leviamo dalle palle perlomeno Sidney, ma insomma, sarebbe stato forse osare troppo.

Ma mi sto perdendo. Questo film è talmente confusionario e accartocciato che mi manda in palla anche mentre cerco di scriverne. La sostanza, in realtà, è piuttosto semplice. Scream 4 è un quarto episodio di una serie horror, e questo in linea di massima dice già tutto. Ma è anche un quarto episodio di una serie horror che si lascia guardare, è scritto e diretto in maniera degna, è moderatamente divertente e alla fin fine si tiene in piedi con discreto mestiere, senza tradire particolarmente lo spirito con cui tutto ha avuto inizio. Non è che mi vengano in mente molti altri quarti episodi, horror o meno, altrettanto riusciti. Potevamo farne a meno, ma poteva pure andare molto peggio, anche se gli incassi tiepidi fanno presumere che sia finito tutto (o, alla peggio, che proprio per colpa dell'episodio che critica i remake la serie sia destinata a ripartire un giorno sotto forma di remake). Di sicuro, l'impressione è che ormai il povero Wes Craven ce lo siamo giocato. Ma insomma, ha una certa età, possiamo farcene una ragione.

L'edizione in Blu-ray, perlomeno quella tedesca presa al noleggio sotto casa, è molto buona e ha pure un sacco di extra divertenti, che lasciano in bocca un sapore sicuramente più gradevole rispetto al finale  del film. Segnalo:
- l'inizio alternativo, che non è neanche male per il modo in cui la butta ancora più sul ridere, anche se ci si perde la battuta sulle tette di Aimee Teegarden;
- un finale alternativo ancora più triste di quello usato nel film;
- la classica serie di scene tagliate che hanno fatto benissimo a tagliare perché erano superflue, inutilmente didascaliche o magari solo brutte;
- una scena tagliata che in realtà nel film c'è;
- un divertente gag reel, in cui fra le altre cose si vede che durante le riprese era un continuo di gente mascherata da Ghostface che saltava fuori da posti a caso (l'armadio, la porta, la tazza del cesso... ) quando non era previsto e spaventava a morte gli attori;
- David Arquette che - sempre nel gag reel - durante una scena ambientata in bagno si apre la patta e comincia a pisciare per davvero, mentre Courteney Cox prova a rimanere seria e i due arrivano comunque in fondo al dialogo.

2 commenti:

Sono riuscito ad arrivare a leggere tutte le recensioni di scream. Mi permetta di darle un consiglio...lei é bravo a scrivere, perché ha perso tampo con la serie di scream? Si salvava giusto il primo episodio ma anche li, Craven andava appeso per le balle e scorticato vivo. Il resto é pari alla merda fumante. Ci sono thriller che meritano e altri che sono poco piú di spazzatura andata a male.

Beh, intanto grazie. :)

In secondo luogo, mi piace guardare e scrivere anche di film non riusciti fino in fondo, soprattutto se appartengono a generi che amo come i film "de paura".

Infine, se ha letto tutti e quattro i post, sa che il mio giudizio sulla serie e' complessivamente positivo, quindi a maggior ragione...

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