di Andrew Stanton
con Taylor Kitsch, Lynn Collins e la voce di Willem Dafoe
Non avendo mai letto i libri di Edgar Rice Burroughs, non ho idea di quanto questo John Carter possa essere fedele ai racconti o perlomeno allo spirito dell'originale. Di sicuro, però, è evidente lo sforzo di mettere in scena una storia un po' passé, dai toni classici e volutamente ingenui. Il risultato è un'opera bizzarra, che non si pone alcun problema nel raccontare di un pianeta Marte dall'atmosfera vivibilissima a gente che ha visto Total Recall, nel gettare in faccia le ennesime battaglie fra alieni colorati a chi si è sorbito le fantaguerre di Lucas e Cameron, nel mostrare con cent'anni di ritardo tutto ciò che è già stato abbondantemente cannibalizzato da altri, col rischio (la certezza) di fare la figura di chi copia, ricicla e non sa inventarsi nulla di nuovo. E insomma, è nato prima l'uovo o la gallina? Chissenefrega, per carità, però rimane il fatto che John Carter racconta veramente poco o nulla di nuovo. Certo, non è poi troppo colpa sua, ma alla fine quel che conta è l'effetto che fai, non i motivi che ci stanno dietro.
Però è un peccato, perché questo John Carter le sue qualità ce le ha, e non stanno solo nella mostruosa violenza di effetti speciali che a quanto pare sono costati come altri due o tre film messi assieme. C'è per esempio un protagonista davvero accattivante, col suo atteggiamento da bisbetico in cerca di domatrice, inserito in un'avventurona dal gran senso epico, che si racconta senza nascondersi dietro a un taglio forzatamente ganzo o all'insegna delle tutine in pelle nera e che punta su un classicismo semplice, sincero, non votato alla nostalgica citazione. C'è poi una certa attenzione al tratteggiare in maniera degna anche i personaggi di contorno, con la manzissima Lynn Collins a svettare su tutti. E soprattutto c'è il turbocane, trovata fantasticamente esilarante, che non so da dove spunti ma a ogni apparizione fa ammazzare dal ridere e da solo vale il film. Purtroppo, però, ci sono anche un po' di cose che non funzionano, a cominciare dalla logorrea incontrollata di una storia che parla troppo e non finisce mai.
Andrew Stanton arriva al cinema "vero" con a curriculum robetta del calibro di A Bug's Life, In cerca di Nemo e Wall-E, e con la "sfiga" del successone di Brad Bird nel tentare lo stesso salto, che certo non abbassa le aspettative. Il risultato del travaso, però, non è proprio pari a quello del suo collega. Sarà banale, ma viene da dire che Stanton si mostra a suo agio soprattutto quando deve fare esattamente quel che tanto bene aveva fatto in precedenza: raccontare emozioni abbandonando le parole e lavorando sull'animazione. L'arrivo di John su Marte, con le sue difficoltà nell'adattarsi alla gravità del posto e nel comunicare con gli indigeni, è delizioso. E la scena che alterna i suoi ricordi al conflitto furioso contro decine di alieni è un clamoroso, emozionante pezzo di bravura, che tocca davvero al cuore come i momenti migliori (e muti) di Wall-E avevano saputo fare. La parte iniziale, al contrario, ambientata sulla Terra e a basso tasso di CG, appare impacciata e pesante, talmente bolsa che non mi stupisco se da sola riesce ad ammazzare la voglia di qualche spettatore e a impedirgli di godersi le qualità del film, tutte concentrate in quel che viene poi. Sarà un caso? Boh?
John Carter rimane però un film che quando chiude la bocca e apre gli occhi riesce a comunicare paesaggi emozionanti, scontri epici e sentimenti forti, ma non fa nulla di nulla per accattivarsi il pubblico d'oggi, per solleticare il suo ego dicendogli che, oh, sì, sei smaliziato, stai guardando una roba intelligente e per adulti. No, anzi, va orgoglioso del suo essere semplice e pura fanta avventurona pulp. Purtroppo, a quanto pare, film del genere hanno successo solo se sono di gran lunga peggiori e c'hanno scritto Star Wars nel titolo.
Il film l'ho visto a San Francisco, nel gigantismo di IMAX 3D, che fa sempre la sua porca figura anche nel caso di film che non sono girati in formato IMAX. E per fortuna che questo non lo era, aggiungerei, visto che eravamo seduti parecchio avanti e ne saremmo usciti con le budella ritorte. Chiaramente non ho idea di come sia l'edizione italiana.
10 commenti:
Intanto:in gioventù ho letto i tre romanzi di Jhon Carter tradotti in italiano(pare che in tutto siano otto....)ed a suo tempo mi innamorai della serie.
Lo scritto di Borroughs(che poi è il padre del più famoso Tarzan e di altri personaggi,meno noti)è avvincente,nel suo stile grezzo ma diretto.
Il film è fedele al libro?
Si,anche se il personaggio è in realtà stato adattato ai nostri tempi.
Nel libro(libri in realtà)Carter essendo un "gentiluomo del sud"è un po diverso dal gueriero filopacifista che capisce gli indiani...."preferisco lo scontro delle lame ai fazzoletti profumati,per questo non sono abile a parole con le donne",i nativi americanio che lo inseguono sono "selvaggi urlanti senza onore",e così via.
Però la trama,quella è,con i comprensibili tagli,piccole liberta e variazioni/adattamenti,ma quella è.
E,si,c'è anche Whoola,il cagnone a reazione,esattamente mostruoso come da film,che nel libro gli salverà la vita due volte.
Ecco,si è persa(ma come facevano a metterci tutto)la metodologia animalista che Carter inserisce per "addomesticare le bestie":nei romanzi,sia le cavalcature che i cani extraterrestri(come Whoola)vengono sottomessi ai Thark con la sola forza,cosa che esita,talvolta,nella ribellione degli animali contro il padrone.....Carter,ricordandosi della sua fattoria,prova ad avvicinarsi alle sue bestie con sistemi terrestri,ottenendo risultati positivi(per esempio,carezza Whoola e lo gratta sotto il grugno,ottenendone imperitura fedeltà al posto degli iniziali ringhi....)
Che dire,questo film ha subito un immeritato insuccesso.
Fanno il seguito di quel filmuccolo di intrattenimento a nome "scontro di titani",e la gente va di nuovo al cinema per "star wars 3d"e ci si perdono queste chicche cinematografiche.
John Carter non sarà Avatar come tecnologia,ma la storia e gli effetti meritano,e parlano al adolescente che è in noi.
Perchè parliamoci chiaro,Giopep,quando avevamo 16 anni,chi di noi non ha sognato di difendere la sua Deeja Thoris da solo,facendo mucchio di soverchianti nemici,o di saltare altezze impossibili per acchiapparla al volo mentre cade,o salvarla in estremis da morte certa.....peccato che non vedrò un altro John Carter....ciò che resta in me dello sbarbato che ero ha il cuore in pezzi per la delusione.
Secondo me, molto semplicemente, in Disney a un certo punto hanno un po' smesso di crederci e se lo sono venduto male. Perché francamente non riesco a immaginare un singolo motivo per cui, in un mercato che premia appunto i due Titani e (soprattutto) la nuova trilogia di Lucas questo film non dovrebbe avere successo.
giope se non l'hai visto ti consiglio the fall, l'ho vito ieri, è stupendo, è un film molto originale e burtoniano .Non te ne pentirai
Ce l'ho qua pronto per la visione da tempo, ma per un motivo o per l'altro non è mai capitato. Accadrà, comunque.
(Certo, se mi dici che è molto burtoniano mi fai passare la voglia)
nel senso buono, assomiglia vagamente e big fish non a quella schifezza di alice
il fim è un pochino violento o è come tron e i pirati dei caraibi?
Lievemente più violento di quel che magari ti aspetti da un film Disney (tipo che si vede un mostro squartato, ma comunque il sangue è blu). Ma non particolarmente più violento di un Pirati dei caraibi, che qualche momento un po' truce ce l'aveva.
dany,suppongo tu chieda di John carter,vero?
Comunque.....direi come Tron e Pirati dei caraibi:c'è molta azione e molti morti,ma poca "cruda realtà".
Se vogliamo,anche quì è un po fra Avatar e star Wars:tanti morti e poco sangue.
Caspita, l'ho visto ieri: non posso dirne male, per carità, ma devo ammettere che in certi momenti ho un po' sonnecchiato.
visto oggi, fiacco, manco di epicità, dialoghi banali e la trama è pure poco scorrevole con tutti questi tradimenti.
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